Il castra
Nell’aria di questi giorni abbiamo profumo d’estate. E qualcheduno riprende a parlare di “riscoperta del territorio”.
L’Italia è un bel giardino, ricco di cultura, costruito tanto con entusiasmo quanto con fatica non nel corso di secoli, ma dei millenni.
Una delle tante “impronte del passato” è costituita dagli accampamenti militari di epoca romana. Perché ricordarli, visto che nella più parte di casi erano opere “passeggere”?

Perché dalla lieve impronta lasciata per l’accampamento di una notte si è passati all’accampamento per più giorni o mesi, con caratteristiche di base marcate e potenziate. Infine si hanno i castra stativi, permanenti, in muratura. A questi si sono sommate numerose opere di confine, di controllo, di presidio e d’interdizione che hanno fatto scuola nel mondo antico e in quello moderno.
E questo senza contare quante città hanno preso vita, non solo nell’attuale Europa, proprio da un “semplice” castra.
Chi studia?
Strano a dirsi, ma nella “patria” dei castra ben poche persone li hanno studiati e tutt’oggi li studiano e ne divulgano le conoscenze.
Uno di costoro è Giuseppe Cascarino, ingegnere meccanico con studi classici, appassionato di storia militare greca e romana. Ha pubblicato numerosi libri sull’esercito romano e sull’architettura militare romana ed è stato così apprezzato che il libro “L’esercito romano, armamento e organizzazione. Vol. II: da Augusto ai Severi” è testo d’insegnamento per la Storia Militare Romana all’Università di Bologna.
Cascarino è anche fondatore della Società Italiana per gli Studi Militari Antichi e di Decima Legio, associazione culturale di ricostruzione storica per lo studio dell’esercito romano d’Epoca Repubblicana.

L’indagine sul campo
Percorrendo il “Giardino Italiano” ci si può imbattere nelle tracce di questi accampamenti militari romani. Ma non sono gli unici perché, a ben vedere, le tracce d’opere precedenti e posteriori sono numerose, soprattutto laddove l’urbanizzazione non è arrivata.
In questi anni si è avuto modo di percorrere il territorio della Valdigne (Alta Valle d’Aosta) e in particolar modo della valle di La Thuile. Posti molto belli, verdi, ricchi di storia e di cultura che si sta perdendo tra le piste da scii e gli impianti di risalita.
Tra le tante architetture del passato degne di nota ci si è accorti di una lunga serie di opere terrapienate e in muratura che, oramai mute, costellano il territorio. Sono le pietre miliari e militari della nostra Storia, ma soprattutto della Storia della Valle d’Aosta e della Tarantasia Francese.
Di che cosa si tratta? Innanzitutto di accampamenti che, data la loro estensione e la posizione strategica, non possono che essere militari. Essi erano destinati a presidiare il territorio.
La guida
Come sensibilizzare? Abbiamo pensato di comporre una guida agile, chiara, a colori, affinché turisti e non possano a loro volta intraprendere le indagini per la valorizzazione di queste importanti tracce storiche.
Quest’anno è dunque uscito il libro: “Passeggiate sulle Alpi. Guida a 12 antichi presidi tra Morgex e La Rosière”, con prefazione di Giuseppe Cascarino e il Patrocinio della Libreria Militare (Milano, Via Morigi – Via Vigna).


È una guida nuova per tutti coloro che amano la montagna e… la Storia; è stato pubblicato nella nostra Casa Editrice SCAMP (Speleologia Cavità Artificiali Milano Press). Il libro a colori è con copertina flessibile, copertina rigida e in formato Kindle. È acquistabile su Amazon Libri: https://www.amazon.it/Passeggiate-sulle-Alpi-antichi-pres%C3%ACdi/dp/B0DXC1WCVP/ref=tmm_pap_swatch_0