14 Maggio 2024
Intervista

Ereticamente intervista Domenico Sellitti

  1. Dott. Sellitti, lei è il fondatore di Edit@, una Casa Editrice di Taranto, che spesso ha fatto parlare di sé per le sue iniziative di spessore. Nell’ambito culturale jonico e non solo quale apporto innovativo ritiene abbiano portato le vostre pubblicazioni?

Credo che in 15 anni di iniziative editoriali Edit@ si sia distinta per la cura e l’attenzione rivolta al recupero della storia ed alla valorizzazione degli autori trascurati dalla grande editoria. In tal senso, abbiamo sempre optato per la via del recupero delle radici storiche e culturali del territorio, soprattutto puntando sulle risorse umane locali, ovviamente giocando sul duplice ruolo di collettore e di propulsore di iniziative durevoli, rinunciando per questo alle attività estemporanee o mirate alla scarsa valorizzazione.

  1. Edit@ è balzata alla ribalta grazie al concorso letterario di letteratura erotica “Il Peccato tra le Righe”, che ha visto un successo di partecipanti e di lettori. Che giudizio può darci in merito? E’ vero che a breve vi sarà una nuova edizione?10822232_10204448372400745_548078073_n

Edit@ non promuove concorsi letterari poiché io stesso, per primo, ritengo che siano troppi quelli cantierizzati in giro per il Paese. La scelta  di sperimentare un nuovo motedo di “conoscenza” delle nuove scritture, senza impegno reciproco (editore/autore e viceversa), mi ha spinto qualche anno fa a mettere in piedi l’unico concorso che reputavo potesse stimolare la creatività. Di fatto, leggendo le candidature per il concorso, abbiamo serenamente potuto  scegliere e captare molti degli autori che oggi scrivono con e per Edit@.

In questi giorni si sta per chiudere la selezione per il quarto “Peccato”, il cui vincitore (uno per ciascuna categoria – poesia, narrativa breve e fotografia) otterrà un contratto editoriale. Ogni volta sostengo che è l’ultima edizione, ma poi mi lascio convincere dalla comunità dei peccatori – una consorteria amicale che si è costruita nel tempo intorno a questa iniziativa, a reiterare il Peccato ancora una volta.

  1. Le sue ricerche documentali l’hanno condotta a pubblicare testi inediti sugli accadimenti storici inerenti il Fascimo a Taranto ed il rapporto dei Tarantini con Mussolini. A che punto sono le sue ricerche in merito? C’è ancora un margine di approfondimento con l’analisi di materiale inedito?

C’è ancora tanto da scrivere. Il lancinante vuoto editoriale lasciato nell’immediato dopoguerra ha fatto sì che l’argomento storia fosse trascurato/sacrificato sull’altare del perbenismo ideologico. Quando si tenta di fare storia, soprattutto revisionismo, vista la troppa distrazione della storiografia di parte, il rischio è di essere tacciato di partigianeria politica, senza tener presente che la storia in quanto tale è (o quantomeno dovrebbe essere) una relazione di fatti, non un giudizio personale e soggettivo.

  1. Nell’ambito della riscoperta delle radici della Magna Grecia e dell’Identità Italiana, come giudica il suo meritorio impegno, quali le problematiche vigenti e quali le prospettive per il futuro?

10822670_10204448366840606_423001651_nQuando si parla di progetti editoriali, quindi culturali, bisogna sempre fare i conti con la comunità di sostegno e con la capacità di assorbimento degli stessi. Non sempre l’impegno profuso, per quanto sia di qualità e di spessore, trova facile accoglimento. La soluzione sta nel continuare a tentare di creare una coscienza culturale, soprattutto coinvolgendo lettori e scrittori in incontri ed iniziative.

  1. Lei ritiene che la Cultura abbia le potenzialità per fungere da volano alla rinascita del Sud e dell’Italia intera?

Non svolgerei l’attività che effettivamente svolgo se non ritenessi che il Sud, dove vivo e lavoro, non avesse grandi potenzialità. C’è tanto da fare e da scrivere: mancano le braccia di sostegno, ma non la cultura e la tradizione.

  1. In tale direzione, che importanza crede possa avere L’Officina, la nuova rivista sorta per merito suo e dei suoi preziosi collaboratori?10818734_10204448366760604_596221135_n

L’Officina rientra appieno nell’idea su descritta: un luogo di incontro e di confronto; anime collocate in giro per il Paese che si ritrovano accomunate in progetto unico che ha Taranto quale sede ed elemento propulsivo. Ambizioso ma concreto.

  1. Edit@ ultimamente sperimenta anche la dimensione esoterica con la collana Arcana, a cura del nostro amico e redattore Luca Valentini. E’ una sfida o una cosciente operazione di riscoperta del patrimonio iniziatico ed inesplorata della Tradizione?

Quando Edit@ mosse i primi passi verso l’editoria una collana di questo genere era stata cantierizzata. Il mercato, le tendenze, i costi di impresa hanno sempre fatto sì che questa idea non prendesse il volo. L’incontro decisionale con Luca Valentini ha determinato la nascita di Arcana, la collana che, di fatto, rientra concretamente nei progetti di recupero e di tradizione che Edit@ ha comunque sempre perseguito. Il concetto di “biblioteca della memoria”, luogo materiale di conservazione dei testi scomparsi, è sempre attuale e va perseguito, per restituire pagine di storia per la futura memoria.

  1. E’ vero che a brevissimo ci regalerete un inedito di assoluto valore su Raimondo di Sangro, Principe di San Severo?

Un’altra gemma della collana Arcana, appunto un testo di approfondimento su sette lettere inedite di Raimondo Di Sangro. Non posso e non voglio aggiungere altro, se non il fatto che, anche questa gemma, sarà editata in pochi esemplari, destinati a pochi fortunati.

  1. La sua Casa Libraria ha concesso il suo patrocinio alla manifestazione dell’8 Novembre a Roma sulle vie al Sacro della Tradizione Classica, organizzata da Ereticamente e da tutte le associazioni a noi vicine: come giudica tali iniziative? Ritiene anche Lei, come molti, sia stato un vero successo?

Iniziative di indubbia qualità, quale quella di Roma, andrebbero organizzate più spesso e su tutto il territorio nazionale: non solo perché rappresentano un importante momento di studio e di confronto, ma soprattutto perché rappresentano un raro momento di crescita comunitaria di valore impareggiabile. Di fatto, se al giorno d’oggi si vuole ancora ambire a parlare di cultura non si può prescindere dalla comunicazione: la comunicazione verbale, certamente superata dalla rapidità di trasferimento e di diffusione delle notizie oramai legata ai canali delle reti informatizzate, ha ancora una sua specifica valenza basata sul confronto. Dal confronto nascono i progetti, le idee nuove, la volontà di fare e di agire.

  1. Infine, che auspicio può fare un Editore impegnato come Lei a chi giornalmente si impegna per la riscoperta e la valorizzazione dell’immensa eredità culturale e valoriale del Popolo Italiano? La ringraziamo cortesemente per il tenpo concesso ad Ereticamente.

Io mi ritengo un ricercatore, un saggista, poco avvezzo a tutto ciò che è il mondo della cultura ufficiale. Per questa mia specificità ho spesso sofferto le lacune della memoria scritta e della cronaca. Non tutto viene tramandato e salvato. Da qui il mio invito – costante, chi mi conosce lo sa quanto possa essere pedante in questa mia lagnanza… – scrivete, documentate, lasciate una traccia, tracciate un solco: oggi siamo noi la storia del domani; documentiamola, senza abbandonarci alla trascuratezza ed alla distrazione.

Grazie a voi per il prezioso spazio che avete deciso di dedicare ad Edit@.

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