10 Aprile 2024
Attualità

Il virus buonista – Umberto Bianchi

Come per un tragico e silenzioso sortilegio, l’Italia sta perdendo 100 miliardi di Euro al mese. Una cifretta da nulla, della quale dobbiamo ringraziare i provvedimenti dell’attuale esecutivo, in tema di blocco delle attività economiche per un periodo prolungato, grazie al famigerato Coronavirus che, nel nostro belpaese, sta gettando più scompiglio che vittime. E già. Perché ora è venuto fuori che, il nostro governo era al corrente eccome, della minaccia dell’ultimo prodotto “made in China”. Sì perché sulla gazzetta ufficiale del 31 Gennaio, si fa esplicito riferimento alla proclamazione di uno “stato d’emergenza nazionale” da protrarsi per ben sette mesi, sino al 31 di Luglio del corrente anno.

Ma, anche qui, come per un arcano sortilegio, le misure cominciano a partire pian pianino, in un crescendo, sino alla fatidica data del 13 di Marzo. Sembra pertanto, che della pericolosità del virus, si sapesse già da tempo ma, come se nulla fosse, si è aspettata una vera e propria esplosione pandemica, per trasformare in quattr’ e quattr’otto il nostro paese in una versione post moderna della defunta DDR. Libertà di circolazione negata, micidiali sanzioni di natura civile e penale, arresti domiciliari per sessanta milioni di italiani, libertà di stampa sempre più ristretta…

Diciamocelo pure: questa è la cronaca di una tragedia annunciata, determinata da malafede ed incompetenza. Nel pieno dell’esplosione pandemica in Cina, il nostro governicchio, lascia tranquillamente rientrare in Italia, tutti i cinesi residenti in Italia, (inclusi quelli di diretta provenienza Wuhan, sic!) allontanatisi per le festività del Capodanno cinese. Il tutto, accompagnato dalla goffa giustificazione che, costoro si erano messi in “auto quarantena”, fingendo di ignorare, tra l’altro, quella realtà sommersa, rappresentata dagli ingressi di clandestini cinesi e non, nel nostro paese… Di fronte all’onda epidemiologica in arrivo, un paese serio avrebbe dovuto predisporre delle adeguate tutele, proprio per evitare delle conseguenze più letali dello stesso virus.

Punto primo. Organizzare una massiccia produzione di materiale sanitario, da distribuire all’intera popolazione. Il fatto che, da noi si sia verificata la vergognosa speculazione delle mascherine, dovrebbe già dircela lunga. Non solo mascherine, ma anche camici leggeri e guanti, avrebbero dovuto far parte di un vero e proprio “kit” di emergenza da distribuire preventivamente alla popolazione, con tanto di istruzioni. Altro punto nodale. L’idea di uno screening sanitario generalizzato della popolazione, avrebbe potuto agevolare di non poco, il lavoro degli operatori sanitari.

Difatti, una volta identificati i positivi al virus, si sarebbe potuto addivenire ad una maggior tracciabilità del virus e, una volta collocati in quarantena i positivi, il resto del paese avrebbe potuto continuare a lavorare, sicuramente a ritmi più rallentati ed all’insegna di determinate e rigide regole comportamentali. Probabilmente queste poche, ma fondamentali indicazioni, non avrebbero fermato l’impeto del virus, ma certamente avrebbero ridotto i danni, in termini di vite umane, in modo assai significativo e non avrebbero esposto il Paese all’umiliazione ed alla vessazione di tutta una serie di provvedimenti e decreti che, emessi con la scusa dell’emergenza pandemica, tanto hanno, invece, il sapore di una dittatura malamente mascherata.

E come al solito, le cose da noi si fanno con criteri approssimativi, di taglio ottuso e massimalista. La famosa questione sul tener aperte le aree di verde pubblico, per esempio. Una cosa è l’incosciente assembramento di persone dedite ad attività sportive di gruppo, altro è il cittadino che passeggia o corre all’aria aperta, in completa solitudine. Nel primo caso, sarebbe bastata una presenza più vigile ed attenta della pubblica autorità, in grado di bloccare e disperdere prontamente, qualsiasi assembramento. Come anche il fare oggetto di una vera e propria persecuzione mediatica, i solitari “runner”, a dispetto dei quotidiani assembramenti nei pubblici esercizi o nei supermercati o nelle metropolitane. Senza contare la notizia di queste ore, dell’approvazione di una legge sulle intercettazioni telefoniche, che sembra essere il perfetto coronamento di quanto abbiamo poc’anzi detto.

Non solo. Come abbiamo già riportato all’inizio, lo stop quasi generale delle attività del nostro paese, comporterà perdite economiche calcolate sui cento miliardi di euro al mese. Il che, causerà una massiccia chiusura di imprese ed aziende, con altrettante perdite di posti di lavoro, accompagnati ad una sempre maggior instabilità politica e sociale. Tutto questo, va corredato da un’ulteriore considerazione, che altro non fa che aggravare il quadro generale. Se oggi la Sanità italiana è allo sbando, in special modo per quanto attiene le regioni del nord Italia, se stiamo ad oggi continuando a subire la endemica carenza di materiale sanitario di supporto e prevenzione all’insorgere della pandemia (quali mascherine, etc.), tutto questo lo dobbiamo ai tagli alla Sanità che i precedenti governi ( vedi Renzi) o alcune amministrazioni regionali (vedi Zingaretti nel Lazio), hanno effettuato, tutte in omaggio ai desiderata della famigerata Unione Europea.

Il che ci lascia con l’amara considerazione che, agendo a modo, i danni si potevano quantomeno limitare, in modo sostanziale. A scatenare tutto quel che ora viviamo, badate bene, non è stato quell’innocua bestiola cinese, chiamata Coronavirus, ma un virus ben più esiziale e contro il quale non c’è cura medica che tenga: il virus buonista. È solo e grazie al buonismo ed al peloso solidarismo di chi, di fatto, ha consentito ad occhi chiusi di far entrare migliaia di stranieri senza controllo alcuno, che oggi l’Italia si trova in questo grave frangente. Solidarismo, buonismo, smielato progressismo, sono le male piante che hanno, ora, portato a maturazione i loro velenosi frutti. Esse costituiscono una vera e propria sifilide dell’anima italiana ed europea. Sono il tarlo che indebolisce e debilita i popoli, ancor più, ripetiamo, della bestiola cinese.

Una sifilide caratterizzata dalla profonda ipocrisia di chi, prima predica buoni sentimenti a piene mani ed un attimo dopo, ti sbatte un intero popolo agli arresti domiciliari, con il rischio di ridurlo in miseria. La profilassi e le attenzioni contro l’espandersi del Coronavirus sono sì necessari, ma ancor più necessaria è sin d’ora, al di là di tutti i bei discorsi a tubo sul come far ripartire economicamente l’Italia, l’inizio di un’ampia opera di igienizzazione e sradicamento dalle coscienze dei cittadini italiani del virus buonista, questo sì sempre in agguato. Una vera e propria opera di medicina spirituale, che dovrà<, per forza, far leva su due fondamentali ed ineludibili “antibiotici”, i cui nomi, Identità e Sovranità, lasciano poco spazio ad interpretazioni buoniste o “moderate”, che dir si voglia.

UMBERTO BIANCHI

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