12 Aprile 2024
Attualità Cogitamenti

Ne ho proprio pieni i “belloni”…

E’ dalle elementari che il mio cognome, del quale sono fierissimo (a Lodi c’è l’ospedale Belloni: famiglia sanguigna e prolifica, che arrivò ad essere anche banchiere del papa: nessuno è perfetto!), che il mio cognome – dicevo –  si presta ad una rima naif e di facile intuizione. E la faccenda non mi dispiace: chi non sa ridere di se stesso vive una vita grigia e triste. A parte la disquisizione araldica, questa volta i “belloni” mi girano come eliche di un motoscafo.

Siccome sono un pirla, invece di andare a prendere aria, la mattina mi guardo i telegiornali. E ammetto che leggo anche i giornali. Colpevole, vostro onore, sono colpevole: mi rimetto alla sua pietas, alla sua comprensione. Mirate al petto e risparmiate la barba, anche se incanutita:  esempio e ricordo di una contestazione antica e mai sopita; a Rapallo, Santa Margherita e Portofino a 14 anni ero l’unico ad averla, con orrore e scandalo delle mamme borghesucce e gioia delle figlie. Colpevole fin da allora, vostro onore. Colpevole e grazie a dio, porcello.

In questi giorni di metà agosto  sulla tragedia degli invasori africani e medio orientali si è inserita una nota stonata come il suono di una campana incrinata. Un cardinalone, tale Galantini, a capo della congrega dei vescovoni italici, ha levato alto il suo latrato: “Chi si oppone ai rifugiati è un piazzista a caccia di voti”. Probabilmente, più realista del re, il cardinalone voleva dar man forte al suo caporione, il gesuita vestito di bianco, in arte Francesco, che dallo scranno pietrino ha sentenziato: “respingerli (gli invasori, n.d.r.) è un atto di guerra”.

Il che, se fosse vero, avrebbe una percentuale, minima ben inteso, di verità. Con un particolare che il gesuita trascura: la guerra la hanno iniziata, senza dichiarazione, “loro”, gli invasori. Che sono un esercito che tenta di sfondare il fronte nei due salienti più deboli: Grecia ed Italia, ove lo Stato è assente ingiustificato. Per ora non sono armati, ma trovare armi non è poi una faccenda così difficile, con finanziatori occulti (mica tanto, a dire il vero),  coste colabrodo, confini terrestri gruviera. Già in certi quartieri delle grandi città le Forze dell’Ordine entrano solo se in forze e con circospezione.

E’ uno stato di aggressione che vede soccombere le nostre Comunità, la nostra Società. Con il sorriso beffardo di poteri forti d’oltre Oceano e d’oltre Mediterraneo, felici di constatare il realizzarsi del loro perverso e micidiale disegno strategico: disgregare l’Europa, colpendola dal Sud, punto di debolezza.

Ora, capisco che il pastore cattolico pesca bene nel torbido, nel disordine, nel marasma. Capisco che il Vaticano, finanziariamente nelle mani dell’ebrea Goldman Sachs, sia prono alla strategia antieuropea della banca giudea (l’ebreo Soros ha finanziato Tsipras, guarda caso!); capisco che tanti bei ragazzoni di colore possono fare la felicità del disordine di certo clero (con annessi battaglioni di zitelle clericali assatanate); capisco che il gesuita vestito di bianco sia arrivato dalla America del Sud, ove striscia la “teologia della liberazione”, di tupamara origine e che tale teologia sia nel suo DNA… Capisco tutto. Ma o il papa parla come capo dei credenti, ed allora vorrei chiedergli se famiglia, terra, sangue, dovere, ed appartenenza siano o no valori accettati e condivisi. Oppure se parla come capo di uno Stato estero, anche se ingombrate, ed allora si contenga, si munisca di un pannolone vocale e si faccia gli affari (puliti?) del suo Stato.

Gli comunico, soavemente, che noi gli invasori non li vogliamo.

Semplicemente e decisamente.

Come non li vuole l’Europa, che sta trovando, o ritrovando, il suo spirito. Bianco, forte e libero, alla faccia di papi e cardinaloni progressisti. E gli Stati che tali sono chiudono i confini e si preparano allo scontro. La Gran Bretagna istituisce forze speciali anti tunnel; la Francia chiude Ventimiglia, L’Ungheria mette il filo spinato con corrente elettrica (nessuno dice che ci sono cento/centocinquantamila afgani e bengalesi che premono ai suoi confini), la Croazia prende i clandestini invasori e li ficca in isolette inaccessibili, la Spagna alza a Ceuta e Melilla barriere di sei metri. Ecc. Ecc. Ecc… E la Grande Germania si sta riarmando. Pesantemente (come del resto fa il Giappone, ma questa è un’altra storia). E i tecnici stanno preparando un cambiamento di sistemi d’arma, adatti al contenimento dell’invasione.

La nota stonata, che puzza di tradimento, è la somma degli appelli di certo clero. Dalla guerra dei trent’anni in poi è in atto uno scontro fra la chiesa di Roma e l’Europa. Con i gesuiti in funzione di commandos curiali. Ha sempre vinto l’Europa, grazie agli Dei!

Ma irrita assaissimo che i media diano tanto spazio alle esternazioni del capo di uno Stato estero (come se non ci fosse già una indigestione obbligatoria di ogni starnuto di americani ed israeliani a rompere oltre il lecito!). E trovo sconveniente al limite del tradimento che un cittadino italiano, di professione cardinalone, si permetta di intervenire in faccende di cui è bene si tenga lontano e fuori dai … “belloni”. Per le questioni pubbliche vige (almeno dovrebbe) il codice civile e soprattutto penale italiano. Se fossi un “piazzista”, onorevole e pulita professione, gli farei causa, all’arrogante, improvvido cardinalone. Pussa via! E che non si permetta di trinciare giudizi e dare consigli di pubblica (in)decenza, travestita da dettame morale. La sua chiesa ha Everest di mattanze, di stragi, di roghi, di intolleranza, di malignità, di corruzione, di sfacelo morale, di assassinii di papi e non solo (Papa Luciani dice niente?) per permettere a un cardinalone di dare giudizi. Dovrebbero, tutti gli alti prelati, per almeno un paio di secoli vestirsi di stracci, con cenere sulle pelate, a piedi nudi, a pane ed acqua, strisciare davanti ad ogni essere umano e chiedere perdono. Perdono di esistere.

Arroganti, traditori, cortomiranti, scaltri, astuti, avidi. Se tornasse il loro dio, quel povero Jeoshua da loro bestemmiato e tradito ogni giorno, caverebbe un palo dalla vigna e ripeterebbe l’azione squadrista come quella volta contro i mercanti nel tempio. Solo che questa volta sarebbe l’assemblea della CEI. E giù, botte da orbi!

Sai come ci divertiremmo?

E per oggi basta cattiverie clericali. Altrimenti mi scomunicano… (qui ci vorrebbe una risata sardonica).

Però ho nostalgia di Don Camillo e di Peppone.

Fabrizio Belloni

Cell. 348 31 61 598

Giovedì 13 agosto 2015

2 Comments

  • giannetto 15 Agosto 2015

    Valutazioni eccellenti. Però è già troppo tardi: noi (i “malpensanti”) abbiam già perso la guerra. Quando l’ecumenismo, prima cattolico, deborda in un universalismo pan-religioso, allora direi che si “ebraizza”, ossia viene agitato come una false flag universalista che serve a mascherare l’egemonia di qualche lobby razzista. Purtroppo (per noi) tale transizione dall’ecumenismo all’universalismo esercita un tremendo mass-appeal. Tutti i farlocchi ne sono stregati. Ed è così che in Italia trionfò ideologicamente (e segue trionfando) il catto-comunismo, di cui Don Camillo e Peppone, in altro contesto, furono i mitici padri fondatori. Il genio ironico di Guareschi aveva già capito tutto!

  • giannetto 15 Agosto 2015

    Valutazioni eccellenti. Però è già troppo tardi: noi (i “malpensanti”) abbiam già perso la guerra. Quando l’ecumenismo, prima cattolico, deborda in un universalismo pan-religioso, allora direi che si “ebraizza”, ossia viene agitato come una false flag universalista che serve a mascherare l’egemonia di qualche lobby razzista. Purtroppo (per noi) tale transizione dall’ecumenismo all’universalismo esercita un tremendo mass-appeal. Tutti i farlocchi ne sono stregati. Ed è così che in Italia trionfò ideologicamente (e segue trionfando) il catto-comunismo, di cui Don Camillo e Peppone, in altro contesto, furono i mitici padri fondatori. Il genio ironico di Guareschi aveva già capito tutto!

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