10 Aprile 2024
Attualità

Nuovo Dpcm in arrivo – Daniele Trabucco

Il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, prof. avv. Giuseppe Conte, sta valutando un nuovo DPCM in ragione dell’aumento dei contagi.

Ora, da una parte vi è chi sostiene che il Covid-19 ha perduto parte della sua carica virale, risultando meno aggressivo rispetto a febbraio-marzo-aprile 2020, dall’altra la questione della saturazione delle terapie intensive che si aggira in media attorno al 9-10%.

Siamo, tuttavia, in presenza di una percentuale di molto inferiore rispetto a quella verificatasi durante il lockdown.

Alla luce di questa premessa e tenuto conto che nessuno nega la priorità della dimensione collettiva della salute quale interesse costituzionalmente tutelato, va precisato che:

a) un ulteriore DPCM, sottratto al circuito della rappresentanza politica ed a forme di controllo preventivo di legittimità, pone problemi molto seri di tenuta del sistema democratico e della salvaguardia di altri diritti fondamentali che l’emergenza sanitaria può limitare ma sempre secondo le “tecniche ponderative” del bilanciamento, della proporzionalità, della congruità del mezzo al fine le quali non possono essere relegate solo alla fase della giustiziabilitá;

b) il Parlamento continua ad essere marginalizzato, potendo solo intervenire in occasione della conversione o meno dei provvedimenti provvisori aventi forza di legge ex art. 77, comma 2, della Costituzione e disponendo, a seguito del c.d. “emendamento Ceccanti”, unicamente di un potere di indirizzo. Una farsa assoluta dato che la attuale maggioranza parlamentare voterà tutto sempre e comunque in nome del mantenimento del potere.

Prof. Daniele Trabucco (Costituzionalista).

 

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2 Comments

  • Lupo nella Notte 1 Novembre 2020

    >Alla luce di questa premessa e tenuto conto che nessuno nega la priorità della dimensione collettiva della salute quale interesse costituzionalmente tutelato

    La parcellizzazione del sapere è forse il fattore piú determinante nel favorire l’attuale impasse passivizzante che permette impunemente gli abusi giuridici di cui si parla in questa serie di articoli. Chi sa di giurisprudenza non sa nulla di scienza, e viceversa. Ognuno si interessa solo del suo àmbito ristretto, senza mai affacciarsi in quelli di competenza altrui, se non per riportare pedissequamente ciò che recepisce dalle fonti, nemmeno veramente “ufficiali”, che sarebbe già diverso, ma solo da quelle istituzionali e mediaticamente amplificate. Siamo all'”ipse dixit” non solo indimostrabile, ma anche aprioristicamente indiscutibile, insomma (che sia indiscutibile proprio perché indimostrabile è una considerazione che dovrebbe apparire quantomeno plausibile, se non scontata).
    E anzi, questa tendenza enormemente funzionale a un “principo di autorità” oggi del tutto distorto e svuotato di autentico significato nonché troppo spesso agito in modo surrettizio quando non propriamente abusivo – con le volute eccezioni istituzionali, dal momento che v’è oggi chi, fra i “tecnici” vicini al governo, intendendosi di zanzare, viene ascoltato su questioni inerenti ai virus… – viene comunemente elogiata poiché starebbe a dimostrare la propria “modestia”, il saper “stare al proprio posto” senza “pretendere” di “invadere” gli altrui campi del sapere.

    Ma che sapere è, che valore ha, se alla fine questa esasperata e iperrazionalizzante compartimentalizzazione conoscitiva non permette di collegare cose diverse fra loro per poter trarre una visione d’insieme che possa davvero far comprendere ciò che si studia, inserendo le proprie competenze specifiche in un quadro di piú ampio respiro che restituisca un significato compiuto necessariamente interrelato con molte altre branche dello scibile? Il significato di “intelligenza” è proprio quello di saper collegare cose diverse, di trarre conclusioni partendo da dati di fatto oggettivi dopo aver fatto le opportune verifiche logico-fattuali. La razionalità ne è l’esatto opposto, invece, perché quei collegamenti indispensabili a un’effettiva comprensione della realtà e delle sue leggi, anziché essere stimolati vengono da essa recisi, con il risultato di rinchiudere chi soggiace in modo condizionatamente passivo alle sue suggestioni all’apparenza cosí solide e “scientifiche”, in un angusto recinto cognitivo autisticamente autoreferenziale e del tutto privo di collegamenti.

    E nella questione della FALSA pandemia questo è un fattore che si dimostra avere un effetto paralizzante su qualunque tentativo di far vera luce sulla vicenda, perché anche chi ha una posizione critica sui provvedimenti che si stanno prendendo, si attiene comunque all’ortodossia imperante che vuole che ognuno “si faccia gli affari suoi”, per dirla prosaicamente, e si astenga dall’invadere l’altrui “particulare”. Perciò si parte disciplinatamente dalla vulgata omologante che erroneamente si ritiene possedere il crisma dell’oggettività, e si prende per buono, per esempio, che il virus in questione abbia perso “parte della sua carica virale”, senza neanche chiedersi che cosa mai voglia davvero dire “carica virale” – uno dei tanti sintagmi-foglia di fico mediaticamente martellati ogni giorno che non hanno altra funzione se non quella di occultare dietro espressioni altisonanti e dalla parvenza “altamente scientifica” concetti vuoti o falsi per la maggior parte -, e senza minimamente scalfire la scorza del grandemente travisato concetto stesso di virus, della cui totale inerzia biologica si possono trovar conferme anche sulle stesse fonti ufficiali, dove appunto tale definizione non è in alcun modo sinonimica di “istituzionali”.
    E si rincara ulteriormente la dose della cautela “politicamente corretta” mettendo le mani avanti per dire che “nessuno nega la priorità della dimensione collettiva della salute quale interesse costituzionalmente tutelato”.

    Il punto è proprio che non esiste una dimensione collettiva della salute, ma solo una individuale. Perché non esiste il contagio né la trasmissibilità di una qualsivoglia malattia da una persona a un’altra semplicemente respirando. Non esiste pertanto la base fondante di tutti i provvedimenti liberticidi che sono stati finora presi, e ancor piú lo saranno nell’immediato futuro, per “debellare” quello che non è altro che un fantasma irreale, sorta di Golem mediatico creato e diffuso, quello sí in modo “virale”, dalla grancassa della Tele-deformazione di Massa. Ma se nessuno ha la piú pallida idea di che cosa sia un virus, dell’assurdità dell’indimostrabile teoria monomorfica pasteuriana, resa egemone su quella ben piú sensata e dimostrabile teoria pleomorfica di Antoine Béchamp riassumibile nell’affermazione “il terreno è TUTTO, il microbo è NULLA” (dove per “terreno” si intende ovviamente l’organismo) a significare come la malattia nasca da DENTRO e non venga da FUORI e che pertanto ciascun individuo è responsabile per la gran parte del proprio stato di salute, allora le possibilità di arrivare ad alcunché di vero sono nulle, perché inevitabilmente ci si disperde nei mille rivoli che il Sistema ha sapientemente disseminato per mischiare le carte in tavola e rendere piú che ardua la ricerca e il conseguimento della verità. Si finirà cosí per chiedersi qual è la “carica virale”, o se le cosiddette “mascherine” possono preservare dal contagio, quale sia la corretta distanza di sicurezza da osservare, e altre decine di false questioni che non portano a nulla e servono soltanto a tenere occupate le menti della massa ormai incapaci di ragionare in autonomia, con ruminamenti puramente meccanici di nessun costrutto.

    E ad affermare l’assurdità della teoria del contagio virale, o piú genericamente “teoria dei germi”, non sono solo “santoni alternativi” alla “sacra” ortodossia dogmatica dell'”augusta e intoccabile” medicina ufficiale, ma anche alcuni medici che scelgono coraggiosamente di andar contro agl’interessi della loro stessa casta, pagandolo con l’ostracismo. Pochi sparuti esemplari, ma a volte anche di indubbio prestigio come Stefan Lanka e Peter Duesberg. Ma indipendentemente dal pur “confortevole” appoggio a nomi noti, queste sono conoscenze alla portata di qualunque testa pensante che desideri svincolarsi dalla patologica e infantilistica dipendenza da autorità ormai prive di qualsiasi autorevolezza cui non dovrebbe esser tributato piú alcun credito.

    Come ha detto il dottor Lanka “We have allowed ourselves to lose the habit of using our reason”; abbiamo permesso a noi stessi di perdere l’abitudine a usare la ragione (direi meglio l’intelligenza; forse il problema è che la ragione la usiamo anche troppo, fino al punto da essere usati da essa).

    Qui il testo di un oncologo tedesco a proposito della virus-mania globalizzata:

    https://www.torstenengelbrecht.com/en/download/virus-mania-aboutthebook-en.pdf

  • Lupo nella Notte 1 Novembre 2020

    Errata corrige: il link supprovveduto è solo a una presentazione del testo; per scaricare quello integrale si può visitare il seguente link:

    https://www.ingannati.it/wp-content/uploads/2020/03/Virus-Mania55tt66.pdf

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