12 Aprile 2024
Approfondimento Piano Kalergi

Il politically correct come elemento di inibizione ideologica e di controllo politico

 

NOTE IN MARGINE AD UN ARTICOLO DEL PROF. FABIO CALABRESE.

 

Il giorno 15 settembre u. s., sul sito “Ereticamente.net”, è stato pubblicato un articolo, firmato dal Prof. Fabio Calabrese, intitolato “Puntare in alto”, del quale lo scrivente precisa subito di condividere sia l’impostazione che le argomentazioni, a suo avviso molto validamente esposte e sostenute. L’articolo in parola partendo da una riflessione sulla profondità e gravità della crisi presente, presenta poi un excursus storico per dimostrare sia il tradimento delle proprie radici operato dalla attuale sinistra, sia l’inadeguatezza dimostrata dalla attuale destra: queste rappresentano due categorie essenzialmente estranee al pensiero del Calabrese. Una possibile lettura risolutiva del problema può venire, secondo l’autore, dalla rivisitazione della filosofia classica tedesca, in particolare dal pensiero di Johann Gottlieb Fichte (1762-1814), nonché dalla riflessione, non condizionata dai soliti pregiudizi ormai triti e ritriti, del ruolo storico del mondo germanico nella storia e nella cultura europea e non solo. In particolare può essere molto importante la rivisitazione sulla concezione fichtiana della nazione/nazionalità, laddove questo termine indichi un’effettiva comunanza/comunione fra i suoi membri, la quale porta ad una profonda solidarietà fra gli stessi. Tale concezione si pone in evidente antitesi sia con la concezione capitalista/liberista, sia con la concezione marxista/comunista della società. L’articolo si chiude appunto con la denuncia della giustapposizione esistente tra la società organica, ossia lo Stato-Nazione ed il “capitalismo predatorio”, da un lato ed il “falso socialismo marxista”, dall’altro: lo Stato-Nazione rappresenta il correlativo della solidarietà sociale-nazionale, perché una società gestita bene è nell’interesse di tutti.

Dopo questo mio sunto, molto parziale, insufficiente ed incompleto, dell’articolo in questione, si può affermare, però, che lo stesso articolo può implementare anche altre riflessioni e stimolare anche ulteriori interrogativi, diversi seppur complementari alle argomentazioni dallo stesso proposte. Esso esordisce con la seguente frase: “La situazione nella quale stiamo oggi vivendo non si può definire altro che una tragedia, probabilmente l’ora più tragica della nostra storia: anche se non ci sono le distruzioni materiali evidenti di settant’anni fa, il nostro popolo non è mai stato così vicino come oggi al rischio di scomparire”. Tale assunto risulta immediatamente apodittico ed assolutamente condivisibile di per sé: esso infatti descrive una realtà che appare indiscutibilmente sotto gli occhi di tutti, a meno che non ci si voglia comportare al pari degli idoli descritti, nella Sacra Bibbia, Antico Testamento,  nel suo bellissimo Salmo 115: “Hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno naso e non odorano”[1] . L’articolo prosegue, dopo alcune righe, con le seguenti parole: “il pericolo maggiore è rappresentato dall’immigrazione, che non a caso i vampiri che ci governano s’industriano a favorire in ogni modo: la nostra gente rischia di scomparire come realtà etnica e genetica per essere sostituita da una turba di allogeni e meticci”. E ancora, poco più avanti, “il progetto mondialista di un universale meticciato che… è… la premessa per la creazione di un mondo di schiavi dipendenti dai signori dell’alta finanza secondo le direttive del piano Kalergi”. Ecco, fermiamoci un attimo a riflettere bene su questo passaggio, per porci alcuni interrogativi e per esplorarne possibili implicazioni.

Queste sono, sicuramente, delle affermazioni di una forza, ed insieme di una gravità straordinarie. Viene menzionato un certo Kalergi: ma chi era costui? Per dare una sia pur sommaria risposta a questa domanda, si può dire che Richard Nikolaus von Coudenhove-Kalergi, figlio di un diplomatico austro-ungarico e di una giapponese, nacque a Tokyo nel 1894 e morì a Schruns, in Austria, nel 1972. Nel suo volume, intitolato “Praktischer Idealismus”, pubblicato nel 1925, egli dichiara senza mezzi termini che “gli abitanti dei futuri Stati Uniti d’Europa non saranno i popoli originari del Vecchio Continente, bensì una sorta di sub-umanità resa bestiale dalla mescolanza razziale … è necessario incrociare i popoli europei con razze asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall’élite al potere. L’uomo del futuro sarà di sangue misto. La razza futura eurasiatico-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità”[2]. Io ritengo che queste affermazioni di principio non necessitino di alcun ulteriore commento: esse si spiegano eloquentemente da sole, rendendo, al contempo, ragione di come il fenomeno “immigrazione” sia, in realtà, un colossale affare, un enorme “business”, accortamente manovrato e pilotato dalle grandi plutocrazie bancarie multinazionali al fine di creare il da loro tanto sospirato Mercato Unico Globale, attraverso la sistematica opera di demolizione delle identità nazionali, da loro viste e vissute come antagoniste ed ostacolanti. Però occorre fare un passo ulteriore nella spiegazione: le affermazioni kalergiane in parola, evidentemente gravissime, altrettanto evidentemente non devono essere divulgate, rese di pubblico dominio, ma devono essere invece celate con ogni cura ed opportunamente camuffate, allo scopo di non suscitare una reazione di inevitabile esecrazione. Ed ecco allora l’intervento provvidenziale del cosiddetto “politically correct”, ossia di questo concentrato di falsità, di menzogna e di ipocrisia, sorto negli ambienti statunitensi di sinistra di ispirazione comunista negli anni trenta del XX secolo, che, nel caso specifico, serve ottimamente a mascherare i veri obiettivi, ad intorbidire le acque ed a confondere le idee. Come è possibile facilmente constatare, oggi i principi “politically correct” vengono propinati, proposti e riproposti in un modo che non si esiterebbe a definire come “ossessivo-maniacale”: questa autentica ossessione giunge al suo culmine allorché si trasforma in uno strumento di sistematica repressione del pensiero libero, divergente e non conforme. Si stanno infatti moltiplicando i casi di giornalisti e di opinionisti condannati penalmente e pecuniariamente solo per aver espresso le loro opinioni divergenti dal grande “Pensiero Unico Dominante Obbligatorio” ( P.U.D.O. – ormai bisogna parlare di tale entità come manifestazione diretta e rivelata della divinità! ), e ciò in aperta violazione di qualsiasi principio di democrazia e di libertà di stampa, di azione e di pensiero, principi che pure vengono continuamente sbandierati, ma nei fatti disattesi e calpestati, proprio dall’Unione Europea e dalla Repubblica Italiana. A questo punto, però, si pone prepotentemente anche un’ulteriore domanda: perché il popolo non reagisce? Perché si assiste a questa quiescenza? Perché non emergono figure in grado di catalizzare l’attenzione intorno a queste tematiche specifiche? Una possibile risposta a queste domande può essere trovata appunto nella ossessiva opera di propaganda svolta da questo regime, unita all’opera di sistematico terrorismo repressivo giudiziario svolta da questa magistratura (che sembra troppo spesso configurarsi come una autentica “magistr-dittatura”, preoccupata di condannare e di incarcerare prontamente i portatori di valori divergenti e dissenzienti), evento aggravato ulteriormente da una evanescente e praticamente assente definizione circa la responsabilità civile del magistrato nei riguardi del suo operato (si veda il dibattito politico tuttora in corso che non sembra portare ad alcuna risoluzione, stante la tenacissima resistenza ad oltranza posta in essere da parte della magistratura stessa, che, evidentemente, vede minacciati suoi antichi privilegi).

Questo regime sembra infatti interessato non tanto a far cessare i soprusi e le plateali ingiustizie che i cittadini italiani giusti ed onesti devono subire quotidianamente (si pensi solo agli innumerevoli casi di suicidio di cittadini italiani in preda alla più cupa e sconsolata disperazione), quanto piuttosto ad impedire ed a inibire la giusta reazione, da parte degli stessi, ai soprusi ed alle ingiurie continue (è appena il caso di ricordare che fra gli stranieri immigrati i casi di suicidio sono praticamente inesistenti). Ad aggravare tale quadro sconsolante, vi si aggiunga il fatto che, almeno in Italia, non esiste alcuna forza politica e/o sociale in grado di tutelare efficacemente i diritti dei cittadini italiani giusti ed onesti: chi infatti osa proporre misure in tal senso, viene prontamente e sistematicamente boicottato con accuse di “fascismo” e di “razzismo” (due termini che i farisei buonisti politically correct usano, in lampante malafede, per reprimere il pensiero divergente e per impedire le libere iniziative di tutela e di difesa italiana: a queste accuse si può tranquillamente rispondere con una sonora risata in faccia). A tal proposito, il Calabrese, nel suo articolo, annota che “la cosiddetta sinistra, i movimenti di ispirazione marxista non rappresentano più le classi lavoratrici e sono ben lontane dal tutelarne gli interessi”. E ancora, qualche riga dopo: “E’ un fatto innegabile che tutti i movimenti di ribellione e di resistenza popolare che sono emersi in Europa negli ultimi vent’anni, hanno un taglio esattamente opposto a quelli di ispirazione marxista, un taglio che semplificando molto potremmo – molto impropriamente ma lo vedremo – definire “di destra””.

Dicevo, poco sopra, della opera di ossessiva propaganda promossa da questo regime. E’ chiaro che tale opera richiede uno sforzo finanziario piuttosto ingente, ma, evidentemente, il gioco vale la candela, come si suole dire: il premio può essere, infatti, la società auspicata e preconizzata dal piano Kalergi dapprima citato.

A questo punto potrebbe benissimo innestarsi il discorso, proposto da Noam Chomsky, sulle strategie della manipolazione attraverso i mass-media[3]. Nel testo intitolato “Armi silenziose per guerre tranquille”, edito da E.t.l.e.b.o.r.o. nel 2006, viene citata la lista che lo studioso ha appunto elaborato, ossia  una lista di strategie adottate dai mass media per la manipolazione delle coscienze, lista molto interessante ai fini del presente documento. Un aspetto in particolare attira l’attenzione, ossia quello relativo alla autocolpevolizzazione da parte del singolo individuo. Rafforzare l’autocolpevolezza, ossia far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, a causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità e/o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema, l’individuo si autosvaluta e si incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, il cui effetto principale è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione! Ora: i principi politically correct, basati sulla falsità, sull’ipocrisia e sulla menzogna sistematica, sembrano attagliarsi ed adattarsi perfettamente a tale obiettivo. Ed ecco che allora il cerchio si chiude sull’individuo: il controllo della sua mente, ma soprattutto delle sue emozioni (una altro punto della lista di Chomsky riguarda appunto la necessità di usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione razionale) risultano essere di primaria ed irrinunciabile importanza per la piena attuazione del piano Kalergi. Il controllo emozionale porta al controllo sociale, indi al controllo politico e, come logica conseguenza, anche al controllo economico (il vero obiettivo finale). Ma allora quale entità sociale è più controllabile di una massa amorfa ed anonima di individui meticciati e privati di ogni radice identitaria, culturale e sociale? La risposta è fin troppo ovvia e scontata. Quanto all’ultima domanda sopra formulata (perché non emergono figure in grado di catalizzare l’attenzione intorno a queste tematiche specifiche?), l’auspicio non può che essere in senso positivo. Sì, c’è un enorme e disperato bisogno di tali figure, in grado di ridare fiducia e speranza alle persone, fiducia e giusto orgoglio delle proprie radici identitarie e culturali e speranza nel proprio avvenire, contro un sistema pseudo-ideologico, il politically correct, basato e costituito da un coacervo di falsità e di piramidali menzogne, negazione assoluta di ogni umanità e di ogni spirito di autentica libertà, al servizio di oscure trame tutt’altro che umanitarie e solidali (valori, questi ultimi, che, come abbiamo poc’anzi affermato, vengono propagandati in quanto essi costituiscono un ottimo specchietto per gli allocchi), ma squallide, perverse e criminali.

Dott. Comini  Renato

Mantova, 20 settembre 2014

 

 

 

[1] La Bibbia, Salmo 115 (114), 5-6, Editrice LDC ABU, Leumann (TO), 1985, pag.838.

[2] Sebastiano Caputo: “La storia segreta dell’Unione Europea: il piano Kalergi” – L’intellettuale dissidente, 4 giugno 2013 ( si veda il sito Internet recante la stessa denominazione).

[3] Si veda il sito www.disinformazione.it – “Noam Chomsky ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media”.

 

La redazione di EreticaMente.net ringrazia l’Ass. Culturale Pensiero e Tradizione per la disponibilità

4 Comments

  • Sepp 12 Luglio 2015

    Mi dispiace che questo sito abbia bisogno di Chomsky per dire delle verità che sono acclarate da prima della nascita del saggio.

    • cico 12 Dicembre 2016

      cita semplicemente chomsky !
      non renderti ridicolo !

  • Sepp 12 Luglio 2015

    Mi dispiace che questo sito abbia bisogno di Chomsky per dire delle verità che sono acclarate da prima della nascita del saggio.

    • cico 12 Dicembre 2016

      cita semplicemente chomsky !
      non renderti ridicolo !

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