13 Aprile 2024
Controstoria India Saint Loup Savitri Devi

Una lettera di Savitri Devi a Saint Loup

 “Indra…sgomina i Dasa cioè gli aborigeni dalla pelle nera e diviene così in Dio nazionale degli Ari… Egli è grande e biondo…”Nicola Turchi <Storia delle Religioni> (Sansoni, Firenze, 1962, vol. II, pag. 66).
(traduzione e note di Alfonso De Filippi)

Faccio seguito al mio precedente scritto su Saint Loup  riportando un documento ritrovato sull’interessantissimo sito   www.savitridevi.org/   Si tratta di  lettera che Savitri Devi ebbe a scrivere allo scrittore francese  Saint Loup a proposito di “Les Nostalgiques”, credo di fare opera grata ai lettori volgendola qui in italiano. Suggerisco però ai lettori di (ri)dare una occhiata a “I Nostalgici”per poterla  apprezzare nel modo migliore.

Prefazione. “Savitri Devi iniziò probabilmente a corrispondere con Saint Loup (Marc Augier 1919-1990) dopo il suo ritorno in Francia nel 1961, codesta corrispondenza continuò fino alla morte della Savitri nel 1982. Gli <Archivi Savitri Devi> posseggono tutte le lettere di Savitri Devi a Saint Loup dal suo ritorno dall’India fino alla sua morte. Naturalmente noi ameremmo acquisire copie delle lettere precedenti. La lettera che qui presentiamo è stata riprodotta nel libro <Rencontres avec Saint Loup> (una raccolta di brevi testi di vari autori, in omaggio a Saint Loup) edita nel 1991 da Les Amis de Saint Loup. Ringraziamo Arjuna di avercela messa a disposizione” R. G. Fowler 

“23 Settembre 1967 (2447esimo anniversario della battaglia di Salamina) Il 26, verso le 19 e 30, saranno 280 anni che il Partenone di cui i Turchi avevano fatto una polveriera saltò  in aria colpito da una bomba dell’armata del veneziano Francesco Morosini).

Mio caro camerata, (1)
Il vostro libro “Les Nostalgiques” è formidabile. Ho iniziato a leggerlo appena l’ho ricevuto, cioè ieri mattina, e l’ho finito oggi alle 13 (dopo aver passato una parte della notte a leggerlo) E’certamente uno dei più begli affreschi letterari del dopo guerra, Non vi è che una cosa esagerata: è il paragrafo scritto a mano, per me, sulla prima pagina; paragrafo troppo adulatore e che mi fa sentire molto piccola (soprattutto dopo aver riletto la storia di Jean Benvoar che voi mi avevate già raccontato a viva voce, un anno fa, su una panchina del giardino Dallard!). Benvoar per me è un santo. Benvoar e tutti quelli che, come lui, hanno dimostrato di essere tanto fisicamente quanto moralmente al di sopra dell’umanità. Io, sarei morta cento volte se il destino mi avesse sottoposta alle prove che costoro hanno superato vittoriosamente. Che cosa dico? Io sarei morta a una temperatura di meno 54 gradi. Tuttavia non a più 54. Nel 1957-1958 circa, ero interprete in un cantiere nell’Orissa (nel nord-est dell’India) per conto di tre ingegneri tedeschi dell’Est, ma di questi nessuno era comunista e almeno uno aveva la nostra stessa fede, ho lavorato senza ventilatore in un hangar, con una temperatura massima di più 55 all’ombra con una media di 50 gradi (prima della stagione delle piogge). Nella camera in cui alloggiavo, vi era un solo ventilatore, si era a più 48! Ciò non mi disturbava nulla, o quasi. Invece il freddo, (salvo che sia adeguatamente vestita per affrontarlo) mi sarebbe stato insopportabile. Io non ho mai affrontato un freddo al di sotto dei 30 gradi (mi capitò una volta in Germania). L’Islanda non ha temperature di quest’ordine in inverno, almeno nella regione vicina alla Corrente del Golfo.
Ho creduto di riconoscervi nel personaggio di Gévaudan. O mi sono sbagliata?

Come amo e capisco Deckerke quello che preferisce ritirarsi in mezzo ai leoni, piuttosto che andare a combattere agli ordini di un negro imbrattato di tecnica ariana. (2) E battersi per chi? Non per l’uomo ariano – dato che non vi è che un sistema che possa farlo uscire dalla valle delle ombre e della morte che percorre ormai da secoli – e questo metodo è quello di Gévaudan, quello di un’aristocrazia biologica cosciente, che attende trasmettendosi nel tempo – non per l’uomo ariano, dico, ma per gli interessi, soprattutto  finanziari, dei padroni del <mondo libero>…Quanto all’Indocina e a Dien Bien Phu…

Un giorno vi racconterò a voce la reazione dei miei camerati tedeschi di Emsdellen  (Westfalia) dove mi trovavo allora, alla notizia – il 18 maggio 1954 – esattamente nove anni dopo.(la resa della Germania N.d.T) Quanto a me, la mia reazione è stata <Ben fatto! Ciò servirà di lezione a tutti questi ex resistenti. Io continuo a preferire, e di molto, il comportamento del nostalgico Gil che percorre i nostri luoghi santi con la sua Lambretta, con la serietà di tutti i pellegrini( di me stessa che sono andata già 9 volte a Braunau e di due irlandesi che vi si recano tutti gli anni per il 20 Aprile) a quello di coloro che mettono a rischio i loro preziosi corpi e le loro (insostituibili) vite per battersi certo contro degli anti-hitleriani, ma al fianco di altri anti-hitleriani. Mi direte. Gli uni sono gialli hanno gli occhi obliqui, gli altri son bianchi – più  o meno ariani -… Ebbene, io, tra un anti-hitleriano bianco e un Giallo (o un Negro), io preferisco il Giallo (o il Negro). Almeno quello non è un traditore della sua razza. E soprattutto non ha contribuito al crollo di tutto ciò che avevamo di più caro. Io non ho alcuna obiezione da fare al fatto che egli viva nella sua sfera, al suo posto. Prima di combattere il suo comunismo, che per lo più non è che il nome che viene dato al suo <senso della razza> che si risveglia – io combatterei quello dei Bianchi di tutto il mondo e soprattutto le altre pesti spirituali che gli Ariani subiscono  senza rendersi conto che sono anche esse della stessa natura (del comunismo N.d.T.),  e che sono altrettanto  nocive: cristianesimo, umanitarismo, inclinazione verso di tutti gli scarti, verso ogni forma di decadenza: superstizione della <felicità> i forti se ne f… della <felicità>, della propria come di quella degli altri. Per me non vi sono che gli animali che abbiano il diritto di essere <felici>, essi non hanno e non possono avere alcuna ideologia; e non possono perciò avere qualche cosa di meglio da fare.(3)

Il vostro passaggio sull’OAS, su questa  accozzaglia di ex resistenti… Eccellente!   Bravo!(4) Uno dei passaggi del vostro libro che ho maggiormente apprezzato è quello che narra i funerali di De Brix a Johannesburg.(5) Certo, è bello, è quello che si dovrebbe fare ovunque. Ma – vi sono sempre dei <ma> quando si esce dal piccolo cerchio dei Gévaudan, dei Le Fauconnier etc – ma cosa direbbero questi Bianchi ultra-nordici del Sud Africa se, in seno ad una delle loro famiglie, si alzasse qualche adolescente stomacato del cristianesimo che dicesse loro:< Io detesto questo Bonifacio che, munito di un salvacondotto di Pipino il Breve – andava presso i Sassoni ad abbattere una bella quercia-sacra come lo sono tutti i begli esseri viventi -. Egli ha tentato di diffondere le sue menzogne presso i nostri antenati Frisoni e questi l’hanno ucciso. Hanno fatto bene! Non avremmo mai dovuto accettare questa religione, prodotto della decadenza giudeo-ellenistica.

Come reagirebbe il Boero se suo figlio – o sua figlia – gli dicessero che la sua sacrosanta Bibbia egli – o ella – la considera tutt’al più come una collezione pittoresca e spesso atroce di storie semitiche? Esattamente quello che voi ed io stessa pensiamo. Che direbbero codesti  <razzisti> per i quali un dio-persona ha ritenuto bene scegliere gli ebrei come strumento della sua <rivelazione>? Per chi la Bibbia è il libro sacro? Questi razzisti ne sarebbero senza dubbio orripilati e mi considererebbero un <traditore dell’Europa> se io raccontassi loro che io ho passato degli anni in India, i migliori anni della mia vita poiché vi sono andata a 26 anni a combattervi i missionari e tutte le forme di cristianesimo, screditarle agli occhi degli <indigeni> servendomi delle tradizioni indigene (che in verità non sono affatto <indigene> ) contro di esse.

L’Ariano – d’Europa, d’America, dell’Africa del Sud o dell’Australia – non si salverà se non quando avrà definitivamente rigettato il cristianesimo, <espressione anche esso della tradizione primordiale>, questo lo ammetto al pari dei suoi interpreti esoteristi, ma, anche in codesto caso, espressione non fatta per gli Ariani. E l’Ariano dell’Iran (che abita la Persia e l’India, penso a certi Parsi, bianchi quanto me se non di più) non si salverà se non quando avrà abbandonato l’Islam – se è Persiano – o lo <spirito moderno>, il <progressismo> ereditato dal contato con gli Occidentali che mal si concilia con il suo mazdeismo tradizionale – se è un Parsi.(6)

Quanto all’Ariano dell’India, gli basta usare la sua intelligenza e constatare  che il tentativo di Hitler non è altra cosa che quello  compiuto  60 secoli prima, da Manu il legislatore, presunto autore del Manava Dharma Shastra (7)   /si potrebbe tradurre: trattato( shastra) di  colui che dona all’uomo il suo appoggio(dharma), la sua stabilità, per preservare la purezza dei conquistatori <Ariani> dei <padroni> (è questo il significato  della parola Arya in sanscrito) che vivono in mezzo ai Dravidi a pelle più scura (talvolta più progrediti sul piano tecnico di loro) e degli aborigeni, negroidi o mongoloidi. o genti di tipo munda, che formano ancor oggi la maggioranza degli intoccabili dell’India – il resto essendo costituito da elementi che, per una ragione o l’altra, sono stati espulsi dalla loro casta,  ma eco, codesti aborigeni erano forse due milioni in tutta l’India  nel 4°millennio aventi Cristo, ora sono cento volte più numerosi…(8)

Vengo all’India. Non dovete credere a quello che vi scrive la mia amica Mrs S, che, malgrado tutte le sue nobili qualità e la sua sincera adesione alle nostre idee, rimane una <Mémé Sahib> piena di pregiudizi per quel che riguarda l’India – né a quello che ho potuto scrivervi io stessa, io che non sono mai stata una <Mémé Sahib>, ma che essendo andata in India espressamente per ritrovarvi il marchio dei conquistatori ariani (e contribuire a mandare in malora l’opera dei missionari cristiani), nutro senz’altro degli altri pregiudizi. Andate a vedere voi stesso, se possibile con qualcuno che possa introdurvi negli ambienti interessanti: Se possibile andateci con un fotografo capace di prendere foto-ritratti quasi perfetti. E ritornate con un grosso libro, a grande formato, solo di foto, senza commenti: solamente, sotto ogni ritratto, il….Se il numero delle foto di Ariani puri sarà, in rapporto alle altre, lo stesso del numero dei veri Ariani in rapporto a quello del resto della popolazione indiana (Pakistan e Ceylon compresi) vi troverete con 10 fotografie di Ariani e 400 di tutte le varietà possibili della specie umana, dal nobile Dravida  o delle mescolanze Ario-Dravidiche, dato che come dice Mrs S., è innegabile che ve ne sono state, anche con i tipi più bassi che gli autori delle antiche epopee hanno assimilato, o a scimmie, o a demoni(Nel Ramayana il principe ariano Rama si allea alle scimmie, senza dubbio si tratta degli aborigeni), per impadronirsi della cittadella di Lauka (Ceylon), dominio di un <Rakshashya> (demone), Ravana, che gli aveva rapito la moglie – ma non l’aveva potuta toccare dato che non era abbastanza demone per prenderla contro la sua volontà)…
Dieci contro quattrocento. Senza dubbio è poco. Ma queste 10 foto che riporterete con voi saranno di elementi tanto ariani quanto qualsivoglia dei più begli esempi di Europei; più ariani della maggioranza degli Europei. Queste <Dieci> rappresentano un insieme vivente di  una quindicina di milioni circa, su di una popolazione globale (In India, Pakistan, Ceylon) di 600 milioni e più. Io, mi interesso al destino di questi 15 milioni circa che, nel mezzo di una massa straniera 40 volte più numerosa, hanno conservato il loro sangue puro attraverso dei millenni grazie ad una religione basata sui nostri eterni principi:

1)    Proclamazione della superiorità degli Arya;
2)    Giustificazione di questa supremazia tramite la teoria della rinascita, la razza di ciascuno è quella che la sua anima si merita – ha meritato nel corso dei secoli (Già Aristotele diceva che l’anima crea il corpo tramite il quel essa si esprime). Io non ho mai sostenuto che il nazionalsocialismo potesse venire fatto rivivere dall’India: Ho solo detto che da nessuna parte, se non in India, si ritrova una base religiosa tradizionale, già esistente, che possa servire da legame tra la nostra fede forma moderna dell’eterna religione della luce e della vita, forma di questa religione adattata a una società tecnicamente avanzata – e la tradizione primordiale.(9) Questa tradizione in Occidente è stata interrotta. In India si è mantenuta nonostante gli sconvolgimenti politici, i periodi di caos, le invasioni, le propagande di 60secoli (io uso la cronologia di Bâl Gangâdhar Tilak)(10).   Nel volume della collezione <Petite Planète> dedicato all’India, opera di Madeleine Biardeau (che è ben lungi dall’essere dei nostri), si segnala giustamente che <da nessun’altra parte come in India l’autore non ha sentito esaltare tanto (e ciò va a onore dell’India) la grandezza dell’esperienza nazional socialista o esprimere dell’ammirazione per la persona di Hitler>. <I Tedeschi <scrive> si sono sentiti felicitare per il solo fatto di essere suoi compatrioti> (di Hitler). Ciò è ben vero. E l’autore ha visto bene che ciò non è, ma è ben più di un’espressione di antibrittanismo (se posso utilizzare questo barbarismo). Che ciò deriva dall’inclinazione dell’hindu ad adorare tutto ciò che gli appare smisuratamente grande, tutto quello che gli sembra una <manifestazione della natura> – <senza nozione del bene e del male> aggiunge lei. Ma io so che coloro che in India adorano in Hitler una incarnazione del divino e che conoscono la sua dottrina, vedono nella sua weltanschauung razzista l’espressione moderna  della verità eterna degli eterni <Shastras>. Ed è così che io presentavo tale visone del mondo nelle centinaia di discorsi e conferenze che ho fatto allora, per degli anni, in India, in particolare nel Bengala, nel Bihar e in Assam(un territorio 3 volte più grande della Francia). E quelli delle caste basse, le masse dalla pelle scura, i non ariani, la accettavano come gli altri, meglio di quelli che, tra gli altri, erano stati avvelenati dalle teorie egualitariste importate dall’Occidente perché la tradizione – la religione, la loro religione – proclama la superiorità dell’Ariano. Il Brahmano anche senza un soldo e senza alcuna istruzione, viene ovunque onorato. Egli è un discendente vero o supposto, puro o in parte meticcio – ma talvolta puro, il che si vede – dei prestigiosi conquistatori che hanno portato con loro i Veda. (in cui si trovano alcuni poemi che descrivono i fenomeni celesti come essi li vivevano  nell’ antica patria artica, dove le stelle giravano intorno al cielo invece di <levarsi> e di <coricarsi>) Un uomo di casta bassa – a maggior ragione un intoccabile, fosse anche  ricco a miliardi  o molto istruito – rimane un uomo di casta bassa(o un intoccabile). Gli si dà da mangiare altrove che nella sala destinata  ai Bramini, secondo un <apartheid> logico sbarazzato  delle sue pseudo – giustificazioni di origine biblica. Un apartheid che dovrebbe, sotto quel tipo di governo che io auspico,divenire tanto efficace quanto quello praticato nel Sud Africa. Nelle mani di 15 milioni di Ariani o quasi Ariani sarebbe concentrato tutto i
l potere effettivo, gli Kshatriyas governerebbero, i Bramini guiderebbero, ispirando i primi, secondo l’eterna tradizione. E questo sarebbe stato se avessimo vinto la guerra e se qualcuno avesse potuto persuadere Hitler che gli Inglesi, benché fratelli di razza dei Tedeschi, andavano contro i suoi principi nel loro governo dell’India e vi facevano tutto quel che potevano per indurre ad una evoluzione al contrario. E’ questo, e in nessun caso lo sfruttamento economico dell’India che io rimprovero ai Britannici. Ad essi e ai Portoghesi che hanno convertito con la forza o con l’inganno la metà della popolazione di Goa al cattolicesimo e al meticciato, poiché essi hanno predicato il meticciato. (Albuquerque lo predicava già agli inizi del XVI secolo). (
11). E’ a causa dì tutto ciò che a partire dal 1937,  quando un accordo con l’Inghilterra in Europa  era diventato impossibile, a causa delle note influenze che si esercitavano allora  in Inghilterra, io mi sono unita deliberatamente all’agitazione anti britannica in India (gridando  con gli altri, più forte degli altri: <Abbasso l’Impero Britannico! Che vada a pezzi>) Il che non mancava di un elemento ironico dato che uno degli avi di mia madre  era stato uno dei compagni di Robert Clive alla battaglia di Plassey il 23 giugno 1757! E’ per questo che io ho organizzato tra gli Hindu degli incontri anti-portoghesi in quanto anti-cristiani e per questo io non accetterò mai il punto di vista di tanti dei nostri a proposito di Goa <bastione della civiltà bianca in India>, Civiltà bianca! In effetti, si tratta del teatro della politica del meticciato più sfrontato praticata in nome  della religione cristiana e del Portogallo (sembra che i meticci siano leali nei confronti del Portogallo, ma non gli Hindu ….)

Con le due parole magiche, e ancora una volta <grazie> per il vostro ammirevole <romanzo> vissuto <Les Nostalgiques>”

Savitri

NOTE
1.      All’amicizia tra Savitri Devi e Marc Augier fa un cenno il Goodrick Clarke in “La Sacerdotessa di Hitler” pag. 280 Una curiosa notizia la troviamo in   “And Time Rolls.” Un libro che raccoglie le interviste rilasciate dalla Nostra ad un camerata tedesco inviato da lei dal canadese Ernst Zundel, il quale, a sua volta, aveva “scoperto” la Devi grazie al vecchio leader fascista canadese Adrien Arcand. Leggiamo a pag.154-155 “Vi è un Kamerad  in Francia, Marc Augier de Saint Loup,autore di vari libri e di una trilogia  sulla  lotta per la nostra ideologia in Ruisia: “Les Volontaires histoire de la LVF, la Legion Volontaire Français; Les Hérétiques, histoire de la SS Charlemagna, e di un terzo libro intitolato Les Nostalgiques, I Nostalgici, libri molto buoni. Egli nella sua casa non ha né radio né televisione. Non vuole gli apparecchi, come non li voglio io stessa…”
2.      Cfr “I Nostalgici”pag,173 e segg.
3.      Riguardo alla <felicità> mi piace qui citare una bellissima considerazione su Federico Nietzsche  cfr  Miguel Serrano <Nietzsche e la Danza di Shiva>  Il Settimo Sigillo, Roma, 2013, pag.93 “Nietzsche è fautore di una società organizzata su basi aristocratiche e di casta, nel senso di <iniziazioni diverse>, per così dire, governata dai <signori della terra>, dai rappresentanti puri e nobili della Volontà di Potenza, che non tiranneggiano gli altri, ma g
overnano giustamente dando ad essi leggi, religioni, civiltà, ideali e segni differenti. adatti alla loro casta. Somministrando ad essi la felicità che per loro non esiste, e neppure desiderano.” 
4.      “I Nostalgici”pag.152 e segg.
5.      “I nostalgici”pag.172
6.      Purtroppo anche i Parsi dell’India al pari di altre comunità di origine indoeuropea sono in via di veloce estinzione cfr. Valeria Fraschetti <Senza figli scompare l’elite indiana dei Parsi>in “Venerdì di Repubblica”15 marzo 2013. Da quel che il sottoscritto ha potuto vedere vari anni or sono, gli Zoroastriani dell’Iran “vivacchiano”;certamente dovevano passarsela meglio ai tempi di Sua Maestà Imperiale, “Luce degli Ariani”, lo Scià. (Un argomento che converrà trattare,in futuro,è quello delle correnti nazionaliste ed arianiste attive in Iran sotto la monarchia.)
7.      “…i nazisti prefiguravano una società divisa in caste secondo un rigido criterio razziale quale stadio definitivo dello sviluppo dell’umanità” E. Nolte <La crisi dei regimi liberali e i Movimenti Fascisti> Mulino, Bologna, 1970, pag. 307.
8.      Il precipitare dell’ “Occidente” verso società multirazziali e bastarde ha risvegliato in chi scrive l’interesse per le basi razziali del sistema castale indiano  Qui si possono citare:  R.Biasutti <Le Razze e i Popoli della Terra> UTET, Torino, 1967,Vol.II pag. 591   “Lo studio comparativo dei caratteri somatici delle caste, nelle varie regioni, ha dimostrato che alla gerarchia sociale ne corrisponde una fisica in quanto che della caste alte alle basse si fa di regola più scura la pelle, aumenta l’indice nasale e diminuisce la statura” Machael H.Hart in “Understanding Human History” (Washington Summit Publishers, USA, 2007, pag. 270) scriveva: “Verso il 1500 a.C., l’India venne nuovamente invasa dal Nordovest. Questi nuovi invasori, gli Ariani appartenevano a tribù caucasoidi che parlavano linguaggi indo-europei parenti dell’antico Sanscrito. Ben presto gli invasori sottomisero i resti della civiltà della Valle dell’Indo, e gradualmente si sparsero per tutta l’India settentrionale. Come risultato, la maggior parte degli abitanti dell’India settentrionale parlano lingue imparentate tra di loro, derivate dal Sanscrito.(La maggior parte degli abitanti del Sud continua, invece, a parlare lingue dravidiche). Probabilmente gli invasori ariani provenivano dall’Afghanistan o forse dall’Iran orientale, e in precedenza dall’Asia centrale. Dato che essi erano alquanto più chiari di pelle, gli attuali abitanti dell’India settentrionale sono, in media, alquanto più chiari di quelli del sud. Dato che le regioni da cui gli Ariani provenivano erano molto più secche dell’India, e non potevano aver in precedenza ospitato una popolazione numerosa come quella dell’India settentrionale, è chiaro che gli invasori dovevano essere molto meno numerosi della popolazione indigena. La più semplice spiegazione del loro successo è che essi avessero, in media, un’intelligenza maggiore degli abitanti precedenti…ne consegue che uno dei risultati laterali dell’invasione fu quello di innalzare il QI medio della popolazione indiana.” Inoltre  “La gerarchia delle caste fa sì che la società tradizionale sia retta da uno stile di vita eroico ed aristocratico, essendo il dominio economico e materiale subordinato ai valori politici e religiosi”Antonio Medrano <Elementi della Cultura Tradizionale>Raido, Roma, 2006, pag. 16>. .Secondo A. K. Keane e R.Lyddeker in<Le razze umane estinte e viventi> Milano, Società Editrice Libraria, 1919, Vol.I Pag.381 Nell’India settentrionale ove si sarebbero meglio conservare le tracce dell’influenza ariana, si sarebbe notata “la quasi totale assenza di aborigeni(?) come classe speciale e la minore influenza dei Bramini che qui è pareggiata e talora anche superata, da quella dei guerrieri Csatria.”.   Sull’elemento indoeuropeo in India cfr anche Hans F.K.Gunther “La Race Nordique chez les Indo-Européens d’Asie” L’Homme LIbre,Paris,2006
9.      “…è impossibile non essere colpiti dalla somiglianza spirituale che esiste tra l’Hitlerismo non,certo,con le filosofie della non violenza che si sono staccate dal tronco brahmanico o con le sette hindu dissidenti, ma con il Brahmanesimo più antico e rigoroso. Entrambi sono incentrati sull’idea della purezza del sangue, e della trasmissione indefinita della vita sana- soprattutto della vita dell’elite razziale. L’uno e l’altro esaltano la guerra in una attitudine di distacco-<la guerra senza odio>perché (cfr la Bhagawad Gita) <nulla può accadere di meglio  allo Kshatriya>o al perfetto guerriero SS <che una giusta lotta>. L’uno e l’altro propongono alla Terra- al pari di tutte le dottrine&l
t; tradizionali> un ordine visibile ricalcato sulle realtà comiche e le Leggi stesse della vita”  “Souvenirs et Rèflexions…”pag.277
10.   Del Tilak vedi “La Dimora Artica nei Veda”ECIG,Genova,1994 e “Orione a proposito della antichità dei Veda”ibidem1991. Sull’origine estremo- settentrionale dei popoli arii cfr anche Onorato Bucci (a cura di) “Antichi Popoli Europei”Euroma, Roma,1993. Sul Tilak la Nostra scrive anche  in “Souvenirs et Réflexions d’une aryenne”pag.262.
11.  Su Goa da wikipedia “Gli invasori europei incoraggiarono la conversione al Cattolicesimo, spesso attraverso misure repressive che costrinsero una parte consistente della popolazione a convertirsi”.Anche qui la “Santa” Inquisizione ebbe modo di infierire. In ogni caso chi scrive ricorda di aver udito ancora negli anni 80 dagli abitanti di Goa espressioni di rimpianto per il dominio portoghese cui l’India aveva messo fine violentemente nel dicembre 1961.
BIBLIOGRAFIA

Devi Savitri “Souvenirs et Réflexions d’une Aryenne” Ce Cher Passè, India (?), 1976
Devi Savitri  “And Time Rolls On” Black Sun Publications, USA, 2005
Goodrick Clarke Nicholas “La Sacerdotessa di Hitler” Settimo Sigillo, Roma, 2006

Saint Loup “I Nostalgici” Sentinella d’Italia, Monfalcone, 1991

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