10 Aprile 2024
Costituzione

Ancora la più bella del mondo – Fabio Calabrese

È giocoforza riprendere il discorso sulla costituzione “più bella del mondo” secondo Roberto Benigni (illustre giurista, come sappiamo), e che a parere delle sinistre dovrebbe governarci per l’eternità, alla luce del fatto che è stata recentemente introdotta alla chetichella, con pochissima eco mediatica, quasi di nascosto, una riforma costituzionale.

Lo abbiamo visto le volte scorse, il parto dei “padri costituzionali” contiene una serie di trappole intese a limitare i diritti dei cittadini, a impedire alla volontà popolare di esprimersi, o quanto meno di avere efficacia, a garantire il potere della “casta”, esemplare il fatto che i “nostri” rappresentanti, una volta eletti, non hanno vincolo di mandato, cioè possono fare quello che vogliono, che una figura politica importante e dotata di ampi poteri, destinata a rimanere in carica per sette anni, come il presidente della repubblica, non è eletta dal popolo, che è vietato il referendum sui trattati internazionali, eccetera, eccetera, il cui messaggio nell’insieme è chiaro: “cittadino, non conti una mazza”.

In questa bellezza, spiccano perle come l’articolo 3, che in teoria dovrebbe prevenire ogni discriminazione, ma per esempio non ha impedito in Alto Adige alla Sudtiroler Volkspartei di imporre la dichiarazione di appartenenza etnica allo scopo di discriminare gli italiani. È una “magia” della costituzione “più bella del mondo”, i suoi articoli sono vincolanti quando sono rivolti contro di noi. Quando dovrebbero proteggerci, perdono immediatamente di efficacia.

Adesso assistiamo a quest’ultimo miracolo, la “nostra” costituzione è diventata ecologista, “green” come ora si dice (sembra che per la classe politica e il sistema mediatico che ne è lo specchio, imbastardire la nostra lingua con anglicismi sia il modo più semplice e sbragativo per dimostrarsi aggiornati, progrediti, “avanti”). Il punto è: viste tutte le esperienze che abbiamo fatto in passato, ci possiamo fidare?

In premessa, è il caso di allargare un pochino il discorso. L’ecologia, l’interesse a non lasciare il mondo alle generazioni che verranno dopo di noi sempre più simile a una pattumiera, dovrebbe essere un interesse “trasversale”, se mai ve n’è uno, al di là di tutte le differenze di ideologia, religione, appartenenza etnica, confini nazionali, le stesse dimensioni dei continenti, e quant’altro variega non solo le realtà nazionali come la nostra, ma l’intero universo umano.

Invece, si è fatto di tutto perché diventasse monopolio di una determinata parte politica, allontanando da esso quanti nella visione di quella parte politica non credono. Non si tratta solo della Gretina Thunberg che canta ai suoi itineranti comizi “Bella ciao”, e tralasciamo pure il fatto che si tratta evidentemente di un personaggio mediatico costruito: figuriamoci, una ragazzina marina la scuola per protestare contro i cambiamenti climatici, e di colpo attira l’attenzione dei media mondiali, i potenti del pianeta la ricevono e la ascoltano. Certe cose accadono soltanto nei film hollywoodiani e nella realtà sarebbero impossibili, se non si trattasse di un personaggio mediatico, una marionetta al servizio di interessi che non sono quelli dichiarati.

Le persone che hanno la mia età, certamente si ricorderanno del referendum sul nucleare del 1987. Esso fu lanciato approfittando dell’ondata emozionale, dell’emotività, diciamo pure del panico causato dall’incidente di Cernobyl, ultimo regalo al mondo dell’agonizzante comunismo sovietico, e bloccò le quattro (già numero esiguo) centrali nucleari allora in costruzione.

Le conseguenze della rinuncia al nucleare erano facilmente prevedibili: l’Italia è un Paese gravemente insufficiente dal punto di vista energetico. Come infatti è successo, l’energia che rinunciavamo a produrre, l’avremmo dovuta acquistare dai nostri vicini: Francia, Svizzera, Jugoslavia (oggi Slovenia) che l’avrebbero prodotta con centrali costruite presso i nostri confini, e sui cui standard di sicurezza non avremmo avuto alcuna voce in capitolo, e fra queste possiamo citare la centrale slovena di Krsko, che è esattamente dello stesso obsoleto modello di quella esplosa a Cernobyl.

In pratica, questa rinuncia, come si è verificato, non avrebbe aumentato di un briciolo la nostra sicurezza, ma ci avrebbe lasciati maggiormente esposti nel caso si ripetesse (o si ripeta, perché il pericolo non è affatto scongiurato) un incidente simile a quello di Cernobyl.

Io penso che tutto ciò, i promotori di questo referendum lo potevano facilmente prevedere, o probabilmente lo sapevano benissimo, ma il loro scopo non era quello dichiarato di preservarci da possibili nuovi incidenti come quello di Cernobyl, bensì di dare vita al movimento “verde” come nuova costola della sinistra, tanto più importante per loro nel momento in cui il comunismo stava mostrando difficoltà sempre più palesi, era in pratica una truffa.

Qualsiasi scelta della sinistra è come un numero di prestigiatore: forse il trucco è tanto ben nascosto che non si riesce a vederlo, ma potete stare sicuri che c’è, in ogni caso, occorre presupporre sempre la malafede.

Io mi onoro di essere uno dei pochi italiani che allora seppero ragionare a mente fredda e votare contro la rinuncia al nucleare, ma sappiamo che la maggior parte della gente non è così, reagisce in base a stati emotivi che i demagoghi possono facilmente sfruttare, è per questo che la democrazia non funziona.

Un’ulteriore conseguenza di questo referendum suicida, fu quella di bloccare non solo le centrali nucleari allora in costruzione, ma di proibire ulteriori ricerche sull’energia nucleare, il che è paradossale se pensiamo al fatto che oggi la stessa UE consiglia il nucleare pulito di nuova generazione fra le energie rinnovabili che si dovrebbero mettere in campo per attuare la transizione ecologica.

Quella della rinuncia alla conoscenza, o meglio ancora della proibizione della conoscenza, è una delle costanti del “pensiero” catto-comunista che ci permette di definirlo come oscurantismo. Pensiamo all’inquisizione cattolica che con il processo a Galileo riuscì a bloccare la ricerca scientifica in Italia per un paio di secoli, all’Unione Sovietica dove la genetica è stata fuorilegge fino a tutta l’età Krushev (lysenkismo), alle numerose leggi liberticide presenti nella legislazione dei Paesi europei che fanno del voler indagare la reale estensione dei crimini attribuiti alla parte sconfitta nella seconda guerra mondiale, del voler capire quanto c’è di vero nella “verità” stabilita a Norimberga, un reato.

Un’altra truffa su grande scala che oggi si sta perpetrando ai nostri danni con la scusa dell’ecologia, è quella dell’auto elettrica. Pochi semplici calcoli hanno dimostrato che, anche se non c’è una produzione diretta di gas di scarico (l’inquinamento che il cittadino “vede”), il surplus di produzione di energia elettrica necessaria per alimentare i veicoli, la produzione dei nuovi veicoli e motori elettrici, nonché degli impianti per la loro alimentazione, lo smaltimento dei veicoli che ope legis si sono fatti diventare obsoleti, non comporteranno un risparmio in termini di “impronta ecologica”, di inquinamento, ma tutto il contrario, lo aggraveranno sempre di più. E allora perché è stata messa in campo questa ennesima speculazione truffaldina?

La risposta è semplice: il mercato mondiale dell’automobile è in affanno perché è saturo a livello planetario. Che c’è di meglio allora, per favorire i costruttori, se non rendere di colpo obsoleti milioni di veicoli? In più, c’è il sospetto che si voglia favorire la produzione dell’Estremo Oriente a scapito di quelle europea e americana.

In questo contesto, la “transizione ecologica” della “nostra” costituzione, già di per sé, come abbiamo visto, ampiamente truffaldina, e ora, quasi all’insaputa dei cittadini, diventata di colpo ambientalista e “green”, non può non far scattare tutti i campanelli di allarme.

Materialmente, le modifiche che sono state apportate alla carta costituzionale non sono molto estese, sono stati modificati gli articoli 9 e 41.

L’articolo 9 già prevedeva la tutela da parte dello stato del paesaggio, ora si aggiungono la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi. La modifica dell’articolo 41 prevede che l’iniziativa economica non possa svolgersi in modo da recare danno alla salute e all’ambiente.

A parte che a prima vista sembrerebbe un ribadire pleonastico di leggi già esistenti, tutto bene, allora? Non proprio.

Innanzi tutto, come vi dicevo, colpisce il modo quasi surrettizio senza nessuna rilevanza sui media, con cui questa riforma è stata introdotta. Io forse non dovrei allegare qui un ricordo personale, ma vi ho raccontato (Dal confine orientale, per non dimenticare, quarta parte), dell’esperienza che ho avuto nella mia carriera di docente, con Giovannone, preside “rosso” e stalinista vecchia maniera. Uno dei trucchi che gli ho visto usare più volte per imporre i suoi diktat, era quello di prendere i collegi docenti per le decisioni più importanti verso il termine delle riunioni, a tarda sera per sfinimento, poi quando i nodi venivano al pettine, la sua risposta era sempre la stessa: “Bisogna fare così, perché voi avete deciso”.

Qui la situazione mi pare assolutamente analoga. Nel momento – eventualità tutt’altro che improbabile, vista anche la situazione internazionale – in cui ci trovassimo nella necessità di mettere almeno parzialmente da parte le preoccupazioni ecologiche per far fronte alla nostra situazione di penuria energetica, ci troveremmo di fronte a un “Non si può fare, perché il dettato costituzionale dice che…”.

C’è per la verità una scappatoia, una “clausola di garanzia” che permette alle regioni di fare quello che vogliono, e la mente non può non correre al caso dell’ex ILVA di Taranto, e a come la faccenda fu gestita dall’allora presidente della regione Puglia, il “compagno” Nichi Vendola (a capo, paradossalmente di un partitino che si chiamava “sinistra, ecologia e libertà”), che dimostrò di fregarsene ampiamente sia dei posti di lavoro in pericolo sia della salute dei cittadini.

(A me in tutta franchezza, la circostanza che Vendola sia omosessuale e sposato con un uomo, non interessa molto, mi interessa di più il fatto che quando si è istituita la Giornata del Ricordo, si sia accodato al negazionismo delle foibe degli stalinisti di Rifondazione Comunista). Si potrebbe persino avallare il sospetto che grazie a questa “clausola di garanzia”, il “nostro” ordinamento non sia stato reso più, ma meno ecologista.

La preoccupazione ecologica, naturalmente rimane fondamentale, penso che a nessuno di noi piaccia l’idea di lasciare ai nostri figli e ai nostri discendenti un mondo sempre più simile a una pattumiera. Ma occorre flessibilità, se – cosa resa tutt’altro che improbabile dalle contingenze internazionali – la scelta fosse tra rischiare di inquinare un po’ o lasciare milioni di persone alla fame e al freddo?

Che senso ha legarsi le mani col “dettato costituzionale”, soprattutto in Italia, il Paese come ben sappiamo, di Azzeccagarbugli, dove codici, codicilli, inghippi burocratici hanno uno straordinario potere di prevalere sulle necessità reali?

Caso strano, troppo singolare per essere una coincidenza, questa riforma costituzionale arriva proprio nel momento in cui a causa della situazione internazionale, la sitazione del nostro approvvigionamento energetico si sta facendo più incerta, nel momento in cui la UE, servetta obbediente delle politiche americane, si appresta a mettere in campo una serie di sanzioni contro la Russia, sanzioni che, lo abbiamo già visto in passato, mentre toccano poco il colosso che va da Kaliningrad a Vladivostok, si sono rivelate soprattutto un boomerang contro di noi. Ricordiamo che dipendiamo dalla Russia per il 20% del petrolio e per il 60% del gas naturale. Rischiamo di pagare molto cara la crisi ucraina.

E guarda caso, proprio adesso qualcuno ha pensato bene di mettere le mani avanti con questa riforma costituzionale. Non c’è di mezzo solo il nucleare di nuova generazione caldeggiato dalla stessa UE, ci sono le riserve di gas naturale che paiono essere piuttosto imponenti che dovrebbero trovarsi in Adriatico, che l’Italia possiede e non sfrutta, appunto per motivi “ecologici”, e sembra proprio che qualcuno abbia pensato bene di mettere le mani avanti per evitare che possiamo farlo in futuro.

La costituzione “più bella del mondo”, lo abbiamo già visto con ampiezza, è un ben congegnato sistema di trappole, tutte concepite a nostro detrimento e in modo da togliere qualsiasi efficacia alla volontà popolare. Dovremmo credere adesso che questa riforma è stata fatta per il nostro bene?

Fidarsi, dice il proverbio, è bene, ma non fidarsi è meglio.

2 Comments

  • Michele Simola 7 Marzo 2022

    Le modifiche costituzionali, passate peraltro quasi inosservate, riguardano un settore a mio avviso inutilmente pompato dalle élite finanziarie, per trarre nuovi imponenti guadagni, dichiarando ope legis vetusto il parco auto nazionale. Orbene le auto non sono certo obsolete, ma questo non porta introiti all’industria del verde. Il diesel di nuova generazione è sicuramente meno inquinante e più sostenibile della svolta elettrica. Se pensiamo ai costi dello smaltimento delle batterie o dei veicoli non è per nulla conveniente. In aggiunta poco sappiamo dell’inquinamento provocato dai campi elettrici e che danni più o meno gravi possano costituire per la salute umana. È certo che possano indurre gravi alterazioni fisiche, ma non conosciamo le modalità attraverso cui agiscono.
    Gli individui come la ragazzina svedese, sono utili idioti per gli interessi sovranazionali, lobby ecologiste, legate ai potentati della finanza internazionale apolide giudaica.
    Sul finire degli anni 70 del 1900,si ebbe nel nostro paese una commistione attraverso la loggia P2, vera e propria associazione criminale fra massoneria e potentati economico finanziari. Questa organizzazione di stampo mafioso agi’ come camera di compensazione fra lobby di speculatori-finanziari e casta parassitaria burocratica.
    La corruzione nel nostro paese è diventata una patologia endemica, tipica di un sistema politico-economico autoreferenziale.
    L’economia che si è sviluppata da quel sistema di corruzione, fu il terreno di coltura ideale per la casta parassitaria che impera ancora oggi.
    Concordo con Lei professore, la costituzione non fu il parto dei così detti “padri costituenti”, essendo stata a mio avviso dettata dai vincitori e soprattutto strutturata in modo tale da non concedere alcun potere ai cittadini, da solo l’illusione di essere liberi, in realtà non offre alcuna scappatoia o potere decisionale ai cittadini.
    Sette anni di potere per un presidente sono veramente tanti, specie se consideriamo che i nostri presidenti sono scelti in età così avanzata da poter essere considerati mummie viventi. Lo stesso potere dato dal loro ruolo è quasi nullo, solo Napolitano ne ha abusato per imporre una visione veramente malsana dell’autorità dello stato, nella fattispecie non ha mai preso in considerazione la volontà popolare.
    Ben conoscendo i limiti di siffatta costituzione, elementi sovranazionali hanno invitato i governi che si sono succeduti dalla fine degli anni 80 a liberalizzazioni, privatizzazioni, politiche tese in realtà non a migliorare l’economia reale, ma atte ad imporre un modello globale regno del “grande capitale”.
    Nel 2011 Monti col suo governo tecnico ha aperto al disastro in nome dell’alta finanza, tutto ciò non è accaduto per caso, ma voluto fortemente, imposto da strutture sovranazionali. Dal 2011 si sono susseguiti solo una serie di rottamatori che hanno, sempre più, lavorato per distruggere la Patria.
    Se ci chiediamo cosa sia la costituzione la risposta più logica è che in teoria dovrebbero essere le leggi fondanti di uno specifico stato.
    Andando ad analizzare la nostra ci rendiamo conto che le leggi a fondamento della cosiddetta “repubblica”, sono proprio alla base di mancanza di potere popolare e servono ad autoalimentare l’ignominia che i politici hanno utilizzato per asservire la Patria a gruppi di potere transnazionali che realmente gestiscono il paese.
    Nel terzo anno di pandemenza ci accorgiamo che i premier che si sono succeduti, la costituzione esistente nel bene e nel male, l’hanno calpestata e asservita ai loro voleri e interessi, prodigandosi contro il popolo con DPCM e legiferazioni incostituzionali, contro le quali non si è levata mai la voce del capo dello stato che è anche il capo delle forze armate, né quella della magistratura, che una volta di più, ha dimostrato l’assenza di indipendenza, ma asservimento alla sinistra mondialista ed europeista.
    In pratica hanno sempre favorito la casta burocratica parassitaria. In questi due anni abbiamo assistito alla nascita di una nuova casta parassitaria, che approfitta dell’emergenza continua per imporre i suoi voleri al popolo ormai ritenuto solo servo: i virologi star e i parassiti del CTS.
    Quello che finora si è verificato non è casuale, ma fa parte di un piano organizzato per consegnare definitivamente la Nazione nelle mani della finanza usuraia giudaica che ne espropiera’ ogni minimo possiedimento.

  • Fabio Calabrese 9 Marzo 2022

    Caro Simola: Ancora una volta sono pienamente d’accordo con lei. Aggiungerei soltanto che parole come euroscettico, cioè non credere che la UE sia stata creata per il nostro bene, e sovranista, cioè voler far recuperare all’Italia quel minimo di sovranità che sarebbe ancora possibile, sono diventate una specie di bestemmie. E’ sempre la lezione di Orwell, manipolare il linguaggio per impedire alla gente di pensare.

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