9 Febbraio 2025
Filosofia

 Caffellatte o testa-croce? – Renato Padoan

Una mente che funzioni deve attenersi ad una regola fondamentale cioè a saper nettamente distinguere che cosa si debba intendere per caffellatte e testa-croce.

La regola del caffellatte consiste nel distinguere nella miscela del caffellatte più combinazioni possibili di percentuale del caffè nel latte o del latte nel caffè.

Nell’uso comune da noi se ne distinguono 6 partendo dal

  • il caffè senza niente dentro,
  • il caffè macchiato,
  • il macchiatone,
  • il caffellatte,
  • il latte macchiato,
  • il latte senza caffè.

Gli estremi che si danno nella loro più completa purezza come latte e caffè s’intridono, frammischiano nell’omogeneo di una combinazione che li vede senza conflitto alcuno coesistere insieme.

E’ questo il modello di una contrarietà, quella del latte verso il caffè o del caffè verso il latte, in cui gli estremi coesistono in proporzioni, gradazioni diverse senza confliggere.

Il latte si integra nel caffè e il caffè nel latte.

E’ questa la forma, il modello di una possibile coesistenza sul piano del gusto ed è altresì lo stile di un gioco in cui non necessariamente si dovrà pervenire alla sconfitta e all’eliminazione di quell’altro competitore.

Quello del caffellatte è come un gioco in cui coesistono gli avversari sia pure nella supremazia temporanea del gusto di uno dei due con un punteggio se vogliamo diverso.

E’ questa insomma la forma dell’opposizione di contrarietà in cui gli opposti che sono il caffè e il latte si contrappongono e si uniscono e si fondono infusi confusi senza soluzione di continuità con ogni possibile gradazione.

Per quanto concerne le razze che pure a quanto pare non esistono il nero e il bianco si fondono geneticamente e si avranno mulatti ed alternativamente bianchi del tutto bianchi e neri del tutto neri. Per i piselli la faccenda diventò chiara con Mendel e i suoi piselli.

Una società caffellatte è una società che comprende ed assimila come in Brasile, include e non esclude l’ingresso di chicchessia in chicchessia e che può prescindere addirittura dal sesso per l’ingresso.

La forma della opposizione dei contrari segue il principio della fusione e della mescolanza.

 

Un ulteriore esempio che si propone è l’opposizione di orizzontale e verticale. Tra i due trovasi l’inclinato. Quel che non è né perfettamente verticale, né perfettamente orizzontale è più o meno inclinato e tenderà al verticale o all’orizzontale cioè all’erezione o alla distensione.

 

Se così non è e non vi sono soluzione alternative si gioca a testa-croce.

La forma testa-croce è quella del lancio di una moneta per aria o se si vogliono più esiti  a sortire quella del dado.

La moneta e il dado non sono fatti per fermarsi in un bordo per cui il risultato o è testa o è croce od è nel caso del dado uno dei numeri da 1 a 6.

Se si gioca a testa-croce necessariamente uno vince e quell’altro perde.

Non c’è via di mezzo.

In questo caso si parla di giochi a somma zero.

Questa forma è una forma di contraddizione per cui delle due l’una cioè o questa o l’altra delle due soluzioni. Non ce ne sono altre e sono incompatibili come l’affermazione e la negazione.

Dalle mie parti si diceva volgarmente che non è possibile per un sedere nonostante sia formato da due chiappe sedere in due sgabelli. Semmai si potesse fare così un culo diventerebbe fesso e non soltanto quello.

E’ della massima importanza saper distinguere la forma del caffellatte da quella del testa-croce.

In logica si ha il vero contrapposto al falso. Una volta che si produca un’affermazione come “ Piove !” o “Mario è fascista” si produrranno nel contempo come entrambe vere le seguenti negazioni:

Non è vero che non piova “… dal momento che si è detto che piove e così “Non è vero che Mario non sia fascista” dal momento che si è affermato che Mario è fascista.

Negare una negazione costituisce un’affermazione donde si desume l’importanza della stessa negazione per rispetto all’affermazione.

Con l’affermazione niente cambia e le cose rimangono quelle di prima e dunque perché cambino si devono negare.

Se si elimina la negazione è come come giocassimo a testa testa cioè con una moneta truccata che porta la stessa impronta nelle due facce o con un dado truccato dalle facce apparentemente diverse che però è attratto per una calamita nascosta sempre da una parte per cui esce sempre Mattarella!

 

La politica e la guerra pongono a tempo debito lo stesso problema.

Chi ha ragione?

Stiamo giocando a testa-croce o a caffellatte?

 

Adesso i giochi si sono fatti più complicati.

Stiamo giocando a ebrei e palestinesi in medio oriente o a Repubblicani e Democratici negli Usa o a Russi cattivi ed Ucraini buoni nel Donbass?

Si leggono in questi giorni delle autentiche amenità a proposito dell’urgenza di difendersi dal nemico nel senso se ci si debba masturbare con droni micidiali od aerei supersonici di nuovissima generazione in Italia oppure soccombere al nemico che mira a renderci schiavi del suo volere secondo la definizione della guerra di Von Clausewitz e a portarci via il marmo di Carrara o i soffioni boraciferi di Larderello o qualche bacino idrografico in secca della Sicilia.

Non si fa che parlare della guerra piuttosto che della vita e della morte perché di questo si tratta in definitiva.

Dato per scontato infatti che prima o poi ciascuno dei viventi morirà  per certo di inquinamento o di droga o di cancro od altra malattia incurabile e che nessun individuo si è finora eternato che anche il Cristo per risorgere ha dovuto morire soffrendo per cui il tema è quello se morire di guerra od altrimenti per nostra mano o per quella del Nemico.

Sarebbe proprio il caso di meditare quanto scrive Ehr Sheng nel suo Almanacco di Strategia Trascendentale a proposito della guerra di lunga durata, libro che non smetteremo mai di consigliare ai generali dopo una vera comprensione del Sun Tzu, ma questo è un altro discorso.

Il problema del durare in vita si pone insieme a quello del cosiddetto venire al mondo. La certezza della morte del singolo individuo è acquisita per il fatto stesso di essere nato per cui si dovrebbe chiedere a chiunque metta al mondo un figlio che cosa intenda farne in seguito.

Se le nascite sono il prodotto di una copula animalesca nessun problema si pone perché sarà la Natura a provvedere comunque di un esito mortale a suo tempo il nato dopo averlo dotato di vitto, alloggio, stipendio, auto e sci.

Quel che è imprescindibile pare è la commozione universale per una popolazione debordante che mira ad ottenere con ragione quello di cui dispongono coloro che stanno meglio e che sono provvisti di risorse eccedenti fintantoché non si creeranno quelle situazioni che artificialmente furono concepite dai nazisti nei campi di concentramento per la realizzazione di un progetto selettivo in cui soltanto taluni animali come fanno gli allevatori di bestiame sono destinati alla riproduzione ed alla conservazione della specie feconda e fruttifera mentre gli altri animali o si mangiano o vincono le corse.

Il tema è logico ed è questo.

Stiamo giocando a testa-croce o a caffellatte?

La prossima volta parleremo di eresia cioè di ortodossia ed eterodossia e di politeismo e monoteismo in cui si ricalca più o meno lo stesso schema.

 

Renato Padoan 02/02/25

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