13 Aprile 2024
Savitri Devi

SAVITRI DEVI: Il cristianesimo, le caste e l’“ecofascismo”

“La posizione estrema, che nella topografia fascista è centrale perché più lontana dall’estremità del campo egualitaristico, è prettamente nietzschiana:  ritiene che <tutto è marcio>, rigetta in blocco duemila anni di <occidente cristiano> per non ritenere che il <negativo> esemplare (cioè le manifestazioni di sopravvivenza e resurgenza del paganesimo greco-romano-germanico)…” 

Giorgio Locchi “L’Essenza del Fascismo” (Ed. del Tridente, La Spezia, 1981, pag.11). 

“I problemi razziali e quelli ecologici ormai configurano le due ganasce di una immane tenaglia che, irreversibilmente a quanto sembra, sta stritolando il mondo della modernità contemporanea”

S.Waldner “La Deformazione della Natura” AR, Padova, 1997, pag.11

Chi abbia avuto la pazienza di seguire gli articoli del sottoscritto avrà capito che si vuole presentare riferimenti, citazioni e spunti per suscitare una riflessione intorno ai problemi che probabilmente si presenteranno nei prossimi decenni e che, verosimilmente, i sistemi liberal democratici e capitalisti non saranno in grado non solo di risolvere, ma neppure di affrontare adeguatamente.
A questo proposito si possono segnalare le opere di G.  Faye (pur non condividendo certe discutibili scelte filo sioniste di codesto autore) riguardo a quello che egli chiama la “convergenza delle catastrofi” (1) oltre al fondamentale “La Deformazione della Natura” di Silvio Waldner e, per certi versi, anche alcune pagine di una singolare autrice che meriterebbe senz’altro di essere più conosciuta in Italia, anche non condividendone certe estremizzazioni e varie posizioni (chi scrive non ha mai pensato, nonostante illustri esempi, di diventare vegetariano o di rinunciare al vino rosso): Savitri Devi (Maximiani Portas).
Probabilmente i lettori conosceranno l’interessante libro che le ha dedicato Nicholas Goodrick-Clarke “La Sacerdotessa di Hitler” (2), nelle cui pagine avranno seguito le vicende della sua vita e colto gli aspetti principali del suo pensiero. Ricordiamo che questa scrittrice ritenne di ritrovare in un induismo guerriero e sul sistema delle caste da esso ispirato le ultime, (e sempre più precarie) sopravvivenze della autentica religiosità ariana (3). Ciò non è piaciuto molto a certi settori dell’attuale induismo (4) che, tra l’altro, cercano di negare, contro ogni evidenza storica e scientifica, il fondamento razziale del sistema delle caste. Possiamo peraltro chiederci se in India sussista, magari in seno al variegato movimento del “nazionalismo induista”, qualche fermento che possa servire da incitamento anche agli ultimi difensori europei del retaggio indo-europeo, magari facendo riferimento anche a un autore come Alain Danielou (5) le cui opere possono suscitare qualche perplessità per il suo rifarsi ad aspetti anteriori alla conquista del sub continente indiano da parte degli invasori “ariani”, ma che contengono senz’altro spunti di estremo interesse. (5).
Ritornando a Savitri Devi possiamo iniziare con qualche parola intorno alla posizione dell’autrice nei confronti del cristianesimo. Scrive il Goodrick-Clarke (“Sole Nero” pag.141) “…rigettò il cristianesimo, il giudaismo e il marxismo e aspirò a un’eredità pagana ariana tratta dai pantheon della Grecia classica, dell’antica Germania e dell’India vedica”. Per lei “…tutte le nazioni europee che erano state pagane avrebbero dovuto rigettare l’eredità giudeo cristiana che era stata loro imposta e  rinnovare i contatti con le loro antiche religioni etniche” (“Hitler’s Priestess” pag,.21) E’ interessante notare che come  avvenne per tanti altri, anche per la Portas “…la sua conoscenza delle Bibbia aveva instillato in lei una ripugnanza verso gli ebrei” (“La Sacerdotessa di Hitler”pag,35).
In un suo altro libro “Pilgrimage” si legge a pag.281 “Ciò di cui accuso in primo luogo gli ebrei è il Cristianesimo, la più antica e più riuscita loro invenzione mirante a svirilizzare la razza ariana”: una frase di totale condanna dal forte sapore nietzschiano. Ed inoltre in “Gold in the Fournace” (pag.216) arriva a scrivere “Nella misura in cui accetta il cristianesimo,  un europeo accetta la schiavitù nei confronti del pensiero ebraico”.
Per lei (“And Time Rolls On”pag.107) il cristianesimo è incompatibile non solo col nazionalsocialismo, ma con ogni visione del mondo incentrata sulla razza o sulla nazione”. Ricordiamo che uno dei suoi eroi era l’Imperatore Giuliano (“Fu un filosofo,  un generale, un tenace riformatore, un restauratore della paganità e per molti aspetti una delle personalità più affascinanti del mondo antico” Sergio Romano” Giuliano, l’imperatore che restaurò il paganesimo” in “Il Correre della Sera”4 IV 2007).
 L’ostilità ai monoteismi abramitici spinse Maximiani Portas ad una scelta radicale “Ho abbracciato  l’Induismo perché era l’unica religione al mondo compatibile con il Nazional Socialismo” (ibidem pag.117) e qui bisognerebbe sentire cosa ne potrebbero dire gli Indù! D’altra parte “…la religione della razza e del sangue, cioè la Weltanschauung nazional-socialista, è uno dei peggiori pericoli che il cristianesimo abbia mai dovuto affrontare” J.M.Angebert “Hitler et la Tradition Cathare”, Laffont, Paris, 1971, pag.246 “Nel Nazismo svolge un ruolo essenziale la condanna del cristianesimo come religione plebea e imbelle e la denuncia di un bimillenario ciclo storico che fa Paolo di Tarso condurrebbe al bolscevismo” D.Losurdo “Nietzsche, il ribelle aristocratico” pag.801.
Particolarmente interessante è a questo proposito il saggio che Savitri Devi ebbe a dedicare a colui che per alcuni sarebbe il vero fondatore del cristianesimo “Paul de Tarse, ou christianisme et judaisme”. La Nostra condivide tale opinione: se Cristo è veramente esistito, gli insegnamenti che gli vengono attribuiti nei Vangeli sono privi di qualunque senso pratico ed egli non avrebbe mai, comunque, preteso di essere il fondatore di una nuova religione (in un precedente articolo si è visto quali fossero le idee in proposito del francese Daniel Ramée). A pag.2 leggiamo “Anche ammettendo che Gesù sia vissuto e abbia predicato non è lui il vero fondatore del cristianesimo quale esso si presenta”, Invece (pag.3) “Il vero fondatore del Cristianesimo storico, del Cristianesimo quale lo conosciamo in pratica e che ha svolto e svolge ancora un ruolo nella storia dell’Occidente e del mondo, non è Gesù, di cui praticamente non sappiamo nulla, né il suo discepolo Pietro…ma  Paolo di Tarso, di cui sappiamo che era ebreo di sangue, di formazione e d’anima, e, inoltre, ebreo istruito e cittadino romano…”. Paulo di Tarso ebreo ortodosso di  cultura vasta  e cosmopolita aveva perseguitato, come è noto, i discepoli di Gesù (che non aveva mai né visto né conosciuto) fino al noto incidente sulla strada di Damasco che ne determinò la conversione alla nuova fede. Savitri Devi tende ad escludere che tale mutamento fosse dovuto a una visione mistica e la attribuisce ad un colpo di genio di carattere politico. Miglior conoscitore del mondo non ebraico di quanto lo potevano essere i veri discepoli del Cristo rimasti a Gerusalemme, (probabilmente sotto la guida di Giacomo “fratello del Signore” e poi di Pietro) Saulo-Paolo aveva intuito che il cristianesimo poteva diventare uno strumento ideale per instaurare il dominio spirituale ed economico degli ebrei sul resto del mondo “lo strumento  più potente  del dominio  spirituale  di israele, la via per cui si sarebbe potuta realizzare nel modo più sicuro e più definitivo e più definitivo, la “missione” del popolo ebreo che era, secondo lui, quella di regnare sugli altri popoli, di asservirli moralmente sfruttandoli economicamente”(pag.6). Infatti, per la Devi il cristianesimo avrebbe contribuito all’avanzata del dominio ebraico in almeno 2 modi: in primo luogo esso ha conferito un ruolo provvidenziale agli ebrei nella stessa religione adottata dai non ebrei; inoltre il cristianesimo ha predicato l’eguaglianza di tutte le razze e di tutti gli esseri umani. Ciò ha favorito le mescolanze razziali e al declino della coscienza nazionale e razziale tra i non ebrei. Ciò mentre gli ebrei mantenendo la loro coscienza e la loro solidarietà razziale acquistano una posizione sempre più vantaggiosa a misura che gli altri popoli si imbastardiscono, praticano una contro-selezione sempre più nociva e decadono irreversibilmente. Leggiamo alla fine del saggio della Portas (pag.8) “Paolo, il vero fondatore del cristianesimo storico; l’uomo che ha fatto dell’insegnamento …di Gesù la base di un’organizzazione militante… il cui fine non era nel profondo della coscienza dell’apostolo, che il dominio dei suoi su di un mondo moralmente svirilizzato e fisicamente imbastardito; un mondo  in cui un senso sbagliato dell’amore dell’ “uomo” conduce inesorabilmente all’‘imbastardimento indiscriminato delle razze, alla soppressione di ogni fierezza nazionale, in una parola, alla degenerazione.” (6)
Non è qui il caso di vedere come certe tesi fatte proprie dall’Autrice (soprattutto quella che vede in Paolo il vero fondatore della nuova religione, mi limito a segnalare a questo proposito: A.N.Wilson “Paolo, l’uomo che inventò il cristianesimo” Rizzoli, Milano,1997)” possano trovare una qualche conferma nelle opere di studiosi di storia della religione. Notiamo solo che qui la Portas mostra di essere influenzata dal Nietzsche  che nel suo “Der Antichrist” aveva anche egli descritto il Cristo come un idealista “fuori dal  mondo” e Paulo come il vero fondatore del cristianesimo. E’ noto che per il Nietzsche (e non solo per lui) gli ebrei per la stessa propria autoconservazione favorirebbero, nel resto dell’umanità tutti gli istinti di decadenza. A differenza della Portas, tuttavia Nietzsche non pensava che Paolo avesse ideato un vero e proprio strumento di “guerra occulta”contro tutte le altre genti, ma soprattutto perché come altri ebrei tendeva appunto a favorire, era per Nietzsche la vendetta degli infimi, la fusione  di ogni fermento di decadenza attivo fra i “gentili” contro  la cultura greca e l’Impero di Roma, la vendetta dei ciandala contro la razza romana dei dominatori(7).
Savitri Devi mostra anche di condividere (“Souvenirs et…” pag.165) il parere di Adolf Hitler (espresso nelle famose “Conversazioni a Tavola”) secondo cui il cristianesimo era una prefigurazione del bolscevismo, la mobilitazione da parte degli ebrei delle masse degli schiavi e degli inferiori allo scopo di minare la società, la dottrina egualitaristica e soprattutto antirazzista atta a arruolare le masse degli sradicati di Roma e del Medio Oriente più meno romanizzato.
Peraltro la Devi non pare aver approfondito la figura del Cristo visto che in altri suoi scritti, in seguito, loda nei suoi scritti il libro di Robert  Ambelain  “Jesus ou le mortel secret des Templiers” (ed.it. “Il Segreto dei Templari” Mediterranee, Roma, 1975)  che riprendendo l’ipotesi che fa di Gesù il figlio e continuatore del capo partigiano Giuda il Gaulonita (o Giuda di Gamala) forza tale teoria fino ad estremi che a chi scrive paiono, a dir poco, alquanto improbabili.(comunque una piacevole lettura!).
Torniamo ora sul sistema delle caste già trattato in un precedente articolo su Victor Courtet e sul quale mi propongo di tornare in eventuali studi sulle gerarchie razziali.
Scrive il Goodrick–Clarke (“Hitler’s priestess” pag.38-39.) “La Portas era interessata soprattutto al sistema delle caste dell’induismo, che lei considerava come l’archetipo ariano delle leggi razziali volte a regolare la segregazione delle varie razze e a conservare il sangue puro degli Ariani di pelle chiara…Quando gli Ariani invasero per la prima volta l’India, erano già divisi in 3 classi sociali: i guerrieri cioè l’aristocrazia, i sacerdoti e la gente comune. Gli Ariani parlavano sprezzantemente delle genti dravidiche e aborigene scure di pelle e con il naso piatto, che avevano soggiogato, chiamandoli Daysus (“uomini tozzi!,”schiavi”.o persino “scimmie”. In sistema di caste ancora più esclusivista si sviluppò dopo l’incontro con questi popoli, tale processo scaturiva sia dal timore verso i Daysus sia dalla preoccupazione che l’assimilazione con loro avrebbe portato alla perdita dell’identità ariana: La parola sanscrita per casta è “varna” che effettivamente significa colore, e ciò fornì la base del sistema delle caste originale che comprendeva gli “Kshatriyas” (i guerrieri e l’aristocrazia), i brahmani (sacerdoti). i “vaishyas” (coltivatori) e i “sudra” cioè i Daysus e quelli di origine mista ariana-daysu.  La Portas venerava la razza Ariana per la sua purezza razziale come lo zenit della perfezione fisica e per le sue straordinarie qualità di bellezza, intelligenza, volitività e coscienziosità. Essa considerava la sopravvivenza della minoranza dei Bramini dalla pelle chiara tra l’immensa popolazione delle varie razze dell’India, dopo ben 60 secoli come un tributo vivente al valore del sistema ariano delle caste”. A pag 29 di “Souvenir set Réflexions d’une Aryenne” si legge: “Si distingue ancor oggi un indù di casta molto alta, Bramino o Kshattriya, in altri termini un indù indo-europeo, da un indù che non lo è e questo, soprattutto nel Nord della penisola, la regione arianizzata da più lunga data”. Per Savitri Devi (“And Time Rolls On” pagg.167 e segg.) il sistema delle caste andrebbe esteso a tutto il mondo (8) “è lo stesso principio, quello della separazione delle razze, del governo da parte degli Ariani, il dominio da parte degli Ariani in ogni paese di un mondo multi razziale”. Possiamo qui citare G.F. Freda che in “Il Fronte Nazionale” (AR, Padova, 1994, pag. 3) scriveva: “Non alle sue masse degenerate, ma alle compagini spiritualmente ed eticamente più pure della razza bianca va riconosciuto il compito di ordinare, attraverso la diseguaglianza delle razze, e di governare, mediante la differenza delle stirpi, il movimento di unificazione complessiva del genere umano.” (8).
Da parte mia aggiungo alcune interessanti citazioni sul sistema delle caste. Già Renato Biasutti aveva scritto in ”Le razze e i Popoli della Terra” (UTET, Torino, 1967, Vol.II, pag.591) “Lo studio comparativo dei caratteri somatici delle caste, nelle varie regioni, ha dimostrato che alla gerarchia sociale ne corrisponde una fisica in quanto che dalle caste alte alle basse si fa di regola più scura la pelle, aumenta l’indice nasale e diminuisce la statura”.
James e Margaret Stutley “Dizionario dell’Induismo” (Ubaldini, Roma, 1980, pag. 30) “ I Signori della Terra ariani erano il prototipo dei re e dei nobili vedici…, come pure della classe dei cavalieri…e la differenziazione di costoro dagli indigeni indiani veniva accentuata dalle caratteristiche etniche ariane, tanto che essi chiedevano agli dei di preservare i loro capelli biondi e la loro carnagione chiara…dal pericolo di una contaminazione per i matrimoni con gli indigeni di pelle scura. Ma nonostante queste preghiere, la fusione tra gli ariani e alcuni degli indigeni ci fu, e tanto bastò per far scomparire il significato etnico del termine arya. Questo conservò comunque parte del suo prestigio come sinonimo di <nobile>, <valido>, <degno di fiducia> ecc. Gli Ariani erano anche contraddistinti dall’organizzazione patriarcale della società, nonché dal culto di divinità maschili come Indra, Agni e Mitra in contrapposizione al concetto di dea-madre comune a tutte le società indiane. Ma dalla fusione di gruppi etnici corrispose la formazione di un pantheon di divinità tanto maschili che femminili e l’istituzione di un complesso rituale, effetto quesito, della crescente autorità dei gruppi sacerdotali…Si può ipotizzare che sia stata la componente indiana più che quella ariana a orientare il processo di fusione, e a divenire così la base del moderno induismo”. Machael H.Hart in “Understanding Human History” (Washington Summit Publishers, USA, 2007, pag. 270) scriveva: “Verso il 1500 a.C., l’India venne nuovamente invasa dal Nordovest. Questi nuovi invasori, gli Ariani appartenevano a tribù caucasoidi che parlavano linguaggi indo-europei parenti dell’antico Sanscrito. Ben presto gli invasori sottomisero i resti della civiltà della Valle dell’Indo, e gradualmente si sparsero per tutta l’India settentrionale. Come risultato, la maggior parte degli abitanti dell’India settentrionale parlano lingue imparentate tra di loro, derivate dal Sanscrito.(La maggior parte degli abitanti del Sud continua, invece, a parlare lingue dravidiche). Probabilmente gli invasori ariani provenivano dall’Afghanistan o forse dall’Iran orientale, e in precedenza dall’Asia centrale. Dato che essi erano alquanto più chiari di pelle, gli attuali abitanti dell’India settentrionale sono, in media, alquanto più chiari di quelli del sud. Dato che le regioni da cui gli Ariani provenivano erano molto più secche dell’India, e non potevano aver in precedenza ospitato una popolazione numerosa come quella dell’India settentrionale, è chiaro che gli invasori dovevano essere molto meno numerosi della popolazione indigena. La più semplice spiegazione del loro successo è che essi avessero, in media, un’intelligenza maggiore degli abitanti precedenti…ne consegue che uno dei risultati laterali dell’invasione fu quello di innalzare il QI medio della popolazione indiana.” (Sarà bene ritornare in futuro su codesto teorico giudeo-americano delle diseguaglianze razziali). Alberto Ronchey in “Atlante Ideologico” (Garzanti, Milano 1973, pag. 35) riassumeva “Gli invasori indoeuropei, fratelli degli Iranici, imposero l’edificio delle caste social-religiose, non comunicanti tra loro, per garantire il dominio ariano-braminico e sbarrare la via al meticciato. In pratica non fu evitata una discendenza meticcia…”
In effetti, come scriveva H. Schreiber in “Sulle orme dei primi uomini” (Sugarco, Milano, 1988, pag,118) “…non è ancora nata un’organizzazione capace di impedire matrimoni misti fra vincitori e vinti e contatti sessuali tra dominatori e assoggettati” (Possiamo rimandare qui a certe considerazioni svolte da Julius Evola in “Sintesi di Dottrina della Razza” Hoepli, Milano, 1941, pag.100 e segg.)’
Naturalmente la Portas aveva ben sotto gli occhi quello che accadeva in India e notava (“Souvenirs…” pag.209) “…sono le caste base, gli aborigeni e gli Eurasiatici – i non Ariani e i meticci- che si moltiplicano col ritmo più folle, mentre i pochi milioni di ariani che sono riuscito per 60 secoli a sopravvivere più o meno puri, in un vasto ambiente multirazziale, rappresentano una minoranza sempre più ristretta e godono …grazie al parlamentarismo introdotto dai britannici, di un’influenza politica sempre minore.”
E passiamo a un altro argomento che tocchiamo con cautela in quanto poco familiare a chi scrive: del citato libro del Goodrick Clarke i lettori ricorderanno forse i capitoli in cui l’autore cercava di collegare alcune posizioni di Savitri Devi alla cosiddetta “ecologia profonda”. Un argomento che crediamo diventerà sempre più attuale, visto che sono sempre di più coloro che prevedono un futuro disastroso per il nostro pianeta.
Riportiamo da <Il Secolo d’Italia> del 9-II-2001 un articolo non firmato, dal titolo alquanto inquietante <Sarà il pianeta degli orrori> sottotitolato <Fosche previsioni in un rapporto del ministero della Difesa britannico- Catastrofi e mutamenti climatici sulla Terra intorno al 2030> vi si leggeva: “Riscaldamento della terra, carenza di acqua potabile, esplosione di malattie come l’Aids, cambiamento demografici, immigrazioni, mutamenti psicologici e attitudinali verso il ruolo e la funzione dei militari sono i denotatori di situazioni altamente a rischio in tutto il pianeta. Un pianeta disastrato.” Vi è anche chi ipotizza anche di peggio: “Per Martin Rees, un autorevole esperto di cosmologia e astrofisica, c’è solo una probabilità su 2 che la razza umana arrivi al prossimo secolo.” Giovanni Sartori <Homo Stupidus fermati in tempo>in <Il Corriere della Sera> 17 VIII 2003.)
(Mi si permetta qui di rimandare al mio  Alcuni spunti e riflessioni per una rilettura di Oswald Spengler per quanto riguarda alcuni spunti rintracciabili negli ultimi scritti dell’autore de “Il Tramonto dell’Occidente”)
“E’ troppo tardi, la Storia non si arresta più, ne siamo travolti e l’inclinazione dei suoi piani ci vieta di sperare in un qualsiasi rallentamento, stiamo andando verso la catastrofe planetaria, e l’universo è pieno di gente che la desidera e la desidererà sempre di più, per sfuggire all’ordine, un ordine sempre più assurdo, che si mantiene soltanto a scapito della coerenza e, quindi, dell’umanità dell’uomo” Alberto Caraco “Breviario del Caos” pag.15 “Non esiste alcun <sviluppo sostenibile>, lo sviluppo è insostenibile già ora e qualsiasi sua crescita, non importa con quali tecnologie e risorse, produrrebbe effetti ulteriormente devastanti sull’ambiente.” Massimo Fini “L’insostenibile pesantezza dello sviluppo”in “Il Borghese”9 IX 2002
Certo, molti “profeti di sventura” hanno visto, in passato, smentite le loro fosche previsioni, ma con il passare degli anni si fa sempre più profonda e diffusa la convinzione che a meno di un vero e proprio rovesciamento del senso della storia, l’andazzo non potrà che condurre alla catastrofe. (Si vedano per es. gli articoli sulla sovrappopolazione che Giovanni Sartori pubblica sul “Corriere della Sera”) “Molti ecologisti identificarono le feconde razze di colore dell’Africa, dell’Asia e del Sudamerica come la causa prima del problema della popolazione del mondo” (“La Sacerdotessa di Hitler” pag.288.)
Per Savitri Devi (“La Sacerdotessa di Hitler” pag.292) “…la divinità si manifesta in tutta la natura, l’uomo è nulla di speciale, e le sue recenti idee di eguaglianza universale e di diritto alla prosperità a spese del resto della natura sono fondamentalmente sbagliate” Leggiamo alle pagg.24-25 di “Souvenirs et Réflexions d’une Aryenne” “Ogni autentico razzismo implica la negazione del dogma del valore smisurato dell’”uomo” qual che sia; la negazione del carattere “a parte” dell’uomo e la sua integrazione in seno dell’insieme delle altre specie viventi, la negazione dell’eguaglianza…delle “anime” come di quella dei corpi degli uomini.” (Il testo in cui l’Autrice ha maggiormente espresso il suo sviscerato amore per gli animali è la natura è “The Impeachment of Man”) Il Goodrick Clarke riteneva pertanto di collegare al pensiero della Nostra alle concezioni della “ecologia profonda” e anche a quei movimenti che auspicano una drastica riduzione del numero degli esseri umani nonché un’ altrettanto drastica riduzione dei loro consumi. Si legge a pag 322 di “Souvenirs…” L’uomo, una volta parte integrante della natura, …è diventato il carnefice di ogni bellezza, il nemico della Madre universale, il cancro del pianeta.” E a pag.291 si era letto “Non vi è peggior nemico per la bellezza del mondo che il pullulare illimitato dell’uomo. Non vi è peggior nemico della qualità dell’’uomo stesso che tale pullulare: non lo si ripeterebbe mai abbastanza – scegliere tra la <quantità> e la <qualità>…”E Savitri Devi in attesa della fine di questo ”ciclo” non poteva che essere pessimista “il processo di avvilimento graduale dell’uomo, contemporaneamente allo sterminio degli animali più nobili e la distruzione delle foreste, il processo di dissacrazione e di imbruttimento della Terra continua. E non può che continuare…” Difficile, almeno qui, darle torto.
Facendo un passo indietro nella storia, possiamo qui ricordare che alcuni regimi sorti in Europa nella prima metà dello scorso secolo ebbero il merito di attuare efficaci misure per la difesa dell’ambiente naturale, si tratta, naturalmente, di quelli che sarebbero stati a detta di alcuni, espressioni del “male assoluto”; bastino, per ora poche citazioni.
Guido Mussolini e Filippo Giannini “Benito Mussolini L’uomo della Pace” II Volume <Dalla Marcia su Roma all’assalto al latifondo> Greco e Greco, Milano, 1999, pag. 267-268 “La legge fascista N. 3267 del 30/12/1923, voluta da Mussolini studiata da Arrigo Serpieri e tendente al <riordinamento e riforme della legislazione in materia di boschi e di terreni montani>, fu necessaria per frenare la desertificazione di molte zone della penisola e per dare inizio ad un programma di rimboschimento che riuscì vittorioso, portando la superficie boschiva dai 4,5 milioni di ettari del 1920 ai circa 6 milioni del 1940. Vennero così creati i Parchi Nazionali: Gran Paradiso nel 1922; d’Abruzzo nel 1923; del Circeo nel 1934; dello Stelvio nel 1935; tutti gestiti e protetti dalla Milizia Nazionale Fascista Forestale. Scrive Piero Palombo: <La consegna è di lodare la salubrità dell’aria dei campi, la bellezza dei tramonti, ogni possibile ruralità. Duole ricordarlo…: i primi ecologisti indossano l’orbace>.
I “primi ecologisti” compresero l’importanza del rispetto della natura, tanto che fu istituita la <Festa degli alberi>. Compresero anche la grandissima importanza di assegnare alla tutela della libera fauna a protezione dell’attività agricola, tanto che il <Sindacato Nazionale fascista Tecnici agricoli> pubblicò e diffuse, nel 1933, un libro intitolato: <gli uccelli amici dell’agricoltore>, in cui si illustrava l’importanza biologica delle specie alate e la necessità della loro protezione. In pratica un atto di accusa contro gli uccellatori e i cacciatori.”.
“Sospinto da tutta una tradizione germanica, il Terzo Reich impianterà la prima grande legislazione ecologica, La legge tedesca del novembre  1933 che punisce la crudeltà verso gli animali, a partire dalla vivisezione, e quella del luglio 1934 che proibisce certi tipi di caccia vanno ben al di là della Legge Gramont del XIX secolo che non riguardava che gli animali domestici e lo spettacolo pubblico della loro sofferenza: l’animale in sé si vede riconosciuti dei diritti in quanto elemento della natura; la protezione di questa, proclamata “natura del Reich” (Reichsnatur), conduce alla definizione, a fianco della concezione di carattere più estetico dei monumenti naturali, di ciò che è selvaggio (das Wilde) come bene culturale” P.Oury “Du Fascisme” (Perrin, Paris, 2003pagg201-202)     “Il Nazionalsocialismo, in anticipo di un ottantennio  sulle attuali tendenze, fu il primo movimento politico ecologista della storia.” L.L.Rimbotti “La Profezia del Terzo regno: dalla Rivoluzione Conservatrice al Nazionalsocialismo” Ritter, Milano, 2011, pag.143 “I Fascisti e i Nazisti furono in effetti tra i primi importanti ambientalisti nella politica del XX secolo, nonostante essi non siano riusciti a raggiungere molti degli obiettivi che si proponevano” S.G.Payne “Fascism Comparison and Definition” (Un.of Wisconsin Press, USA, 1980 pag.83) “…Hitler era ben più avanti dei suo tempi in quel che concerne l’ecologia, le riforme ambientali e l’inquinamento”(ibidem pag.98 )
Su codesti precedenti si basano alcune riflessioni più recenti a proposito di quello che viene definito “ecofascismo” Roger Griffin in “The Nature of Fascism” (Routledge, London, New York, 1996 pag. 2) lo definisce “termine tecnico usato nell’ambito degli studi ambientalistici riguardo ai Verdi <scuri> che propongono che lo Stato venga dotato di poteri che gli permettano di intervenire con misure draconiane per risolvere i problemi ecologici.” Inoltre, per questo studioso, “L’ecologia è stata particolarmente presa in considerazione come cavallo di troia ideologico per portare idee fasciste nella cittadella del dibattito ideologico ortodosso, con tentativi di infiltrazione di gruppi verdi di tendenza democratica in Germania, Gran Bretagna, Italia, Spagna e Francia…una mossa che era parallela all’azione di alcuni partiti di ultra destra non fascista come il Partito Liberale Ecologista della Svizzera.” Cfr.anche Dick Pels  “Il Fascismo e il primato del politico” in “Trasgressioni” N. 25 1/4/1998 vi si poteva leggere: “L’<ecofascismo> (o ciò a cui talvolta ci si riferisce definendolo ecologia Blut und Boden) auspica uno Stato forte allo scopo di proteggere la <cosa pubblica> ecologica e il suo <ordine naturale> dalla distruzione tramite i disastri naturali, la sovrappopolazione e la contaminazione, che minacciano congiuntamente l’identità e l’integrità del popolo nonché il suo habitat naturale. Il richiamo a una <protezione patriottica dell’ambiente> formulato nel programma del 1990 dei Republikaner non sono lontani da propositi più radicali come quelli coltivati dall’ex ideologo verde Herbert Gruhl, che pone mano a familiari temi schmittiani sottolineando lo <stato di eccezione> ecologico, che è obbligatoriamente governato dalla <legge marziale>, la necessità imperativa di uno Stato autoritario per disegnare una strategia di sopravvivenza e metterla in atto con forza, e la concomitante necessità di abolire la procedura democratica sostituendola con una dittatura che nell’attuale contesto dovrebbe essere affidata a un’elite di individui ecologicamente illuminati 
Dunque vi è la consapevolezza che i sistemi democratici e liberal capitalisti non potranno essere all’altezza delle sfide del futuro né per scongiurare possibili catastrofi né per porvi per quanto possibile, dei rimedi, una volta che esse avvenissero. In nessun caso in queste eventuali circostanze si potrà far affidamento sul suffragio (i famosi “ludi cartacei”) di masse più o meno ignare dei problemi da risolvere e interessate (in fondo giustamente) al loro più o meno immediato benessere né, e la cosa è fin troppo chiara, sugli attuali modelli di produzione e consumo. Scrive G.Corvus (G.Faye) in “La Convergence des Catastrophes” (pag.30) “E’impossibile che i dirigenti e le classi politiche europee attuali, che si segnalano per la loro mollezza nelle decisioni, per una mediocrità umana spaventosa e per una assenza totale di preoccupazioni a lungo termine, in breve, per una mancanza di carattere, comprendano e possano gestire una simile situazione.”
Un mondo che fosse rimasto pagano non avrebbe violentato la natura, i Paganesimi la consideravano divina, di norma adoravano alberi e sorgenti…”Albert Caraco “Breviario del caos”pag.99 “…un nuovo Paganesimo salverà gli uomini, che le religioni cosiddette rivelate fanno smarrire nel labirinto dei loro paradossi ormai insostenibili, paradossi ormai illegittimi, paradossi ormai assurdi”(9)
Per concludere, per ora, su Savitri Devi riporto da Gianfranco Drioli “Ahnenerbe-Appunti su scienza e magia del Nazionalsocialismo” (Ritter, Milano,2011, pag.170) “Savitri Devi considerava che l’umanità era ormai degradata e corrotta, e sentiva l’impellente necessità di un drastico cambiamento. Il mondo, per lei, era pieno di esseri inidonei e trovava molto più valore in un animale puro, rimasto se stesso senza inquinamenti, piuttosto che in esseri umani dal fisico meticciato e dall’animo imbastardito. Stranamente (o forse no?) vediamo attualmente, con lo sviluppo in tutto il mondo dei movimenti ecologisti e di rispetto verso l’ambiente, come si stia espandendo il concetto savitriano di divinizzazione della natura, la quale per l’induismo è sempre stata una delle tante possibili manifestazioni divine. Per lei apparivano degni di apprezzamento i nobili animali, le belle piante, mentre non tutti i bipedi implumi le apparivano invece di pari nobiltà. Sembra che, senza che gli stessi ecologisti se ne rendessero conto, Savitri Devi abbia lasciato il segno, anche per chi non ne abbia mai nemmeno sentito parlare. Il rinnovato interesse per la natura, il neopaganesimo…le tendenze neopagane con il revival celtico, la nostalgia della patria perduta assieme alla primitiva età dell’oro… sono tutti indizi che la vestale di Hitler aveva individuato dei punti nevralgici del nostro tempo.”
A chi scrive piace fantasticare sull’instaurazione per la salvezza del pianeta di una sorta di Stato platonico guidato da gruppi di esperti che sappiano cosa sia necessario fare e cosa sia necessario evitare per la salvezza (e probabilmente la ricostruzione per quanto sarebbe ancora possibile) della biosfera, coadiuvati da guerrieri che impongano al resto della popolazione ciò che fosse stato deciso in alto dai sapienti. Una concezione platonica ed indoeuropea, con buona pace di quella che l’Ing. Bordiga (se non erro) chiamava “santa democrazia sempre martire e mai vergine”
ALFONSO DE FILIPPI
(1) G.  Faye in “Archeofuturismo”pag.17 scriveva “Questo libro contiene tre tesi che sono logicamente collegate. La prima afferma che la civiltà attuale, frutto della modernità e dell’egualitarismo vive il suo apogeo finale perché su di essa incombe a breve termine la minaccia di un cataclisma planetario che è il risultato di una convergenza delle catastrofi . Nel passato numerose civiltà sono scomparse, ma erano disastri che interessavano solo determinate aree della Terra e non coinvolgevano tutta l’umanità. Oggi invece,.per la prima volta nella Storia, una civiltà mondiale, estensione planetaria della civiltà occidentale, è minacciata da linee convergenti di catastrofi prodotte dall’applicazione dei suoi progetti ideologici. Una serie di concatenamenti drammatici convergono verso un punto fatale che ritengo si possa collocare all’inizio del XXI secolo, tra il 2010 e il 2020, e faranno precipitare nel caos il mondo che oggi conosciamo, provocando un vero e proprio terremoto culturale. Le “linee di catastrofi” riguardano l’ecologia, la demografia, l’economia, la religione, l’epidemiologia e la geopolitica. L’attuale civiltà non può durare. Le sue fondamenta sono in contrasto con la realtà” Siamo ormai alla fine del 2011, forse dovremmo prestare più attenzione alle fosche profezie attribuite ai Maya riguardo al fatale 2012? Riguardo alle “linee di catastrofe” rimandiamo anche a Silvano Lorenzoni “Contro il Monoteismo” (Ghenos, Ferrara, 2006, pag53 e segg…
(2)Purtroppo la traduzione è assai discutibile e costringe talvolta a ricorrere all’originale inglese,lo stesso valga per l’altro libro del Goodrick Clarke “tradotto”in italiano “Black Sun”. “Sole Nero”
(3)“Indra sgomina i Dasa cioè gli aborigeni dalla pelle nera e diviene così il Dio nazionale degli Ari… Egli è grande e biondo..”N. Turchi “Storia delle Religioni”Sansoni, Firenze, 1962, vol II, pag.66 Inoltre si deve ricordare che Savitri Devi riteneva che il brahmanesimo, come lei l’ interpretava, l’unica religione compatibile con il Nazionalsocialismo. Entrambi, per lei (“Souvenirs et Reflexions d’une Aryenne”pag. 277), “ sono incentrati sull’’idea della purezza del sangue, e della trasmissione …. della vita sana, soprattutto di quella dell’elite razziale ….. Entrambi esaltano la guerra combattuta con distacco <la guerra senza odio> :. come dice la Bhagawad Gita…… Ed entrambi prospettano alla Terra un ordine visibile calcato sulle realtà cosmiche e le leggi stesse della vita.”
(4)Cfr.ad es. la pur interessante opera in 2 volumi di K Elst “The Saffron Swastika-The Notion of <Hindu Fascism>”Voice of India, New Delhi,2001
(5)L’opera più nota del Danielou “Siva e Dioniso. La religione della Natura e dell’Eros” (Ubaldini, Roma, 1980 contiene numerosi spunti degni di riflessione ad esempio di critica contro il monoteismo e non solo. Pag.169” L’uomo non è soltanto cacciatore, è anche guerriero. Animale sociale, organizzato in branco o in gruppo, difende come gli altri animali il proprio spazio vitale contro altri gruppi, altre tribù, altri popoli. Nella mitologia gli stessi dei sono per la maggior parte dei guerrieri, in lotta costante contro i Titani per l’occupazione dei mondi celesti. L’atto guerriero rientra nella natura dell’uomo, nel piano della creazione. Combattere e uccidere diventa a volte un dovere ineluttabile, un atto sacro come lo esprime il dio-.eroe Krsna nella Bhagavadgita quando Arjuna esita a combattere e a massacrare i propri cugini.”. E a pag.170 “..la crudeltà è uno degli elementi costituenti fondamentali del mondo, essa rientra nella natura di ogni essere vivente, dell’uomo, di ogni uomo più o meno segretamente. Oltre che nelle necessità alimentari, si esprime in forma di difesa di un territorio vitale tanto negli animali quanto negli umani; permette anche di assicurare la supremazia e la <purezza> di una specie, di una razza, di una religione, di una cultura,..”Infine pag.173 “la mescolanza delle razze, l’imbastardimento che ne risulta, costituiscono sempre una regressione, una dissipazione dell’eredità degli antenati e un rischio di indebolimento per i discendenti che nessun uomo responsabile ha il diritto di assumere” In un’altra opera “Caste, egualitarismo e genocidi culturali” il Danielou scriveva (pag35) “I meticci, nati da un incrocio di razze, rappresentano, secondo la teoria indù, un passo indietro, ad uno stato tanto più primitivo quanto più i gruppi che si mescolano sono distanti l’uno dall’altro. Gli individui di razze miste non possiedono né le attitudini, né le virtù morali, né le qualità intellettuali dei gruppi da cui sono fuoriusciti. Formano delle entità instabili,difficili da controllare e da utilizzare .I figli che non possiedono le caratteristiche dei genitori, contestano le loro abitudini, sono ostili ai loro valori. Difficilmente possono succedere loro nelle funzioni e non hanno dunque più un mezzo di sostentamento assicurato. La famiglia tende a dissolversi .Le società miste sono ingovernabili poiché il problema della famiglia mina anche il gruppo che perde ogni solidarietà e, infine, la nazione che diventa un insieme eteroclito di individui disparati, senza coesione, senza raggruppamento logico, in perpetua lotta per la sopravvivenza. Secondo i Purana l’incrocio delle razze e delle caste è uno dei segni precursori della distruzione dell’umanità” .Evidentemente uno shivaita adoratore del linga, può essere tanto poco politicamente corretto quanto un banale skinhead neonazista!”A proposito di incroci : “Il problema fondamentale è adesso la minaccia del meticciato in grande scala con conseguente dissoluzione della civiltà europea”S.Waldner “La Deformazione della Natura” (pag.65.)
(6)“Il cristianesimo è lo strumento per mezzo del quale gli ebrei stanno lavorando per avverare la loro pretesa di rendere loro schiavi tutti i non ebrei”Silvano Lorenzoni “La Figura Mostruosa di Cristo e la convergenza dei monoteismi” Primordia, Milano,2011,pag.43. Chi legga questo testo non potrà più avere dubbi sulla sudditanza delle confessioni cristiane,compresa la cattolica,nei confronti dell’ebraismo.
(7)Ciandala: .i fuori casta dell’India, gli infimi del sistema “Gobineau descrive compiaciuto la violenza che si scatenava  a danno di coloro che violavano il divieto di miscegenation  e della loro prole, i ciandala” Domenico Losurdo “Nietzsche, il ribelle aristocratico” Bollati-Boringhieri,Torino,2002,pag.436( E’nota l’ammirazione del filosofo della “Volontà di Potenza” per il “codice di Manu” la legislazione che regolava il sistema delle caste.) Cfr anche Abir Taha “Nietzsche, Prophet of Nazism:The Cult of the Superman” AutorHouse,USA,2005
(8)“…i nazisti prefiguravano una società divisa in caste secondo un rigido criterio razziale quale stadio definitivo dello sviluppo dell’umanità”E.Nolte “La crisi dei regimi liberali e i Movimenti Fascisti” (Il Mulino, Bologna, 1970.pag. 307.)
(9)A pag. del libello del Caraco si legge “…lo spirito europeo ha perduto l’incisività insieme con la coerenza, ha dimostrato di non essere all’altezza delle sue opere comunicandole al resto degli esseri umani. Gli Africani e gli Asiatici non attribuiscono lo stesso significato alle parole che mutuano da noi, e la loro vendetta consiste nel farci dubitare di noi stessi, servendosi dei nostri vocabolari. L’Europa è ricca e debole, la Storia ci insegna che il dovere del ricco è quello di essere più forte del povero o di aspettarsi il peggio.E a pag 121 “Gli Africani e gli Asiatici hanno scoperto il Nazionalismo, e non sono estranei al Razzismo, quella gente segue le nostre orme, e se aspettiamo che si disingannino, diventeremo loro servi o loro vittime, le nostre donne saranno le loro prostitute e i nostri beni il loro bottino. Non ci perdoneranno di averli umiliati senza poi sterminarli,…… Parliamo di fraternità e dimentichiamo che di fronte a noi abbiamo dei mendicanti e dei vendicatori, brutti, malsani, viziosi, crudeli e dispotici,….”Se lo dice lui un ebreo-turco !  … A pag.53 si era già letto “Stiamo entrando in un futuro barbaro e dobbiamo armarci della sua barbarie, per adeguarci alla sua dismisura e resistere alla sua incoerenza, non abbiamo altra scelta che mantenere o abdicare, non abbiamo altra scelta che contenere o cedere, dobbiamo colpire oggi chi colpirebbe domani, questa è la regola del gioco, e coloro che ci implorano ci punirebbero subito per averla dimenticata.”(Avete mai letto “L’Ammutinamento dell’Elsinore”di Jack .London?) 
Comunque, al di là di certe furibonde estremizzazioni: Essere o non essere: questo è il nostro problema. Noi saremo o schiavi o padroni, e dato che non siamo adatti ad essere schiavi dobbiamo agire per ottenere una indiscutibile supremazia mondiale della nostra razza. Non vi è altra possibilità di scelta. E’ un dovere verso noi stesi e ancor più verso quelli che verranno dopo di noi.”A Jacob “White Man think again” (New Christian Crusade Church, USA,s.i.d,pag.277).
BIBLIOGRAFIA
Caraco Albert “Breviario del caos”Adelphi,Milano,1998
Corvus Guillaume <La convergence des catastrophes>DIE,Paris,2004
Danielou Alain “Caste, Egualitarismo e Genocidi Culturali”Barbarossa,Milano,1997dA
De Filippi Alfonso(a cura di) “Il Secolo della Decisione-Problemi,compiti e conflitti etnici del XXI secolo”Idee in Movimento,,Genova,2008
Devi Savitri “Pilgrimage”(la edizione  anastatica in mio possesso non porta né luogo né data)
Devi Savitri “A Warning to the Indus”Promilla,New Delhi,1993
Devi Savitri “Defiance”The S,.Devi Archive,USA2008”
Devi Savitri “L’Etang aux Lotus”Avatar,Paris,2005
Devi Savitri “Paul de Trase ou christianisme et judaisme” Ce Cher Passe,senza luogo né data.
Devi Savitri “Souvenirs et Reflexions d ‘une Aryenne”Ce Cher Passe,1976
Devi Savitri “And Time Rolls On-The Savitri Devi interviews” Black Sun,USA,2005
Devi Savitri “Gold in the Furnace”Historical Review Press,Gran Bretagna,2005
Devi Savitri “Son of the Sun”AMORC,USA,1996
Devi Savitri “The Lightening and the Sun”Renaissance Press,New Zealand,s.i.d.
Esnoul Anne-Marie (a cura di)”Bhagavadgita”Adelphi,Milano,1976
Faye Guillaume “Archeofuturismo”Società Editrice Barbarossa,Milano,1999 Faye Guillaume “La Colonisation de l’Europe- Discours vrai sull’immigration et l’Islam”L’Aencre,Paris,2000. Faye Guillaume “Pourquoi nous combattono”L’Aencre,Paris,2001 Faye Guillaume “Avant –Guerre Chronique d’un cataclysme annuncie”L’Aencre,Paris,2002 Faye G.,Freson P.Steuckers R. “Petit lexique du Partisan Europeen”ARS,Nantes,s.i,d.
Gardell Mattias “Gods of the Blood-the pagan revival and white separatism”Duke Un.Press,USA,2003
Goodrick Clarke Nicholas “Hitler’s Priestyess-Savitri Devi,the Hindu Aryan Myth,and Neo Nazism”New York Un.Press,USA,1998 trad italiana (assai discutibile) “La Sacerdotessa di Hitler”Settimo Sigillo,Roma,2006”
Goodrick Clarke “Black Sun-Aryan cults, esoteric nazism and the politics of identity”New York Un.Press,USA,2002.Trad it “Sole Nero” Settimo Sigillo,Roma,2007!
Nietzsche Friedrich “L’anticristiano”AR,Padova,2004”
Waldner Silvio “La Deformazione della Natura”AR,Padova,1997

4 Comments

  • sinwan85Gmail.com 2 Gennaio 2012

    L’ARTICOLO E^ BELLO E VIBRANTE SOLO CHE SI RIFERISCE A SUPERSTIZIONI QUALI IL CRISTIANESIMO L’EBRAISMO IL SEMITISMO L’INDUISMO SUPERSTIZIOSO E VIA VIA !!!!! LA COMPREHENSONE DELLE TRADIZIONI TUTTE NEI MODI ACCOCE AL METHODO NOM E^ l?IGNORANZA SUPERSTIZIOSA CHE LE SCIMMIOTTA !!!!! Sinwan Lanwan Orioneo Custode del Palladyon “”I””

  • sinwan85Gmail.com 2 Gennaio 2012

    L’ARTICOLO E^ BELLO E VIBRANTE SOLO CHE SI RIFERISCE A SUPERSTIZIONI QUALI IL CRISTIANESIMO L’EBRAISMO IL SEMITISMO L’INDUISMO SUPERSTIZIOSO E VIA VIA !!!!! LA COMPREHENSONE DELLE TRADIZIONI TUTTE NEI MODI ACCOCE AL METHODO NOM E^ l?IGNORANZA SUPERSTIZIOSA CHE LE SCIMMIOTTA !!!!! Sinwan Lanwan Orioneo Custode del Palladyon “”I””

  • Sepp 1 Luglio 2015

    C’e’ ne vorrebbero milioni di donne cosi’, Ida Magli ha le sue parvenze.

  • Sepp 1 Luglio 2015

    C’e’ ne vorrebbero milioni di donne cosi’, Ida Magli ha le sue parvenze.

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