11 Aprile 2024
Tradizione

I Cicli Cosmici e i Tempi Ultimi: il Kali Yuga e il ritorno dell’Età dell’Oro – Valerio Avalon

E’ nostra intenzione presentare a breve una relazione articolata sul progetto che stiamo portando avanti da un paio d’anni a questa parte. Tale progetto si chiama “New Earth Circle Project” e si prefigge l’obiettivo di diffondere la cultura Tradizionale, sviluppando i temi principali di alcuni culti misterici, in particolar modo europei. Oggi però vorremmo concentrarci su un argomento cardine comune a tutte le tradizioni e alle correnti di pensiero spirituali del pianeta: il reale scorrere del tempo in contrasto alla percezione lineare, comune e diffusa nell’uomo moderno. Le grandi tradizioni, sia orientali che occidentali, hanno sviluppato un’interpretazione precisa dello scorrere del tempo, in particolar modo legato ai grandi Cicli Cosmici: il dipanarsi delle ere dell’ umanità lungo una linea discendente in 4 tappe, ognuna delle quali contraddistinta da un metallo che le raffigura. Questa concezione, passando attraverso “i mondi in collisione”, porta un grandissimo messaggio di speranza in una nuova Età dell’Oro dopo il Ragnarok.

Il nostro obiettivo non è quello di svelare chissà quali verità o segreti imponderabili, ma quello di indurvi a mettere in discussione tutto ciò che diamo quotidianamente per scontato. Se alla fine della lettura di questo articolo, avrete più domande che risposte, allora avremo svolto al meglio il nostro lavoro. Per poter smantellare le nostre apparenti certezze e poter sviluppare la potenzialità di compiere il primo passo lungo un sentiero evolutivo, la prima cosa che dobbiamo demolire è il concetto lineare dello scorrere del tempo in linea retta. A partire da un punto A verso un indefinito punto B. Questo concetto, per noi oggi assodato e scontato, in realtà è figlio diretto della Rivoluzione Industriale e della contestuale necessità di piegare le menti delle masse dell’epoca ad accettare turni di lavoro segmentati di 8 ore (spesso anche più di 8). Basta prendere un qualsiasi libro di storia della sociologia per rendersene conto. In questo modo avvenne lo strappo definitivo tra l’umanità, la Natura e il Sacro. Fino all’800, l’uomo seguiva i ritmi della Terra, del Sole, del Cielo e degli Astri: ritmi circolari dove tutto torna. Sempre. Infatti, in realtà, il tempo scorre in modo ciclico. O meglio a spirale. Per essere ancora più precisi, a doppia spirale. Tutto ciò che ha a che fare con lo scorrere del tempo e il suo computo, in Natura e nell’Esistenza, è ciclico:

– le stagioni
– le stelle
– le maree
– la luna
– le mestruazioni
– il ciclo giorno/notte
– il ciclo sonno/veglia
– le migrazioni
– le fioriture
– il mito

Questi erano gli strumenti che usava l’uomo per contare lo scorrere del tempo quando ancora non esistevano gli orologi. Un approfondimento particolare andrebbe dedicato ai miti nordici e al Ragnarok, ma purtroppo non è questa la sede per tale discussione. Per ora ci basti sapere che nell’escatologia vichinga, è prevista alla fine di questo ciclo una distruzione per via del Fuoco, alla quale seguirà una nuova rinascita della terra (che tornerà ad essere verde e bella e a donare messi spontaneamente) e dell’umanità seguendo gli insegnamenti dei figli degli dei sopravvissuti e delle Rune (quali chiave delle Leggi dell’Esistenza). E’ sorprendente come questo archetipo di rinascita dopo la distruzione si riscontri in tutto il pianeta, in culture e tradizioni diverse e lontane tra di loro nello spazio e nel tempo. Lo stesso Platone nel “Timeo” si preoccupò di affrontare le distruzioni cicliche del pianeta, una volta per Acqua e una volta per Fuoco.

Siccome la più grande Legge di Corrispondenza afferma che “Così in alto, così in basso”, o anche “Così in cielo, così in terra”, risalendo il sentiero evolutivo e di riscoperta appena intrapreso, scopriamo che nelle più antiche scuole misteriche, sia occidentali che orientali, si è sviluppata la cosiddetta “Dottrina dei Cicli Cosmici”: se il tempo per l’uomo sulla Terra scorre in modo circolare, allo stesso modo deve accadere la stessa cosa sul piano celeste. Tale dottrina infatti afferma che il tempo a livello cosmico scorre in maniera circolare, dipanandosi lungo ere e cicli lunghissimi, ma che portano in loro un concetto di “Ri-voluzione”, ossia di ritorno al punto di origine.  Questi cicli, poggiandosi sulla corrispondenza tra il Cerchio ed il Quadrato nella Geometria Sacra, solitamente si suddividono in 4. Che a loro volta trovano corrispondenza più immediata nelle 4 stagioni. Tant’è che il movimento di riferimento di base, ossia la Precessione degli Equinozi, già nell’antichità venne definito “Anno Platonico”.

Ossia, secondo Platone appunto, tale era il tempo che impiegavano le stelle a tornare esattamente e perfettamente al loro punto di partenza.
Scoperto “ufficialmente” da Ipparco di Nicea intorno al 150 A.C., la Precessione degli Equinozi è un movimento astronomico che dura circa 25’920 anni. E’ un moto retrogrado apparente del Sole, che ogni anno giunge al suo punto equinoziale di Primavera con qualche secondo di anticipo. Proiettandolo nella fascia dello zodiaco, si genera un movimento all’indietro per il quale, ogni 2160 anni circa, tale punto passa da un segno all’altro. Anche questo è un argomento affascinante e complesso che richiederebbe un maggiore approfondimento, ma non essendo questa la sede, per il momento accontentiamoci di questa striminzita sintesi. Sulla base della durata del movimento di Precessione, le scuole di pensiero occidentali e orientali hanno sviluppato la Dottrina dei Cicli Cosmici, che riporteremo sinteticamente di seguito:

Occidente
– Età dell’Oro
– Età dell’Argento
– Età del Bronzo
– Età del Ferro

Oriente
– Krita Yuga
– Treta Yuga
– Dvapara Yuga
– Kali Yuga

Anche qui ci stiamo tenendo su una linea estremamante sintetica, ma che per il momento ci basta per procedere nel nostro ragionamento. All’inizio di ogni Ciclo o Manvantara (Epoca di Manu), si manifesta il Legislatore (Manu, o Uomo Adamitico) che dà la Legge, o Dharma, al Ciclo. Essa si manifesta attraverso Archetipi e Leggi dell’Esistenza. Ogni passaggio da un’Età all’altra, o da uno Yuga all’altro, porta con sè un Decadimento dall’Alto verso il Basso, dallo Spirito verso la Materia. Ogni Età, ogni Yuga, sviluppa delle potenzialità umane in modo tale che alla fine l’intero ciclo, o Manvantara, ha avuto compimento. E l’umanità ha espresso tutte le possibilità che le sono proprie secondo il Dharma, o Legge, che ha retto il Ciclo. Attraverso un moto discendente, allontanandoci dal punto di partenza della Creazione, ci allontaniamo dalla Perfezione e dall’aderenza a tale Legge, generando barbarie, disfacimento e Caos. Questo perchè, come spiega Mircea Eliade, le riproduzioni terrene e umane di questi Archetipi, mostrano una tendenza al deterioramento e alla decadenza.

Già dagli anni ’40 filosofi e testimoni della Tradizione come Guénon ed Evola, hanno disquisito e argomentato con esattezza il fatto che ci troviamo nella parte finale e più avanzata del Kali Yuga di questo Manvantara (o se preferite, Età del Ferro di questo Ciclo). Quindi ci troviamo nel punto più distante dalla Creazione, dall’Inizio: La Legge e gli Archetipi rimangono uguali a loro stessi, ma l’aderenza dell’Uomo ad essi è completamente deteriorata. E’ proprio per questo motivo che diviene fondamentale in quest’epoca festeggiare e reiterare i Miti e i Riti. In questo modo possiamo rinnovare e rivivificare le forme archetipiche originarie in noi.  Quindi? Cosa succederà ora? Ci stiamo avvicinando ad un punto di svolta epocale e la soglia verso la quale ci stiamo dirigendo è come un Giano Bifronte che guarda contemporaneamente in due direzioni:

da una parte la Fine, dall’altra l’Inizio
da una parte il Buio, dall’altra la Luce
da una parte la Confusione, dall’altra l’Ordine
da una parte la Distanza dalle Leggi, dall’altra l’Aderenza al Dharma.

Tutto bello, interessante e affascinante certo, ma resta la questione di come riportare tutto ciò nella nostra dimensione quotidiana. Cosa farsene di tutte queste nozioni?

Cominciamo con il dire che questo momento storico di grande crisi epocale, ci offre la possibilità di avere degli ampi spazi di manovra. Mai nella storia dell’uomo come dall’inizio dell’epoca di Internet c’è stata una così grande accessibilità alla Conoscenza. Ma alla Conoscenza, al Sapere, deve corrispondere un’Azione illuminata e diretta da quel Pensiero. Dobbiamo curarci di dare respiro alla nostra dimensione interiore, ripristinando un Polo Spirituale che faccia da vettore, da punto di riferimento al quale tendere. Sviluppare una relazione con il Sacro diventa quanto mai urgente. Riscoprire i Cicli naturali e riconnetterci ad essi. Affrancarci dalla percezione frammentata e lineare del tempo attraverso tutti gli strumenti che la Tradizione ci mette a disposizione:

– la Ruota dell’Anno
– la Meditazione
– la Montagna
– le Virtù
– la Disciplina
– il Sacrifico (nel senso latino della parola, ossia “sacrum-facere”, rendere Sacro)
– il Dono di sè
– le Rune

L’etimologia della parola “crisi” è greca e significa “scelta”. Ci viene data quindi in quest’epoca di crisi la possibilità di compiere delle scelte precise, e sono le scelte, prima ancora delle azioni, che ci determinano. Giunti a questo punto, si potrebbe manifestare in noi la necessità di fare delle scelte, di schierarsi. Divenire Esempio. Tornare ad affondare in maniera salda le radici nelle nostre Tradizioni Europee. Diventare come il sacro frassino Yggdrasill della mitologia nordica, asse dell’universo, che durante il Ragnarok verrà scosso in profondità, ma senza crollare riuscirà a passare attraverso il Fuoco della distruzione per sopravvivere, mantenendo il suo asse perfettamente centrato. Possiamo in quest’epoca regalare a noi stessi il destino eroico di restare in piedi in mezzo alle rovine e diventare dei “ponti”. Fare in modo che nulla vada perduto del corpus dottrinario, esperienziale e spirituale della Tradizione, affinchè arrivi a chi verrà dopo di noi e li renda strumenti perfetti per far ripartire la nuova Età dell’Oro.

Come accennavamo all’inizio, la mitologia nordica in questo è molto precisa: quando si estinguerà il Fuoco della distruzione appiccato dal gigante Surtr, tornerà dal regno dei Morti Baldr (il figlio luminoso di Odino), il quale custodisce i segreti delle Rune e delle Leggi dell’Esistenza. Egli si riunirà a suo fratello Vidar, ai figli di Thor e ad un Uomo e ad una Donna, scampati al disastro al riparo di un bosco sacro. Lì, ritroveranno in mezzo all’erba le Rune (Archetipi) e gli Scacchi (simbolo del ripristinare un nuovo Ordine). Il mondo risorgerà verde e bello come non mai e la terra donerà le messi spontaneamente. Sarà l’inizio della prossima Età dell’Oro. Nella peggiore delle ipotesi, se non ci sarà dato di giungere oltre, avremo condotto un cammino ascendente in senso contrario alla decadenza del mondo moderno. Proprio come fa il Sole nel suo moto di Precessione: mentre nell’universo tutto gira in un senso, miracolosamente qualcosa gira in senso contrario. Torniamo ad osservare il Sole e a farlo rinascere ciclicamente dentro di noi ad ogni Solstizio d’Inverno. Così ebbe ad affermare Ezra Pound:

Rinnovatevi con il Sole, e con ogni Sole rinnovatevi

Valerio Avalon

3 Comments

  • Salvatore Dicorrado 19 Agosto 2018

    Ottima sintesi, esposizione molto chiara !
    Purtroppo temo che non sia sufficiente “fare in modo che nulla vada perduto del corpus dottrinario, esperienziale e spirituale della Tradizione”. Se siamo alla fine di un ciclo e se “all’inizio di ogni Ciclo […] si manifesta il Legislatore […] che dà la Legge […] al Ciclo”, probabilmente il corpus dottrinario del ciclo precedente, legato a civiltà e ad una storia ormai svanite, sarebbe privo di significato, perché nuove forme tradizionali ne prenderanno il posto.
    Perciò ritengo che non è solo una conoscenza esteriore che va preservata, ma rendere viva quella conoscenza dentro di sé. Benissimo la riscoperta dei cicli naturali, l’affrancarsi dalla percezione del tempo lineare; ma cos’è questo ripristino del Polo Spirituale, se non un lavoro di affinamento interiore? Possiamo anche fare tutte le scelte giuste, districandoci tra le mille possibilità che l’èra attuale ci offre. Ma se rimarranno scelte puramente culturali, intellettuali, esteriori, o anche scelte di vita, temo che esse non siano sufficienti per traghettarci all’inizio del nuovo ciclo: moriremmo, come moriranno tutti. E ammesso che sopravvivremo, cosa trasmetteremo ai posteri? altre scelte puramente culturali, intellettuali, esteriori.
    L’unica possibilità che ci rimane è che la nostra coscienza rimanga viva, il nostro Io superiore; fin quando questo Io non si ricorderà di sé nelle ore della notte, a maggior ragione non potrà ricordarsi di sé nel lungo sonno della morte, e reincarnatosi poi a nuova vita, non potrà trasferire con sé alcuna conoscenza e consapevolezza per instaurare la rinnovata forma tradizionale della nuova Età dell’Oro.

  • Daniele Bettini 29 Aprile 2019

    Qui un’ottima serie di articoli sulle convergenze cosmiche e sulla cesura epocale che stiamo attraversando :

    L’esplosione della popolazione globale segna la fine del Kali Yuga
    http://cosmicconvergence.org/?p=447

    ambiamenti climatici globali : un saggio definitivo (non gretino) sulle “cause” primarie del riscaldamento globale
    http://cosmicconvergence.org/?p=7707

  • Daniele Bettini 29 Aprile 2019

    Qui un’ottima serie di articoli sulle convergenze cosmiche e sulla cesura epocale che stiamo attraversando :

    L’esplosione della popolazione globale segna la fine del Kali Yuga
    http://cosmicconvergence.org/?p=447

    Cambiamenti climatici globali : un saggio definitivo (non gretino) sulle “cause” primarie del riscaldamento globale
    http://cosmicconvergence.org/?p=7707

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