sa se n’è fatto di essa? E quanti oggi la usano per il bene comune, semmai esista ancora un bene comune? Nel suo libro “La società sotto assedio” il sociologo Zygmund Baumann sottolineava che le presunte classi dirigenti ormai non controllano più niente: né l’incremento demografico, né il tasso inquinamento, né la deforestazione e lo sterminio degli animali, né il denaro. Niente di niente. Di solito nelle epoche storiche “normali” i mediocri hanno governato, si pensi agli Asburgo, col loro buon senso che era appunto aurea mediocritas. Solo nelle situazioni eccezionali sono emersi i giganti come gli Alessandro, Cesare o Napoleone. Nel mondo attuale dominano invece i pessimi, i maggiordomi, poiché nel mondo della quantità, nel regno del mercato dominano i grandi commedianti, grandi nel recitare la favola bella. “Spirito ha il commediante, ma poca coscienza dello spirito. Sempre crede in ciò con cui riesce a far credere gli altri più fortemente, – far credere in lui stesso” (Nietzsche, Così parlò Zarathustra). Il razionalismo moderno, che ha avuto origini con Cartesio e che continua con le pseudo-filosofie di oggi (epistemologie, le chiamano), in realtà ha asservito la ragione al potere economico. La volontà di potenza del denaro è riuscita a sottomettere quella facoltà che, a partire da Aristotele, si è sempre ritenuto costituisse la differenza specifica rispetto agli animali. Il capitalismo, l’economia del più-denaro, dapprima si è alleato col sapere scientifico per poi soggiogarlo ai propri scopi. Tutti hanno un prezzo e quindi non c’è più dignità.
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