12 Aprile 2024
Controstoria Fumetto d'Autore

Fascismo & Fumetto: SATURNO CONTRO LA TERRA (quinta e ultima parte) – di Francesco G. Manetti

Il nostro lungo tragitto interplanetario alla riscoperta di uno dei massimi capolavori del fumetto italiano (intendendo con questo “di tutti i tempi” e non solo dell’Era Fascista) volge al termine. Avete fin qua potuto leggere le schede biografiche degli autori; abbiamo accennato all’ossatura narrativa e grafica di questa grandiosa saga di immagini e parole; vi siete immersi nei più profondi segreti del primo capitolo (che dona il nome all’intera opera e ne stabilisce i canoni espressivi) e dei tre seguenti. Giunti dunque alla quinta e ultima parte di questa serie di articoli ospitati da “EreticaMente” non resta che occuparci dei capitoli sei e sette.

Topolino n. 560 del 7 settembre 1943, con la prima puntata dell'episodio La sfera d'aria
Topolino n. 560 del 7 settembre 1943 (notare la data!), con la prima puntata dell’episodio La sfera d’aria

Saremo obbligatoriamente più brevi, perché, essendo stati quasi interamente pubblicati dopo il Fascismo (escluse le prime cinque puntate del sesto capitolo, che apparvero nel 1943), il discorso rischierebbe di andare troppo “fuori tema”: ci premeva però dare una degna conclusione alla trattazione di questa eccelsa opera. In chiusura ricordiamo per l’ennesima volta che Cesare Zavattini – scrittore, sceneggiatore e firma di punta del cinema italiano – collaborò, per il progetto “Saturno contro la Terra”, alla sola realizzazione del primo episodio; dal secondo in poi i testi vanno attribuiti per intero al genio di Federico Pedrocchi, che qui inventava trame per la felice matita di Giovanni Scolari.

Topolino 561 del 14 settembre 1943, con la seconda puntata dell'episodio La sfera d'aria
Topolino n. 561 del 14 settembre 1943, con la seconda puntata dell’episodio La sfera d’aria

Come vi avevamo anticipato nella prima parte del nostro viaggio, da un punto di vista editoriale anche la sesta parte di “Saturno” ebbe una dura vita. L’episodio La sfera d’aria mosse baldanzoso i primi passi su “Topolino” n. 560 del 7 settembre 1943 (notare la data, il giorno prima di un’altra data, innominabile e ignominiosa!) e, dopo appena cinque “passi”, si interruppe su quello stesso periodico mondadoriano al n. 564 del 21 dicembre 1943 (il salto di data era stato notevole da “Topolino” n. 561, in edicola regolarmente il 14 settembre 1943, a “Topolino” n. 562, che uscì quasi tre mesi dopo, il 7 dicembre 1943); sarebbe ripartito solo due anni dopo, in… “epoca democratica”, su “Topolino” n. 565 del 15 dicembre 1945, per terminare sul medesimo settimanale, al n. 587 del 18 maggio 1946. Il settimo e ultimo capitolo venne presentato ai lettori italiani interamente nel Dopoguerra; si tratta del racconto La fine del mondo (una scelta di titolo davvero opportuna, vista l’epoca, verrebbe da dire…), che si snodò sui “Topolino” giornale dal n. 588 al n. 610, fra il 25 maggio e il 26 ottobre del 1946 – prima dell’universalmente noto cambio di formato, dal grande al piccolo (nascita del “Topolino” libretto, ancora oggi in edicola).

Topolino n. 562 (7 dicembre 1943, terza puntata della Sfera d'aria)
Topolino n. 562 (pubblicato tre mesi dopo il precedente, il 7 dicembre 1943, con la terza puntata della Sfera d’aria)

La sfera d’aria vede il ritorno in grande stile di Netro che, prigioniero sul pianeta natale Saturno dominato da Rebo, seppur libero di dedicarsi alla scienza, escogita un raffinato modo per fuggire e per, al tempo stesso, vendicarsi dell’odiata Terra. Una sfera d’atmosfera solida avvolge – come una perla nel corpo dell’ostrica – una palla d’acciaio più piccola, che si rivela essere un’ingegnosa astronave. L’arrivo del “dottore folle” sul nostro pianeta non potrebbe essere più disastroso: l’impatto con l’oceano crea un devastante tsunami – come dicono i Giapponesi, con un termine che si è da tempo imposto in tutto il globo, parola che da noi traduciamo come “onde di maremoto” ma che originariamente ha il significato letterale e più poetico di “onde sul porto”. L’idea letale di Netro non si limita alle epocali alluvioni: percorrendo rapidamente un’infinità di volte con la sua nave la fascia equatoriale accelera la rotazione della Terra, che rischia così una repentina apocalisse.

Topolino n. 563 (14 dicembre 1943 e quarta puntata della Sfera d'aria)
Topolino n. 563 (14 dicembre 1943 e quarta puntata della Sfera d’aria)

Le contromisure approntate da Marcus sono altrettanto titaniche. Giganteschi perni di metallo vengono infissi ai poli per poter opporre – grazie al traino di possenti razzi – una rotazione uguale e opposta a quella messa in atto dall’ordigno saturniano. Netro, alla fine, verrà sconfitto, e cacciato (ancora vivo) nelle profondità oceaniche, con tutta la sua follia tecnologica… Ma prima di vincere, intere metropoli terrestri verranno devastate dalla guerra tecnologica, combattuta anche direttamente dalla sfera saturniana ovunque si avvicini – New York su tutte, con la Statua della Libertà che viene, parole dello sceneggiatore, abbattuta come se fosse di gesso… La megalopoli americana di Pedrocchi vive così in anticipo le devastazioni che di lì a poco cominceranno a colpirla nell’immaginario di tutta una serie di film fantascientifici e catastrofici – i più celebri dei quali sono (dopo il precursore King Kong del 1933, in cui la città viene devastata dalla gigantesca scimmia) When Worlds Collide del 1951 (Quando i mondi si scontrano, con svariati disastri naturali), The Beast from 20,000 Fathoms del 1953 (Il risveglio del dinosauro, e il titolo dice tutto), Earth vs. the Flying Saucers del 1956 (La Terra contro i dischi volanti, con un’invasione aliena), Planet of the Apes del 1968 (Il pianeta delle scimmie originale, con il celeberrimo finale dove la Statua della Libertà giace semidistrutta sulla spiaggia), Meteor del 1979 (con un impatto astrale), Escape from New York del 1981 (1997: Fuga da New York, dove Manhattan viene trasformata in un immenso carcere), Independence Day del 1996 (un’altra invasione extraterrestre), Armageddon e Deep Impact del 1998 (ancora asteroidi e meteoriti), Godzilla del 1998 (il mitico lucertolone giapponese devasta New York nel primo remake) e A.I. Artificial Intelligence del 2001 (terrificanti cambiamenti climatici). Poi, in data 11 settembre 2001, la realtà superò la fantasia, con l’abbattimento aereo delle Torri Gemelle…

Topolino n. 564 (21 dicembre 1943 - A. XXII), con la quinta punta della Sfera d'aria, l'ultima prima del Dopoguerra: è la fine del periodo fascista di Saturno contro la Terra
Topolino n. 564 (21 dicembre 1943 – A. XXII), con la quinta puntata della Sfera d’aria, l’ultima prima del Dopoguerra: è la fine del periodo fascista di Saturno contro la Terra

E dopo, con un’incredibile proliferazione dovuta allo shock terroristico, numerosi altri film, tra i quali ricordiamo: The Time Machine del 2002 (un disastro lunare crea devastazioni sulla Terra), Sky Captain and the World of Tomorrow del 2004 (con giganteschi robot distruttori), The Day After Tomorrow del 2004 (L’alba del giorno dopo, con una terribile tempesta di ghiaccio), King Kong del 2005 (NYC viene devastata anche nel bel remake di Peter Jackson), War of the Worlds del 2005 (La guerra dei mondi, dove attaccano di nuovo gli alieni), I Am Legend del 2007 (Io sono leggenda, con un’epidemia che trasforma gli uomini in feroci zombie/vampiri notturni), Cloverfield del 2008 (con un mostro extraterrestre titanico), The Day the Earth Stood Still del 2008 (Ultimatum alla Terra: ancora gli alieni nel remake di un classico film degli anni ’50), The Happening del 2008 (E venne il giorno, con un’inquietante epidemia di suicidi), Watchmen del 2009 (la città distrutta da una bomba atomica, in questa riduzione da un celebre fumetto di Alan Moore), Skyline del 2010 (alieni, alieni!), Oblivion del 2013 (con gli extraterrestri) e Independence Day 2 del 2016 (con gli alieni che tornano all’attacco nel sequel).

Impossibile poi non pensare, guardando in azione la fatale sfera di Netro, al più celebre planetoide artificiale creato (nella finzione del cinema) con intenti distruttivi: stiamo parlando della Morte Nera (Death Star, Stella della Morte, in originale) che appare nei film Guerre Stellari, L’Impero colpisce ancora e Rogue One.

Il Pianeta delle Scimmie (Schaffner, 1968). Celeberrimo il finale con la Statua della Libertà semidistrutta sulla spiaggia
Il Pianeta delle Scimmie (Schaffner, 1968). Celeberrimo il finale con la Statua della Libertà semidistrutta sulla spiaggia

Quasi che Pedrocchi e Scolari non fossero appagati da tutti i guai che avevano fatto passare alla Madreterra, nell’ultima vicenda della loro epopea grafica – La fine del Mondo – succedono avvenimenti che vanno oltre ogni più sfrenata fantasia. Il globo terracqueo viene spaccato in due come un’albicocca e il nocciolo lasciato libero di librarsi nello spazio, quasi fosse un nuovo, più piccolo pianeta! Un pianeta fertilissimo: grazie all’acqua ben presto questo “nucleo nudo” si ricopre di piante e ospita una fauna nuova di zecca. Poi i due emisferi, che Netro aveva segato via, si ricongiungono, e i Terrestri – definitivamente vittoriosi su Saturno – potranno dedicarsi alla ricostruzione. La chiosa finale è – anche troppo ovviamente – una metafora della ricostruzione delle infrastrutture che si era appena avviata sulla Terra reale nell’immediato Dopoguerra.

Topolino n. 588 (25 maggio 1946): apparve qui la prima puntata dell'ultimo episodio di Saturno contro la Terra
Topolino n. 588 (25 maggio 1946): apparve qui la prima puntata dell’ultimo episodio di Saturno contro la Terra

In questo ultimo capitolo enormi sono le influenze di Verne per le sequenze che si svolgono nelle caverne sotto la superficie, per i razzi e per gli altri fantastici macchinari. Ci sono anche intriganti risvolti “gialli”, che anticipano di un decennio il capolavoro fumettistico del belga Edgar P. Jacobs, “Le avventure di Blake & Mortimer” – giocate sempre a cavallo tra il fantascientifico, le vicende spionistiche e il thriller – avventure che ancora oggi continuano a essere pubblicate grazie a volenterosi “eredi”.

Per chiudere due parole brevissime e generali sull’arte di Pedrocchi e Scolari. Lo sceneggiatore – pur scrivendo in epoche ormai lontane dal gusto contemporaneo del veloce, dal piacere del lettore odierno per il subitaneo raggiungimento dell’obbiettivo e per il rapido scioglimento dell’intreccio nella trama narrativa – si impegna sempre a non annoiare mai. Grande avventure, grandi scenari, situazioni epocali, atmosfera delle grande epopee letterarie, mitologiche e musicali. Numerosi i colpi di scena, i ribaltamenti di fronte, i ritorni di nemici dati per morti. Padroneggia, il Pedrocchi (dopo la spinta iniziale di Zavattini) il linguaggio fumettistico, vicino più di ogni altro a quello cinematografico: grande equilibrio perciò, nel racconto, fra testo e immagine. Scolari, da parte sua, segue attentamente e con diligenza le complesse sceneggiature dello scrittore, disegnando in maniera precisa, talvolta con tratto addirittura raffinato. Usa, l’artista della matita e della china, una tecnica quasi “lombrosiana” nell’evocare le caratteristiche somatiche e fisiche dei personaggi. Dalla parte dei “buoni” sono belli e slanciati i giovani protagonisti, accompagnando gli anziani scienziati e statisti, severi e nobili nell’aspetto. Sul fronte opposto, quello dei “cattivi”, troviamo esseri – come Netro – ridicolmente bassi, deformi, gibbosi (“piccoli, storti e malfatti”, verrebbe da dire, ricordando una celebre foto centrale di un numero del settimanale “Il Borghese” dove venivano presi in giro i politici democristiani Flaminio Piccoli, Bruno Storti e Franco Maria Malfatti), con i bulbi oculari strabuzzati, calvi e rugosi. Un spettacolo per la mente – non solo un mero relax!

Fumetti come questo non se ne leggono più, purtroppo… Speriamo, con queste quattro chiacchiere, di avervi incuriositi e stimolati alla lettura (o alla riscoperta) di “Saturno contro la Terra” – non solo fumetto ma grande letteratura.

FINE

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