12 Aprile 2024
Fumetto d'Autore

Fascismo & Fumetto: Saturno contro la Terra (prima parte) – Francesco G. Manetti

Futuro promesso e presente imperfetto

Dall’ultimo scorcio dell’Ottocento (con Planck) fino al 1969 (lo sbarco sulla Luna) le nuove concezioni sulla struttura dello spazio e del tempo, le indagini nel reame delle particelle subatomiche, lo sfruttamento dell’energia nucleare e l’inizio del volo spaziale avevano delineato per la Terra un domani sempre più vicino, un domani tecnologico, fatto di impagabili meraviglie scientifiche e di meravigliosi viaggi intergalattici. Nei laboratori e nella mente degli scrittori di fantascienza era tutto un ribollire di idee e di promesse.

Il n. 1 di "Urania", 1952. Disegno di Caesar
Il n. 1 di “Urania”, 1952

Astronavi capaci di sfruttare la luce e la gravità della nostra Stella come acceleratori per esplorare velocemente il Sistema Solare. Mezzi di trasporto dotati di apparecchiature capaci di aprire tunnel, squarci e scorciatoie nel tessuto stesso dell’Universo, permettendo così peregrinazioni umane da galassia a galassia in tempi virtualmente istantanei. Robot, androidi e cyborg perfetti, fortissimi, instancabili, artificialmente intelligenti e guidati da speciali “leggi” interne e inflessibili, non aggirabili, tali da impedirne ogni tipo di ribellione o pericolosità nei confronti dell’Uomo/Dio, sarebbero stati assemblati (da altri automi!) in linde fabbriche fordiste per servire l’Uomo e affrancarlo dal lavoro manuale, permettendogli così di dedicarsi ad attività più… “intellettuali” – artistiche, di diporto o di studio. Reattori nucleari ultra-sicuri e altre forme di produzione efficiente dell’energia (solare, eolica, geotermica, idrica, etc.) avrebbero garantito alla cittadinanza globalizzata la fine di ogni dipendenza dai pestilenziali carburanti fossili e il termine di ogni penuria elettrica, consentendo alle metropoli meccanizzate e robotizzate di funzionare 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Cabine di teletrasporto disseminate sulla superficie del pianeta avrebbero altresì permesso il trasferimento istantaneo da un continente all’altro di ogni tipo di merce, di animale e di persona. I progressi incredibili in ambito medico, chirurgico e farmaceutico avrebbero garantito all’essere umano una vita più lunga e più sana, garantendogli nel contempo un aspetto sempre giovanile e sessualmente appetibile. Il tempo atmosferico sarebbe stato addomesticato, garantendo fresche giornate e piogge notturne, neve in montagna e caldo sulle spiagge.

"Urania" n. 161, 1957. Disegno di Iacono
“Urania” n. 161, 1957. Disegno di Iacono

E poi le cronomacchine, che avrebbero permesso a pochi prescelti, gente saggia capace di evitare gli… inevitabili paradossi che rischiavano di scaturire dal dislocamento, di muoversi in avanti e indietro nel tempo, allo scopo di acquisire sempre più conoscenza e poter riparare terribili fallacie epocali. Dalle profondità stellari, attirate forse dai mirabili progressi terrestri, civiltà aliene amichevoli sarebbero poi entrate in contatto con Noi, creando fratellanze intergalattiche e ponendo le basi di Federazioni e Unioni di Pianeti. Calcolatori elettronici sempre più potenti e sempre più miniaturizzati avrebbero infine controllato il tutto – macchine, robot, animali, uomini e vita sociale – senza alcun tema d’errore. Un paradiso, insomma. O almeno il suo infernale surrogato tecnologico, candidamente immaginato, idealmente sognato da cervelli che vedevano la scienza e la tecnica come qualcosa di assolutamente puro e distaccato dalle manovre globali del grande capitale.

Questo genere di Terra Promessa – creata in vitro da scienziati immacolati e da scrittori entusiasti e ottimisti – non si è realizzato, se non in chiave parziale, o di tragedia, o di farsa. La produzione energetica si è impantanata da decenni nelle viscosità economiche petrolifere, rendendo i salti tecnologici necessari alla creazione di un Nuovo Mondo troppo dispendiosi. I viaggi spaziali con equipaggio vivente e senziente, dopo le missioni lunari che avevano fatto ben sperare, si sono ripiegati ancora una volta nell’orbita terrestre, come all’epoca del progetto Gemini. I robot con caratteristiche anche lontanamente “antropomorfe” rimangono strettamente legati ai loro algoritmi iniziali e vengono usati soltanto nelle catene di montaggio automobilistiche, oppure appaiono sporadicamente come sofisticati giocattoli o nei parchi tematici sotto forma di “audio-animatroni”.

Tiger Annual, 1967
Tiger Annual, 1967

Nel campo della salute pubblica, per ogni vecchia malattia curata (o quasi) ne nasce una nuova incurabile (o quasi). Viaggi nel tempo, voli iperspaziali e teletrasporto massivo (dunque non riferito alle sole informazioni di stati quantici), seppur teorizzati, richiederebbero quantità di energia oggi inimmaginabili per poter funzionare. E gli extraterrestri, pur probabilisticamente esistendo in un Universo tanto vasto, sono così lontani e sparpagliati da essere quasi impossibili da raggiungere – anche solo con le telecomunicazioni. Gli unici grandi “successi” (?) del futuro in cui viviamo sono Internet, i Personal Computer sempre più potenti e veloci, e la telefonia mobile – e le varie fusioni e interconnessioni tra queste cose. Un “futuro” dai contorni talvolta foschi, vaghi e oscuri e sicuramente incerti, assolutamente non previsto – almeno in questi termini – dalle menti scientifiche e dai grandi immaginatori letterari del passato.

1936 – 1946: Un’Odissea nell’Editoria

Nell’Italia del 1936 era però ancora lecito sognare un domani avventuroso, fatto di apparecchiature sensazionali, di creature fantastiche e di titaniche guerre dei mondi. La saga a fumetti decennale di “Saturno contro la Terra” rappresentò una delle risposte più efficaci e artisticamente valide del Belpaese alle strisce americane del Flash Gordon di Alex Raymond, nato nel 1934, e pubblicato con grandissimo successo di pubblico – giovine e adulto – sul nostro periodico “L’Avventuroso”. Altrove, qui su EreticaMente, avevamo già parlato di queste avvincenti “battaglie editoriali” degli anni Trenta, sviscerando uno dei capolavori di Guido Moroni Celsi, S.K.1, e avevamo persino anticipato il discorso che ora ci apprestiamo a fare, sull’epopea fantascientifica immaginata dallo scrittore Cesare Zavattini (una delle “firme celebri” del cinema italico del Dopoguerra), sceneggiata e continuata dallo scrittore Federico Pedrocchi e disegnata dal veterano Giovanni Scolari.

"I Tre Porcellini" n. 93, 31 dicembre 1936. Inizia la saga di "Saturno contro la Terra"!
“I Tre Porcellini” n. 93, 31 dicembre 1936. Inizia la saga di “Saturno contro la Terra”!

Epopea, saga… Non abbiamo usato a sproposito questi termini, visto che “Saturno contro la Terra”, con i suoi sette episodi, andò avanti addirittura fino al 1946, a puntate settimanali, cambiando ben tre diverse testate, seppur tutte mondandorian-disneyane, saltando e rimbalzando dall’una all’altra più volte… Una vero e proprio Labirinto di Minosse per il collezionista sprovvisto di Filo di Arianna!

Febbraio 1937: "I Tre Porcellini" chiude e si fonde con "Topolino", spostando sulla nuova testata anche la serie di "Saturno"
Febbraio 1937: “I Tre Porcellini” chiude e si fonde con “Topolino”, spostando sulla nuova testata anche la serie di “Saturno”

La prima storia – Saturno contro la Terra propriamente detta – iniziò su “I Tre Porcellini” n. 93 del 31 dicembre 1936 e su quelle pagine andò avanti interrompendosi alla chiusura del settimanale, che sarebbe avvenuta di lì a poco, sul n. 98 del 4 febbraio 1937; l’episodio, per poter continuare senza interruzioni, traslocò dunque su “Topolino” (n. 216 dell’11 febbraio 1937) e lì finalmente si concluse, sul n. 238 del 15 luglio 1937. La seconda parte, Rebo ritorna (episodio che sarebbe stato intitolato L’isola di sabbia sull’Albo d’Oro n. 51 del 1947) partì su “Topolino” n. 239 del 22 luglio 1937 e proseguì fino al n. 268 del 10 febbraio 1938. La guerra dei pianeti è il titolo della terza parte, che si sviluppò dal n. 269 al n. 294 di “Topolino” (17 febbraio – 11 agosto 1938 ). Più travagliata fu la vicenda della quarta avventura, L’ombra di Rebo: iniziata regolarmente su “Topolino” n. 295 del 18 agosto 1938 arrivò fino al n. 307 del 10 novembre di quell’anno per poi spostarsi su “Paperino”!

"Topolino" n. 216, febbraio 1937. Dopo la chiusura de "I Tre Porcellini", riparte qui l'epopea di "Saturno"
“Topolino” n. 216, febbraio 1937. Dopo la chiusura de “I Tre Porcellini”, riparte qui l’epopea di “Saturno”

La quarta storia si interrompe per oltre un anno.

Riprenderà soltanto su “Paperino” n. 122 – con un titolo “intermedio”, La nube di gelo – del 25 aprile 1940 per terminare – a guerra dichiarata – sul n. 142 del successivo 7 settembre 1940. Arriviamo così al quinto episodio, Le sorgenti di fuoco, che parte su “Paperino” n. 143 del 14 settembre 1940, prosegue fino a al n. 149 del 26 ottobre 1940 (ovvero l’ultimo in assoluto di questo periodico), riparte su “Topolino” n. 468 del 2 dicembre 1941 (oltre un anno dopo, proprio nei giorni di Pearl Harbor) e termina sulla stessa testata, con il n. 489 del 28 aprile 1942.

"Paperino" n. 149, ottobre 1940: ultima apparizione di "Saturno" su questa testata
“Paperino” n. 149, ottobre 1940: ultima apparizione di “Saturno” su questa testata

La sesta parte ha vita ancor più travagliata: l’episodio La sfera d’aria comincia su “Topolino” n. 560 del 7 settembre 1943 (notare la data!) e si interrompe su quel periodico al n. 564 del 21 dicembre 1943; ripartirà solo in “epoca liberale” su “Topolino” n. 565 del 15 dicembre 1945 per terminare sul medesimo settimanale, al n. 587 del 18 maggio 1946. Il settimo e ultimo capitolo viene pubblicato interamente nel Dopoguerra; si tratta dell’episodio intitolato La fine del mondo (scelta indubbiamente adatta all’epoca, verrebbe da dire…), dipanatosi sui “Topolino” giornale dal n. 588 al n. 610, fra il 25 maggio e il 26 ottobre del 1946 (la testata avrebbe chiuso i battenti con il n. 738 del 9 aprile 1949, per trasformarsi in “Topolino” libretto, con il n. 1 uscito nello stesso mese, periodico ancora oggi presente in edicola, praticamente identico all’edizione prima, dopo trasformazioni tutto sommato marginali).

"Paperino" n. 149, ottobre 1940: editoriale di chiusura. "saturno contro la Terra" torna su "Topolino"
“Paperino” n. 149, ottobre 1940: editoriale di chiusura. “saturno contro la Terra” torna su “Topolino”

Le vicende di queste nostrane “guerre stellari” a fumetti conobbero inizialmente diverse, seppur incomplete, ristampe. Già nell’Anteguerra i primi tre episodi di Saturno contro la Terra vennero riproposti dalla API (Anonima Periodici Italiani) Mondadori intorno al 1939 su sei distinti fascicoli di “Albi di Avventure” (la collana che aveva anche Ulceda nel suo “catalogo”), i nn. 1, 2, 15, 16, 17 e 18 – intitolati rispettivamente Saturno contro la Terra, La sconfitta di Saturno, L’isola di sabbia, L’officina subacquea, La guerra dei

"Almanacco Linus 1969", datato 1968: qui apparve la prima ristampa completa della saga.
“Almanacco Linus 1969”, datato 1968: qui apparve la prima ristampa completa della saga.

pianeti e La fine di Rebo. Arnoldo Mondadori Editore ci riprovò con il capolavoro di Zavattini, Pedrocchi e Scolari anche nel Dopoguerra, sull’indimenticata serie settimanale degli “Albi d’Oro”, a partire dal n. 48 del 12 aprile 1947 (primo episodio, Saturno contro la Terra), per poi continuare sui nn. 51 del 3 maggio 1947 (secondo episodio, L’isola di sabbia), 57 del 14 giugno 1947 (terzo episodio, La guerra dei pianeti), 59 del 28 giugno 1947 (quarto episodio, L’ombra di Rebo) e 63 del 26 luglio 1947 (quinto episodio, Le sorgenti di fuoco).

Per vedere una prima ristampa completa e organica dell’intero ciclo, fuori dai costosi canali amatoriali, occorrerà aspettare addirittura il dicembre 1968 e la Milano Libri, con l’uscita del prezioso volume Almanacco di Linus 1969, dedicato appunto a Saturno contro la Terra. Questa è l’edizione alla quale ci siamo attenuti per questa serie di interventi su EreticaMente, edizione che conserva ancora un bel fascino, nonostante sia basata sugli “Albi d’oro” e dunque riproduca identici (come era avvenuto per Ulceda) gli inevitabili tagli e rimaneggiamenti di tavole e vignette per adeguare al nuovo formato (simile ai comic book americani) l’avventura originariamente apparsa su periodici grandi come giornali.

Inizia la prima ristampa di "Saturno contro la Terra" su "Albi di Avventure" n. 1, 1939
Inizia la prima ristampa di “Saturno contro la Terra” su “Albi di Avventure” n. 1, 1939
"Saturno" in prima pagina, su "Topolino" n. 564, dicembre 1943
“Saturno” in prima pagina, su “Topolino” n. 564, dicembre 1943

Saturno contro la Terra è nota anche per essere stata la prima storia a fumetti italiana a venire tradotta negli Stati Uniti d’America. La Dave McKay Publishing, fondata nel 1882 ma attiva sul fronte del fumetto solo fra il 1935 e il 1950, dedicò infatti all’avventura nata sui giornali mondadoriani e ribattezzata Saturn Against the Earth, tutti e quattro i numeri dell’effimera e rara collana antologica “Future Comics”. Gli albi uscirono fra il giugno e il settembre del 1940 e, pur contenendo anche raccolte di importantissime serie di strisce giornaliere americane (“The Lone Ranger” e soprattutto “The Phantom”, ovvero L’Uomo Mascherato), il quartetto di copertine inedite a colori appositamente realizzate con rara efficacia dall’ottimo Joe Musial fu riservato al nostro italianissimo Saturno.

"Future Comics" n. 1 di 4, 1940 "Saturno" conquista l'America!
“Future Comics” n. 1 di 4, 1940 “Saturno” conquista l’America!

Nei decenni a venire innumerevoli sarebbero stati gli omaggi di artisti, riviste e case editrici nei confronti della saga “saturniana” e dei suoi protagonisti – dal Rebo disneyano nato dalla matita di Luciano Bottaro, fino a Magnus e a Mastantuono (per la Comic Art) e allo staff di Martin Mystère (per la Sergio Bonelli Editore).

Il Rebo reinterpretato dal disneyano Bottaro
Il Rebo reinterpretato dal disneyano Bottaro

Gli uomini dietro le quinte d’acciaio

Nel tracciare le seguenti brevi schede sugli autori partiamo dal soggettista e ideatore stesso dell’universo di Saturno contro la Terra, Cesare Zavattini, emiliano (quasi lombardo) di Luzzara, classe 1902, morto a Roma nel 1989. Di notizie biografiche di Zavattini è piena la Rete e ovunque viene sottolineata la “multimedialità” di questo singolare autore: poeta, scrittore, giornalista, sceneggiatore e soggettista (cinema, fumetto, teatro, etc.), pittore e chi più ne ha più ne metta…

Rebo secondo Magnus (Comic Art n. 77)
Rebo secondo Magnus (Comic Art n. 77)

Nell’ambito della nona arte, oltre a Saturno, lo ricordiamo per Zorro della Metropoli (1937-1938 su “Paperino” giornale per i disegni dell’immortale Walter Molino), La primula rossa del Risorgimento, (su “Paperino” giornale, nel 1938-39, con disegni di De Vita), La compagnia dei “sette” (due episodi su “Almanacco di Topolino” nel 1938, ancora per i disegni del grande Molino) e Aeroporto Z (su “Topolino” giornale, con i disegni di Kurt Caesar). Questo nell’Anteguerra. Nel Dopoguerra saranno firmati da Zavattini Un uomo contro il mondo, (su “Topolino” nel 1947/1948), il parzialmente autobiografico La grande avventura di Marco Za (“Albo d’oro” n. 160, 1949) e Bax contro il grande nemico (“Albo d’oro” n. 288 del 17 novembre 1951).

Rebo secondo Mastantuono (Comic Art n. 116)
Rebo secondo Mastantuono (Comic Art n. 116)

Sul fronte dell’illustrazione e dell’umorismo – campi in parte attigui in quanto a linguaggio espressivo a quello del fumetto – ricordiamo le sue collaborazioni al “Marc’Aurelio” a partire dal 1936 e la fondazione del “Bertoldo” nel 1937. I più lo celebrano ovviamente per il cinema dell’epoca democratica, e soprattutto per le pellicole del cosiddetto “neorealismo” nate dall’affiatamento con Vittorio de Sica: Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, Umberto D…. Fra gli altri registi Zavattini lavorò nei decenni con Antonioni, Blasetti, Germi, Fellini, Camerini, Risi, Lattuada, Monicelli, Petri, Rossellini, Visconti, Soldati, Zampa… – praticamente con tutti gli italiani Più NOTI!

Fumettista puro fu invece lo sceneggiatore e disegnatore Federico Pedrocchi, nella sua purtroppo brevissima vita: nato a Buenos Aires, in Argentina, il 1° maggio del 1907 fu stroncato a morte il 20 gennaio del 1945 da una raffica di piombo partita da un aereo inglese. Pedrocchi era partito in treno da Milano diretto a Varese, dove poi avrebbe dovuto prendere la corriera che portava a Cuasso al Monte, il paese dove, da sfollati, stava con sua moglie e i suoi due figli maschi. Era un viaggio che aveva già fatto parecchie volte. Ma quel giorno a Varese non arrivò, perché il convoglio venne mitragliato nei pressi di Gallarate.

"Saturno contro la Terra" secondo Alessandrini (Almanacco del Mistero 2015)
“Saturno contro la Terra” secondo Alessandrini (Almanacco del Mistero 2015)

Fattosi le ossa nella pubblicità, aveva cominciato la sua carriera in editoria con prestigiose collaborazioni a “La Domenica del Corriere”, “Tempo”, “Le Grandi Firme”, “Il Corriere dei Piccoli”, “Jumbo”, “Il Cerchio Verde”. Per la Mondadori, nelle vesti di direttore artistico, crea il settimanale “Paperino”, che debutta l’ultimo dell’anno del 1937: qui appaiono le sue prime storie disneyane, inizialmente nelle vesti di autore completo e poi di solo sceneggiatore. Dopo le interamente sue Paolino Paperino e il mistero di Marte e Paolino Paperino inviato speciale lo vediamo infatti affiancarsi ai disegnatori Enrico Mauro Pinochi (storie con protagonisti Paperino, Pippo e Clarabella) e Nino Pagot (avventure ispirate al lungometraggio disneyano Biancaneve): quest’ultimo sarebbe poi diventato una delle stelle del Carosello televisivo, con Calimero e Grisù. Capolavori di Pedrocchi non disneyani furono sulla testata “L’Audace” di Mondadori le serie di “Saturnino Farandola”, “Capitan L’Audace”, “Virus il mago della foresta morta” e “Il Dottor Faust”.

Una delle rare foto di Federico Pedrocchi
Una delle rare foto di Federico Pedrocchi

Nel 1942, quando ci fu il blocco delle pubblicazioni di materiale d’importazione, Mickey Mouse fu trasformato da Pedrocchi e De Vita in “Tuffolino”. Negli ultimi anni collaborò anche con la casa editrice Il Carroccio. Alcuni suoi lavori uscirono postumi, fino al 1948. Carlo Pedrocchi, figlio di Federico nato nel 1939, ha seguito con successo le orme paterne nel mondo del fumetto.

Giovanni Scolari, che della saga di “Saturno” si occupò dei disegni, nacque a Seniga in provincia di Brescia nel 1882. Anche lui formatosi professionalmente come pubblicitario, passa all’illustrazione di libri per ragazzi e alla collaborazione, nei primi anni Trenta, con “Il Cartoccino dei Piccoli” di Monza. In ambito fumettistico, per Mondadori e sempre sui periodici “Topolino” e “Paperino”, firmò tra le altre cose La galea dalle vele d’argento (1937) e L’aquila fulva (1938). Collaborò anche con le Edizioni Alpe per la collana “Le più belle avventure”, usando però lo pseudonimo di G. Da Brescia. Nel Dopoguerra disegnò Un uomo contro il mondo (su sceneggiatura di Mario Gentilini e soggetto di Cesare Zavattini) e Il raggio mortale. Morì a Milano il 25 marzo del 1956.

Cesare Zavattini
Cesare Zavattini

Nelle prossime tre puntate scenderemo nel dettaglio della saga “Saturno contro la Terra”, analizzandone i disegni, i contenuti e il linguaggio.

Ci teniamo infine a sottolineare che le immagini delle copertine e degli interni tratte dalle collane di “Topolino”, “Paperino”, “I Tre Porcellini”, “Albi di Avventure” e “Ali d’Oro” provengono dal preziosissimo e meritorio sito Collezionismo Fumetti.

Francesco G. Manetti

P.S. del 21 marzo 2016 – Vogliamo qui ringraziare il gentilissimo Carlo Pedrocchi, figlio del grande Federico, per averci contattato e fatto notare alcune inesattezze riguardo alle vicissitudini editoriali di Saturno e delle sue ristampe, rivelandoci nel contempo particolari a noi non noti sulle tragiche circostanze della scomparsa di suo padre. Le sue preziosissime note e il suo apprezzamento riguardo a questo nostro piccolo lavoro ci hanno davvero commossi!

2 Comments

  • Luigi Ricca 27 Giugno 2018

    I piu Bei disguise forse erano I primi, nel 1936 ripresi poi su Albi d’oro . I sono del 1034 e ho disegnato we periodi. Saturno control la Terra era bellissimo . Altri : Pisellino, Bonaventura, Cino e Franco e tutti ! Feci un disegno animato a 13 anni, e un fumetto mensile Alla stessa epoca che facevo vedere agli amici !! Di recente un photocopiato mensile á 100 esemplari fra il 1984 e 2001, a Lussemburgo – seguito e comprato da “fedelissimi” del X non magazine ! Ringrazio la sorte di avermi indirizzato a caso su queste pagine con tanti bei sogni vissuti in infanzia !
    GinoRicca

  • Luigi Ricca 27 Giugno 2018

    I piu Bei disguise forse erano I primi, nel 1936 ripresi poi su Albi d’oro . I sono del 1034 e ho disegnato we periodi. Saturno control la Terra era bellissimo . Altri : Pisellino, Bonaventura, Cino e Franco e tutti ! Feci un disegno animato a 13 anni, e un fumetto mensile Alla stessa epoca che facevo vedere agli amici !! Di recente un photocopiato mensile á 100 esemplari fra il 1984 e 2001, a Lussemburgo – seguito e comprato da “fedelissimi” del X non magazine ! Ringrazio la sorte di avermi indirizzato a caso su queste pagine con tanti bei sogni vissuti in infanzia !
    GinoRicca

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