17 Luglio 2024
Julius Evola Libreria

Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo. Recensione di Franco Brogioli

L’uomo ha sempre rivolto il suo sguardo verso l’alto per comprendere quello che accade dentro di sé. Oltre a ciò che egli può toccare con mano, la materia con i suoi bisogni, necessita di un ricerca interiore che lo porti a un superiore livello spirituale.

Nel 1932 veniva pubblicato un’opera di Julius Evola (1898-1974) dal titolo Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo che raccoglieva una raccolta di saggi apparsi negli anni precedenti, e ristampato nel 1949 e nel 1971 con aggiornamenti.

In esso vengono esaminate le principali dottrine del «sovrasensibile» termine coniato dal filosofo tradizionalista romano per definire ciò che va oltre e al di là di quello che si può constatare con la mente e i sensi umani.

Evola prende in considerazione tutte le principali correnti neo spiritualistiche che si pongono l’obiettivo del superamento di una condizione puramente umana e aprivano orizzonti di libertà, conoscenza e consapevolezza.

Gli ambienti che si interessano al sovrasensibile riprendono nuovamente le dottrine “occulte” ed esoteriche.

Questo libro, riveduto e ampliato nella presente e quarta edizione (Mediterranee, Roma, 2013) – con una nuova prefazione di Hans Thomas Hakl (1947), si rivolge a tutti coloro che interessandosi allo spiritualismo contemporaneo, vogliano orizzontarsi di fronte alle sue correnti piu’ importanti. Il sovrannaturale, nel mondo moderno, è rivolto a chi non avendo trovato nella vita materiale, quotidiana, banale, la cifra della propria esistenza.

Il neo spiritualismo cui si riferisce Evola è rinato, in tempi recenti, sotto forma del fenomeno americanizzato della New Age.

La non-vita, il non-Io rappresentano gli interrogativi per i quali l’uomo esplora dentro di sé per il raggiungimento e l’equilibrio del trinomio: anima, corpo, spirito.

I dieci capitoli che costituiscono il libro trattano dello spiritismo e delle “ricerche psichiche”, per poi proseguire alla critica alla psicanalisi, al teosofismo e all’antroposofia.

La psicanalisi viene esposta e criticata in quanto il pansessualismo freudiano quale risposta ai “blocchi energetici” del nevrotico e dello psicotico, sono deleteri per la psiche del paziente sottoposto a questo trattamento. L’inconscio e la scoperta delle tre istanze di Io, Super-Io, Es che, secondo il neurologo ebreo di Vienna, sono da armonizzarsi per la ricerca di un equilibrio mentale – interiore ed esteriore – in relazione con il mondo circostante e la realtà.

Per Evola, invece, la scomposizione della personalità può essere molto pericolosa perché un carattere fragile, scisso e non autocentrato, può portare alla disintegrazione della personalità stessa, facendo emergere la parte “oscura, “infera” e “demoniaca” dell’essere umano.

Teosofismo ed antroposofia sono teorie sviluppatesi a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento da ascriversi a personalità del calibro di Annie Besant (1847-1933), Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) che praticava la medianità e Rudolf Steiner (1861-1925), fondatore di un nuovo modello scolastico.

Si passa poi al neo misticismo e si prende in considerazione la personalità di Jiddu Krishnamurti (1895-1986).

Il fascino per le dottrine orientali ed estremo orientali fu preso successivamente a modello per i movimenti giovanili di “liberazione” e “contestazione globale” della fine degli anni Sessanta e dalle correnti letterarie della beat generation. Uno dei piu’ noti postulati di tali dottrine è quello della reincarnazione che il pensatore tradizionalista criticava.

Il cattolicesimo “esoterico” viene riscoperto anche grazie agli “aggiornamenti” post conciliari del 1963.

Evola non è affatto un alfiere del cattolicesimo tradizionalista, ma di una “tradizionalismo integrale” che riporti la spiritualità alle origini; sia essa cristiana o genuinamente pagana della tradizione romana.

Il superuomo nietzscheano e la “morte di Dio”, sono trattati nel VIII capitolo: se per Evola il peggior Nietzsche è quella della polemica affermazione: “Dio è morto”, il migliore è quello che ha vissuto la vita ponendosi oltre il «punto zero» del nichilismo, al di là del bene e del male.

Ricordiamo che l’Autore, specialmente in gioventù, fu un acceso polemista anticristiano, e nel libro Imperialismo pagano del 1928, criticò l’accordo con la Chiesa Cattolica da parte del fascismo.

Persino il satanismo che nella figura di Anton Szandor LaVey (1930-1997), autore della Bibbia di Satana nel 1969 e la Church of Satan fondata a Los Angeles nel 1966, è studiato per dimostrare come l’uomo è sempre piu’ perso e smarrito negli abissi del vuoto interiore e nei buchi neri della sofferenza personale – cerchi nei rituali orgiastici, la liberazione, l’ascesi e una trascendenza che Aleister Crowley (1875-1947), definito la “Bestia 666” espose nel libro Magick, trovò nel sesso fatto con donne e fanciulle che poi finirono nella follia i loro giorni travagliati.

Un altro personaggio notevole del misticismo è G.I. Gurdijeff (1877-1949), autore del celebre Incontri con uomini straordinari.

La magia, o meglio “alta magia” che J. Evola praticò in gioventù con il Gruppo di Ur tra il 1927 e il 1929 e diede vita ai 3 voll. dell Introduzione alla Magia quale scienza dell’Io a cui collaborarono i piu’ grandi esoteristi, alchimisti ed “occultisti” dell’epoca tra i quali, solo per citare qualche nome, Giuliano Kremmerz (1861-1930), Arturo Reghini (1878-1946) e Massimo Scaligero (1906-1980).

Di qui una certa fama di “mago” che Evola si portò addosso anche negli anni successivi, proiettando su di lui una certa luce “sinistra” e ambigua, dovuta a una cattiva interpretazione di quel periodo giovanile del suo percorso filosofico, intellettuale, spirituale e personale.

L’esoterismo iniziatico e sapienziale, pertanto, è una condizione che solo pochi possono consentire di raggiungere, in quanto la sostanza umana, dedotta dall’ «equazione personale» di ognuno: se la massa – per riprendere un termine nietzscheano – è un gregge che ha bisogno di qualcuno che la guidi, i capi devo dimostrarsi all’altezza del loro compito.

L’aristocrazia si contrappone quindi alla democrazia, o meglio, al democraticismo, per cui, riprendendo una tesi di Renè Guènon (1886-1951) la qualità è da preferirsi alla quantità, e anche in campo spirituale solo ad una ristretta élite spetta la conoscenza tradizionale del sacro, al di là dei miraggi scientistici, positivistici, materialistici, progressisti che il mondo moderno ha portato nella civiltà tradizionale della stirpe indoeuropea.

Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo è quindi, a novanta anni esatti dalla prima edizione, un libro da rileggere e da riscoprire per orientarsi in modo critico e consapevole tra le varie correnti neo spirituali, per non cadere negli inganni della perdita del proprio sé interiore; le promesse di realizzazione spirituale devono essere accuratamente vagliate da una personalità forte, lucida e con saldi punti di riferimento e ancoraggi con la realtà.

1 Comment

  • Andrea 30 Novembre 2022

    Sto rileggendo proprio in questi giorni la quarta edizione del testo.

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