Quel che caratterizza la bontà dei Buoni e la definisce appieno è che costoro considerano gli umani a partire dalla loro nascita. Potremmo definire costoro come gli SC cioè i Seguaci della Cicogna.[1]
Far cominciare la vita dalla nascita e ignorare quanto è accaduto prima non significa però omettere il parto e la gestazione ed ancor prima l’impianto nell’utero dell’embrione formato, ma omettere soprattutto la copula e quel che ancora la precedette e che si declina tra gli estremi dello stupro e quelli del corteggiamento amoroso, tra l’affetto e lo sfogo.
È evidente, e ci si esenta da ogni commento, che da quando l’evoluzione ha biforcato il vivente in maschio e femmina ricongiungendoli poi per la continua rigenerazione del genere, non è una faccenda soltanto di crescita e divisione la prosecuzione vitale del genere come lo era prima in forza della crescita dei plastidi ognuno per conto suo come nel modello clonale. Quel che è stato diviso perché si complicasse il disegno originario nella ricongiunzione delle parti separate ha reso la faccenda riproduttiva più complicata al punto che non è del tutto chiaro dove si cominci e principia la vita del singolo. Ci si è chiesti infatti quale fosse il momento dell’anima infusa nel corpo in fieri intendendo per anima la specificità individuale. Si è cominciata la vicenda dell’individuo dall’intrusione aggressiva dello spermo di lui nel ritroso ovocita di lei[3] o si dovette attendere la maturazione del cavolo nel campo fecondo della solidarietà degli umani?
Per i seguaci della Cicogna la vita del singolo è un portato del volo della Cicogna. Non è una vicenda vegetale come il nascere dal cavolo ma un trasporto alato animale. L’individualità dei cicogni e delle cicogne[4] è pertanto bella ed aerea.
La vita precedente l’atto della nascita cioè della fuoriuscita dalla matrice femminile del feto dall’utero è rilevante soltanto dal punto di vista medico. Il come sia avvenuto l’atto unitivo fecondativo ciò appartiene per gli SC, i Seguaci della Cicogna, a una storia che si tace del tutto e che si delega al segreto degli affetti o al ludibrio della pornografia da intendersi qui come storia totalmente rimossa.
I cosiddetti migranti non sono per l’Accoglienza dei Buoni Accoglienti il frutto di una copula uomo donna, non ci si chiede se costoro fossero degli amanti discreti e rispettosi l’uno dell’altro nel riconoscimento della parità sessuale, né ci si chiede se vi sia stato consenso o piacere nel concepimento copulativo l’importante è che la Cicogna conduca a noi il frutto del loro congresso carnale.
È probabile che l’esercizio della bontà sia tale da generare orgasmo o superarlo addirittura. Ci furono sante che caddero in estasi nella cura dei lebbrosi o nel soccorrere i piagati. Se il peccato continua a offrirci con la mediazione del demonio corpi sontuosi di donna dovrà essere ricercato altrove il piacere e pertanto lo si troverà nell’ estasi sacrificale o in qualcosa di simile come il partecipare all’agape di una comunità di Sant’Egidio.
Ma esiste ancora l’orgasmo cioè a dire quel piacere che se non si accompagnasse all’atto copulativo l’umanità si sarebbe estinta da un pezzo? Non così ora, peraltro, dove all’enfasi eiaculatoria si sostituisce il trepidare di una coppia o di un singolo alla saldatura dell’embrione in una gravidanza assistita.
Non erano questi i pensieri preziosi che intrattenevano gli intellettuali del 700, libertini ed estremi materialisti. Dolore e piacere sono motori oramai desueti dell’agire umano. Nemmeno i drogati sembrano provarlo.
Gli SC, I seguaci della Cicogna i cosiddetti BI i Buoni Integrali prescindono totalmente dall’orgasmo per averlo – è evidente – del tutto delegato agli altri. Sono quegli altri i generatori di uomini, gli emigranti prolifici ad essere ancora i detentori dell’orgasmo, di quel piacere senza il quale non staremo a proseguire nella carriera di ospiti virali sino all’estinzione definitiva della specie resa eguale e indifferente ma fraterna su tutta la superficie terrestre.[5] Se si accetta però questa tesi la ragione come piacere e copula è emigrata all’incontrario nei corpi di coloro che approdano alle rive di un’ Europa estinta e screditata cioè priva di una qualche bussola di fede che non sia il Credo Coranico o qualcos’altro di mostruoso prodotto dalla Pixar.
NOTE
[1]La cicogna è un uccello che ha un significato simbolico e spirituale in diverse tradizioni e culture. Ecco alcune interpretazioni interessanti:
Buon Augurio: La cicogna è considerata un portatore di buon augurio. Viene attesa e rispettata in tutto il mondo. Tuttavia, nell’Antico Testamento, veniva considerata un animale impuro 1.
Protezione di Giunone: I Romani la posero sotto la protezione della dea Giunone. Le attribuivano un significato associato alla clemenza e alla compassione. Forse perché la cicogna nutre e si prende cura dei suoi progenitori quando diventano anziani.
Simbolo di Viaggi Lunghi: A causa della sua vita prolungata, nei paesi dell’Oriente, la cicogna ha simboleggiato per molto tempo vitalità e lucidità. Il suo simbolismo è legato ai lunghi viaggi.
Avversaria del Maligno: Alcune credenze dei popoli antichi consideravano la cicogna come avversaria del maligno. Si dice che stermini i serpenti e i parassiti che vivono nel fango, i quali attraevano a sé le anime dei morti. Proprio per questo motivo, la cicogna viene considerata un uccello ricco di simbolismo legato agli spiriti.
Portatrice di Gioia: I popoli arabi festeggiavano l’arrivo della cicogna, che coincideva con la fine della stagione invernale. La consideravano portatrice di gioia.
Saggezza e Lucidità: Spesso viene associata alla saggezza e alla lucidità del sapere. Forse questo è dovuto al fatto che durante il riposo mantiene una postura serena e rilassata, anche se si poggia su una sola zampa 1.
In sintesi, la cicogna è un simbolo complesso che rappresenta diversi aspetti della vita umana, dalla protezione alla saggezza.
[2]Traggo quest’immaginetta con la didascalia qui aggiunta dal sublime “Dizionario ragionato dei Simboli” di Giovanni Cairo. ristampato da Forni Editore nel 1967, che così recita:
Questo trampoliere dal collo lungo e contorto, dalla curva del petto elegante, di cui sono innamorati i pittori giapponesi, entra nelle figurazioni come uno dei più notevoli esempi feticci del mondo animale. Era dedicato a Mercurio; sacro per i tessali che colpivano i suoi uccisori di pena capitale (Plinio); sacro per i musulmani che loro proviene della tomba di Maometto; familiare e rispettato in Olanda, e rappresentante al vivo lo stemma dell’ Aia, dove le cicogne gravemente e tranquillamente passeggiano fra i banchi del chiassoso mercato del pesce.
[3]Pare accada questo nel teatrino dell’osservatore microscopico in cui appare una renitenza alla penetrazione spermatozoica da parte della cellula più femminile del corpo di una donna.
[4]Non si può ora ammettere veramente che si diano nomi diversi per il maschio e la femmina delle cicogne e dei cicogni, ciononostante è giocoforza introdurre il maschio della cicogna col nome disusato di cicogno sia pure che ci si trovi censurati dal correttore.
[5]E’ di questi giorni la notizia che nell’imminenza delle nuove elezioni per il Parlamento Europeo si sia soprasseduto alla discussione di una mozione da parte di coloro che avrebbero voluto che si trattasse del tema urgente e riconosciuto e attestato della scarsa, diminuita fertilità degli europei e delle europee dovuti oramai più che alla diminuzione del desiderio ad un inquinamento ambientale strisciante.