10 Maggio 2024
Appunti di Storia

RAGAZZE INGLESI NEL TERZO REICH

 RAGAZZE INGLESI NEL TERZO REICH

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“ Fu il periodo migliore della nostra vita “
Data: 13 Giugno 2013
Negli anni 30, molte famiglie inglesi mandarono le loro figlie a terminare il ciclo scolastico nella Germania Nazista. Rachel Johnson, sorella del sindaco di Londra, ne ha intervistate diverse per il suo recente libro. Ha raccontato a SPIEGEL ON LINE dell’entusiasmo britannico per il Reich di Hitler.
Nel Febbraio del 1936, Daphne e Betsy, due ragazze provenienti da Oxford, scoprono le bellezze di Monaco nella Germania Nazista. Rachel Johnson, 47 anni, racconta la straordinaria storia di giovani donne britanniche nel Terzo Reich di Hitler dalla prospettiva di due personaggi da romanzo. La stampa inglese ha elogiato il libro per essere sia divertente che storicamente preciso. Johnson, che è la sorella del sindaco di Londra, Boris Johnson, solo di recente ha scoperto che la sua famiglia aveva stretti legami con la Germania Nazista.
SPIEGEL ONLINE: Signora Johnson, come ha scoperto che alcuni membri della sua famiglia erano in Baviera negli anni 30 ?
JOHNSON: Un paio di anni fa la BBC fece un programma su mio fratello Boris e sulla storia della nostra famiglia. Ci era sempre stato detto che mia nonna paterna era francese, ma saltò fuori che era tedesca. Il suo cognome in origine era von Pfeffel ed avevamo dei discendenti di Monaco. Mia nonna materna andò in baviera come studentessa negli anni 30. Più tardi, quando mi sposai, scoprii che mia suocera era stata a Monaco all’incirca nello stesso periodo.
SPIEGEL ONLINE: Una strana coincidenza.
JOHNSON: La cosa più strana di tutte era che mia suocera venne mandata dall’Inghilterra a Monaco nell’Aprile del 1938, quando Hitler stava già preparandosi ad invadere la Cecoslovacchia e la Polonia. Essa fu testimone dell’annessione dell’Austria. Corse persino incontro alla macchina di Hitler.
SPIEGEL ONLINE: Come ha deciso di affrontare quel passato in un romanzo?
JOHNSON: Feci un documentario radiofonico sulla colonia inglese in Germania prima della guerra, ma non avevo abbastanza materiale per un libro non romanzato. Tuttavia il tema delle ragazze inglesi in Baviera era affascinante, così decisi di scrivere un romanzo partendo dalla loro prospettiva. Queste ragazze si trovavano laggiù proprio prima dello scoppio della guerra e in alcuni casi erano persino vicine al governo, arrivando a frequentare persino Hitler e Hess. Mandare le tue figlie a finire le scuole in Germania era la cosa da fare.
SPIEGEL ONLINE: Perché?
JOHNSON: La Germania all’epoca  era probabilmente  il nostro partner più stretto. E non dimentichi che Giorgio V° cambiò il nome della sua famiglia da “Saxe-Coburg e Gotha” in “Windsor” soltanto nel 1917, durante la Prima Guerra Mondiale. C’erano ancora rapporti e amicizie aristocratiche con la Germania fra le due guerre. Due giornali si occupavano delle relazioni anglo-tedesche e stamparono articoli su come fosse meravigliosa la Germania,  come fosse sbalorditivo il paesaggio e quanto fosse grande Hitler. Agli inglesi piaceva quanto fosse pulita la Germania.
SPIEGEL ONLINE: Dove andavano di solito in Germania le ragazze inglesi?
JOHNSON: Alcune andarono a Berlino o a Dresda, ma la Baviera con le sue montagne, i suoi acstelli, i suoi musei e le sue birrerie attraeva di più. Oberammergau era molto nota in Inghilterra. Mia nonna materna era in Baviera negli anni 30, era ebrea. Apprezzò l’opera lirica a Monaco, sciare in montagna e poi si innamorò dell’istruttore di sci che era di Friburgo, un membro del Partito Nazionalsocialista. La famiglia di lui la chiamava “ Die Juedin “ (l’ebrea). La loro relazione fu un disastro e lei se ne tornò in Inghilterra. Ho incontrato una dozzina di donne inglesi, mentre facevo ricerche per il mio libro, che erano state in Germania fra il 1935 e il 1938, la maggior parte di loro avevano più di 90 anni quando le intervistai.
SPIEGEL ONLINE: Che cosa le hanno detto?
JOHNSON: Dissero: “ Fu il periodo migliore della nostra vita “. Si sentivano felicissime essere in Germania durante il Terzo Reich. Una mi disse: “ Fu il punto culminante della mia vita “. Per loro fu un’esperienza ricca perché in Inghilterra a quell’epoca c’era una mentalità arretrata, tanta disoccupazione, cibo cattivo e brutto tempo. In Baviera avevano la fresca aria di montagna, una vita sana, l’opera, le montagne e bei tedeschi in uniforme. Non potevano credere alla loro fortuna!  Nessun adulto che le sorvegliava, nessun genitore. Avevano tutto, incluso il sesso.
SPIEGEL ONLINE: Che cosa pensavano dei tedeschi?
JOHNSON: Li amavano! Chiesi a quelle donne: “ Vi eravate innamorate all’epoca? “ e loro dissero: “ sempre, con tutti “. Di solito vi trascorrevano sei mesi, andavano alle feste e venivano festeggiate. E’ chiaro che non erano povere. Il cambio della valuta era loro favorevole.
SPIEGEL ONLINE: Erano consapevoli dei pericoli che i Nazisti rappresentavano?
JOHNSON: Non erano consapevoli di nulla. Vedevano un cartello nella piscina con scritto “Niente ebrei” e loro pensavano: “Che cos’è un ebreo?” Non conoscevano nessun ebreo. Inoltre appartenevano alla classe sociale medio-alta e, quasi per definizione, i loro padri erano probabilmente antisemiti. Era un epoca antisemita e non solo in Germania. Abbiamo avuto l’avanzata dell’estrema destra, le camice marroni e Oswald Mosley, leader della British Union of Fascists. La famiglia di mia suocera aveva il tipico atteggiamento aristocratico di quel periodo. Erano molto filo-tedeschi. Il padre di mia suocera era presidente dell’Alleanza Anglo-Tedesca che fu fondata per riavvicinare nuovamente i due paesi. Faceva discorsi alla Camera dei Lords dicendo che Hitler era una brava persona.
SPIEGEL ONLINE: Cosa le hanno detto queste donne di Hitler nella sua intervista?
JOHNSON: Non dicevano di lui niente di buono, ma non avrebbero mai cambiato idea sulle loro esperienze prima della guerra. Per loro fu un periodo felice. Forse vedevano le SS marciare sulle strade, ma fondamentalmente si sono divertite. “ Hitler era meraviglioso ma il problema è che forse si era spinto troppo in là “, mi disse una delle donne. Altre mi dissero che non potevano credere che questo meraviglioso popolo col quale trascorsero un periodo così bello fosse stato capace di cose simili. Lei deve tener presente che l’Inghilterra negli anni 30 soffriva di una depressione diffusa. Poi queste ragazze se ne vanno in Germania e in apparenza tutto è bellissimo. Non sapevano che cosa stesse facendo il regime, non conoscevano le leggi di Norimberga. Una di loro mi raccontò del suo professore di musica che scomparve improvvisamente. Era ebreo e dovette andare via. Nessuno sospettava. Fu una cecità voluta.
SPIEGEL ONLINE: Quando è cambiato tutto questo?
JOHNSON: Gli inglesi si rivoltarono contro la Germania nel Settembre 1939, dopo l’invasione della Polonia. La maggior parte dei britannici dovette lasciare la Germania in
qell’estate. L’unica che rimase a Monaco fu Unity Mitford, una nazista britannica di spicco, grande sostenitrice di Hitler e membro della sua cerchia interna. In qualche modo Unity era un esempio estremo del fascino e dell’ammirazione inglese per Hitler. I suoi genitori andarono in Germania e tentarono di riportarla in Inghilterra ma lei rifiutò. Così dovettero ripartire senza di lei.
SPIEGEL ONLINE: Nonostante l’argomento, “Winter Games” (giochi invernali) non è un romanzo ne triste ne tragico. Come è stato accolto?
JOHNSON: E’ stato un libro piuttosto difficile da presentare. La gente pensa ancora che sia un argomento pericoloso. Ne parlai durante la settimana del Libro Ebraico a Londra. Il pubblico era quasi tutto ebreo. La prima domanda fu: “ Che attrattiva ha avuto il Nazismo per lei Rachel? “
SPIEGEL ONLINE: Lei è stata a Berchtesgaden, dove molti dei Nazisti più in vista avevano le case di vacanza, durante un viaggio di ricerca. Quale fu la sua impressione?
JOHNSON: La trovai veramente cupa. Per caso, vi andai per il compleanno di Hitler. La gente accendeva candele nella località di Berghof, la sua ex residenza. Fu davvero originale. Le montagne ed il paesaggio attorno al lago Koenigsee sono meravigliosi, ma è difficile evitare la storia, oppure, come i turisti dicono, “ il passato che sfida “.
SPIEGEL ONLINE: Perché gli inglesi sono ancora così ossessionati dai Nazisti, da Hitler e dalla Seconda Guerra Mondiale?
JOHNSON: E’ strano non è vero? Penso che ci siano più libri inglesi pubblicati sul Nazismo di quanti ce ne siano su qualsiasi altro argomento. Rimane un periodo di grande fascino, un periodo di grande pericolo, ma anche di grande valore britannico. Ho pensato che fosse importante cercare di raccontare questa parte del nostro passato visto dalla prospettiva di alcune giovani ed innocenti donne.
Intervista condotta da: CHRISTOPH SCHEUERMANN

Traduzione a cura di: Gian Franco SPOTTI 

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