10 Maggio 2024
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Dalla scuola dei famigerati Chicago-boys, la Flat Tax di Alvin Rabushka

La Flat Tax si basa su un principio già sperimentato nell’America di Reagan e nella Gran Bretagna di Margaret Thatcher: per aumentare le entrate tributarie di uno Stato e ridurre l’evasione fiscale, occorre abbassare le tasse e semplificare il sistema. La Flat Tax fu pensata per la prima volta negli anni ‘50 dal premio Nobel per l’economia Milton Friedman – il teorico dell’autoregolamentazione dell’economia e del liberismo senza vincoli.

In Italia fu inserita nel programma elettorale di Forza Italia nel 1994 da Antonio Martino (che di Friedman fu allievo), ma mai applicata per l’opposizione dei molti statalisti del centrodestra, Tremonti in testa. Adesso la Lega di Matteo Salvini l’ha ripresa facendo propria una proposta studiata dall’economista americano Alvin Rabushka e da Armando Siri fondatore del Pin (Partito Italia Nuova) un movimento politico liberale e libertario che si riconosce nel messaggio del Vangelo (?!?) e nelle teorie liberiste di Friedrich von Hayek – per inciso, un feroce avversario del Nazionalsocialismo – una sintesi che rimanda ai noti e sionistizzati Cristiani rinati americani.

E qualche giorno fa Silvio Berlusconi ha rilanciato l’idea come cardine della riforma fiscale del futuro centro-destra.

Alvin Rabushka, 74 anni, economista liberale della Stanford University, già consigliere economico di Ronald Reagan, è uno dei massimi esperti al mondo di sistemi fiscali. È lui il padre della Flat Tax adottata in molti paesi dell’Europa dell’Est e in America latina.

a cura di Redazione

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