10 Aprile 2024
Politica

Recovery Found. Quelle promesse da marinaio – Umberto Bianchi

Dal primaverile tepore del risveglio da tre mesi di forzata chiusura causa Covid si è, da parte del nostro governicchio e dei media “embedded”, tutt’un tratto, passati alla più totale ed incontrollata euforia. “Avevamo ragione noi…”, “Alla fine ci hanno ascoltato…”, “Siamo ottimisti…”, “È fatta…”, le frasette che ora vanno per la maggiore, seguite dal roboante annuncio dell’elargizione di fiumi di quattrini, da parte di quell’Europa che, da matrigna egoista e gretta che pareva, ora invece, ha quasi finito con l’assurgere a ruolo di “mater consolatrix”, per i suoi popoli afflitti da una inedita crisi economica.

Entrando nel dettaglio, il “Recovery Found”, così come nelle intenzioni dei suoi artefici ideali franco-tedeschi, ai quali si sono aggiunti l’Italia ed altri paesi, metterebbe a disposizione dei paesi europei colpiti dalla crisi, 750 miliardi di Euro di cui 500 a fondo perduto ed il resto, in prestito. A detta di Lor Signori, di questo importo, all’Italia andrebbe “quasi” tutto, per una percentuale stimata attorno ad una cifra liquida di 80 miliardi di Euro. Ora, noi sappiamo benissimo che, una cifra del genere, per le necessità legate alla profonda crisi di liquidità, in cui giacciono tutti i comparti produttivi del nostro paese, è semplicemente ridicola.

Per ritornare in sella, l’economia italiana avrebbe, quanto meno, bisogno di un’erogazione a fondo perduto, dai 500 miliardi di Euro in su, accompagnata da un’esenzione dal versamento di tributi, della durata di almeno 6/7 mesi. Il tutto, non senza un radicale cambio e semplificazione del nostrano sistema fiscale, accompagnato da un decisivo abbassamento delle aliquote. Ma di tutto questo, nei bei proclami dei nostri governanti, non c’è traccia. I fatti, invece, sono ben altri. Sinora di tutto quel fiume di soldi, promessi ad imprese e cittadini, si è visto ben poco. E, ci possiamo scommettere, c’è il rischio concreto che, se dall’Europa venissero liberate le risorse promesse, qui si veda quasi nulla. E questo, per incapacità, malafede e chissà cos’altro.

A riprova di questi timori, non solo quanto ancora sta accadendo con i prospettati rimborsi, ma anche sul come sia stata gestita l’intera vicenda Covid, a partire da certe vicenduole, come quella attinente alla vergognosa questione della fornitura di mascherine. Ora, un governo ed uno stato che non riescono a far rispettare le proprie decisioni, dai vari soggetti economici coinvolti, dalle industrie farmaceutiche ai grossisti, sino alle farmacie ed ai vari esercizi commerciali, perché qualcuno “ci deve guadagnare”, non ci lasciano ben sperare, quanto alla destinazione finale degli agognati fondi europei.

Altro non irrilevante punto. Quella del “Recovery Found” è, allo stato attuale, unicamente una proposta, da far discutere e valutare collettivamente, al prossimo consiglio d’Europa. A tal proposito, va ricordato che, in precedenza, di fronte alla medesima proposta, alte si eran levate le vocette discordi di Austria, Olanda, Svezia ed altri che, statene pur certi, a tal riguardo, non molleranno facilmente la presa, accampando scuse e motivazioni delle più svariate. Pertanto, bisogna vedere quale sarà il “prodotto finale” che uscirà da una trattativa che, non si preannuncia affatto facile.

Se anche dovesse passare la proposta di elargire 80 miliardi al nostro paese, bisognerà valutare con attenzione, quale sarà il prezzo da pagare per tale generosa elargizione. Aumento di tasse, taglio alle pensioni o qualche svendita di “gioielli” di famiglia (quell’Ilva, per esempio, di cui l’Arcelor Mittal vuol mettere in cassa integrazione migliaia di dipendenti, alla bella faccia dei precedenti accordi…sic!), magari a qualche magnanimo “benefattore” franco-tedesco, potrebbero essere il pegno da pagare per tanta generosità.

Qualunque sarà la soluzione di questo ennesimo papocchio, l’unica, reale considerazione che al momento si può fare, riguarda la fine dell’Europa, come entità politica, per sopravvenuta inconsistenza. Le vicende di questi mesi, l’atteggiamento di gretto egoismo e l’ordine sparso, con cui il Vecchio Continente ha proceduto, riguardo alla vicenda Covid, ce la dicono lunga sulla tenuta di una unione, oramai arrivata alla sua tappa finale. L’Europa oramai, non vive più di vita propria. Vivacchia di arrangiaticce soluzioni al ribasso, di slogan e promesse eclatanti ma, di fatto, è uno scatolone vuoto, prono ai “desiderata” di quei poteri sovranazionali che, ad oggi, decidono i destini del mondo.

Recupero della sovranità, è il nome dell’unico vaccino in grado di guarire e salvare l’Italia. Un recupero che non può non passare, anzitutto, attraverso il graduale, ma deciso, abbandono di quella moneta unica (Euro) emessa e stampata da una Eurobanca, a sua volta partecipata da altri istituti di credito e per l’emissione della quale, paghiamo un prezzo (signoraggio) che non poco pesa sulla crescita economica italiana ed europea. La possibilità di emettere moneta in proprio, non deve esser vista alla stregua di una utopistica e quanto mai lontana soluzione. Basti solo pensare ai più di 700 miliardi di fondi per il rilancio della propria economia che, senza tante storie, la Germania si è praticamente auto erogata, alla bella faccia di disposizioni, indicazioni comunitarie e quant’altro.

Per questo, ora più che mai, al di là di vuoti ed insensati entusiasmi, è giunta l’ora di rimettere decisamente in discussione, l’intero meccanismo che presiede alla costruzione comunitaria politica ed economica europea, prima che il virus di una crisi economica, (molto più esiziale ed infido del solito Covid…) finisca con il distruggere definitivamente le ultime certezze e le poche garanzie, rimaste ad un popolo abbandonato a sé stesso ed illuso con troppe belle parole e ben pochi fatti.

 

UMBERTO BIANCHI

 

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1 Comment

  • Michele Simola 28 Maggio 2020

    Il fallimento dell’unione europea, fittizia peraltro poiché questa è stata fino ad ora l’unione dei potentati finanziari europei e mondiali contro i cittadini europei, è una realtà finita, purtroppo prima della sua definitiva scomparsa è probabile che assisteremo ancora a scippi, rapine e amenità simili nei confronti dei vari stati in particolare quelli più deboli. Anche se proposti da Francia e Germania il recovery found, non andrà in porto, la Germania ha sciolto i suoi giannizzeri ( Olanda e stati del nord europa ), per bloccare tutto e non fare in prima persona la parte del poliziotto cattivo. Appare anche evidente che i rappresentanti della finanza internazionale apolide cercheranno di comprare, con l’aiuto dei soliti traditori interni, i gioielli di famiglia a prezzi da svendita fallimentare, per appropriarsi con qualche spicciolo dei nostri beni. L’Italia è tutta un enorme patrimonio artistico, noi non vogliamo capirlo, ma “loro” lo capiscono e lo vogliono, per poterlo sfruttare. Noi lo manteniamo in perenne stato di incuria, e non siamo capaci di sfruttare ciò che abbiamo in maniera intelligente.
    Forse l’uomo della strada ignorante e senza le idee chiare penserà che l’europa sia una bella idea, in verità non hanno capito che si tratta dell’europa bei banchieri, ma per noi cittadini è solo un orribile mostro che ci divora riducendoci in miseria.
    Questi delinquenti, perché di tali si tratta, per ingrassare hanno bisogno che i cittadini facciano la cura dimagrante, per diventare trasparenti. La cura: privatizzazione ( svendita ) dei beni pubblici, svalutazione del lavoro, tagli a stipendi e pensioni, tagli alla sanità già ridotta all’osso, accoglienza di altri accattoni sì da svalutare ulteriormente il lavoro e procurare nuovi schiavi ai sindacati ed anche alla chiesa che soffre l’assenza di vocazione.
    I politici di buona volontà favorevoli alla cartolarizzazione li hanno sempre trovati, del resto diceva Ezra Pound i politici sono i lacchè dei banchieri cosa peraltro vera perché la mano che dà è al di sopra della mano che prende.
    L’europa è costituita dalla plutocrazia internazionale che risiede a Bruxelles e che attaverso i suoi più importanti infiltrati nel nostro paese, la sinistra globalista e il suo braccio esecutivo, detta le “riforme” cioè i tagli e le tasse da imporre ai cittadini per un ulteriore impoverimento. Come abbiamo visto negli anni passati (in particolare con l l’Argentina e la Grecia ) le istituzioni come BCE e FMI sono al soldo degli usurai internazionali, la loro missione non è salvare gli stati nazionali ma ridurli sul lastrico e spolparli.
    L’immigrazione per costoro è importante perché agisce come fattore depressivo e fa sì che gli stati nazionali perdano la propria identità e le proprie tradizioni. Un popolo senza identità e senza tradizioni perde la memoria di sé, un popolo senza memoria è destinato a scomparire.
    Nel nostro paese si sono fatte strada innumerevoli aberrazioni politiche e culturali, se non interviene una nuova visione della realtà che ci circonda, saremo pronti ad avviarci sulla via del tramonto pronti a scomparire per sempre.

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