10 Aprile 2024
Attualità

CORONAVIRUS COVID 19: primo esempio/tentativo di virus etnico/classista? – Renato Comini

Noi tutti siamo ormai da più di due mesi in piena emergenza ed in balia di una pandemia della quale si conosce ancora molto poco. Anche la scienza medica accademica ed “ufficiale” sta praticamente ancora brancolando nel buio: infatti i cosiddetti “esperti” nel settore specifico non riescono a dare risposte certe ed orientamenti univoci. Nelle piazze virtuali degli svariati canali televisivi ognuno di loro, appositamente invitato e spesso vezzeggiato, fornisce una sua interpretazione del fenomeno in questione ed azzarda sue ipotesi: ma proprio questo sovrapporsi ed accavallarsi di ipotesi interpretative genera negli spettatori, molti dei quali, come il sottoscritto, quasi del tutto digiuni del sapere medico scientifico, nuova ansia e confusione. Per cercare di chiarire la questione e per tentare di superare l’ansia, io mi sono posto alcune domande, proprio osservando la stato attuale della questione. A questo punto io ritengo opportuno fare una premessa. Io non sono né laureato, né studente in Medicina e neppure operatore a qualsivoglia titolo in ambito medico-sanitario, ragion per cui le mie domande, forse anche ingenue, si configurano a tutti gli effetti come delle “Fragen eines lesenden Arbeiters” (Domande di un lettore operaio) per dirla con Berthold Brecht. Ciò nondimeno io penso che rappresenti una buona regola generale porsi certe domande nel corso del proprio cammino esistenziale ed esperienziale. Cominciamo pertanto con l’esame di alcuni punti. Sull’origine del virus non si sa, attualmente, nulla di certo e di appurato. A tal proposito è addirittura in corso una vivace ed accesa schermaglia diplomatica tra la Presidenza degli Stati Uniti d’America (Donald Trump) e la Repubblica Popolare Cinese circa le responsabilità da attribuire a quest’ultima che, come sembra ormai innegabile, non ha detto, e non sta dicendo tuttora, tutta la verità sull’origine e sulla rapidissima propagazione in tutto il pianeta della malattia ed ha nascosto e sta tuttora nascondendo molte notizie sugli aspetti reali della malattia medesima, tant’è che questa si è diffusa con una tale velocità da assumere ben presto tutte le caratteristiche più che di una epidemia, di una vera e propria pandemia ormai estesa, come è noto, a livello planetario. Ma è esattamente sulle modalità ed anche sulle aree di diffusione che comincia a sorgere qualche legittimo dubbio.

1) Innanzitutto, dando anche una pur superficiale occhiata alle aree di diffusione a livello globale si nota subito che il virus non ha affatto attecchito in modo uniforme: alcune aree appaiono alquanto vistosamente molto più pesantemente colpite rispetto ad altre. Addentrandoci più nei particolari, notiamo subito che le aree più colpite corrispondono all’area dell’Europa Occidentale e degli Stati Uniti d’America, ossia all’area geopolitica occidentale più propriamente definita. Si nota anche che l’area medio-orientale (ad eccezione dell’Iran) e l’area africana risultano, a tutt’oggi, molto marginalmente interessate dalla pandemia. Ma che strano! Strano in quanto noi vediamo, dai grafici pubblicati sui siti Internet appositamente dedicati (ad esempio sul sito Index Mundi, tanto per citarne uno), che il rapporto numerico tra medici operanti ed abitanti risulta molto maggiore nelle aree dell’Europa Occidentale e nel Nord America, ossia proprio nelle aree maggiormente colpite dalla pandemia, rispetto alle aree dell’Africa e del Medio Oriente: inoltre nelle aree citate più colpite è anche molto migliore l’assistenza sanitaria pubblica nonché l’opera di prevenzione. Emblematica appare, a tal riguardo, anche la situazione dell’Italia, ove si nota una evidentissima discrepanza tra le regioni del Nord, più sviluppate dal punto di vista industriale e più avanzate dal punto di vista sanitario, che però risultano le più colpite dalla pandemia, rispetto al Sud, cha ha registrato e registra una molto minore incidenza dei casi: il fatto non può essere spiegato semplicisticamente solo in termini di sovrappopolamento di alcune aree dell’Italia Settentrionale, in quanto anche zone dell’Italia Meridionale, che risultano altrettanto densamente popolate, presentano un numero di infetti proporzionalmente inferiore, come riportano puntualmente i quotidiani (ad esempio il Corriere della Sera, che pubblica ogni giorno mappe particolareggiate della situazione sanitaria, locale, nazionale ed internazionale). Allora come mai questa evidentissima anomalia?

2) Altro aspetto della questione. Le aree maggiormente interessate dalla diffusione della pandemia risultano anche le aree ove maggiore è la presenza di una radicata e sviluppata classe media, nella quale più forte risulta la percezione e la coscienza di valori tradizionali (come la famiglia ed i propri diritti e doveri civili), ove più tutelati sono i diritti della classe lavoratrice, ove questa classe ha la coscienza maggiore e più consapevole dei propri diritti di cittadinanza ed anche ove sussiste un altrettanto ben radicato welfare state. Infatti, riflettendo seriamente ed usando il proprio raziocinio e senso critico, si nota che proprio il welfare state è stato, negli ultimi anni, il bersaglio prediletto di un ridimensionamento e di una progressiva ed aggressiva riduzione del medesimo da parte della classe politica dominante: ora il pretesto “sanitario” appare come la pseudo-giustificazione ideale per operare una ulteriore riduzione, se non quasi un vero e proprio annullamento del welfare state in parola. Con la progressiva riduzione del welfare state, anche l’aspetto sindacale della difesa e della tutela dei diritti dei lavoratori subisce e subirà fatalmente sempre di più una riduzione, se non una perdita del potere contrattuale, gestionale ed anche politico della propria funzione sociale, e ciò a tutto vantaggio, ovviamente, della classe padronale e dirigenziale, la quale assume, assumerà e recupererà spazi di potere e di decisione sempre più ampi ed incontrastati, appunto in assenza di una valida controparte e di una convinta opposizione al proprio operato.

3) Vi è quindi da considerare l’aspetto che potremmo definire come eticoreligioso. Le aree occidentali maggiormente colpite sono anche quelle, guarda caso, di maggior diffusione, più che della religione propriamente detta, dell’etica cristiana, ossia di quell’etica che pone la persona al centro e che stimola maggiormente la sua presa di coscienza e la consapevolezza del suo valore come persona umana unica ed irripetibile. Da qui lo sviluppo della coscienza culturale, politica e sindacale: sviluppi che non si spiegherebbero e non sarebbero stati possibili in assenza di una considerazione del proprio valore come persona umana e dell’importanza perciò del proprio vitale apporto alla comunità. Nel mondo islamico, le cose funzionano alquanto diversamente, soprattutto nell’attuale congiuntura storica, ove si assiste ad una sempre più radicale ed aggressiva affermazione della cosiddetta Sharia, ossia dell’affermazione della legge islamica secondo i rigidi dettami del Corano, il libro sacro dell’Islam. Lo stesso fenomeno sindacale appare, nel mondo islamico, molto ridotto e talvolta pressoché assente rispetto allo stesso nel mondo occidentale: gli stessi immigratiinvasori islamici ne approfittano, una volta approdati nelle nostre terre, per assumere atteggiamenti prepotenti e prevaricatori, in base al principio, a loro molto caro, “con le vostre leggi vi conquisteremo, con le nostre leggi vi sottometteremo”. La stessa figura del padrone e del dirigente appare, ed effettivamente è, in ambito musulmano, molto più legittimata nell’esercizio della sua funzione e del suo potere e perciò molto meno contestabile e, di fatto, contestata. Sempre in questo contesto si inquadra la spinosa, allucinante e delinquenziale questione della sostituzione etnica (si veda più avanti, al punto 5).

4) Quarto aspetto della questione: quello relativo alla ormai spasmodica ricerca di una possibile cura con la connessa ricerca di un possibile vaccino in grado di contrastare e di fermare la pandemia. A questo aspetto è strettamente connesso quello degli enormi interessi economici e del gigantesco business che le ricerche scientifiche in parola richiedono ed impongono: non esistono ricerche a costo zero e le ricerche scientifiche in questione sicuramente implicano ed implicheranno costi molto rilevanti e cifre monetarie imponenti. Non a caso il gigantesco business di cui si parla vede implicati come attori attivissimi alcuni tra i più grandi e potenti plutocrati multinazionali ( per esempio Bill Gates, tanto per citarne uno, ma anche altri, magari oggi più in ombra). Appare molto ingenuo, se non ridicolo, pensare che questi attori, come invece vuole fare credere una certa smaccata propaganda, agiscano solo ed unicamente per mero scopo umanitario: essi guardano soprattutto agli enormi guadagni che scaturiscono e scaturiranno sempre più dalla oculata e rapace gestione della faccenda in questione. Non a caso, infatti, cominciano a circolare argomenti come il necessario controllo sanitario, la vaccinazione universale obbligatoria, l’annuncio dell’insorgenza di altre e successive epidemie e pandemie (come per mettere tempestivamente le mani in avanti), l’imposizione di microchip sottocutanei per il controllo totale e totalizzante abilmente, furbescamente ed in modo smaccatamente truffaldino mascherato da esigenza sanitaria.

5) Un quinto aspetto della questione riguarda l’ormai annoso problema dell’immigrazione/invasione, favorita ed incoraggiata con tutti i mezzi dalle cosiddette o.n.g. (Organizzazioni Non Governative, ma sarà vero?), che hanno ripreso con rinnovata protervia e spavalderia le loro squallide imprese a danno dell’Italia e dell’intera Europa (ossia delle aree maggiormente colpite dalla pandemia) ed attuata fisicamente con elementi provenienti, nella stragrande maggioranza dei casi, da varie zone dell’Africa (ossia da aree finora poco interessate dalla pandemia).Altra coincidenza? A questo desolante quadro si aggiungano gli ormai stantii e quotidiani appelli del Papa, all’insistenza sempre più petulante di taluni politici italiani (vedi il Ministro Teresa Bellanova, sposata con un magrebino: ma allora non sussiste un evidente e lampante conflitto di interesse?), all’importanza attualmente e del tutto immeritatamente emergente di taluni elementi (o tristi figuri?), sempre legati alla questione in parola: elementi che, evidentemente, assumono la funzione di utili idioti e che fanno comodo . L’aspetto trattato in questo punto si collega naturalmente alle questioni e della mano d’opera non specializzata ed a basso costo, e della agognata, dalle plutocrazie multinazionali, sostituzione etnica dei popoli europei con un meticciato confuso, senza radici e completamente prono alle leggi del mercato e del consumismo, secondo i turpi desideri del Nuovo Ordine Mondiale e del neoliberismo, che prevede una ristretta cupola di grandi ed occulti plutocrati multinazionali che manipola e decide i destini di una massa di individui meticciati e globalmente rigidamente controllati: uno scenario da incubo orwelliano!

6) Un sesto aspetto della questione riguarda la sospensione, sempre pseudogiustificata dalla propaganda sanitarista e puntualmente pontificata da personaggi politicamente allineati al regime, dei diritti civili previsti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, in pieno vigore dal 1° gennaio 1948, che rappresenta, giova rammentarlo, la fonte primaria del diritto e dell’intera legislazione italiana, che non può assolutamente ed in alcun modo discostarsi da essa, pena l’annullamento da parte dei giudici della Corte Costituzionale (a proposito: dove sono? Che fine hanno fatto? Non se ne sente più parlare e soprattutto non li si sente più parlare!). Appunto: la fonte primaria del diritto: infatti i d.p.c.m. (ossia Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri), oggi tanto sbandierati, non sono leggi, non costituiscono affatto fonti primarie di diritto, ma solamente e semplicemente degli atti amministrativi! Naturalmente questo aspetto si sposa perfettamente con la questione collegata allo smantellamento del welfare state e con l’aspetto del controllo sociale che si trasforma immediatamente in un controllo politico di natura prettamente e grettamente settaria: non a caso vengono severamente puniti tutti gli assembramenti, con multe salatissime, quindi anche tutte le possibili manifestazioni di eventuali dissensi e di proteste di qualsivoglia tipo e forma. In tal modo l’attuale governo si configura come una vera e propria dittatura sanitaria, che gestisce in modo del tutto arbitrario e tirannico la situazione congiunturale odierna (al riguardo si veda anche l’acuta e puntuale analisi nell’articolo di Daniele Trabucco “Uno Stato di polizia – Con la scusa del virus hanno calpestato ogni libertà personale” apparso su “L’Italia Mensile” nel numero dell’Aprile 2020). In questo preciso contesto, si potrebbe inserire il discorso relativo al ruolo decisivo ed assolutamente irrinunciabile, per questo regime, della propaganda assillante, asfissiante e tonitruante che assedia tutti noi da ormai più di due mesi e che tende ad annichilire e ad annientare ogni possibile forma di dissenso e di critica ragionata. Questa stessa propaganda ha come scopo precipuo quello della accettazione acritica, da parte dei cittadini, delle regole speciali, anch’esse del tutto arbitrarie e vessatorie, oltretutto in netto contrasto con la Costituzione, come affermato poco sopra, sempre con la scusa trita e ritrita dell’emergenza sanitaria, accettazione attuata attraverso il meccanismo della cosiddetta “Finestra di Overton” (a tal riguardo si veda l’articolo intitolato “La finestra di Overton: come manipolare chi ha abdicato dal ragionare col suo cervello” di Cristina Mestre, pubblicato su Imola Oggi già il 5 Settembre 2015).

7) Un ultimo aspetto della questione (ultimo si fa per dire perché ce ne sarebbero molti altri da approfondire, magari in ulteriori interventi) riguarda la spaventosa e terrificante prospettiva, sempre più concreta, purtroppo, concernente la gravissima crisi economica con la conseguente prospettiva della chiusura definitiva di tante attività commerciali di piccoli imprenditori. Tale autentica angoscia da parte degli imprenditori in parola si collega perfettamente alla tanto auspicata, sempre dalle solite plutocrazie, forte limitazione e, possibilmente, sparizione della classe media, ossia di quella classe che più si oppone alle mire espansionistiche criminali delle suddette plutocrazie, già descritte in questo articolo, al quinto aspetto. A tal proposito si vedano le affermazioni di Diego Fusaro in “Affari Italiani – Lampi del pensiero/Epidemia yo-yo con il massacro del lavoro locale e grande beneficio per i gruppi ecommerce e per i colossi multinazionali”, pubblicate il 10 Maggio 2020: in questo articolo, l’autore parla espressamente e direttamente di “virus classista”.  Quindi, riassumendo tutto questo discorso e tirando le fila conclusive, emergono alcuni punti principali:
– La questione relativa all’origine ed alla diffusione del virus e della conseguente pandemia.
– La questione relativa alle aree geopolitiche di diffusione, all’interno di specifici popoli e di ben precise e specifiche etnie.
– L’enorme e planetario business derivato dalla pandemia.
– La sospensione (temporanea?) delle libertà e delle iniziative personali garantite dalla Costituzione e, di fatto, annullate da quelli che risultano essere dei meri atti amministrativi.
– Lo spaventoso stravolgimento del tessuto sociale dei popoli maggiormente interessati e colpiti dalla pandemia, con conseguente riduzione della classe media, impoverimento generale e discesa sociale generalizzata verso la povertà e l’indigenza: il tutto con ovvio e notevole vantaggio delle classi sociali più abbienti e capitalistiche.

Sorgono, allora, alcune domande, inerenti alle questioni sollevate:
1. Origine del coronavirus: virus naturale oppure artificiale e geneticamente modificato?
2. Luogo dell’origine: da dove è veramente iniziato tutto? Dalla Cina, dalla città di Wuhan o da altro luogo?
3. Inizio della diffusione del virus: accidentale oppure intenzionale?
4. Sviluppi successivi dell’epidemia/pandemia: fenomeni incontrollabili oppure colpevolmente e criminalmente studiati e previsti a tavolino?
5. Effetti sulle aree geopolitiche e sui tessuti sociali dei popoli colpiti: come sopra, anche quelli imprevedibili ed incontrollabili oppure prevedibili, previsti ed incrementati con chiaro intento delinquenziale e demenziale?
6. Ed, infine, la domanda delle domande: Cui prodest? Ossia: A chi giova?

Io, naturalmente, non ho e non pretendo neppure lontanamente di avere le risposte. E non pretendo neanche, con queste poche righe, di esaurire un argomento così complesso, che ingenererà inevitabilmente moltissimi altri contributi, ben più autorevoli dei miei. Tutto quello che io ho fatto, e che intendo continuare a fare, è solo quello di pormi delle domande, frutto della riflessione personale: queste domande io le pongo anche agli eventuali lettori, pensando e sperando di stimolare la loro personale riflessione. Molto probabilmente, certe risposte non arriveranno mai, oppure arriveranno in un futuro forse non molto prossimo: allora, citando Alessandro Manzoni, possiamo dire “Ai posteri l’ardua sentenza”.

Comini Renato,  classe 1956, ha compiuto studi umanistici, conseguendo dapprima il Diploma all’Istituto Magistrale di Mantova, successivamente la Laurea in Scienze dell’Educazione, Esperto nei Processi Formativi, presso l’Università degli Studi di Verona. Attualmente svolge la professione di Docente presso il Liceo Scientifico Statale “Belfiore” di Mantova.

1 Comment

  • roberto 27 Maggio 2020

    Sono domande che si pone ognuno che abbia un pensiero critico ed impermeabile alle sirene dei media mainstream… Domande drammatiche, a cui forse non avremo risposta. Certo, la diffusione in “certe” zone é stata agevolata dai flussi di traffico, quindi le aree più interconnesse (perché più attive/produttive) sono state rapidamente sopraffatte: il tempo sembra spalmare uniformemente il contagio…. Poi, c’è da dire che basta non fare tamponi e nessuno risulta contagiato, vedi terzo mondo… Di sicuro sarà una ecatombe socio-economica, che agevolerà lusurocrazia sovranazionale, a danno dei lavoratori e della piccola e media borghesia. Specie questa, dovrà attingere a risparmi e beni immobili, per compensare i mancati guadagni: un tracollo!

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