11 Maggio 2024
Irredentismo

Italia dei diciotti carati – Claudio Antonelli (Montreal)

Avvenuta la sconfitta dell’Italia nella seconda guerra mondiale, Giacomo Scotti “raggiunse l’Istria a 18 anni, convinto di contribuire alla costruzione del nuovo socialismo jugoslavo.” Un altro diciottenne, Giusto Vittorini, dal padre molto celebre, Elio, raggiunse avventurosamente la patria del socialismo ideale, trovando lavoro a Fiume nella redazione della Voce del Popolo. Vale senz’altro la pena

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Comunismo Controstoria Stalin

Stalin per 5 Minuti! – Gianluca Padovan

«La letteratura su Stalin e la sua era è sterminata. Gli stessi studiosi dello stalinismo ammettono tranquillamente di non averne visionata neppure la metà. In questo mare magnum, ricerche serie e meticolosamente documentate coesistono con sciatte compilazioni di aneddoti, dicerie e montature, raffazzonate alla bell’e meglio» Oleg V. Chlevnjuk, Stalin, 2015 Ha da venì baffone?

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Stalin

“Stalin per mille anni” a cura di Angelo Spaziano

Nacque il 21 dicembre 1879, solstizio d’inverno, a Gori, un desolato villaggio della caucasica Georgia, e subito le sue origini sfumarono nel mito. Al proposito si sono evocate persino lontane similitudini con antichi personaggi legati alle guerre giudaiche condotte contro Roma sotto Adriano. Oppure con leggendari ribelli in lotta coi cosacchi del Don. Chi lo

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Libreria Recensione

Silvano Lorenzoni: Stalin e Napoleone. Recensione di Fabio Calabrese

Il nostro Silvano Lorenzoni dopo essersi concentrato nella sua produzione recente sulle tematiche cosmologiche, scientifiche e filosofiche, nella sua ultima produzione sembra essere passato a quelle storico-biografiche, ricordiamo che il libro immediatamente precedente a quest’ultimo, è stato dedicato alla figura del caudillo venezuelano Tomàs Funes. Vi devo confessare che almeno in prima battuta l’accostamento fra

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Controstoria

Le vittime dei vincitori. I conti della storia – Umberto Bianchi

In Italia è oramai divenuta prassi ordinaria, di fronte a tutte quelle tensioni e fibrillazioni politiche che rischiano di mettere in pericolo l’establishment, tirare fuori da un impolverato cilindro, lo spelacchiato coniglio di un vittimismo antifascista “ad usum delphini”. I coribanti del “politically correct” con il loro agitarsi e strillare, sembrano, però, essersi lasciati lungo

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