9 Aprile 2024
Leo Valeriano

Positività


 di Leo Valeriano
“Non c’è cosa più deprimente dell’appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell’appartenere a una moltitudine nel tempo.”     Nicolás Gómez Dávila
Ricordiamoci una cosa: quello che riusciamo a realizzare nella vita, è determinato in linea di massima, dal nostro atteggiamento. E’ l’atteggiamento che noi abbiamo verso la vita che determina quello che la vita avrà verso di noi. E allora, una volta accettato questo, dobbiamo fare di tutto  per scacciare qualsiasi senso di tristezza che possa impedirci di essere più vivi. Se il nostro atteggiamento è quello di una persona che si auto convince, o si fa convincere, di non riuscire a fare una certa cosa, è molto probabile che non riusciremo mai a farla. L’atteggiamento mentale negativo trascina chiunque verso l’insuccesso. In fondo, dentro di noi la serenità esiste. Dobbiamo scoprirla. Non parlo della serenità degli imbecilli e nemmeno di quella che deriva dal fatto di aver raggiunto un successo, di sentirci tranquilli per il nostro stato, e nemmeno della serenità che può derivare da un sentimento costruttivo. Quel tipo di serenità è qualcosa di particolare che somiglia a un premio. E se non la si sa coltivare, non dura. Invece io parlo della serenità che è necessaria per poter agire senza angosce e con obiettività, in maniera non forzata. Tutte le volte che vediamo qualcuno che raggiunge una meta positiva, che svolge un ottimo lavoro ottenendo degli ottimi risultati, possiamo essere certi di una cosa: questa persona agisce con un atteggiamento sereno nei confronti dell’esistenza e verso se stessa.

Questo tipo di persona parte dall’idea che non c’è niente che gli impedisce di poter raggiungere l’obiettivo che si è prefissato: per quella persona non esiste ragione al mondo per non essere capace o per non riuscire. Queste persone vengono definite come persone arrivate, eccezionali, brillanti, in gamba e così via. Ebbene, molto spesso queste persone non sono più eccezionali o in gamba della maggior parte degli individui che li circondano: hanno semplicemente sviluppato un giusto atteggiamento. Un atteggiamento fatto di un misto di rabbia, di amore, di gratitudine verso la vita, di allegria, appunto. Possiamo farlo anche noi, scoprendo che la realizzazione dei nostri obiettivi non è poi così difficile, anzi a volte si scopre che è più facile di quello che pensavamo, se ci siamo impegnati con tutti i sentimenti. Dobbiamo aspettarci dalla vita più cose positive che negative, più successi che insuccessi.
Il modo più semplice ed efficace per sviluppare un atteggiamento positivo, è il cominciare a convincerci intensamente e con entusiasmo di essere già quello che desideriamo diventare, comportandoci come se per noi fosse assolutamente naturale avere questo tipo di atteggiamento verso la vita. Per realizzare il tipo di esistenza che desideriamo, dobbiamo agire, pensare, parlare, camminare e comportarci come una persona vincente, e i successi arriveranno in maniera del tutto naturale! Ricordiamoci che è il nostro atteggiamento mentale, sopra ogni altra cosa, che determina la riuscita di qualsiasi impresa. Se ci guardiamo intorno cercando di vedere positività, la troveremo. Quindi, come ho detto altre volte, impariamo a sorridere.  Sappiamo tutti che un sorriso non dura che un istante, ma quell’istante nel ricordo di una persona può anche diventare eterno. Pace e bene, dicono i francescani, intendendo riferirsi alla serenità e all’allegria interiore. Non sono scemo e mi rendo conto di quello che ci succede intorno. Ma c’è poco da essere allegri, come dice qualcuno. È vero. Tuttavia, sono anche consapevole che se riusciamo a sdrammatizzare le cose
, almeno un poco, ci togliamo da dosso quella cappa di pesantezza che ci impedisce di agire. Insomma, per andare avanti concretamente, abbiamo bisogno anche di un po’ di entusiasmo. E l’allegria deriva anche dall’entusiasmo. È una marcia in più che può derivare dalla nostra forza d’animo. L’allegria, l’ho detto non c’entra niente con il senso dell’umorismo, con la comicità, con la satira. Al massimo, potremmo dire che c’entra con la serenità. neanche nel migliore dei casi riusciremo ad essere continuamente e completamente allegri, e questo mi sembra logico. Altrimenti saremmo scemi, più che allegri. Inoltre dobbiamo tenere presente che  questo sentimento di allegria di cui sto parlando, e che potremmo definire anche con il termine di “entusiasmo”, non è uno stato d’animo costante, ma un divenire continuo. Cambia, si evolve, e questo dipende da molti fattori. Certe volte ci sembra come il pane, che un giorno è fresco e il giorno dopo raffermo. Certe altre è come un bicchiere di acqua fresca da bere istantaneamente, quando abbiamo sete. Come tutte le cose della vita, l’apprezziamo solo quando manca, e quando la tristezza prende il suo posto. Ma come si fa a raggiungere questo stato di allegria? Se esistesse la formula esatta dell’alle
gria, sarebbe pagata quasi quanto quella del cioccolato senza calorie. Non so se mi spiego. Quindi, posso tranquillamente dire che non ci sono regole vere e proprie per vivere con allegria. Tuttavia posso dire che la semplicità di pensiero aiuta molto. Bisogna soltanto saperla coltivare, soprattutto quando il destino ci mette a dura prova, magari con quelle fatalità che, a volte, in maniera diversa segnano anche duramente la nostra esistenza, oppure anche con le piccole disavventure quotidiane che come arrivano, se ne vanno lasciando, per fortuna, poche tracce di sé, come fa un temporale estivo. Nell’uno e nell’altro caso, la cosa fondamentale è non aggiungere l’arrabbiatura ai guai che ci capitano. Altrimenti il danno si moltiplica. L’importante è non drammatizzare eccessivamente, non crogiolarsi nella tristezza; e quando è possibile è utile ricorrere al rimedio universale della risata. Certo, una cosa del genere è più facile a dirsi che a farsi. Ma dobbiamo imparare da soli, magari guardandoci intorno, che molto spesso è meglio aprirsi in un sorriso che in un ghigno di rabbia. Non è impossibile scoprire, se sappiamo guardarci intorno, uomini e donne che hanno saputo affrontare le situazioni più terribili senza mai rinunciare al sorriso. Dobbiamo tenere presente che per  raggiungere qualsiasi nostro fine non è sufficiente disporre di tutti gli ingredienti previsti, ma dobbiamo avere a disposizione anche di qualche cosa che li metta insieme, che li unisca.  Ebbene l’entusiasmo può essere paragonato al calore, al fuoco che fonde i vari metalli che servono a una lega, li amalgama, li valorizza cosicché il risultato finale sia ottimale. L’entusiasmo è il fuoco che dobbiamo covare dentro, se vogliamo raggiungere la meta che ci siamo prefissati. L’entusiasmo è il carbone che fa partire il treno delle nostre qualità. Quel  treno in cui i vagoni possono essere rappresentati dal desiderio, dalla fiducia, dalla tenacia, dalla rabbia e perfino dall’ostinazione. Ogni tanto, un po’ d’ostinazione non guasta. E’ un qualche cosa che dà calore vitale al nostro comportamento. E guardate che, senza entusiasmo ogni lavoro diventa più duro, meno piacevole, e che gli sforzi per arrivare al nostro obiettivo diventano decisamente maggiori. È una cosa che non va spiegata perché si capisce da sola. Tutto ciò che  ogni uomo ha realizzato di importante, per sé o per gli altri, è stato in gran parte ottenuto con l’entusiasmo. Tutti i grandi uomini hanno lasciato il loro segno grazie ad una intelligenza stimolata all’entusiasmo. Essi, con il loro entusiasmo hanno dato tutto quello che avevano di migliore. Non dimentichiamo che l’entusiasmo non ha età, non ha sesso, non richiede requisiti particolari. L’entusiasmo non è sovreccitazione, esaltazione o infatuazione, tutto questo si svuota e si perde alla prima difficoltà; l’entusiasmo invece, è una fiamma che si ravviva sempre di più di fronte alle difficoltà! L’entusiasmo è la fiducia nella vita, la fiducia nelle nostre capacità, la fiducia di incontrare sempre nuove ed affascinanti opportunità. Ma per diventare entusiasti e soprattutto rimanervi, bisogna prima di tutto desiderarlo con tutta la forza che c’è in noi. Esistono purtroppo tra di noi molti soggetti che hanno la triste capacità di spegnere ogni entusiasmo che vedono intorno a loro. Avete un’idea buona? Volete affrontare qualche cosa di difficile che però potrebbe portare a  un buon risultato? Subito c’è chi dice: Ma lascia stare, ma chi te lo fa fare? Ma è faticoso!  Non sei altro che un poveretto. E uno finisce, poi, col crederci veramente di essere solo un poveretto. Noi dovremmo cercare di non farci influenzare dal loro pessimismo cronico! Anche questa gente va guardata con un sorriso. Un sorriso che voglia dire: il poveretto sei tu che non hai la forza di affrontare niente! Ecco. Uniamoci, invece, a persone entusiaste e positive. Quelle le riconosceremo subito per il loro sorriso sincero, il passo sicuro, l’assiduità nel lavoro, la curiosità, la tenacia, ma soprattutto, per la fiducia che hanno in loro stessi e nelle loro capacità. Anche noi abbiamo la possibilità di urlare al mondo il nostro entusiasmo e tirarci fuori dalla banalità e dalla mediocrità. L’entusiasmo ci aiuterà a trasformare il mondo, prima il nostro mondo interiore, poi un po’ per volta, anche il mondo che ci circonda. Certo. Perché pensare positivamente significa, innanzitutto, credere intensamente che ciascuno di noi ha una dote, una qualità particolarissima che aspetta solo di essere risvegliata. In genere, sorridiamo solo in presenza di altre persone e mai a noi stessi. Per stimarsi bisogna essere all’altezza di quello che vorremmo fare o essere. Per diventare quello che vorremmo essere è necessario impegnarsi. Impegnarsi si, ma sempre sorridendo. L’uomo di oggi, purtroppo, tende a prendersi troppo sul serio; se noi tutti imparassimo a sorridere di più, specialmente di noi stessi, sicuramente vivremmo meglio. Il sorriso, infatti, ci apre le porte di qualsiasi tipo di comunicazione con gli altri. Le persone che sorridono mostrano di provare un’emozione positiva: mostrano piacere di stare in compagnia. Ma, come ho detto, oltre che ridere il più possibile stando insieme agli altri, guardando anche gli aspetti buffi della vita, dobbiamo imparare a sorridere anche di noi stessi perfino quando sbagliamo. Anzi, è proprio allora che guardare con un sorriso ai nostri sbagli, ci può aiutare a correggerci. L’umorismo è tra i più importanti meccanismi di difesa. Prima di affrontare una prova difficile, come un esame o un colloquio di lavoro, costringiamoci a sorridere! Essere allegri non significa ridere sempre e a sproposito. Si tratta di un fatto interiore. Ricordiamoci che la felicità non va affannosamente cercata nel futuro ma nel presente. Ognuno di noi, purtroppo, sente che c’è qualcosa che ancora gli manca per essere felice. Qualcosa che può riguardare l’amore, il lavoro, i rapporti con gli altri, il successo e così via. Il più delle volte l’infelicità deriva dalla sensazione di non avere abbastanza di quello che vorremmo o di non averlo affatto. La serenità, l’allegria, la felicità, ogni atteggiamento positivo viene quindi sempre rimandato a domani e si continua, così facendo, a sfuggire alla propria esistenza. Non conta quanto abbiamo ma fino a che punto riusciamo a godere di quello che possediamo. Logicamente dobbiamo darci da fare per ottenere di più, ma dobbiamo farlo senza affanno e con i piedi per terra. Impariamo a inseguire le cose da fare non tanto per il guadagno economico che ce ne deriverà, ma per quello che queste cose potranno darci come soddisfazione. Per quanto ci faranno crescere spiritualmente. Il denaro, poi, verrà da solo. Ma non fatene una meta assoluta. Ricordatevi, comunque, che nulla di grandioso sarà mai compiuto senza uomini risoluti che sono decisi a seguire le proprie idee, perché ci credono veramente. Insomma sorridere è persino terapeutico, ma soprattutto ci permette di condividere con gli altri momenti di allegria che possono cancellare qualsiasi ansia o tensione. E allora, impariamo a sorridere più spesso, per noi stessi e per chi ci sta vicino. Mi rendo conto che non è sempre così facile, ma se si comincia a farlo, poi ci si prende gusto. L’importante è che il sorriso non sia falso, che non sia un ghigno appiccicato alla faccia, che sia onesto. Sono convinto che si dovrebbe sorridere in ogni caso, anche quando le cose vanno male, perché in questo modo impediremo alle cose tristi della vita di farci dimenticare come si sorride e quanto è importante farlo! Insomma, sorridi anche se sei triste perché più triste di un sorriso triste c’è la solo certezza di non saper sorridere! Ci affanniamo ogni giorno alla ricerca di ciò che può renderci felici, senza sapere che le risorse di cui abbiamo bisogno per realizzare tutti i nostri sogni già ci sono dentro di noi. Qual è la differenza tra noi e i grandi donne e uomini di successo? Semplice.  Il fatto che loro hanno deciso quali risultati ottenere e che tipo di persona diventare, con costanza e coerenza, non dandosi mai per vinti e affrontando ogni insuccesso non come un fallimento, ma come una esperienza da cui ripartire con maggiore impegno. Se vogliamo prendere le redini del nostro destino, dobbiamo decidere ora, immediatamente, con convinzione, che tipo di persona vogliamo essere. Forse una persona indecisa, insicura, che ha sempre bisogno di appoggiarsi a qualcuno? No, naturalmente. Dobbiamo apporre il sigillo della determinazione su ogni pensiero, su ogni azione che dedicheremo al raggiungimento del nostro obiettivo. Se decidiamo veramente, con convinzione e grinta, possiamo fare qualsiasi cosa, migliorare qualsiasi aspetto della nostra vita, ripetendoci mille volte allo specchio che noi possiamo diventare chi vogliamo, essere forti e decisi, perché siamo noi a costruire e determinare il nostro destino, perché ogni persona è, innanzitutto, quello che pensa di essere. Se una persona ci crede veramente, in se stesso, è più vicina alla sua realizzazione o, se lo volete chiamare così, al successo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *