9 Aprile 2024
Attualità

No alla “colonizzazione” dell’Europa – Enrico Marino

“Taharrush Gamea”, significa molestare e aggredire le donne in strada, con l’obiettivo di mostrare il predominio dei maschi. A quanto pare, secondo le indagini condotte dalla polizia tedesca, gli islamici si sarebbero organizzati on-line per sferrare l’attacco di Capodanno, sfociato poi nelle molestie di massa a Colonia.

Il ministro della Giustizia tedesco, Heiko Maas, ha parlato di “un’azione organizzata e coordinata” e successivamente le indagini hanno accertato che, in effetti, sarebbero stati mandati sms, e-mail e messaggi criptati, sia in arabo sia in inglese così come in tedesco e in italiano, ai residenti di origine araba nel Vecchio Continente.

Insomma, una chiamata alle armi per umiliare le donne e la società europee.

Però, la Repubblica ha subito tenuto a precisare che i responsabili del ministero dell’Interno tedesco e del Bka (l’equivalente della Fbi) avrebbero dichiarato: “Indaghiamo su tutte le piste, senza escludere nulla, tanto meno il fatto che l’appello alle aggressioni sessuali di massa sia stato una trappola diffusa online dall’ultradestra xenofoba o neonazista contro i migranti”.

Questa, infatti, è l’ultima trovata del circo mediatico progressista-accogliente che, dovendo in tutti i modi trovare una giustificazione alle violenze dei nord africani, ora cerca di addossarne la responsabilità alla destra.

E’ evidente che si tratta di una bufala e, per di più, idiota e controproducente. Idiota, in quanto ipotizza una fantasiosa centrale razzista in grado di raggiungere capillarmente e influenzare, non si sa come, le masse islamiche presenti in Europa; controproducente, in quanto non scagiona affatto i responsabili materiali di quelle violenze che, in ogni caso, hanno aderito compatti a quei messaggi criminali, chiunque sia stato a inviarli. Anzi, la presenza accertata di molti “richiedenti asilo” tra i responsabili delle violenze, rende quelle aggressioni ancora più indegne e intollerabili.

La verità purtroppo è un’altra, tanto surreale quanto repellente e odiosa.

La verità è che c’è una classe dirigente europea la quale, sia per personali devianze ideologiche, sia perché eterodiretta, sia per luridi interessi economici e sia, infine, per irresponsabile idiozia politica, aderisce compatta a una visione malata dell’accoglienza e a un progetto criminale di sviluppo della società europea.

La verità è che abbiamo accolto una massa eccessiva di extracomunitari nella quale accanto a elementi apprezzabili convivono soggetti criminali e dove è presente, inoltre, una consistente componente portatrice di una visione del mondo inconciliabile con i nostri valori sociali e culturali.

Questa estate, in TV, ognuno ha potuto vedere che il flusso dei migranti che forzava i confini dell’Europa era composto principalmente da giovani sani e robusti. Ma i media parlavano di “famiglie” e di “ricongiungimenti famigliari”.

Gli ordini dati erano, infatti, quelli di ignorare i combattenti islamici che si opponevano valorosamente in Siria al terrorismo, ma di pietire esclusivamente sui “profughi” che fuggivano, di riprendere le donne e i bambini davanti ai capi del gregge e mostrare sempre scene drammatiche di barconi e di annegati, preferibilmente se fanciulli.

Ora abbiamo le statistiche e sappiamo che il 70% dei “profughi” sono uomini (tra i 18 ei 35 anni), il 13% sono donne e il restante 9% sono ragazzi, spesso minorenni senza famiglia.

Ora sappiamo anche che questi maschi non erano particolarmente istruiti, ma i media e i politici hanno affermato che si trattava soprattutto di ingegneri, medici, laureati venuti in Europa per arricchirla con le loro conoscenze e il loro lavoro.

Con le aggressioni sessuali di Capodanno che hanno avuto luogo a Colonia, Stoccarda, Amburgo, Zurigo, Helsinki e in altre città, ora sappiamo che le gioie del vivere insieme propagandate dalla nomenclatura globalista non solo sono una stupida fantasticheria, ma addirittura una ipocrisia criminale.

Come altrettanto ipocriti e nefandi sono stati il silenzio imposto ai media, per non diffondere notizie sui crimini commessi dagli immigrati, gli ordini impartiti alle polizie di non perseguire in molti casi gli autori di tali crimini nonché le direttive volte a reprimere le manifestazioni dei patrioti europei contro l’invasione africana.

Le vere bombe da cui occorre difendersi, infatti, non sono solo quelle degli attentatori suicidi (che devono essere prevenute dai servizi di intelligence), ma sono le bombe demografiche, lasciate affluire, anzi incoraggiate, dagli esponenti scellerati di quella subcultura che si nutre con le litanie sulla pace, la non-violenza, la rinuncia ad una politica di potenza, la fine di tutte le gerarchie in politica, il consenso universale, l’omosessualità, l’accoglienza e la contaminazione multietnica, lo jus soli.

L’arrivo di centinaia di migliaia di giovani maschi di tipo arabo o nord africano nel nostro continente determina, infatti, una vera e propria alterazione negli equilibri con la popolazione bianca, inquina il rapporto tra i sessi e costituisce la premessa per la progressiva sostituzione etnica nel continente europeo.

Il Parlamento svedese, a suo tempo, ha deciso di trasformare la Svezia, etnicamente omogenea, in un paese multietnico e, conseguentemente, ha deciso di accogliere i migranti senza porre limiti. Nel 1975, sono stati segnalati alla polizia 421 stupri; nel 2014 sono stati 6.620. Un aumento del 1.472%, che con 53.2 stupri ogni 100.000 abitanti, pone quel Paese al secondo posto nel mondo alle spalle del Lesotho, una enclave dell’Africa australe. In confronto, la vicina Danimarca ha un tasso di 7,3 stupri ogni 100.000 abitanti.

Sembra che l’85% dei condannati per stupro siano nati all’estero o siano immigrati di seconda generazione. Nei casi di stupro di gruppo, quasi tutti gli autori sono di famiglie immigrate e praticamente il 100% proviene da paesi musulmani. I giudici svedesi di solito assolvono gli stupratori perché nella maggior parte dei casi, anche in quelli di stupro di gruppo, sentenziano che la vittima era consenziente.

Questa difesa del colpevole e questa accusa alle vittime assomigliano alla vergognosa reazione del sindaco di Colonia, Henriette Reker, all’indomani delle violenze. Questa donna, eletta al primo turno con oltre il 51% dei voti, ha fatto del buonismo pro-migratorio la sua specialità. Al momento della sua elezione, era in coma dopo essere stata accoltellata da un disoccupato tedesco, che ha spiegato le sue azioni con la propria ostilità verso l’accoglienza dei migranti sostenuta dalla signora Reker. La quale, anche per questo, ha ricevuto il plauso incondizionato di Laura Boldrini, la sua sgradevole omologa italiana.

Oggi, questa signora ha invitato con ignobile superficialità le donne tedesche a tenere a “distanza di un braccio” gli sconosciuti, come forma di prevenzione contro le violenze. Ma la volgare disinvoltura della Reker rispecchia esattamente gli umori delle femministe europee e di tutti quegli intellettuali di sinistra preoccupati non tanto delle violenze degli immigrati quanto, piuttosto, di non alimentare reazioni xenofobe, umori che sono l’esatta rappresentazione della società svirilizzata e del futuro da eunuchi che costoro prospettano per l’Europa.

Un’Europa delle Madri, gender friendly, tutta buonismo politicamente corretto e spregevole e mielosa accoglienza, degradata a ricettacolo di avventurieri africani da una cricca di politicanti nani e massoni e da un multiculturalismo da operetta gestito da intellettuali da vip-lounge aeroportuale. Un mondo fuori dal mondo, una cerchia di radical che vive di cieca autoreferenzialità, ma che pretende di imporre la sua visione stucchevole e falsa di un idillio buonista e cosmopolita.

Quando si sa in che modo è trattata la donna in stati come gli Emirati o l’Arabia Saudita, quando sentiamo il programma di qualche Imam a proposito di ciò che compiranno sulle giovani europee, quando vediamo come lo Stato islamico ha fatto della violenza sessuale un’arma di guerra, legittimato dalla sua personale interpretazione del Corano, predicando una sorta di teologia dello stupro che diventa, in tal modo, un atto codificato e reso pubblico per umiliare, soggiogare e terrorizzare le popolazione dominate, il nostro sdegno e la nostra ripulsa verso i paladini dell’accoglienza indiscriminata crescono naturalmente.

Rifiutando di controllare il flusso di migranti, la élite mondialista che ci governa sta uccidendo l’Europa.

Contro questa scelta criminale ogni reazione è lecita, giusta e doverosa, da parte delle forze nazionali in difesa dell’integrità etnica, culturale e identitaria della terra dei nostri padri.

2 Comments

  • Andres Marzio Molise 19 Gennaio 2016

    Quando andai a Londra la prima volta avevo 21 anni. Schizzai fuori dall’aereoporto euforico prima dei miei due amici e quando mi raggiunsero avevo le lacrime agli occhi come uno scemo dal ridere…nessuno mi aveva avvertito di cosa fosse una societa multirazziale e quel negro tutto serio che guidava quel taxi in stile antico mi aveva dapprima lasciato sorpreso poi quando capii che non era una mascherata mi aveva cominciato a fare ridere come un pazzo e raccontai subito l’avvenuto ai due peraltro increduli. Eh, non sapevo che un giorno avrei invece tanto pianto su quella stessa multirazzialita’. Si era circa nel 1996, di li a pochissimo tutto sarebbe cambiato. Siamo i testimoni oculari di un rivoluzionamento senza precedenti, siamo i fruitori di una violenza psicologica inaudita che la plutocrazia e i suoi servi ci stanno regalando con i loro indici drizzati, altro che le violenze di Colonia.

    Vi siete mai chiesti come mai prima di quella data nemmeno un profugo? non un negretto in Italia, non una barbetta islamica, al massimo qualche ristorante cinese, e dopo invece una m a r e a nera (tutti i color sommati insieme danno sempre il nero)? Eppure il terzo mondo e le guerre sono sempre esistiti. Io credo che dopo il crollo del muro qualche equilibrio si deve essere rotto, il capitale deve avere preteso o necessitato esigenze maggiori, non si sarebbe piu andata ad aprire la fabbrica in India ma si sarebbe portata l’India nella fabbrica ed ecco quindi che fu aperta la diga e lasciato entrare quel famoso “esercito di riserva” (di lavoratori) di cui parlava Marx nel Capitale; qualcosa di ben diverso dalla “accoglienza” umanitaria.. be i dettagli non li so ne so se ho ragione, certo e’ che nel 96 scoppiai a ridere in faccia a un negro londinese, e oggi se ne vedo uno a Roma …

  • giannetto 11 Marzo 2016

    Puntare il dito contro l’élite mondialista non basta. Occorre puntarci contro le armi, e perciò occorre, PRIMA, trovare il modo di risvegliare da video-suzione smart-phonica le mitiche “masse” giulivamente rincoglionite. (ammesso e non concesso che un modo ci sia)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *