20 Luglio 2024
Attualità

Contro l’arbitrio dei più buoni – Enrico Marino

 

Secondo il presidente della Repubblica e il ministro degli Esteri, anche i migranti economici interpellano la politica e la nostra coscienza, in quanto esseri umani in cerca di un futuro migliore.

Dal canto suo, la presidente della Camera, Laura Boldrini, parlando di immigrazione al Prix Italia di Torino ha affermato che le resistenze ai migranti sono normali, ma vanno superate con obbligatorietà e sanzioni.

Le istituzioni italiane, in sostanza, per un verso, spostano lentamente ma progressivamente in avanti i limiti dell’accoglienza e, per un altro verso, tendono a imporre tali limiti anche con la forza.

Le ragioni sono sempre le stesse: la denatalità italiana e perciò l’utilità dell’immigrazione a fini economici, produttivi e previdenziali; e poi il dovere dell’accoglienza, non solo come dovere giuridico, ma sempre più come un richiamo a ragioni di coscienza e a sentimenti di carità, in linea col martellante messaggio “cristiano” divulgato dalla Chiesa di Bergoglio. Anzi, quanto più si insiste sulle motivazioni umanitarie, tanto più si tende a renderle obbligatorie e coercitive per tutti. Del resto, la stessa religione dell’amore verso il prossimo e del perdono universale s’è imposta distruggendo tutti i culti rivali, vietando la venerazione delle divinità olimpiche, massacrando pagani ed eretici, abbattendo le fondamenta di una civiltà centenaria, scontrandosi fieramente con oppositori interni e scismatici e con altri monoteismi altrettanto integralisti.

Insomma, se si prendono certi esempi, si vede come seguendo una logica apparentemente umanitaria, quanto più si vuole diffondere il bene tanto più si è pronti a ricorrere a ogni mezzo per attuarlo.

In questo, la storia e la cronaca ci ricordano come, sul piano politico, anche l’affermarsi delle “magnifiche sorti e progressive” sia costato fiumi di sangue e indimenticabili orrori e quante sofferenze abbia comportato il tentativo di creare in terra un Paradiso per i lavoratori e quanto, a tutt’oggi, i popoli più diversi abbiano subito e subiscano in termini di brutale violenza, da parte di coloro che hanno la missione universale di portare loro la luce della libertà e della democrazia.

E’ l’arbitrio dei più buoni, di coloro che per affermare i diritti degli esclusi sono pronti a calpestare i diritti dei garantiti, secondo un’inversione folle e maligna di tutto ciò che è normale e ragionevole in funzione dell’affermazione di tutto quanto è utopico, innaturale e faustiano.

Sotto l’apparenza della “carità” si giustificheranno le peggiori ingiustizie, come avviene per l’accoglienza senza limiti dei profughi, che ingenera fenomeni naturali di rigetto specialmente in presenza di evidenti disparità di trattamento degli italiani, ma che proprio per questo si traduce immediatamente nella demonizzazione degli oppositori, nell’accusa di razzismo e nell’emanazione di leggi contro la “xenofobia”. Già ne sono vigenti contro la omofobia, sul modello di quelle leggi che incriminano il “negazionismo” della così detta Shoah.

Il divieto di dissentire e addirittura quello di esprimersi con termini considerati proibiti, non ammessi, vietati per un principio di ipocrisia, manifestano perciò l’intolleranza di fondo e il substrato totalitario nascosti ma insiti in questa dottrina dell’amore, del pluralismo e della libertà.

Anzi, in questo specchio deformante, il pluralismo sconfina immediatamente nell’intolleranza. Siccome deve esserci il pluralismo, nessuno può pretendere che esista una verità né fissarsi  in alcuna persuasione definitiva, perché il relativismo trionfante impone l’accettazione di opzioni individuali differenti, ma al tempo stesso rigidamente riferibili a un unico assunto, questo sì indiscutibile e assoluto. Se solo l’accoglienza è bene, ma dici che l’accoglienza senza limiti è un male sei disumano e contro la libertà, se l’amore è l’unica legge, ma sei contrario alle adozioni gay allora sei omofobo e contro i diritti delle minoranze; allo stesso modo certe idee sono punite per legge (negazionismo, xenofobia) mentre certi comportamenti aberranti sono non solo legalizzati (aborto, droga), ma prescritti, resi obbligatori perché l’accettazione dell’inversione dev’essere considerata normale, altrimenti si opererebbe una ingiusta discriminazione.

Chi poteva sposare una simile logica invertita, se non coloro che predicano da sempre la liberazione delle masse, il riscatto degli umili e la giustizia per i diseredati in chiave universale? Accantonate perciò le rivendicazioni sindacali e operaiste, rese sempre più critiche dalla globalizzazione, dall’evoluzione tecnologica, dall’emergere di nuove figure lavorative e dall’imporsi di ritmi di produzione legati all’efficienza globale dell’azienda, la sinistra ha abbracciato di slancio tutti quei temi residuali, individualisti e anarcoidi che caratterizzano una formazione radicale di massa. Degli usurati richiami del comunismo storico, è sopravvissuto solo un rancido e strumentale antifascismo con annesso un partigianesimo sempre più livoroso e grottesco.

Questa mucillagine politico culturale costituiva lo strumento perfetto per aggredire e sovvertire ogni principio tradizionale e gettare le basi di quel nuovo ordine mondiale strategicamente perseguito dai potentati finanziari mondialisti, che infatti l’hanno subito arruolato e utilizzato per i loro fini.

Oggi l’Europa sta vivendo il momento più tragico della sua storia millenaria. Siamo dinanzi a eventi di portata epocale che, secondo tutte le previsioni, condurranno nel giro di pochi decenni alla pura e semplice estinzione fisica dei nostri popoli. Questa drammatica situazione sta precipitando lungo un piano inclinato, privo di ostacoli e a velocità crescente.

L’Europa, quale è esistita, quella della nostra nascita, della nostra cultura, delle nostre città, di tutti i nostri valori sta rapidamente scomparendo sotto i nostri occhi e nel breve volgere di una generazione sarà un ricordo del passato. Eppure un settimanale come l’Espresso dei primi di ottobre esalta sulle proprie pagine l’immigrazione come un elemento non solo necessario bensì indispensabile e preannuncia tranquillamente il nostro futuro come “quello di (una) nazione multietnica all’interno di un continente multietnico” con la prospera Europa che tra quarant’anni “sarà culturalmente, religiosamente e linguisticamente più variegata degli Stati Uniti” e con “i dati Eurostat (che) indicano che l’Italia “importerà” tra le 300 e le 400 mila persone l’anno almeno fino al 2040” e sarà un’immigrazione di bassissimo livello professionale. “Fino ad oggi i nostri immigrati provenivano soprattutto dai paesi dell’Est Europa (rumeni in testa) e dal Nord Africa (soprattutto marocchini). Le ondate immigratorie dei prossimi decenni – al netto degli imprevisti della Storia come la guerra siriana – saranno soprattutto di matrice subsahariana e numericamente più rilevanti che in passato. Per rendersene conto basta guardare all’enorme delta demografico che separa l’Europa e dall’Africa. Il Continente Nero avrà entro il 2050 circa un miliardo di persone in più a fronte di un’Europa che rischia di perdere il 16 per cento della sua popolazione. Oggi i giovani tra i 25 e i 29 anni – la classe di emigranti per definizione – sono 51 milioni in Europa e 95 in Africa. Tra solo vent’anni saranno 41,12 milioni in Europa e ben 151 milioni in Africa; fra trent’anni 40,9 milioni in Europa e 186 in Africa. Il loro sbocco naturale, soprattutto se l’Africa non avrà compiuto il tanto atteso balzo in avanti in termini economici, saranno le sponde del Mediterraneo.”

In sostanza, i bianchi italiani ed europei, come già accade negli Stati Uniti – che nel 2050 vedranno il gruppo ispanico prevalere su quello anglosassone, e quello nero avvicinarglisi sensibilmente –, vittime della loro denatalità conculcata dalla società del benessere e dall’ideologia radical, stanno andando incontro a un rapido inabissamento, che presto ne farà una minoranza minacciata di estinzione sul suolo europeo.

Ad accogliere quella marea di africani ci sarà una società debole, confusa, capace solo di seguire i fantasmi della sua mente non più calibrata sulla concretezza della realtà e avulsa delle proprie radici. Popoli affamati di vita contro popoli che della vita non sanno più che cosa farsene. Popoli che conoscono la ferocia della sopravvivenza, la durezza di condizioni comunque sempre estreme, contro popoli per lo più assopiti in una dimensione larvale, capaci di risollevarsi dal sonno soltanto per esaltare l’alimentazione vegana o compiere battaglie epocali come quella per l’abolizione del maschile e femminile. Abolire ogni differenza, ecco il ruggito terminale del nichilismo: né maschio né femmina, né giorno né notte, né bene né male, né vita né morte. La polarità che da sempre regge il mondo viene annullata, le sue catene che per troppo tempo ci hanno tenuti schiavi, alla fine vengono divelte. Nessun condizionamento deve tarpare le ali della nostra libertà assoluta. In tal modo, però, la miserabile idiozia culturale che infesta la nostra società, la mitologia dei diritti, la supponenza dell’individualismo e l’indulgenza del relativismo saranno travolti dalle certezze senza scrupoli di una realtà che solo lo spauracchio del razzismo ci impedisce di vedere, i gruppi etnici tendono a proteggersi con una struttura chiusa e difficilmente si aprono verso ciò che viene percepito come estraneo.

Un mondo instabile e incerto come il nostro, che ha rinunciato alle sue radici più profonde, timoroso e pavido nell’affermare i propri valori, dovrà a quel punto rapportarsi con persone dall’identità forte e non sarà sufficiente un girotondo inneggiando alla fraternità, convinti che l’importante sia volersi bene e che il bene che noi vogliamo sia anche il bene che desiderano gli altri per noi. Evaporata l’ebbrezza fatua dei buoni sentimenti, le cose si riveleranno essere più complicate e il rischio di un gigantesco pogrom sociale, con lo spettro delle banlieue francesi moltiplicate e sparse in tutta l’Europa non rappresenterà solo un’ipotesi da fanta-horror xenofobo.

Per coloro che non vogliono arrendersi, è perciò ora di reagire, è l’ultima chiamata all’appello per schierarsi, pensare a che tipo di società si vuole e prendere provvedimenti per tempo, senza il timore delle accuse e senza il pudore delle proprie convinzioni, opponendo un’irriducibile muro alla logica del buonismo, dell’accoglienza e del politicamente corretto, per riaffermare il diritto di tutti i popoli a vivere e a svilupparsi nelle loro terre di origine e per contrastare il progetto livellatore di un’umanità omologata, intercambiabile e sottoposta alle logiche di mercato e al ricatto dei parametri economici e finanziari.

 

8 Comments

  • giannetto 4 Ottobre 2015

    I troppo civilizzati sono troppo “buoni”, mentre, per salvarsi, dovrebbero essere cattivissimi, il che sarebbe giusto il contrario di una condizione di civiltà. Sicuramente voi non ve la sentite di tagliar gole ai tafkiri. Loro però lo fanno, alle nostre. Ed è la differenza decisiva. Lasciate perdere Guantanamo, i droni americani sulle scuole afgane, i massacri dell’Uccidente sui poveracci del Quarto Mondo… ecc. .. E’ il tu-pert-tu che decide, e alla fine vince: tu, europeino, non te la sentiresti di sgozzare a sangue freddo un fellah musulmano qualunque, mentre è probabile che lui, fellah musulmano qualunque, forse se la sente di sgozzare te, impiegatuccio europeino qualunque.

  • giannetto 4 Ottobre 2015

    I troppo civilizzati sono troppo “buoni”, mentre, per salvarsi, dovrebbero essere cattivissimi, il che sarebbe giusto il contrario di una condizione di civiltà. Sicuramente voi non ve la sentite di tagliar gole ai tafkiri. Loro però lo fanno, alle nostre. Ed è la differenza decisiva. Lasciate perdere Guantanamo, i droni americani sulle scuole afgane, i massacri dell’Uccidente sui poveracci del Quarto Mondo… ecc. .. E’ il tu-pert-tu che decide, e alla fine vince: tu, europeino, non te la sentiresti di sgozzare a sangue freddo un fellah musulmano qualunque, mentre è probabile che lui, fellah musulmano qualunque, forse se la sente di sgozzare te, impiegatuccio europeino qualunque.

  • Maria Cipriano 16 Ottobre 2015

    Contro l’arbitrio dei buoni che buoni non sono affatto, bisognerebbe schierarsi, sarebbe ora di prendere provvedimenti, dice l’autore dell’articolo. E come?
    Gli oppositori in Italia sono o sarebbero tanti in linea puramente teorica, e Mazzini ha insegnato che ci vogliono due cose fondamentali: il pensiero e l’azione. E noi siamo carenti dell’uno e dell’altra, basta vedere in quanti rivoli è dispersa la virtuale protesta e quale confusione alberga negli animi. Parliamoci chiaro: c’è un prezzo da pagare, e nessuno è disposto a pagarlo. Visto e considerato che qualcosa si rischia anche semplicemente a scrivere il politicamente scorretto, specie quando si esprimono i concetti in modo energico e chiaro come in questo articolo, nessuno è disposto ad andare oltre, e chi ci ha provato ne ha pagato le conseguenze, anche in termini economici.
    Ci vorrebbe una forte personalità in grado di esprimere un pensiero lucido superiore e una strategia altrettanto lucida, ma dovrebbe trattarsi di Lord Fenner di Guerre stellari, senza di che francamente non vedo soluzione in mezzo a un popolo pieno di paura com’è diventato il nostro, impegnato umanamente a tirare avanti per proteggere figli e nipoti.
    Nel 1848 soltanto con lo sciopero del fumo, organizzato compattamente fra tutte le classi sociali, si scatenò la reazione austriaca in pieno centro di Milano, che fece 6 morti e 53 feriti. Siamo noi in grado di emulare tanto coraggio dei nostri antenati? NO!
    Del resto, un mio conoscente svedese mi riferiva mesi fa che in Svezia non si può più aprire bocca, e quei pochissimi che timorosamente ci provano è meglio che lascino il paese.
    Noi qui ne possiamo ancora parlare e scrivere, finchè dura.
    Maria Cipriano

  • Maria Cipriano 16 Ottobre 2015

    Contro l’arbitrio dei buoni che buoni non sono affatto, bisognerebbe schierarsi, sarebbe ora di prendere provvedimenti, dice l’autore dell’articolo. E come?
    Gli oppositori in Italia sono o sarebbero tanti in linea puramente teorica, e Mazzini ha insegnato che ci vogliono due cose fondamentali: il pensiero e l’azione. E noi siamo carenti dell’uno e dell’altra, basta vedere in quanti rivoli è dispersa la virtuale protesta e quale confusione alberga negli animi. Parliamoci chiaro: c’è un prezzo da pagare, e nessuno è disposto a pagarlo. Visto e considerato che qualcosa si rischia anche semplicemente a scrivere il politicamente scorretto, specie quando si esprimono i concetti in modo energico e chiaro come in questo articolo, nessuno è disposto ad andare oltre, e chi ci ha provato ne ha pagato le conseguenze, anche in termini economici.
    Ci vorrebbe una forte personalità in grado di esprimere un pensiero lucido superiore e una strategia altrettanto lucida, ma dovrebbe trattarsi di Lord Fenner di Guerre stellari, senza di che francamente non vedo soluzione in mezzo a un popolo pieno di paura com’è diventato il nostro, impegnato umanamente a tirare avanti per proteggere figli e nipoti.
    Nel 1848 soltanto con lo sciopero del fumo, organizzato compattamente fra tutte le classi sociali, si scatenò la reazione austriaca in pieno centro di Milano, che fece 6 morti e 53 feriti. Siamo noi in grado di emulare tanto coraggio dei nostri antenati? NO!
    Del resto, un mio conoscente svedese mi riferiva mesi fa che in Svezia non si può più aprire bocca, e quei pochissimi che timorosamente ci provano è meglio che lascino il paese.
    Noi qui ne possiamo ancora parlare e scrivere, finchè dura.
    Maria Cipriano

  • Mary 16 Ottobre 2015

    Attualmente ai giovani è offerta solo la libertà di degrado: sì alla droga libera, rivendite di tabacchi e macchinette per giocare davanti a ogni scuola, porcherie di ogni genere sparate ogni ora da tutti i media possibili e immaginabili. Tutto buono? Tutto giusto solo perché ‘ognuno deve poter fare come gli pare’? Oppure mezzi di stordimento di massa per nascondere sfruttamento e disoccupazione giovanile?

  • Mary 16 Ottobre 2015

    Attualmente ai giovani è offerta solo la libertà di degrado: sì alla droga libera, rivendite di tabacchi e macchinette per giocare davanti a ogni scuola, porcherie di ogni genere sparate ogni ora da tutti i media possibili e immaginabili. Tutto buono? Tutto giusto solo perché ‘ognuno deve poter fare come gli pare’? Oppure mezzi di stordimento di massa per nascondere sfruttamento e disoccupazione giovanile?

  • Primula Nera 17 Ottobre 2015

    L’unica reazione possibile e logica è quella del voto.Un centro-destra pur con tutti i suoi difetti(certamente tanti)al governo,fermerebbe la deriva di buonismo ipocrita e “politicamete corretto” estremista di sinistra.Si può prendere apertamente posizione verso ciò che sta avvenendo in Italia in questi mesi,ma senza un cambio di governo,rimarranno vuote parole.Persino una personalità autorevolissima(e che nulla ha mai avuto a che fare con estremismi di alcunchè)come Giovanni Sartori,pur avendo denunciato come una follia lo ius soli,è rimasta inascoltata.Ed in questi mesi in tanti(artisti,presentatori tv,cantanti,scrittori,alti prelati,etc)hanno fatto a gara per rilasciare dichiarazioni favorevoli alla più insensata politica filo migrazionista.Perchè hanno solo da guadagnarci dal parlare così,dove si ha solo da perdere (in termini di carriera)a parlare diversamente…
    Sulla questione dei migranti economici,forse potrebbe salvarci la non troppo amata Ue,che con gli “hot spots” dovrebbe distinguere profughi e clandestini in cerca di fortuna,espellendo questi ultimi.Ma già l’Italia,comincia a fare resistenze,rifiutandosi di istituire centri di detenzione (per coloro che dovrebbero essere espulsi) dove vi sono gli hot spots.Non sia mai che stavolta espellano sul serio qualcuno…
    P.s:Da parecchio non vedo scrivere in questo sito Michele Ruzzai,che credo sia(in assoluto) tra gli intellettuali più interessanti presenti qui in Italia.Spero di tornare a leggere prima o poi altri suoi articoli.

  • Primula Nera 17 Ottobre 2015

    L’unica reazione possibile e logica è quella del voto.Un centro-destra pur con tutti i suoi difetti(certamente tanti)al governo,fermerebbe la deriva di buonismo ipocrita e “politicamete corretto” estremista di sinistra.Si può prendere apertamente posizione verso ciò che sta avvenendo in Italia in questi mesi,ma senza un cambio di governo,rimarranno vuote parole.Persino una personalità autorevolissima(e che nulla ha mai avuto a che fare con estremismi di alcunchè)come Giovanni Sartori,pur avendo denunciato come una follia lo ius soli,è rimasta inascoltata.Ed in questi mesi in tanti(artisti,presentatori tv,cantanti,scrittori,alti prelati,etc)hanno fatto a gara per rilasciare dichiarazioni favorevoli alla più insensata politica filo migrazionista.Perchè hanno solo da guadagnarci dal parlare così,dove si ha solo da perdere (in termini di carriera)a parlare diversamente…
    Sulla questione dei migranti economici,forse potrebbe salvarci la non troppo amata Ue,che con gli “hot spots” dovrebbe distinguere profughi e clandestini in cerca di fortuna,espellendo questi ultimi.Ma già l’Italia,comincia a fare resistenze,rifiutandosi di istituire centri di detenzione (per coloro che dovrebbero essere espulsi) dove vi sono gli hot spots.Non sia mai che stavolta espellano sul serio qualcuno…
    P.s:Da parecchio non vedo scrivere in questo sito Michele Ruzzai,che credo sia(in assoluto) tra gli intellettuali più interessanti presenti qui in Italia.Spero di tornare a leggere prima o poi altri suoi articoli.

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