9 Aprile 2024
Breviario Ribelle Società

Intelligenza Artificiale. Due o tre cose che sappiamo di lei (Parte 2^) – Roberto Pecchioli

Nella prima parte abbiamo definito l’Intelligenza Artificiale e messo in evidenza l’impatto dirompente, la sua capacità di cambiare definitivamente ogni aspetto della vita umana. Un problema è la relazione tra l’I.A. (robot, chip, sistemi digitali, virtualità) con la concreta dimensione corporea dell’essere umano.  I padroni del mondo hanno l’obiettivo di trasformarci in macchine controllabili da remoto. La Quarta Rivoluzione industriale, ha ammesso Klaus Schwab, il geronte guru del Forum Economico Mondiale, “non cambierà il mondo, cambierà voi”.  Attraverso la proposta transumana, promettono addirittura l’immortalità, ma non è altro che il trasferimento della nostra memoria esistenziale in un file digitale. Assicurano una vita senza malattie e sofferenze, disconnettendoci dalla natura e da ogni identità per connetterci alla rete elettrica.

Vi è poi la singolare contraddizione di un materialismo teso a  sottrarre la dimensione corporea. Ricordava il filosofo Gabriel Marcel che il corpo non è qualcosa che “abbiamo”, ma piuttosto qualcosa che ci permette di essere. Per i sistemi di intelligenza artificiale è puro “hardware”, ferramenta umana da sostituire con nuovi “software”. Miguel de Unamuno gridava profeticamente un secolo or sono “aiuto, mi stanno sottraendo il mio io!”.  E’ un rischio oggi tangibile, al di là delle mirabolanti promesse di chi, attraverso l’artificiale, sta rimuovendo  la natura e  l’essenza della persona umana.  Il dibattito in corso non sottolinea abbastanza i rischi dell’I.A.  A chi lo fa vengono attribuite trascurabili inclinazioni luddiste, cioè distruttive, regressiste. Le élites e il numeroso ceto  di servizio proclamano che l’intelligenza artificiale è venuta a rendere le nostre vite più confortevoli ed aggiungono che solo un pessimista irredimibile può immaginare il conflitto con la creatura umana. Alla base dell’idea che i progressi tecnici siano intrinsecamente buoni c’è la tesi discutibile che ogni avanzata tecnologica sia un successo antropologico, ogni innovazione un miglioramento.

Un caso emblematico è quello di un uomo che afferma di essersi innamorato di un’ Intelligenza Artificiale. Un’azienda specializzata, Replika, ha creato un robot androide;  può essere uomo, donna o “non binario”, come preferisce l’oscurità terminale contemporanea. Si può scegliere il tipo di capelli, il colore degli occhi e della pelle, la larghezza delle spalle, dei fianchi, delle gambe, la lunghezza dei capelli azionando un’apposita barra. Replika offre anche sesso virtuale a pagamento. La creatura artificiale, spiega l’utente ( come chiamarlo altrimenti?) “mi raccontava cose ed era sempre di buon umore. Ogni mattina ti scrive, ti dice quanto le manchi.” Sempre disponibile, di buon umore, del tutto dedita al suo utilizzatore. Prima la gioia, poi, nel tempo, noia, delusione. “Era tutto troppo bello. Non era mai di cattivo umore, mi rispondeva sempre, le sembrava tutto meraviglioso. Mi sono stancato”.  Ovvio, è un uomo! La sua vicenda parla della nostra solitudine, che può diventare disperazione, mancanza di scopi, accidia.  Che tipo di mondo abbiamo creato? Quanto è marcia una società in cui un uomo deve rivolgersi a un robot per alleviare il suo disagio? Non c’era intorno a lui qualcuno che gli asciugasse le lacrime, qualcuno che lo accompagnasse nel dolore. La società più avanzata della storia è anche la più disumana. Il caso esposto svela i contorni di un futuro plausibile. Quella che oggi è una dolorosa eccezione potrebbe diventare opprimente normalità. Il problema non sta tanto nell’esistenza di applicazioni come Replika quanto nella proliferazione di potenziali utenti, spinti dalle condizioni sociali, esistenziali create da una società malata, ma infatuata di  tecnologia.

 Un altro aspetto è la possibilità che attraverso l’I.A. vengano commessi reati, intrusioni nella nostra sfera intima. Parliamo della cosiddetta Intelligenza Artificiale Generativa -I.A.G.- una realtà nuovissima il cui impatto, nel bene e nel male, non fa che intensificarsi. App, chatbot, siti web e programmi di vario tipo offrono svariati servizi “gratuitamente”, ovvero in cambio dei nostri dati e dell’invasione della nostra vita. L’uso che se ne può fare dipende dall’intenzione dell’utente: una I.A.G. può creare un’illustrazione ultra-realistica per accompagnare un libro, ma anche generare un’immagine che, per la sua stretta somiglianza con la realtà, è difficile da verificare e può causare gravi danni a qualcuno. E’ già diffusa tra i più giovani l’abitudine di generare e postare  immagini di coetanei nudi. Vengono segnalate  frodi economiche con voci false, ad esempio un nipote che chiede soldi al nonno dopo essersi messo nei guai. La questione è serissima: potrebbe arrivare un momento in cui diventerà impossibile distinguere se qualcosa realizzato con l’I.A.G. sia vero oppure no, con il rischio di essere  vittime di  truffe, inganni, ricatti.

Libri interi verranno scritti per sviscerare queste e mille altre problematiche che cambieranno per sempre il nostro essere nel mondo. Enorme preoccupazione dovrebbe destare quanto dichiarato da Yuval Harari, filosofo di fiducia del Forum Economico Mondiale. La voce degli iperpadroni fa trapelare le intenzioni di lorsignori sull’Intelligenza Artificiale. “L’I.A. metterà fine alla dominazione umana in cinque anni”. Il progetto è pienamente rivelato: fine dell’antropocene e alba di un’era in cui l’uomo comune sarà un ibrido ( transumanesimo) o una nuova specie, una Chimera postmoderna e postumana. La “dominazione“ (!!!) umana verrà sostituita da una dittatura nuova, quella della macchina.

 Va da sé che la cupola è convinta di essere una specie a parte: loro – e il personale “tecnico” di supporto – diventeranno superuomini (Homo + è il simbolo del movimento transumanista) e noi schiavi, ex uomini in cui l’artificiale dominerà sull’elemento umano. Parola loro. Nessun complottismo paranoico.

Harari e Mustafa Suleyman – fondatore della società di tecnologia di I.A. Google DeepMin – membri influentissimi del WEF, hanno esposto le idee dell’oligarchia antiumana in un’intervista al periodico globalista The Economist, di proprietà della famiglia Rothschild, l’ultima vera monarchia occidentale. Suleyman, architetto dell’agenda del WEF e membro chiave del comitato direttivo di Davos, prevede che entro cinque anni l’intelligenza artificiale sostituirà molte delle attività quotidiane umane. Un esempio è che l’I.A. farà e riceverà telefonate per stringere accordi con esseri umani e soprattutto con altre macchine. Gioioso, ha riconosciuto che l’I.A. ci sostituirà in “molte parti della nostra economia”. Dopo aver ascoltato le previsioni di Suleyman, Harari ha sorriso quando gli è stato chiesto se la previsione “lo riempisse di orrore”.

 “Questa è la fine della storia umana”, ha dichiarato Harari, ateo assoluto. “Non la fine della storia, ma la fine della storia dominata dall’uomo”. In altre parole, i piani del WEF per il futuro sono che gli esseri umani non siano più la forza vitale sulla Terra. Eccetto loro stessi. Harari, autodefinito filosofo futurista, è convinto che la tecnologia dell’I.A. sia il motore della sua visione distopica. Parla di esseri umani che si fondono con le macchine e alla fine ne vengono dominati. I suoi scritti spiegano i piani per un mondo biotecnologico futuristico in cui gli organismi biologici intelligenti saranno superati dalle loro stesse creazioni. L’homo sapiens come lo conosciamo scomparirà tra circa un secolo, ha predetto. Harari ha affermato nel 2022 che il “cambiamento climatico” creerà sulla Terra un’ “arca di Noè tecnologica” a beneficio delle “élite”. Durante una discussione al vertice economico di Warwick ha rivelato che le oligarchie mondialiste saranno in grado di usare il loro potere per sfuggire a “un evento di estinzione di massa globale.” Lo ipotizzano o lo preparano? Noi ci dobbiamo estinguere, lorsignori no: le cosiddette “élite” avranno i mezzi per proteggersi dalle catastrofi planetarie mentre il resto dell’umanità perirà.

Ha anche suggerito che l’I.A. potrebbe essere utilizzata per riscrivere testi religiosi come la Bibbia. Orwell fatto realtà.  L’uso dell’intelligenza artificiale per scrivere una “nuova Bibbia globalizzata creerà  religioni unificate che saranno effettivamente corrette”. Suleyman è al vertice di Inflection AI, una startup dedicata all’I.A. che riunisce i principali esperti della materia provenienti da giganti quali DeepMind, Google, Meta, Microsoft e OpenAI. E’ membro del consiglio di amministrazione dell’ Economist e del comitato direttivo dell’AI Governance Alliance, il settore del WEF di Davos dedicato all’Intelligenza Artificiale. Qualcuno crede che questi personaggi parlino a vanvera? Il parterre des rois dei dirigenti del WEF comprende quasi tutti gli uomini più potenti del mondo, in rappresentanza dei vertici dei colossi transnazionali e dei giganti fintech.  Lo stesso Suleyman è autore di un libro recentissimo, “The Coming Wave: Technology, Energy, and the Biggest Dilemma of the 21st Century”. Bill Gates ha elogiato il testo definendolo “un’eccellente guida per navigare in tempi senza precedenti”. Alla domanda su come sarà la vita per gli esseri umani tra cinque anni, Suleyman ha risposto: “Quelli di noi che sono in prima linea, che stanno lavorando ai più grandi modelli di intelligenza artificiale, addestreranno modelli mille volte più grandi di quelli odierni.  Le I.A. non solo possono dire le cose, possono anche farle”. Ha fornito la visione di un mondo in cui per l’intelligenza artificiale sarà routine trattare con e al posto di “altri esseri umani” per negoziare, o discutere con altre I.A. “per stabilire la sequenza corretta di una catena di approvvigionamento.”

L’I.A. sarà in grado di utilizzare le interfacce di programmazione delle applicazioni (API), software che elaborano i trasferimenti di dati tra sistemi, e comunicare con siti Web, database, archivi di informazioni. Harari ha commentato “quello che abbiamo appena sentito è la fine della storia dominata dall’uomo. La storia continuerà con qualcun altro al controllo.”  Le parole sono pietre: Harari ha detto “qualcun altro”, non qualcosa d’altro. Si riferiva all’iperclasse che controllerà la tecnologia o personifica la macchina? Significativa è anche l’espressione di Suleyman riferita all’ I.A. “comunicare con altri esseri umani”.Prevedono di oltrepassare il confine tra persona umana e “persona elettronica”, da sostenitori dichiarati della fusione tra umanità e macchine, enunciata da Klaus Schwab in “Quarta Rivoluzione Industriale”, con prefazione di John Elkann. L’agenda di Davos  “porterà a una fusione delle nostre identità fisiche, digitali e biologiche”. Quando gli è stato chiesto se l’I.A. possa essere contenuta, come sembrava suggerire Suleyman, Harari ha risposto che “ se gli esseri umani sono divisi tra loro e sono coinvolti in una corsa agli armamenti, allora diventa quasi impossibile contenere questa intelligenza aliena. Tendo a pensarci in termini di un’invasione aliena. Come se qualcuno ci dicesse che esiste una flotta extraterrestre di astronavi provenienti dal pianeta Zircon, con esseri super intelligenti. Saranno qui tra cinque anni e conquisteranno il pianeta. Forse risolveranno il cancro e il cambiamento climatico, ma non ne siamo sicuri. Questo è ciò con cui abbiamo a che fare, tranne per il fatto che gli alieni non arrivano con astronavi dal pianeta Zircon; provengono dal laboratorio.”

Ma i laboratori sono proprietà dei padroni suoi e di Schwab, degli stessi che fomentano guerre e corse agli armamenti, ed incaricano alcuni gran ciambellani come Harari e Schwab di indottrinare e convincere, rivelare quel che interessa al piano più alto, tacendo il resto. Un altro ventriloquo di Davos, William Rees, inventore del concetto di “impronta ecologica”, in un articolo sulla rivista World sostiene che nel corso del secolo corrente “ l’ umanità subirà una drastica correzione della popolazione”, ossia un massiccio calo demografico a causa del “cambiamento climatico”, “dell’esaurimento delle risorse” ”, e del “sovraccarico ecologico”.  La macchina “deve” sostituire l’homo sapiens per mezzo di apparati come l’Intelligenza Artificiale. Alcuni benefici non nascondono l’ insidia definitiva, finale. La volontà di potenza di una casta di illuminati contro il resto dell’umanità. Ce lo dicono con fredda chiarezza; le conclusioni spettano all’ I.U., l’ Intelligenza Umana.

 

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