22 Aprile 2024
Cultura Tradizione

HPL poeta politico: una guida tascabile – 9^ parte – Francesco G. Manetti

9^ parte – Un alieno inglese a New York: 1923 – 1925

Gli anni del matrimonio con Sonia Greene (che nella vita di coppia e persino in una poesia HPL chiamò con il pungente pseudonimo di Santippe, la moglie di Socrate, bisbetica per antonomasia) coincidono con gli anni di soggiorno a New York, una metropoli frenetica in cui Lovecraft si sentì spesso fuori luogo – soffocato e disgustato dalla folla “multietnica”. Non a caso, quando nel 1926 tornò a Providence, lontano dai grattacieli e da Sonia, inaugurò il periodo migliore e più fertile della sua produzione letteraria in prosa. Sul fronte poetico notiamo un continuo inaridirsi della vena polemica, satirica e scorretta che aveva caratterizzato i suoi versi nel decennio precedente. Del resto, in questo periodo, i componimenti di Lovecraft sono quasi esclusivamente dedicati agli amici e ai colleghi della stampa amatoriale oppure a riflessioni su paesaggi e cambi di stagione; non mancano però alcuni luminosi e brillanti sprazzi politici.

Lovecraft a Boston con Kleiner e Sonia Greene

55. To Rheinhart Kleiner, Esq. (Al cav, Rheinhart Kleiner), 1923

Sicuramente non una “poesia politica” in senso stretto, questa dedicata dallo scrittore al suo grande amico e “collega” nella stampa amatoriale, ma interessante ai fini della nostra indagine perché riprende in alcuni versi la polemica contro i poeti moderni (per HPL del tutto incomprensibili e “traditori” della letteratura in inglese) che in Plaster-All e Waste Paper del 1922 aveva raggiunto le sue vette più alte. All’inizio del componimento Lovercraft, per criticare le nuove “mode” poetiche scomoda addirittura l’antichità classica:

Zoilus declares no verses to be good

Which by the public can be understood,

Whilst babbling Macer puffs with pomp profound

Him who least shews the world we see around.

(Zoilo dichiara che nessun verso è buono

Se i lettori riescono a capirlo,

Mentre il farfugliante Macro esalta con gran pompa

Colui che meno riesce a far comprendere il mondo intorno a noi.)

Dattiloscritto originale della poesia “Al cav, Rheinhart Kleiner”

Da notare che il filosofo greco Zoilo era stato (fra il quarto e il terzo secolo a.C.) il critico più acceso dell’opera di Omero, mentre il poeta romano Emilio Macro (scomparso intorno al 16 a.C.) era noto per le descrizioni scientifiche della natura vergate in stile estremamente didascalico e tecnicistico, talvolta oscuro.

56. The Feast (Il banchetto), 1923

La poesia, come non manca di notare S. T. Joshi in The Ancient Track, commemora una vivace e conviviale riunione dello Hub Club che si tenne a Boston il 10 e l’11 marzo 1923, occasione alla quale HPL partecipò. Interessante leggere l’introduzione al componimento, una sorta di epistola indirizzata ad Albert Sandusky (qui insignito del titolo di “crackwise”, ovvero “spiritosone”), un poeta amico di Lovecraft, che aveva stampato i primi numeri del “Conservative”, scrittore specializzato nell’uso dello slang e delle varie espressioni gergali e “di strada” americane. HPL solitamente odiava tutto ciò, considerando queste “pratiche” una perversione dell’inglese classico e letterario, ma nel caso di Sandusky ne rimase stranamente affascinato, anche se non del tutto convinto. Nell’introduzione HPL si definiva un “vecchio e obsoleto signore di campagna”, “un uomo di antico stampo, ancora affezionato al linguaggio dell’epoca del Dr. Johnson”, mentre Sandusky aveva “enormemente arricchito la parte più frivola della lingua inglese” ed era “il creatore di un linguaggio attuale che diventerà classico di qui a un secolo”.

57. On the Pyramids (Sulle piramidi), 1924

Si tratta di una piccola satira senza titolo (On the Pyramids le è stato attribuito da S. T. Joshi) sugli egiziani indolenti, che oggi sarebbe bollata come “politicamente scorretta”, anche se evoca solo lontanamente lo spirito arguto e terribile dei componimenti “razziali” degli anni precedenti. Fu composta da HPL mentre stava terminando il suo racconto Under the Pyramids, scritto in nome e per conto del prestigiatore Houdini.

There was an old greezer from Gizeh,

Who us’d to take everything ihzeh:

When the big sandstorm came,

He would squat just the same,

And declare it was pleasantly brihzeh!

(C’era un vecchio pelandrone di Giza

Che se la prendeva sempre comoda:

Quando arrivò la grande tempesta di sabbia,

Rimase accucciato per terra come al solito,

Sostenendo che fosse piacevolmente rinfrescante!)

58. On Rheinhart Kleiner Being Hit by an Automobile (Su Rheinhart Kleiner investito da un’automobile), 1924

Anche un normale incidente stradale senza serie conseguenze del quale fu vittima l’amico Rheinhart Kleiner porta HPL a riflettere sui guai del mondo moderno e in particolare sull’alto tasso di inciviltà delle metropoli. L’automobile è dunque una mera “forza meccanica”, “una distruttrice idiota” opposta al “gentile poeta”, le ruote sono “insensate”, la materia che compone la macchina è “insensibile” e “cieca” nel suo percorso.

59. My Favourite Character (Il mio personaggio preferito), 1925

Il 31 gennaio 1925 si riunì il Blue Pencil Club di Brooklyn e a tutti i soci – come racconta S. T. Joshi – fu chiesto di scrivere un componimento a tema, in questo caso sul proprio personaggio letterario preferito. HPL si distinse perché fece finta di schernirsi, in questi versi, definendosi ignorante, dai gusti troppo volgari (non a caso citava Nick Carter e altri personaggi della dime press, ovvero quei periodici popolari o romanzi d’appendice che venivano venduti negli Stati Uniti a un “dime”, dieci centesimi di dollaro) e incapace di decidere al meglio, “umiliandosi” davanti a tutti coloro che sicuramente avrebbero scelto moderni personaggi contemporanei e alla moda, magari tratti da futuribili autori “cubisti” oppure dall’Ulisse di Joyce o dalle opere di Eliot. Un universo letterario moderno che Lovecraft odiava, tanto che alla fine del componimento decide di premiare se stesso!

Lovecraft a New York

60. On a Politician (Su un politico), 1925

Una brevissima satira politica – cosa più unica che rara in questi anni per HPL – dedicata ad Algernon I. Nova, il cui banchetto elettorale il poeta vide a Brooklyn presumibilmente nell’autunno del 1925: Nova sarebbe stato eletto giudice del tribunale della contea di Kings, che corrisponde territorialmente a Brooklyn. Nei versi, secchi e rarefatti, Lovecraft distilla tutta la sua fastidiosa indifferenza per la politica spicciola.

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Riferimenti al mondo passato nostalgicamente rimpianto, all’Europa antica, alla mitologia greco-latina, e così via, si trovano in altri componimenti del periodo: Chloris and Damon e Damon and Lycë, poesie dedicate all’amico Galpin; To Endymion, componimento scritto in onore del giovane amico Frank Belknap Long; Stanzas to Samarkanda, una parodia delle ultime battute della commedia Hassan di James Elroy Flecker; Providence, un appassionato e nostalgico ritratto della sua città; Solstice, una poesia “natalizia” intrisa di tradizionale paganesimo; On the Double-R Coffee House, dove una caffetteria di Manhattan diventa un rifugio sicuro e tranquillo dal caos della megalopoli; Primavera, una sorta di ritratto fantastico e misterioso della stagione del risveglio; A Year Off, nel quale HPL immagina di concedersi un anno sabbatico in giro per il mondo, riscoprendo in Europa, in Africa e in Asia i luoghi mitici dell’antichità classica; Festival, un’altra singolare poesia dissacrante del periodo natalizio, che si tinge di fosche tinte demoniache.

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