10 Aprile 2024
Appunti di Storia

ASPETTANDO LA RIVOLUZIONE: d’Annunzio fa pace con i fascisti (Milano, 3 agosto 1922) – 2^ parte – Giacinto Reale

Ma l’assalto degli squadristi fu irrimediabile e travolgente. Nessuna furia di sovversivi, né organizzazione di difesa poteva più frenarli. (Mario Alonge Parco, Faceva caldo a Milano)   Il 1° agosto il Direttorio del Fascio milanese nominava nel suo seno un Comitato Segreto di Azione; le squadre milanesi furono mobilitate e pronte agli ordini dei comandanti.

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ASPETTANDO LA RIVOLUZIONE: d’Annunzio fa pace con i fascisti (Milano, 3 agosto 1922) – 1^ parte – Giacinto Reale

    Se, a 48 ore dalla proclamazione dello sciopero, il Governo non sarà riuscito a stroncarlo, i fascisti provvederanno essi direttamente alla bisogna. (circolare datata 31 luglio della Direzione Nazionale del PNF)   Alla fine del 1921, ormai sconfitti sul campo, le forze di sinistra cercano disperatamente di uscire dall’angolo nel quale sono state

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Armando Cancellada, cavaliere della morte – Pietro Cappellari

Uno squadrista veneziano dimenticato…   […] Il 6 Giugno seguente, verso le 15:00, sei Cavalieri della Morte si ritrovarono presso l’osteria delle Botteselle di Maria Silvestri, in Via Garibaldi, a Venezia, per dissetarsi con una birra[1]. Presa una fisarmonica, gli squadristi presero a cantare La Canzone del Piave e Tripoli bel suon d’amore. Uno di

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Aspettando la rivoluzione: Venezia, estate del 1922 – parte terza – Giacinto Reale

     “…adoperano mezzi illegittimi e si avvalgono dell’uso della forza derivante dall’Associazione e dal contegno in pubblico baldanzosamente prepotente dei gregari, con l’occupare case… favorire al fuga di persone in stato di arresto… chiudere negozi, togliere segni ed emblemi, esporre o ritirare vessilli” (così l’ordine di arresto a carico dei Cavalieri, allo scioglimento)  

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 Aspettando la rivoluzione: Venezia, estate del 1922 – parte seconda – Giacinto Reale

    I combattenti che fanno parte dei Cavalieri della Morte non hanno altri diritti da rivendicare, bensì doveri da compiere, quasi a continuare la loro missione di guerra con una nuova missione di pace che educhi il popolo al lavoro e alla fratellanza. (Gino Covre, in una pubblica conferenza del maggio del 1922)  

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Aspettando la rivoluzione: Venezia, estate del 1922 – parte prima – Giacinto Reale

  L’alta borghesia dimostra una completa cecità di fronte al fenomeno fascista… Fino ad oggi l’alta borghesia si aggrappava a noi, non per simpatia o per convinzione, ma solo per interesse e per paura del bolscevismo… Dico a questa massa di imbecilli… da quando in qua abbiamo detto a questa gretta, tirchia, frolla e leggera

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La situazione era grave, si chiedevano rinforzi – Giacinto Reale

PREMESSA: durante il Regime fiorì un’abbondante memorialistica squadrista, sia pure via via edulcorata col progredire della “normalizzazione”. Di essa non è rimasta traccia (se non in qualche rara ristampa di coraggiosi Editori). Eppure sarebbe utile per capire veramente cosa si proponevano i giovanotti in camicia nera tra il 1919 e il 1922, e come “si

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ASPETTANDO LA RIVOLUZIONE: Ferrara, 12 maggio 1922 (terza parte) – Giacinto Reale

All’amico fraterno Italo Balbo, magnifico condottiero delle milizie fasciste, nell’attesa della marcia suprema. Con ammirazione. (dedica di Mussolini, datata 6 ottobre 1922, in apertura del “Diario 1922”)       L’ “Esercito degli scalzi” muove sulle città.   Mentre ancora non è definita la questione ferrarese, il clima va facendosi sempre più incandescente nella vicina

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L’agguato di Bergiola dell’8 gennaio 1922 – Pietro Cappellari

Il triplice omicidio anarco-repubblicano che segnò la fine del sovversivismo carrarese   Il circondario di Carrara, noto per la presenza di numerose cave di marmo, per via di grandi masse politicizzate (circa 10.000 operai) sia in senso anarchico che repubblicano, era sempre stato una “roccaforte” del sovversivismo italiano. All’indomani della fine della Prima Guerra Mondiale,

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ASPETTANDO LA RIVOLUZIONE: Ferrara, 12 maggio 1922 (seconda parte) – Giacinto Reale

I fascisti, dipinti quali flagello dei lavoratori, quali nemici feroci e sanguinari del popolo… dimostrarono coi fatti di essere gli alleati più fedeli e resistenti della classe operaia. (Raul Forti e Giuseppe Ghedini, L’avvento del fascismo, cronache ferraresi)       L’ “Esercito degli scalzi” muove sulle città.   Con l’inizio del 1922, a tutti

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