9 Aprile 2024
Livio Cadè Società

Per non perdere l’anima – Livio Cadè

«Infandum, regina, iubes renovare dolorem», tu mi costringi, o regina, a rinnovare un indicibile dolore, dice Enea a Didone che lo esorta a raccontare un triste passato. Perché ricordare? Forse è più salutare dimenticare i mali trascorsi, visto che rammentarli non ci consola di quelli presenti né previene i futuri. Questo non significa che perdoniamo chi ne fu la causa. Solo, lasciamo che scivoli nell’oblio. Smemoratezza forse irrispettosa della storia, ma che alleggerisce i sentimenti. Anch’io soffro nel ricordare quei giorni funesti, quando il mondo si convertì alla fede covidica, quando un vento di follia sollevava la gente nei suoi vortici, come foglie staccate dagli alberi, come corpi che avessero perso l’anima.

A quelli come me, non battezzati e neppure circoncisi secondo i crismi della nuova religione, era proibito lavorare e muoversi liberamente, e molti c’avrebbero di buon grado fatto la pelle. Non eravamo più esseri umani ma scarafaggi, da combattere con una rigorosa disinfestazione; una sporcizia fisica e morale da lavar via per fare della terra un luogo sano e pulito. Chissà se in futuro celebreranno un retorico, lacrimevole Giorno della Memoria anche per noi.

Il panico attizzato quotidianamente dai media, i siparietti dei virologi, le leggi sciagurate, la burocratica crudeltà, quella superstiziosa caccia alle streghe. Credo siano in molti a rimuovere quei ricordi, per una sorta di igiene, di economia mentale, per poter credere a una riconciliazione sociale. O per illudersi che il mondo non covi nuove febbri cerebrali, forse ancor più maligne. Forse un domani, volenti o nolenti, saremo trascinati in qualche Tempio Vaccinale, marchiati e schedati, come secoli addietro uomini pacifici potevano venir portati a viva forza su una nave e costretti ad arruolarsi.

Qualcuno invocherà, come attenuanti per quelli iniquità, il fatto che furono commesse in uno stato di possessione o di sinistra ebbrezza. E in effetti è difficile credere che fosse in uno stato di sobrietà mentale chi invocava leggi marziali e campi di deportazione per i non vaccinati, chi si faceva seviziare le narici con inutili tamponi e pensava che tenere mascherine asfissianti sulla faccia o indossare un paio di guanti lo avrebbe salvato da morte certa. “Pulito, disinfettato, sanificato” erano il compendio di quella nuova dottrina di salvezza; di quel culto dell’igiene (Freud l’avrebbe detta forse una fissazione anale) che rendeva sudicio e peccaminoso ogni contatto e imponeva ossessive e rituali abluzioni senza far differenze tra germi, virus, microbi, batteri, corpuscoli, spiritelli, folletti e ogni sorta di microrganismi o di invisibili chimere.

Sicuramente v’era in quella tormentosa profilassi, in quel terrore d’esser contaminato, un difetto di razionalità e un eccesso di fanatismo, un complesso di sintomi nevrotici e atti compulsivi incompatibili con un cervello sano. È indubbio che la dialettica del terrore causò nella gente una febbrile e violenta eccitazione, la spinse, come un’unica onda, a sommergere chi non si conformava alla mitologia del virus e dei vaccini. Espressioni da guerra civile furono usate per risvegliarne l’aggressività e aizzarla contro il nemico comune, l’untore.

Per altro, sappiamo che partecipare alle emozioni d’una folla produce nell’individuo effetti sconcertanti, lo trasforma nella rotella di un ingranaggio sovra-personale e lo porta a fare cose di cui non l’avremmo creduto capace. Il buon padre di famiglia, il tranquillo borghese, il giovane timido, all’improvviso, presi nel tumulto di una rivolta popolare, si mutano in delatori, assassini o torturatori la cui volontà è succuba di un terribile demone. Passata quella brutale esaltazione, tornando alle consuete occupazioni, sembrerà loro d’aver compiuto quegli atti inumani come in un sogno, o per una nobile ragione, e se ne riterranno moralmente assolti. Forse riceveranno medaglie e benemerenze per la crudeltà dimostrata, mentre la loro Ombra tenebrosa verrà riassorbita nella routine quotidiana.

Così, al tempo della pandemenza, un mentire subdolo e sistematico produsse i fenomeni che don Basilio, nel Barbiere di Rossini, attribuisce alla calunnia: «nelle orecchie della gente s’introduce destramente e le teste ed i cervelli fa stordire e fa scoppiar … Alla fin trabocca e scoppia, si propaga, si raddoppia, e produce un tumulto generale … e il meschino calunniato, avvilito, calpestato, sotto il pubblico flagello va a crepar». Parole di una farsa, che pure si attagliano perfettamente a quel tragico esperimento psico-sociale che ufficialmente venne chiamato Covid-19 ma che di fatto fu – ed è tuttora – un’universale, luciferina Calunnia.

Potremmo dunque rovesciare la questione e trasformare gli accusati in vittime, esseri innocenti la cui sola colpa fu d’esser ingannati dalla Grande Meretrice e dai suoi ruffiani. Ubbidienti cittadini che hanno agito solo per difendere sé stessi e gli altri, pensando in buona fede fosse un loro dovere, come in guerra, adoperarsi per la salvezza del Paese. Come potevano indovinare quale tremenda macchina di corruzione facesse straripare quei fiumi di bugie in ogni angolo del mondo?

Si dirà che i veri colpevoli furono quelli che congegnarono e misero in moto il giocattolo, quelli che ne unsero le ruote, i tirapiedi della politica e dell’informazione, gli scienziati subornati. Anche se costoro, pesci grossi, non resteranno mai impigliati nelle reti della giustizia. E d’altro canto, finché si terrà in piedi la leggenda del Covid, di cosa potremmo incolpare i pesci piccoli, che si lasciarono trasportare dalla corrente?

Tale arringa pretende che, siccome quelle persone erano obnubilate, la loro volontà drogata, prigioniera di una perversa immaginazione, dovremmo scusarle. Ma ammettere in quei soggetti l’incapacità di intendere e di volere non li rende meno responsabili. Né li scagiona il fatto che altri li abbiano plagiati, atterriti con l’evocare lugubri fantasmi, e che sia stato tale panico a trasformarli in allucinati giustizieri.

Ho già ammesso che quella gente fosse ebbra di paura, fuori di sé. Ma io son dell’avviso di Pittaco, uno dei Sette Savi, il quale stabilì questa legge: «se uno è ubriaco, qualora commetta una colpa, la pena gli venga raddoppiata». Aristotele pensava che tale legge fosse utile – perché scoraggiava l’ubriachezza – ma non giusta. Mi pare invece assolutamente legittimo considerare doppiamente colpevole chi fa il male senza consapevolezza: per il male che fa e per la perdita di giudizio.

Le menadi del Covid, nel loro stato di frenesia e invasamento, non hanno causato solo danni oggettivi, hanno sfigurato la libera coscienza e la dignità dell’uomo, abbandonandosi all’ubriachezza, alle sostanze psicotrope dell’informazione, al consumo quotidiano di un hashish mediatico. Si dirà che è paradossale, contrario al senso comune, raddoppiare la pena a chi non è libero e padrone di sé stesso. Ma, a parte che drogarci, ubriacarci, è un atto volontario, e quel che ne consegue è quindi imputabile a una nostra scelta, è proprio il non esser liberi la nostra colpa fondamentale.

San Bernardo dice che vi sono nell’uomo tre libertà: liberum arbitrium, liberum consilium e liberum complacitum (libero esame, libera decisione e libero godimento). Queste tre libertà indicano nell’uomo il suo esser creato “a immagine e somiglianza di Dio”. Il liberum arbitrium è ciò che rende l’uomo imago Dei. È presente tanto in Dio quanto nell’uomo, e non si può esserne privati. Anche l’anima dannata, all’inferno, la conserva. È la facoltà fondamentale di riconoscere un’alternativa e di dare o negare il proprio consenso. Bernardo lo chiama anche libertas a coatione, perché se ne fossimo privi saremmo esseri meccanici, mossi da una pura coazione. Le altre due manifestano invece la similitudo Dei – la somiglianza divina – e sono precarie. L’uomo che ne è privato, pur restando immagine di Dio, ne diventa dissomigliante. Distorta la sua rettitudine originaria, ossia la libertà di decidere e agire bene, si incurva su sé stesso, trascinando con sé una sorda sofferenza. Come dice Giovenale, «nessun uomo cattivo è felice».

Sarebbe dunque un errore riferirci a una libertà ‘singolare’. Immaginiamo, semplificando, un uomo indeciso di fronte all’acquisto di una scatola di biscotti. Il suo libero arbitrio gli mostra un’alternativa e gli permette di vagliare i contenuti di un’opzione. Questa è la sua prima libertà. Ma come arriva a prendere una decisione? Forse si ricorda di averne comprati di simili in passato, oppure può leggere gli ingredienti riportati sulla scatola, basarsi sui consigli di amici o della pubblicità, essere attratto dall’aspetto di una confezione, comparare i prezzi ecc. Così, se non è come l’asino di Buridano, giunge infine a decidersi. Questa è la seconda libertà.

Il problema è: tale decisione è libera? Sì, perché è logicamente contraddittorio pensare una volontà che non vuole ciò che vuole o che vuole ciò che non vuole. Ma cos’è che ha prodotto quella volontà? La risposta può venire solo da un laborioso processo di auto-chiarificazione, che talvolta obbliga a calarsi nel fondo di sé e delle cose. Solo dopo questa scandaglio possiamo dire se la nostra terza e ultima libertà – ossia la concreta possibilità di acquistare e mangiare quei biscotti – sia una libertà reale o fittizia, un atto autonomo  o al quale siamo stati indotti da qualche inconsapevole coercizione.

Il liberum consilium, la libertà di prendere una risoluzione, è in certo modo l’anello di congiunzione tra la prima e la terza libertà, tra il libero arbitrio e il libero godimento. Quest’ultimo è detto anche libertas a miseria, perché ci libera dall’infelicità di non poter fare ciò che abbiamo deciso. Quando Pericle dice che la libertà è figlia del coraggio, evidentemente allude a questo liberum complacitum. È necessaria infatti una forza morale per spezzare catene interiori o materiali, per esser liberi di agire in accordo con le nostre decisioni.

Al tempo della virofobia molti rinunciarono a questa libertà per viltà, altri ne furono privati da divieti, minacce, ricatti, sanzioni. Ma anche cause naturali possono pregiudicarla. Un cieco infatti non è libero di vedere, né un paralitico di camminare, per quanto siano coraggiosi. In questo senso, i miracoli biblici (i ciechi vedono, gli storpi camminano) rappresentano simbolicamente la restituzione all’io di due libertà essenziali – di vedere e di agire conformemente – ripristinando in lui un’integrità originaria.

Quindi, la prima colpa di chi assecondò la follia pandemica fu di cedere la propria libertà d’azione per paura. Ma è anche evidente che il coraggio non garantisce da solo un’autentica libertà, se non ha in sé la percezione di un valore, di un bene, verso cui orientare la volontà. La volontà non è però un astratto monolite dello spirito. È piuttosto un magma confuso di convinzioni, desideri, automatismi, immaginazioni, speranze, paure, sogni, pulsioni, istinti, e moti inconsci della psiche che tutti insieme, mescolandosi, determinano i nostri cosiddetti atti volitivi. Quando la nostra decisione affiora, come una bolla sulla superficie di un oceano, e la possiamo portare a effetto, ci sentiamo liberi. Ma cosa ha prodotto quella bolla?

La psicosi pandemica interferì pesantemente in questo processo, non solo impedendo alla gente di fare ciò che voleva, ma controllando la sua libertà di volere ciò che voleva. I più furono così menomati nella loro libertà di decisione, nel loro liberum consilium. Tale menomazione rese del tutto illusorio anche il loro possesso del liberum complacitum, perché mentre pensavano di fare ciò che volevano, non facevano che obbedire a ordini esterni, senza capire che lo facevano a loro danno. La colpa degli ultracovid, come li chiamai all’epoca, fu dunque di abdicare alla propria libertà di esaminare, decidere e agire, di non farne uso.

Per Bernardo l’uomo ha perso due delle tre libertà, ossia la sua similitudo Dei, mangiando il frutto proibito. Ma io credo che questo peccato originale si rinnovi ogni giorno. Il Serpente continuamente ci tenta, e anche il mito del Virus ha agito su di noi come una suggestione diabolica. Come l’antico Rettile, i ministri della virologia, i comitati ‘scientifici’, ci hanno offerto la conoscenza del bene e del male, ci hanno sedotto con false promesse di immortalità: “portate le mascherine, fate i tamponi, vaccinatevi, e sarete immortali”. Ma quelli che caddero nella trappola lo fecero liberamente, come i nostri biblici progenitori. “Vulgus vult decipi”, il popolo vuol esser ingannato, diceva il cardinal Carafa. Chi ci inganna deve sempre contare sulla nostra complicità.

Viceversa, perdere il liberum complacitum non dipende sempre da noi. Nel corso della storia la libertà di fare è stata mutilata da torture, minacce, punizioni, e altri vecchi, ben noti, efficaci sistemi. Durante la pseudo-pandemia è bastato adattarli alle circostanze. A ciò si è però aggiunto l’immenso amplificarsi degli strumenti mediatici, un sistema di occulte persuasioni che rende oggi possibile inficiare anche il liberum consilium, soprattutto facendo leva sulla più primitiva e ingovernabile delle emozioni, la paura. Di fatto, creare sempre nuove emergenze e stati d’allarme, diffondere angosce sociali, è diventato lo strumento ideale per reprimere la nostra facoltà decisionale.

Il Grand Guignol pandemico va dunque visto come tappa fondamentale di un’involuzione che porta alla perdita della libertà, ossia dell’anima stessa. Processo ampio e articolato, dai più inavvertito perché sempre mascherato da buone intenzioni: la salute, l’ecologia, l’utilità, il pacifismo, il bene comune, l’emancipazione sessuale, il progresso scientifico ecc. Così, anche il Covid-19 va inserito in questo progetto generale. Fu la dimostrazione sperimentale di come farraginose, incoerenti affabulazioni scientifiche, politiche e mediatiche potessero manipolare la nostra volontà.

Ci hanno caricati ex abrupto su un immaginario palcoscenico, costretti a partecipare a un dramma surreale chiamato ‘Pandemia’. Ci hanno dato un copione con l’ordine di recitarlo correttamente, d’esser fedeli al ruolo a ciascuno assegnato. E non dovevamo fare domande indiscrete, solo fidarci di quella finzione teatrale come si crede alla vita reale, adattarci a quel che il regista ci diceva di fare. Avremmo potuto osservare meglio e vedere i fili che ci muovevano. Invece ci siamo prestati a quelle favole cupe, ci siamo lasciati manovrare come marionette.

In fondo, come dice Plotino, siamo tutti attori, chiamati a recitare la parte che il destino o il nostro demone ci assegna. La nostra vita è una grande commedia, ma noi ne siamo coautori, perché recitandola le infondiamo il nostro carattere, e sempre conserviamo la libertà di interpretarla. Se dunque neppure i nostri caratteri fisici o mentali possono totalmente condizionarci, tanto meno i ruoli che la società ci impone.

Viceversa, di fronte allo spettro di una pestilenza, la massa ha chiesto lumi ai profeti dei media, si è inchinata agli esorcismi dei decreti, ha subito barattato le sue libertà con l’illusione della sicurezza. “Libera nos a malo!”, imploravano alcuni. “Crucifige!” gridavano altri. Con grande, sciagurata soddisfazione del Regista nel sentire i cori di quella gente che recitava pedissequamente il copione, nel constatare quel sottomettersi così pronto e assoluto.

Ora, se da alcuni elementi si potesse intuire un insieme, io penserei che dietro questi fatti stava lo stesso Potere che da tempo immemore vuol fare del mondo una regio dissimilitudinis, come dice Bernardo, luogo di dissomiglianza dell’uomo da Dio. Solo che questa difformità si è fatta oggi tanto profonda e radicale da aprire nuove temibili prospettive. E forse qualcuno prevede di poter cancellare in noi non solo la libertà di scegliere e di agire ma la stessa imago Dei, riducendo l’anima al nulla, distruggendo anche quel liberum arbitrium che Bernardo riteneva inalienabile.

Ma il piano metafisico si intreccia qui con ipotesi tecnologiche che una mente medievale non poteva sospettare. Bernardo ignorava la possibilità di trasformare la libertà umana in automatismi, formalizzazioni matematiche, illusioni indotte da algoritmi, che si potesse ridurre l’atto del libero esame al risultato di input inseriti nel cervello, di manipolazioni chimiche e neuronali. Non immaginava certo un liberum arbitrium accerchiato da forze – economiche, finanziarie, scientifiche, tecnologiche – alleate nel muovergli guerra, decise a estirpare nell’uomo la radice di ogni libertà.

Vedremo quindi se quella germinale libertà sia davvero una nostra facoltà intangibile o se prevarrà il demonismo del progresso, se perderemo anche quel poco che ancora ci resta del nostro retaggio divino. In tal caso, senza più la nostra libertas a coatione, ridotti a macchine, o appendici di macchine, anche l’ultima scintilla di luce si spegnerà in noi. Ma se questo accadrà, non ne avremo coscienza, perché saremo ridotti a numeri, codici digitali, entità senz’anima.

A questa condizione alienante, forse ancora remota ma verso la quale ci incamminiamo, possiamo opporre solo la nostra lucida e ostinata resistenza. Il male infatti può tentare di corromperci e confonderci, ma non può agire senza il nostro consenso. Deve ancora passare attraverso il filtro del nostro libero esame. E niente lo spaventa più che un risveglio delle coscienze. Perciò non possiamo perdonare chi si ubriachi, chi si addormenti o si lasci incantare.

Ma la prima tentazione alla quale resistere è proprio quella della libertà. Occorre diffidare di ogni apologia e retorica che la celebri incondizionatamente, che continuamente ne allarghi i limiti, fino a renderla una rivendicazione infinita, perché ciò nasconde l’intento di imporci sempre più pesanti servitù. Adducendo un astratto principio di libertà, ci vengono oggi mostrate come buone e razionali le scelte più assurde, innaturali e mostruose, e molti le accettano, vedendovi una liberazione.

Costoro dimenticano che hanno perso il loro liberum consilium, quella facoltà di decidere secondo criteri di verità e di valore che sola può far coincidere la libertà col bene. Dimenticano che, sorretto da un’intelligenza mal consigliata, il liberum complacitum, l’agognato “posso fare ciò che voglio”, diventa uno strumento di auto-distruzione. Rimane loro il libero arbitrio, ma ridotto a inerte virtualità, svuotato di vera sostanza. È quel liberum arbitrium che hanno anche i dannati, quella libertà che l’uomo porta con sé anche all’inferno. Perciò dobbiamo ricordare, per non perdere l’anima.

37 Comments

  • Feli 11 Giugno 2023

    Non commento mai perché ciò che scrive è così lineare, concreto e coerente che non servono altre parole. Aspetto la domenica per leggere la sua penna che quasi per magia rimette ordine nel caos e porta luce dove c’è buio. Sempre grazie con immenso affetto.

    • Livio Cadè 11 Giugno 2023

      La ringrazio di cuore.

  • Francesco Maggi 12 Giugno 2023

    ” Luciferina calunnia ” certamente e ha potuto contare sul Vaticano per diffondere in profondità il suo contagio.
    Come si può dimenticare la Pasqua deserta ( ripresa in mondovisione ) celebrata in solitaria dall’uomo in bianco! In pratica il più grande sortilegio di massa della storia.

    • Paola 12 Giugno 2023

      Una immagine atroce. Orrida.

      • Francesco Maggi 12 Giugno 2023

        Si …davvero un’immagine orribile però credo necessaria per rendere manifesta l’apostasia.

        • Paola 12 Giugno 2023

          Per chi l’ha colta, sì…

          • Paola 12 Giugno 2023

            …apostasia che, a dar credito alle voci, non finirà con lui… Mi riferisco all’untuoso mellifluo faccia di gomma dato già per papabile.

          • Gaspar 14 Giugno 2023

            Non ho idea di chi siano i cardinali papabili, ma visto il livello di questo qua di adesso e considerando che dalla chiesa bisogna sempre, e dico sempre, aspettarsi il peggio: già mi figuro disgustosi volti, orridi comportamenti e caramellose ipocrisie.

            Certo, sarà difficile fare peggio…

            Poi penso che i fedeli bigottoni ed i chierici non meritano altro e già mi sento rinvenire; in fondo c***i loro!

          • Livio Cadè 14 Giugno 2023

            Io però vorrei sapere chi è “faccia di gomma”…

          • Paola 14 Giugno 2023

            L. Cadè

            Faccia di gomma: M. M. Z.
            Ha incontrato di recente Sniffa-Sniffa

  • Livio Cadè 12 Giugno 2023

    Quando leggo delle beghe e degli intrallazzi curiali mi chiedo che relazione abbiano con i Vangeli.

    • Francesco Maggi 13 Giugno 2023

      Esattamente la stessa relazione che esiste tra le banche e la ricchezza. Non possiedono niente di reale e ti vendono una finzione al prezzo del tuo sangue.
      Così la Chiesa oggi.
      Luogo di inferi commerci.

  • io 13 Giugno 2023

    quello che mi chiedo sempre è: quanto del piano è stato realizzato? si aspettavano 2 milioni di renitenti all’unzione solo tra gli over 50? secondo me no… così del tutto ipotizzando, conoscendoli devono aver fatto delle stime con i loro algoritmi dementi, calcolando sulla percentuale di “no crisma” dell’epoca precedente, che erano davvero una piccolissima percentuale, addirittura forse stimando che si sarebbero ridotti ulteriormente grazie alla loro grottesca campagna stampa… io stesso 4 anni fa non avrei avuto problemi a farmi una benedizione antinfluenzale… oggi fa’ solo che provino ad avvicinarsi con uno qualsiasi dei loro aghi… e come me un sacco di gente… e adesso?

    • Livio Cadè 14 Giugno 2023

      Sì, probabilmente hanno sbagliato qualche calcolo. Temo quindi che la prossima volta ricorreranno all’impressment vaccinale, al press gang sanitario. L’OMS, dopo aver analizzato scrupolosamente le curve di contagio e aver dichiarato che l’umanità è in pericolo, darà ordine che si proceda ai vaccini su tutta la popolazione, magari con richiami quindicinali, per essere più tranquilli. Chi si rifiuta sarà forzato manu militari. Misura che potrà sembrare brutale a qualcuno ma che i più accoglieranno favorevolmente, per il bene di tutti.

      • io 14 Giugno 2023

        uhmmm … non sarà uno scherzo però… i discorsi in giro del vox populi sono sempre più ostili alla benedizione… più passa il tempo e più si aggrava la disistima… articolo di qualche settimana fa sul corriere del siero trentino-alto adige: “la fiducia negli elisir in regione è scesa al 50% sollecitiamo l’intervento degli psicologi” …pare incredibile ma è successo, hanno vergato roba del genere

        • Livio Cadè 15 Giugno 2023

          …sarà, ma io resto pessimista. La fiducia nel magico elisir può calare adesso, perché non c’è più martellamento mediatico. Ma se riprende la Grande Recita, anche quel 50% che oggi non crede tanto al vaccino ricomincerà a cagarsi sotto e a supplicare d’essere salvato… l’OMS dirà che il pericolo è molto peggio che in passato, che i vaccini sono diventati più sicuri ecc. ecc…

      • Sergio Riva 16 Giugno 2023

        Complimenti!
        Bellissimo nonché raffinato articolo!

        Vorrei ricordarle però, riguardo alla previsione nefasta qui sopra, che per fare tutto ciò hanno bisogno del nostro consenso, come ha scritto anche nell’articolo.

        La decisione spetterà a noi nel non concederlo e soprattutto nel non dare attenzione e importanza alle notizie negative che diffondono per creare la loro realtà

        Noi, senza i loro condizionamenti, stiamo già Creando la Nostra, coi Nostri Pensieri, le Nostre Parole, le Nostre Emozioni e le Nostre Azioni

        Buona giornata!

        • Livio Cadè 16 Giugno 2023

          La ringrazio. Per il resto, Lei ha sicuramente ragione e io condivido ‘toto corde’ che dobbiamo opporre la nostra Realtà all’incubo in cui qualcuno vuol farci cadere.
          Il mio pessimismo si basa però su due ragioni che non riesco personalmente a superare. La prima è la mia sfiducia nella cosiddetta ‘massa’. La seconda è il pensiero che, in futuro, non sarà sufficiente negare il nostro consenso, perché questo li spingerà ad usare ‘maniere forti’, coercitive.
          Ovviamente spero di sbagliarmi in entrambi i casi.

        • Gaspar 16 Giugno 2023

          È vero, ma Cadè credo si riferisse alla gente generica media. Per essa NON ci può essere scampo. Basta guardare come la massima parte dei bipedi da cui siamo circondati è sempre più superficiale ed arrogante e come loro amino il sistema nel quale “vivono” ed abbraccino i suoi disvalori. Per essi noi lettori di siti come questo siamo: “complottisti”, “razzisti”, “no vax” et similia. Del tutto incapaci di strutturare un pensiero proprio, indipendente e scisso dalla propaganda mondialista; “ragionano” per schemi predefiniti. Quando sembrano venirci incontro è solo per paura – nella fattispecie dei vaccini -, ma la paura può essere manipolata dal potere – ad es. istillandogli una paura ancor più grande (contagio) -, eppoi allorquando questa passa ridiventano quelli di prima.

          La salvezza può essere soltanto personale, più passa il tempo e più me ne convinco.

          • Ereticamente 16 Giugno 2023

            Ognuno salvi se stesso, assolutamente!

  • Livio Cadè 14 Giugno 2023

    A Paola.
    Grazie. È proprio vero. ‘Faccia di gomma’. Sembra un muppet…

  • Livio Cadè 16 Giugno 2023

    A Gaspar. Bisognerebbe chiarire cosa si intende per “salvezza personale”. Se vuol dire sfuggire ai vaccini, al 5g, alla società della sorveglianza ecc. credo sarà difficile per chiunque ‘salvarsi’ da solo. Bisogna invece contare sulla solidarietà e sull’appoggio di altri, che combattano la nostra stessa battaglia.
    Se invece vuol dire salvarsi dal plagio mentale, in effetti è una faccenda personale. Però non è impossibile aiutare qualcuno a disingannarsi. Per esempio, ho visto alcuni cambiare idea sul Covid. E quelli che sono impermeabili al dubbio, peggio per loro.

    • Paola 16 Giugno 2023

      Fortunato chi ha visto/vede la solidarietà e l’appoggio di altri. No ironia.

      • Livio Cadè 16 Giugno 2023

        Ma certo, è proprio così. Nessuno ci ha aiutati. Ma da soli non possiamo far niente contro la barbarie dilagante (a parte negare il nostro consenso). Bisogna che si organizzi una resistenza, unire il dissenso.

        • Livio Cadè 16 Giugno 2023

          Esempio: ho sentito che 1.500 scienziati di tutto il mondo hanno firmato un documento per denunciare la bufala della CO2. Non cambierà nulla lo stesso, visti gli interessi megamiliardari che stanno dietro il ‘green’. Ma è qualcosa che si unisce e si muove contro. Bisogna sperare in questi piccoli semi… Io sono pessimista ma non disperato.

  • Gaspar 16 Giugno 2023

    Certamente non possiamo eliminare il 5g e la molteplicità dei suoi effetti, né altre diavolerie tecnologiche. Inoltre, nel caso il potere dovesse, e potesse anche giuridicamente, attuare metodi coercitivi al fine di inocularci l’esecrando siero ne subiremmo senz’altro le conseguenze, tuttavia non ha senso adesso pensare a questo. Ha senso considerare le minacce reali ed intervenire unicamente sugli aspetti modificabili da noi. Obbligatorio provare, quindi, ad edificare se stessi.

    Obbligatorio è mantenersi il più possibile integri. Curare la nostra coscienza, fortificarla, sicché i veleni della modernità non vi penetrino. È certamente un’ardua impresa oggidì, non solamente afferente allo spirito ma anche all’aspetto meramente biologico, dacché la sanità del nostro organismo ha un abnorme impatto su tutto il nostro complesso vitale. Per fare questo, anzitutto, ci si deve mettere in testa che è questa un’impresa personale, gli altri possono aiutarci, se siamo fortunati ed abbiamo persone care accanto, eppure, come ci insegna l’allegoria del Cristo, ognuno ha la sua croce, la prenda e la porti da sé.

    Credo ci si possa salvare anche e soprattutto incominciando a lasciar perdere la grande massa, smettendola di sprecare il proprio tempo appresso a quelli che plaudono all’ennesima “conquista” medica e/o tecnologica – senza capirne un c***o – , a quelli che cantano “Romagna Mia” dopo l’alluvione, a quelli che scendono in piazza per lo scudetto, a quelli che si sentivano protetti durante la pandemenza ed arrogantemente ci dicevano di alzarci la mascherina quando in pubblico. E ahimè questa qui è la maggioranza della gente d’oggi. Pensare a se stessi e fregarsene degli idioti, questo è il primo, fondamentale passo: io vorrei averlo capito anni fa, mi sarei risparmiato tanti sforzi inutili.

    • Livio Cadè 16 Giugno 2023

      “Fregarsene degli idioti, questo è il primo, fondamentale passo”. Io ancora non ci riesco, ancora mi ‘inquieto’….

      • Gaspar 16 Giugno 2023

        Si ricordi che gli idioti sovente sono anche, e soprattutto, pericolosi; si lasciano agire dal potere tramite la propaganda ed unendosi in branco scordano la vigliaccheria e sanno essere assai crudeli nei riguardi degli eretici.

        • Gaspar 16 Giugno 2023

          Ma questo lo ha scritto pure lei nel suo bellissimo componimento parlando della folle folla al tempo della farsa Covid-19. Anzi, ha vergato una vera e propria magistrale lezione di psicologia sociale. Quindi io non ho proprio niente da insegnarle.

          • Livio Cadè 17 Giugno 2023

            Non c’è solo la ferocia cruda, belluina della folla, in cui persone che avremmo dette normali si trasformano in assassini. C’è anche la crudeltà fredda, indifferente, burocratica, di chi scrive leggi e di chi le applica. La ferocia ha ancora qualcosa di umano, o almeno di bestiale. Invece la diligenza scrupolosa che ho visto in certuni nell’applicare le ‘regole’ e i protocolli sulla pelle degli altri ha qualcosa di non umano, di meccanico e di sinistro.

          • Livio Cadè 17 Giugno 2023

            L’animale si può ancora domare, calmare. Ma il burocrate, l’efficiente funzionario, è ormai oltre l’umano, non è più possibile trattare con lui.

          • Gaspar 17 Giugno 2023

            Sì è vero, ma la seconda abbisogna sempre della prima al fine di concretizzare i suoi propositi. Sono due varianti della stesso stato subumano. Sono due condizioni in cui agiscono influenze sub-personali certamente, con la differenza che nei comportamenti dei glaciali legiferatori e degli esecutori delle leggi vi è una rilevante parte di razionalità.

            Invero, però, non credo che la ragione abbandonata a sé stessa, cioè privata di un’influenza spirituale, diverga poi molto dallo stato sentimentale artatamente manipolato delle folle: trattandosi di un mero supporto su cui agiscono quelle suddette influenze, proprio come accade al sentimento.

  • Paola 16 Giugno 2023

    Intendevo anche quelli che si sono opposti, ad esempio, al siero. Pseudosolidarietà a tempo, forse per passare il tempo. Ma, finito il momento, io li ho visti/li vedo tali e quali agli altri. Rincoglioniti, gaudenti, inesistenti. O sono cascata male io, o la situazione è oltre la disperazione (rima fastidiosa, scusi).

    • Livio Cadè 16 Giugno 2023

      Mi sa che erano “rincoglioniti, gaudenti, inesistenti” anche prima. Nella mia piccola cerchia, quelli che hanno fatto resistenza sono persone solide, determinate, serie, e tali sono rimaste.

      • Paola 16 Giugno 2023

        Infatti, lo immaginavo. Tipico di ‘sta fogna.

  • Gaspar 17 Giugno 2023

    A Livio Cadè. A mio avviso, non c’è assolutamente identità tra l’uomo massificato e l’animale; perlomeno l’animale selvatico. Gli animali posseggono un lato istintuale, per così dire, puro e non facilmente malleabile. Per converso l’uomo che ha abdicato alle proprie facoltà intellettuali superiori, od in cui esse non sono sviluppate sufficientemente, è molto meno di un animale, ma davvero molto meno, essendo soltanto un potenziale automa nelle mani di scaltri plagiatori.

    Assai più degni gli animali di molti pseudo-uomini d’oggidì.

    • Livio Cadè 17 Giugno 2023

      La mia era solo una metafora. Le emozioni si possono manipolare. Quelle degli animali come quelle degli uomini o delle folle spaventate o incattivite.
      Nel funzionario scrupoloso, ubbidiente, non c’è invece emozione, né riflessione, solo un automatismo burocratico.
      Però Lei ha ragione. È ormai anacronistico paragonare gli uomini agli animali perché son sempre più simili a delle macchine.

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