11 Aprile 2024
Attualità

Migranti e balcanizzazione – Claudio Antonelli

I ghetti, i quartieri etnici dove la polizia non osa mettere il naso abbondano in questa Europa della tolleranza e del culto del diverso. Immaginiamo cosa potrà succedere in Italia, paese dove lo spirito di parte e di fazione, il campanilismo, il sentimento antinazionale, il compiacimento autodenigratorio, e le faide e gli odi civili sono purtroppo i soli tratti veramente accomunanti la maggioranza dei suoi abitanti. E dove quindi i nuovi “tribalismi”, dovuti a questa immissione di nuovi popoli nella penisola, non potranno che accrescere la mancanza di coesione, i contrasti, la corruzione, gli abusi, l’illegalità e il disordine in un paese come il nostro, dove la “regola” dominante è proprio il non rispetto delle regole.

In Italia è già in vigore una sorta di “comunitarismo” antitetico a un sentimento generoso di fratellanza e di comunanza di destino fra tutti gli italiani. Il senso unitario nazionale italiano trova forti ostacoli non solo nel localismo storico-geografico che caratterizza la Penisola (il milanese si considera ed è diverso dal napoletano, ed è normale che sia così) quanto nello spirito di fazione politico-ideologica. Non occorre essere uno sciamano africano per prevedere che i nuovi italiani, in provenienza dall’Africa e dall’Asia, impianteranno nella fertile terra italiana i loro tribalismi e i loro odi etnici e religiosi, che “arricchiranno” l’Italia e gli italiani di nuove divisioni.

Non posso non terminare questa mia breve analisi del grave rischio di un’ulteriore balcanizzazione dell’Italia, a causa dei nuovi venuti recanti nelle valigie dell’anima fedeltà a valori e tribalismi estranei alla storia nazionale italiana, citando per esteso il credo politico di uno scrittore italiano, per il quale l’italianità è soprattutto esaltazione della guerra civile.

Ferdinando Camon:

“Essere italiano vuol dire ereditare la storia italiana. Chi la eredita di più, chi la studia e s’impegna o chi la ignora e se ne frega? Ho parlato, invitato dai sindaci, della Resistenza in paesi dove c’erano stati partigiani impiccati. Davanti a me le scolaresche. Nelle scolaresche, bambini marroncini e bambini neri. I bambini di colore erano i più preparati, conoscevano vicende, eventi, nomi. Mi domandavo: se i partigiani sono morti per qualcosa, sono morti per chi quel qualcosa lo studia, lo ricorda, lo trasmette. Questi bambini di colore sono un motore dell’italianità. I bambini bianchi ma abulici sono un peso morto.”

E come Camon vi sono tantissimi altri che dimostrano di essere totalmente estranei al senso di amore della propria Patria. Amore di cui gli odi civili e la mancanza di pietà per i vinti sono l’antitesi e la negazione.

Claudio Antonelli (Montréal)

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