10 Aprile 2024
Attualità

Il nuovo e sterile mondo di Covid – Umberto Bianchi

Silenziosamente, come una mano nera, il Virus ha steso i suoi artigli sul resto d’Europa. Inizialmente partito, quale esotica maledizione dalla lontana Cina, è andato via via espandendo le sue grinfie, sino a raggiungere, per una tragica beffa del destino, quell’Italia scalcagnata, alle prese con problemi economici e politici di lunga data, per poi avvolgere nella sua spirale di paura, il resto d’Europa ed ancorchè quegli Usa medesimi, che tanta tronfia sicurezza ostentavano. E, come per un perverso ed inaspettato sortilegio, le frontiere della tanto tollerante ed aperta Europa si sono chiuse, assieme a quelle di molte nazioni di quel Terzo Mondo, le cui masse, malate di endemica povertà, di quell’Europa, agognavano raggiungere i lidi in cerca di quanto mai improbabili fortune. D’improvviso, dalle luci della civiltà del consumo, si è passati ad un silenzioso stato di guerra. Strade deserte, occhiuti controlli, le file davanti agli esercizi commerciali per i generi di prima necessità, quella che sembrava una gioiosa ed inarrestabile macchina da guerra, quella dell’economia liberista, ora fermata, rimessa in discussione in alcuni suoi punti salienti. Si potrà far politica di bilancio, eccome. Si potranno concedere assistenziali emolumenti a coloro che, causa virus, perdono il lavoro.

Ma più di tutto, una continua ed ossessiva propaganda, imperniata sulla spettacolarizzazione e l’amplificazione della paura. Di nulla più si parla, se non di Lui, dell’infinitamente piccolo, ma terribile, Coronavirus. Non c’è più spazio per nulla, neanche per la libertà dei singoli cittadini, ora sempre più di fronte alla prospettiva di una lunga detenzione domiciliare, estesa “sine die”. Inizialmente irrisa e sbeffeggiata, ora l’Italia è lodata e guardata dagli altri quale esempio portante, sulla falsariga di quanto realizzato in quel di Cina. Quella Cina portatrice di ben altro e più malsano virus, quello neopaternalista, in grado di far coincidere alla perfezione dittatura politica e libero, sfrenato, mercato. E l’Italia, paese le cui radici socio politiche, affondano in quel mix di ottuso burocratismo bizantino,nepotistiche signorie tardo rinascimentali, inquisitoriali stati pontifici, ha prontamente colto l’occasione al balzo, per riconfermare certe, mai veramente sopite, aspirazioni, oggi però, totalmente riadeguate e coniugate all’insegna di un nuovo, inedito scenario. Zygmunt Baumann, ci aveva preconizzato l’oscura “liquidità” ed incertezza del mondo Post Moderno, determinata da una basilare carenza di punti di riferimento forti, totalmente sostituiti o virtualizzati dall’assoluto predominio della Tecno Economia su tutto il resto. Un mondo attraversato da sentimenti “liquidi”, instabili e per ciò stesso letali, nel loro repentino apparire ed espandersi nell’illimitato territorio di uno spirito umano, depauperato nella sua egoica solitudine, come appunto la paura.

Cieca, incontrollata, impulsiva, essa controlla e domina incontrastata su coscienze, certezze, caratterialità, che, di fronte a Lei, si sbriciolano e si sfaldano come se nulla fosse. Ed allora ecco che, come tante cavallette impazzite, orde di massaie svuotano i supermercati, pur sapendo che, di una cosa simile, non vi è necessità. Ecco la gente rinchiudersi ciecamente in casa, cantare, sventolare bandiere, ad ore e tempi stabiliti, così seguendo pedissequamente istruzioni e disposizioni, amplificati dal sentimento di quella paura, che ora si fa dittatura. Paura di malarsi, morire, uscire dall’Essere, per mai più Essere. Nel parlare della filosofia occidentale quale “absurdum”, in grado cioè di concepire il “non essere” quale destinazione finale di un Ente, Emanuele Severino, forse, non ha tenuto conto della profonda ed umorale irrazionalità della Storia e dell’essere umano, oggi rappresentato dall’ “uomo-massa”. Il suo sogno di un onnipresente Essere, di una consustanziale eternità degli Enti, va infrangendosi contro le scogliere di un’atavica paura. Una paura che ha saputo avvolgere nelle sue spire, l’orbe terracqueo intero e da cui, l’unica vera uscita, sarà quella della prospettiva di un mondo nuovo, purificato, igienizzato, sterilizzato, dalla principale causa di quella paura che, sempre permarrà silente nel sottofondo.

Tutte le Utopie, si fanno portatrici di un’imago mundi, purificata, perfetta, cristallizzata, apparentemente liberata dalle paure del quotidiano ma che, dietro a sé cela, l’inquietante volto di un inamovibile ed altrettanto perfetto, meccanismo di tirannide. E non per niente, le Utopie sorgono proprio agli albori di quella civiltà che dell’assoluto primato dell’Economia farà il proprio “leit motiv”. Essa è dispensatrice di gioie e delizie prima inimmaginabili, da pagarsi al salato prezzo della perdita di una umanità che, sempre più avviluppata e condizionata dal cieco desiderio, assurto ad unico target esistenziale, a fronte di una sua non soddisfazione, sprofonda nell’abisso di un’insensata logica di paura. E così, il sogno, l’Utopia, dei Tommaso Campanella, dei Francis Bacon, dei Gott, degli Hartlib, dei Buonarroti, dei Fourier, va facendosi Distopia, grigio ed asettico Falansterio eretto a barriera, contro i marosi della paura e dell’incertezza. A fondamento assoluto del nuovo Falansterio, della nuova ideologia securitaria, sta l’idea della distanza e dell’isolamento nei rapporti individuali,attraverso i quali, ben si possono controllare individui, movimenti, pensieri. Un mondo asettico, sterilizzato, abitato da popoli indeboliti, rinchiusi in tanti piccoli domicili coatti, sfruttabili, gettabili e sostituibili in qualsivoglia momento….

L’ideologia della sterilità, intesa quale impotenza a generare vita e pensiero, che non sia quello rappresentato dagli invalicabili canoni del buonismo e del pensiero “mainstream”. Che sia stata una mutazione genetica di un virus, accompagnata dall’atteggiamento superficiale delle autorità cinesi o l’esperimento sfuggito di mano ad un laboratorio a gestione mista OMS, Cina e chissà chi altro, o che sia stata opera diretta dei falchi del globalismo made in Usa, poco fa. Che tutto questo serva a Cina, America o che sia la scusa per fiaccarci e sostituirci silenziosamente, con moltitudini di schiavi provenienti dal Terzo Mondo, è la stessa cosa ed il risultato non cambia. Sia come sia, questa rappresenta per il Globalismo l’occasione d’oro per instaurare quel Nuovo Ordine Mondiale, quella Cosmopoli, che già i greci, in Età Ellenistica preconizzavano. Una Cosmopoli grigia, asettica, sterile, soffocata dalle paure e dalle insicurezze della Post Modernità…Ma, in egual modo, queste vicissitudini, potrebbero divenire il canto del cigno del Globalismo e dei suoi portabandiera di qualunque nazione o colore essi siano.

La malattia, le privazioni della libertà, la crisi economica, potrebbero a breve costituire il detonatore per l’esplosione di una rivolta senza precedenti, avente per epicentro proprio quell’Europa che, sinora codina esecutrice dei desiderata Globali, potrebbe ritornare ad avere un ruolo degno della sua plurimillenaria vicenda. D’altronde, la Storia ci ha insegnato a non fidarci mai completamente della logica delle apparenze, dell’immediato apparire di un qualcosa che poi, a ben vedere, tale non è. Un Essere che potrebbe Essere e non Essere al contempo. E ce lo dimostra, il subitaneo irrompere dell’irrazionale e del non senso nella storia di quell’Occidente, che, con le sue intrinseche contraddizioni, ancora una volta, ci ribadisce di essere un vero e proprio affascinante “unicum” nella Storia del Mondo. Con buona pace di tutti coloro che credono nella lineare e razionale sequenzialità delle vicende storiche.

UMBERTO BIANCHI

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