11 Aprile 2024
Politica

Sequestro di Nazione – Enrico Marino

Nell’ultima settimana di gennaio circa 800 immigrati clandestini sono arrivati in Italia e ora, finalmente (!), anche gli ultimi 407 a bordo della nave Ocean Viking e gli altri sulla Alan Kurdi potranno sbarcare. Le elezioni regionali del 26 gennaio sono passate, il PD ha tenuto in Emilia Romagna e allora il governo, che aveva tenuto in mare le navi delle ONG, si appresta a riaprire i porti all’immigrazione.

Sarà la prima delle tante porcherie che la sinistra aveva posticipato all’esito di quelle consultazioni per procedere all’avvio di un percorso di sovvertimento definitivo della nostra comunità nazionale.

L’intero programma comprende l’abrogazione dei decreti sicurezza, la ripartenza dell’invasione, la reintroduzione delle famigerate “protezioni umanitarie”, il rifinanziamento delle cooperative, l’aumento delle spese per l’accoglienza e l’introduzione dello ius soli. All’orizzonte poi ci sono il Global Compact, adottato a Marrakech per avanzare la governance globale a spese del diritto sovrano degli Stati, a cui l’Italia non ha ancora aderito e, soprattutto, il MES cioè il nefasto accordo sulle banche accettato da Conte e avallato dal ministro Gualtieri senza una preventiva autorizzazione del Parlamento.

Il governo PD-M5S aveva espressamente rinviato tutti questi argomenti al dopo elezioni, così come aveva tentato di rinviare l’autorizzazione a procedere contro Salvini, per non sottoporre il proprio operato al giudizio degli elettori.

Passata la grande paura, ora si può ricominciare a fare il lavoro sporco.

Infatti, siamo al cospetto di una compagine ipocrita e vigliacca che adopera ogni mezzo per sottrarsi a una dichiarazione di sfiducia del popolo e tenta addirittura di raggirarlo con espedienti miserabili e grotteschi.

Siamo, soprattutto, al cospetto di un potere totalitario, spacciato per democrazia, ma gestito da una consorteria autoreferente di funzionari statali, alti burocrati, magistrati e politici, i cui interessi alla perpetuazione dello status quo si intrecciano con una proterva ideologia dell’esclusione dell’avversario, della sua interdizione da ogni posizione di comando e della sua demonizzazione assoluta.

L’ultima trovata di questa macchina totalitaria è stato il movimento delle così dette “sardine” che, dietro una facciata di mielosa, stucchevole e ripugnante bonomia, alimenta la contrapposizione e l’odio per chi non condivide le sue posizioni. E’ solo l’ultimo arrivato in un ampio fronte che vede schierati tutti poteri forti della Repubblica: dalla Presidenza alla Corte Costituzionale, dalla Magistratura ai boiardi di Stato, dalla televisione alla stampa, dagli intellettuali mainstream al mondo dello spettacolo e ai sindacati, senza dimenticare la Chiesa di Bergoglio e dei preti amanti degli immigrati, cioè il lato B dell’accoglienza.

E’ un fronte che non accetta né immissioni di estranei, né circolazione delle classi dirigenti, né il minimo cedimento dei suoi assetti consolidati. I suoi metodi e i suoi scopi sono finalizzati alla pura conservazione del potere, allo scambio di favori tra poteri, all’associazione di scopo finalizzata al reciproco sostegno. E’ un fronte che si
autoqualifica come espressione di gentilezza, mitezza, speranza e promozione di diritti umani, ma che in realtà persegue un progetto fondato su una aberrante teoria del caos e come sfondo ha il progetto della unificazione europea con la liquidazione degli Stati Nazionali e di ogni identità storica e culturale, per realizzare l’autentica meta della sovversione, che è l’edificazione di una società edonistica, anarchica e autogestionaria, schiava dei desideri e del consumismo e succube nelle coscienze.

La meta è la società del nichilismo e del relativismo, nella quale tutto è lecito e permesso ai singoli a patto che non si mettano in discussione i feticci sui quali si regge l’impalcatura antidemocratica e antipopolare del sistema: l’antifascismo, la lotta ai presunti antisemitismo e razzismo, le nuove forme contro natura di famiglia e di relazioni individuali, la legalizzazione delle droghe e il meticciamento della stirpe.

Per questo, va detto fermamente che anche in ogni futura tornata elettorale non sono tanto in gioco il destino e l’amministrazione e gli equilibri politici ed economici di alcune regioni italiane ma, soprattutto, i futuri assetti sociali del Paese.

Per questo, ambiremmo a un fronte di irriducibili che vedesse contrapposti, con fermezza e determinazione, raccolti attorno alla riaffermazione di alcuni temi non negoziabili, tutti coloro che si considerano divergenti rispetto alle visioni di un arido neo liberismo e di una sinistra radicale, appiattita sull’esaltazione dei più scurrili “diritti individuali” e sulla mercificazione del lavoro, così come voluta dalla finanza transnazionale e globalista. Un fronte che non indulgesse alla retorica neo atlantista e alle brutali politiche americane né cedesse ai ricatti di una memoria contraffatta, di un sionismo aggressivo e arrogante e neppure all’ossequio acritico di un totem istituzionale da toponomastica e cittadinanze onorarie.

L’avversario non ha scrupoli e non arretra davanti a nessuna azione, per quanto miserabile.

Non ha esitato, per comodità elettorale, a tenere in ostaggio in mare aperto i tanto commiserati “profughi” scampati da guerre e torture, come non ha esitato a chiedere, per chi si opponeva all’invasione, il carcere per il presunto “sequestro di persona” di alcuni immigrati per 5 giorni, su una nave della marina italiana.

Ma, nello stesso tempo, a milioni di italiani è impedito di votare, un’intera Nazione è posta sotto sequestro e, dunque, privata della possibilità di scegliersi liberamente da chi farsi governare, perché un esecutivo improvvisato e opportunista, rifiutato e disprezzato dalla maggioranza degli italiani, vuole restare pervicacemente attaccato al potere e governare anche i futuri e importanti passaggi istituzionali, sebbene una sua componente maggioritaria abbia ormai più parlamentari che elettori.

Fino a quando potrà essere tollerata questa situazione vergognosamente antipopolare che rappresenta sempre più, ogni giorno che passa, un vulnus istituzionale che ridicolizza tutta la retorica e la verbosità del dettato costituzionale?

Enrico Marino

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