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6 Febbraio 2025
Attualità Cogitamenti Esteri

Quando non capisco divento nervoso

Il barbuto vestito di nero (nome impronunciabile e ancor meno ricordabile), che ha proclamato il “califfato” in medio oriente, è un personaggio curioso. E’ saltato fuori che era prigioniero a Guantanamo, con la tuta arancione. Prigioniero per quattro anni.

Poi è stato “rilasciato” dagli americani. E comincio a non capire. Soprattutto quando riappare in Siria e comincia a mettere insieme i vari pezzi del cosiddetto “estremismo islamico”. In Siria i cosiddetti ribelli al regime di Assad figlio comprendono almeno esponenti di venti etnie diverse del Medio Oriente. E sono armati, chissà per quali vie, di armi sofisticate, per lo più di fabbricazione americana. E continuo a non capire.

Poi salta fuori, quasi di straforo, una notizia che stupisce. Israele ha commissionato a due ditte americane delle prospezioni idrogeologiche nel Mediterraneo. Ed è risultato che dalle foci del Nilo fino alla Grecia vi siano due importantissimi giacimenti di gas e un altrettanto importante giacimento di petrolio. 9.5 miliardi di metri cubi di gas e circa 8 miliardi di barili di greggio, si stima. Almeno come primo acchito. Anche l’Italia ne ha una piccola percentuale.

Improvvisamente, nello spazio di 45/50 giorni scoppia la “primavera araba”, dall’Iran (subito fermata) alla Turchia (ferma reazione), all’Egitto (colpo di stato dei Militari), alla Siria (guerra civile in atto), alla Libia (caos tribale, per eufemismo), alla Tunisia (tranquillizzato, per ora). Ci hanno provato anche in Mali, ma la presenza di 3000 parà della legione Straniera Francese ha dissuaso le teste calde estremiste, non prima però che riuscissero a distruggere una enorme quantità di reperti archeologici a Timbuctù. Come sempre.

Ora stiamo assistendo all’allargarsi dell’occupazione dei miliziani dell’ISIS di frazioni di territorio a cavallo di Siria ed Iraq. Sono pesantemente armati, e con mezzi sofisticati. Da dove arrivano tali armi? Continuo a non capire.

Ora vediamo un po’: prima per gli yankee  il siriano Assad era il nemico giurato, probabilmente il prossimo ad essere fatto fuori, come Saddam Hussein, come Gheddafi, come Mubarak. Però in Siria c’è una basa navale della Marina da Guerra Russa. Obama ha dovuto rinunciare: Putin ha tolto la ruggine dai missili ed ha dimostrato di non tollerare ingerenze altrui (quando la Georgia, sobillata da agenti della stella a sei punte, ha cominciato a starnazzare, dopo un paio di avvertimenti, il Cremlino ha mandato le divisioni corazzate ed in tre giorni ha ristabilito la situazione. Che, in soldoni, vuol dire: “il petrolio ed il gas di Baku, del Caspio e del Caucaso è roba nostra. Giù le mani”).

In Siria i servizi americani ed israeliani hanno allora armato una miscellanea di teste calde ed è cominciato il macello: oltre duecento mila morti.

Ora è la volta dell’ISIS, il califfato da crearsi. Sarebbe interessante sapere da dove arrivano le armi che i tagliagole posseggono, e chi dà loro i fondi. I Paesi del Golfo, per tenere i pasticci lontano da casa propria? Può essere, ma è una risposta parziale e non esaustiva. Di più i tagliagole hanno dimostrato la vera faccia dell’islam quando ha un minimo di forza. La mattanza per loro è un piacere, in cui cercano di sfogare secolari frustrazioni.

Alle teste di birillo americane il giochetto è sfuggito di mano, ed ora, sotto la spinta della pubblica opinione, Obama deve bombardare un po’ quelli che credeva di poter usare. Schizofrenia politica yankee.

E continuo a non capire.

Prima il regime siriano era il cattivo. Oggi si deve bombardare i suoi ribelli. Prima dei Curdi non fregava nulla a nessuno, oggi si mandano loro armi in funzione anti ISIS.

Ovunque mettano mano gli americani fanno pasticci epocali. Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, per citare gli ultimi esempi. Con alcuni servitori sciocchi Europei che li seguono a ruota: Inghilterra e Francia, ad esempio.

Converrete con me che il quadro ha una lettura difficile, quasi incomprensibile. Di qui i nervi che facilmente si ribellano.

Poi la chiave di lettura si illumina: basta fare un passo indietro e considerare tutta la faccenda come in un unico quadro strategico.

Gli yankee sanno che il loro impero sta per finire. Vogliono prolungarlo. Solo con guerre possibilmente delocalizzate e lontane da casa possono provarci. Cosa c’è di meglio che scatenare le popolazioni islamiche contro l’odiata Europa? Lucrare sul petrolio, fungere da gendarme mondiale, mettere in crisi prima il Mediterraneo, poi il Vecchio Continente (non a caso bombardarono la Serbia!), impedire che le “province” del loro impero (i Paesi Europei) si affranchino e si rendano indipendenti, in tutti i sensi: questa è la strategia degli SUA, col loro servo-padrone Israele al fianco.

I gas che Saddam usò contro i Curdi era americano; le armi dei “ribelli” siriani sono americano, le armi ed i dollari dell’ISIS sono americani……

L’Ukraina stessa è stata sobillata da un ebreo, Soros, al servizio della potentissima banca ebrea Goldman Sachs: finanziò i manifestanti di Kiev che fecero deporre il legittimo Presidente Ucraino ed insediarono un governo fantoccio, presieduto da un ebreo. Lo scopo non dichiarato era duplice: creare un punto di crisi con la Russia, per aver mano libera con l’islam, e costringere Putin a chiudere i rubinetti del gas, per vendere ad un Europa infreddolita a carissimo prezzo l’energia a stelle e strisce. Un viaggio, due servizi.

Vista così la scena mondiale ha un senso ed una chiave di lettura abbastanza credibile e verosimile.

Solo che dalla crisi di nervi sono passato all’incazzatura più nera.

Fabrizio Belloni

Cell. 348 31 61 598

4 Comments

  • Friedrich von Tannenberg 9 Settembre 2014

    Più che ottima: eccellente riflessione, che mette in luce tutto quanto i pennivendoli di regime tentano di non far emergere sui tiggì e sulla carta igienica stampata. Solo su un punto sarei critico: Israele “servo-padrone” degli USA. Ora, a meno di non voler fare della metafisica, tirando in ballo Hegel, nei rapporti con uno stesso soggetto non si può essere entrambe le cose.

  • Friedrich von Tannenberg 9 Settembre 2014

    Più che ottima: eccellente riflessione, che mette in luce tutto quanto i pennivendoli di regime tentano di non far emergere sui tiggì e sulla carta igienica stampata. Solo su un punto sarei critico: Israele “servo-padrone” degli USA. Ora, a meno di non voler fare della metafisica, tirando in ballo Hegel, nei rapporti con uno stesso soggetto non si può essere entrambe le cose.

  • Fabrizio Belloni 12 Settembre 2014

    Servo-padrone è una apparente contarddizione, concordo. Vorrebbe essere una sintesi: servo per armamenti e protezione politica ufficiale, padrone per capacità e possibilità ricattatorie che la lobby giudaica da sempre esercita sui presidenti SUA. Comunque uno schifo

  • Fabrizio Belloni 12 Settembre 2014

    Servo-padrone è una apparente contarddizione, concordo. Vorrebbe essere una sintesi: servo per armamenti e protezione politica ufficiale, padrone per capacità e possibilità ricattatorie che la lobby giudaica da sempre esercita sui presidenti SUA. Comunque uno schifo

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