cioè condotte sotto una falsa bandiera per farne ricadere la responsabilità su altri, sono prassi ricorrente, e nemmeno sacrificare disinvoltamente la vita dei propri cittadini per ricavarne un vantaggio politico, è estraneo alle tradizioni yankee. Per tutti, basta ricordare Pearl Harbor, quando i comandi USA, perfettamente al corrente dell’imminente attacco giapponese, misero in salvo le portaerei necessarie per lo svolgimento del conflitto, lasciarono le obsolete corazzate a fare da bersaglio: quelle navi erano molto più utili sotto che sopra il mare, e quegli uomini molto più utili morti che vivi, per creare nell’opinione pubblica l’ondata d’indignazione che serviva all’amministrazione Roosevelt.
uo comportamento e non in base alle sue origini o appartenenza etnica, su questo possiamo anche convenire (salvo il fatto, che si cerca in tutti i modi di negare, ma rimane chiaro come la luce del sole, che l’appartenenza etnica e razziale di ciascuno è un buon strumento predittivo del suo livello intellettivo e dei suoi comportamenti, uno strumento di cui ci si impone in tutti i modi di privarci), ma passare da questo alla conclusione che l’appartenenza etnica, razziale, culturale di ciascuno non abbia alcuna importanza, e che sarebbe magari auspicabile arrivare a una società multietnica e imbastardita su scala mondiale, ce ne corre parecchio.
dove vediamo una fanciulla dall’aria fragile e delicata sottomettere a calci e pugni addirittura mostruose entità soprannaturali. E’ femminismo questo, e soprattutto è un buon servizio reso alle donne? Non credo proprio: non dobbiamo mai sottovalutare il potere della rappresentazione mediatica di sostituirsi alla percezione della realtà. Quando una ragazza convinta di poter tenere testa agli uomini sul piano della forza fisica va a cacciarsi in una situazione che una donna di altri tempi avrebbe attentamente evitato, e subisce uno stupro, chi la risarcisce, Buffy?