12 Aprile 2024
Religione

L’iniziazione cristiana attraverso il battesimo e le sue conseguenze storiche nella società – Alberto Catalano

E’ argomento noto e dibattuto come il passaggio dalla religione politeista a quella cristiana abbia significativamente contribuito alla dissoluzione dell’impero romano. Sulle origini storiche del cristianesimo è di aiuto la lettura di questo frammento di Wade:

“All’epoca infatti la maggior parte degli ebrei, come chiunque altro, lavorava la terra per sopravvivere. Educare i figli per i contadini era dispendioso e non portava alcun vantaggio pratico. Sembra che molti si opponessero all’invito di educare i figli, dal momento che il Talmud è pieno di critiche nei confronti degli ammei ha-aretz, come nel linguaggio talmudico sono indicati i rozzi contadini che si rifiutavano di insegnare ai figli a leggere e scrivere. Inoltre ai padri veniva suggerito di non dare per nessun motivo in moglie le proprie figlie a uomini non istruiti, figli degli ammei ha-aretz. Gli abitanti delle campagne tanto disprezzati, potevano però sfuggire a tali intimidazioni senza abbandonare del tutto l’ebraismo. Queste persone avevano infatti la possibilità di abbracciare una nuova forma di ebraismo leggero, che non prevedeva l’alfabetizzazione o lo studio della Torah, sviluppata da un ebreo della diaspora, meno rigido e sempre più popolare in quel periodo. L’ebreo meno rigido nella fattispecie era Paolo di Tarso e la religione da lui promossa, il cristianesimo, avvolse con l’ebraismo, senza soluzione di continuità, il culto misterico di un dio agricolo che muore in autunno e risorge in primavera. Come prova del fatto che molti ebrei si convertirono davvero al cristianesimo, Botticini ed Eckstein citano alcune stime da cui si deduce che la popolazione ebraica ebbe un declino profondo passando da circa 5,5 milioni di individui nel 65 era volgare ad appena 1,2 milioni nel 650. Sono poche le cause in grado di giustificare un simile declino, oltre all’elevato tasso di conversioni di ebrei che decisero di allontanarsi dalla propria religione d’origine.” (1)

Il passaggio violento portato in atto dai cristiani nel quarto secolo era volgare, con l’intento di terminare le attività dei templi pagani non ha potuto che portare a conseguenze estremamente negative per tutto l’impero. Tale è la tesi sostenuta da Quinto Aurelio Simmaco come segue:

“Che nessuno mi ritenga esclusivo difensore della causa dei culti religiosi: da criminosi atti di tale genere sono sorte tutte le sventure per la stirpe romana. La legge degli antenati aveva onorato le vergini vestali e i ministri degli dei con un moderato sostentamento ed i giusti privilegi. L’integrità di questo contributo resistette fino a che a volgari banchieri non pervertirono in compenso per spregevoli facchini il sacro sussidio per la castità: ne seguì una pubblica carestia ed un misero raccolto deluse le speranze di tutte le province.” (2).

Analogamente viene sostenuto lo stesso pensiero da Libanio citando a più passi le disgrazie avvenute alla famiglia di Costantino, dei due figli uccisi a vicenda, la diffusione della peste nel medesimo periodo, insieme al pericolo della guerra con i persiani (3). Questo senza citare le invasioni dei barbari e le ribellioni dei Goti che sarebbero giunte in quel preciso periodo di tradimento forzato delle antiche divinità. Il cristianesimo si affermava in tal modo come una religione estremamente materialista e pragmatica praticante la distruzione di quelle dimensioni operative magiche atte a costruire ponti tra la dimensione umana e quella divina, le cui ricadute erano dirette nella società: la carestia di quel periodo, l’invasione più feroce da parte dei barbari, le disgrazie nelle case degli imperatori cristiani. Diversamente tali eventi vengono interpretate dagli ecclesiasti cristiani come una maledizione lanciata dal dio cristiano dal permesso di esistenza ai pagani, tale da giustificare l’ondata di persecuzione del quarto secolo che si concluderà con la terminazione dei culti dei templi. Evola si esprimeva nei confronti del cristianesimo spiegandolo come un “una forma disperata di dionisismo” (4), secondo una mia lettura interpretativa in quanto una volontà di distruzione e desacralizzazione continua finalizzata al comunismo delle anime, integralmente incentrato nello sprofondamento nella dimensione materiale. A difesa delle dottrine dionisiache dall’improprio paragone, nella visione cristiana mancano tutti gli elementi evolutivi, ascetici e portatori di sapienza diversamente presenti all’interno di tali culti. Il cristianesimo non porta ad una coscienza superiore. Posizione anch’essa espressa da Evola:

“Fra la sapienza dei misteri – di Buddha, di Dioniso, di Mithra, di Ermete – e la religione cristiana non vi è nulla di comune, le due direzioni sono incomunicabili, perpendicolari, tali che dire sì all’una implica senz’altro dire no alla seconda” (5).

La variegata simbologia cristiana non fa che connotare il nuovo culto come la prima religione inventata e studiata al fine unico di portare avanti una estrema volontà distruttiva di ogni cosa, distruzione che dopo aver passato la fase rivoluzionaria si è ben istituzionalizzata nell’entità ecclesiastica, portando avanti mille e settecento anni di continua decadenza, escludendo alcune parentesi, quali il periodo stilnovista o risorgimentale, dove sarebbero convissuti elementi di natura pagana poi alla fine decaduti nello scontro con la stessa Chiesa. Ma ritornando al battesimo, è doveroso capire che esso non è solamente un rito estetico, esso diversamente conducendo a delle profonde conseguenze in quanto rappresenta una vera e propria iniziazione religiosa. Con tutta la sua stessa struttura rituale, con il suo olio dei catecumeni e il crisma realizza nel battezzato una chiusura semi-permanente dagli elementi magici e demonici propri della natura sul profilo mentale. Questo ha reso una particolare insensibilità nei cristiani ai principi divini e demonici che si manifestano perpetuamente nell’universo. Inoltre durante il rito viene effettuato un ben preciso sigillo a croce sulla fronte del battezzato, quale simbolo della sottomissione mentalmente al credo asiatico. Leggiamo quanto segue scritto Angelo Lameri, ordinario di Teologia:

 «Chi partecipa alla celebrazione liturgica infatti assimila essenzialmente se stesso al Cristo, in modo da essere gradualmente portato a trasfondere nella vita quanto celebra. Il tutto avviene “per ritus et preces”, perché il mistero si svela nell’agire rituale che costituisce la modalità con la quale il fedele è reso presente, partecipe dell’evento salvifico, perché ogni celebrazione liturgica è «opera di Cristo sacerdote e del suo corpo che è la Chiesa» (6).

Scrive Mons. Cavallotto:

«Anche il rito con il quale si celebrava il battesimo aveva un suo eloquente significato. Si può accennare a quanto avveniva a Gerusalemme nella seconda metà del IV secolo. Il candidato, entrato a piedi nudi nel vestibolo del battistero, si volgeva ad occidente, regno delle tenebre e del maligno, e con la mano stesa in segno di giuramento pronunciava la rinuncia a Satana. Quindi, rivolto ad oriente, regione della luce, faceva la sua professione di fede. Deposte, poi, le vesti, entrava nel battistero, veniva unto con l’olio dell’esorcismo su tutto il corpo e seguiva l’atto battesimale con la triplice immersione .” (7).

L’unzione ed il rifiuto a Satana compiono l’atto volitivo del battesimo che permette di realizzare un involucro psichico alle forze della natura. Commenta Cirillo, rivolgendosi ai neofiti:

“Recitaste la salutare professione di fede e poi foste immersi per tre volte nell’acqua e ne usciste. Questo per esprimere i tre giorni che Cristo passò nel sepolcro… In quel medesimo istante voi siete morti e siete nati; l’acqua salutare (del battesimo) fu insieme tomba e madre” (8).

Cirillo sostiene come il battesimo simboleggi la fine della vita nella libertà naturale e l’iniziazione stessa nel cristianesimo. Se ne ha come risultato una massa popolata da materialisti, incapaci di percepire il divino che vi è in tutte le cose e totalmente sottomessi psichicamente al Cristianesimo a prescindere siano praticanti o meno. A riaffermazione di quanto da me in questa sede sostenuto, possiamo sostenere che tutti i movimenti apparentemente anticristiani si siano affrontati nella storia, abbiano mantenuto una natura cristiana, particolarmente sul profilo moralistico. Avendo questi mantenuto sul profilo tradizionale il battesimo come istituzione. Per esempio, il capitalismo è il diretto prodotto del cristianesimo, le cui radici sono da segnare storicamente nella nascita del latifondo nell’impero romano cristianizzato o ancora notabile la nascita delle banche nel periodo delle prebende, quale punto di incontro tra religione ed economia. Di contro anche il comunismo, anch’esso mosso dall’etica egualitaria, internazionalista, disgregativa delle istituzioni storiche, materialista non ha fatto altro che rappresentare un nuovo cristianesimo, sostenuto come il primo da ebrei per poi venire diffuso alle popolazioni europee con colori sempre più annacquati, dal rosso al rosa, e sempre più pieni di quella volontà distruttiva. Da notare, a conferma della mia tesi, che la fine del processo di ateismo istituzionalizzato delle repubbliche comuniste sia stato caratterizzato da un ritorno di un sentimento sempre più forte alle antiche religioni slave. Ritorno che è negato in altri paesi, come il nostro, per lo stretto obbligo del battesimo alla nascita. Il battesimo perdura sporcando l’anima e l’unico sbattezzo possibile per rimuovere questo involucro è tramite apposita operazione magica e non tramite una lettera per apostasia. Con la quale si realizza il ritorno ad una visione mentale aperta dell’universo, ma questa non è sede dove discuterne (9). Cercherò di scendere nel dettaglio al fine di meglio spiegare cosa succede successivamente ad un Battesimo.

1250 “Poiché nascono con una natura umana decaduta e contaminata dal peccato originale, anche i bambini hanno bisogno della nuova nascita nel Battesimo per essere liberati dal potere delle tenebre e trasferiti nel regno della libertà dei figli di Dio,alla quale tutti gli uomini sono chiamati. La pura gratuità della grazia della salvezza si manifesta in modo tutto particolare nel Battesimo dei bambini. La Chiesa e i genitori priverebbero quindi il bambino della grazia inestimabile di diventare figlio di Dio se non gli conferissero il Battesimo poco dopo la nascita” (10).

Per la Chiesa cattolica è una pratica quasi obbligatoria il battesimo alla nascita, quando il fanciullo in una fase di incoscienza totale viene obbligato a condividere tale religiosità tramite questo rito: l’obiettivo è quello di corromperlo alla natura cristiana:

“Una volta solo San Giovanni Crisostomo parla indubbiamente sul battesimo dei bambini piccoli in una delle catechesi ai neofiti. Dopo aver affermato che oltre la remissione dei peccati ci dona molte altre grazie, egli continua: “Per questo motivo battezziamo anche i bambini piccoli sebbene non abbiano peccati, affinché sia imposta loro la santificazione, l’adozione di figli, l’eredità, la grazie di essere fratelli e membri di Cristo e di diventare l’abitazione dello Spirito.” (11)

In quest’altra affermazione sembra persino che Giovanni non condivida il pensiero del peccato originale dei bambini ma egualmente sostenga la necessità dei bambini di unirsi al culto cristiano. Qui spiego in cosa consiste questa chiusura verso il mondo naturale demonico esterno. Come è risaputo i cristiani sostengono l’esistenza dei demoni, come ancora risaputo che gli individui non battezzati siano alla mercé dei demoni.

Ma cosa intendono per demoni?

Pensano a Satana, a demoni oscuri, mostruosità col tentativo di spaventare, quando nella realtà con la parola demone si intende il concetto greco di dáimōn, essere divino a metà tra il mondo umano e quello divino. Queste entità non sono unicamente di natura negativa ma anche positiva o anche neutra: grazie ad esse è concesso il raggiungimento di livelli di coscienza superiori ed avvicinarci agli Dei. Con il passaggio al cristianesimo li si vuole semplicemente rendere invisibili al cristiano e costruire una barriera che funzionerà fin quando l’iniziato al cristianesimo seguirà le leggi di questa religione mancando però di qualsiasi base di coscienza. Per questo motivo il materialismo ed il continuo deteriorare dell’umanità è la decisa conseguenza del rispetto della religiosità cristiana. Il Battesimo non è composto solo dalla chiusura della coscienza obbligatoria ma anche dalla sottomissione al mondo del dolore cristiano, inserito nella composizione della croce alla fronte:

“ Considera, quando sei battezzato, donde viene il Battesimo, se non dalla croce di Cristo, dalla morte di Cristo. Tutto il mistero sta nel fatto che egli ha patito per te. In lui tu sei redento, in lui tu sei salvato “ (12).

« Quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova » (13).

1235 Il segno della croce, all’inizio della celebrazione, esprime il sigillo di Cristo su colui che sta per appartenergli e significa la grazia della redenzione che Cristo ci ha acquistato per mezzo della sua croce.  (14).

Farsi il segno della croce non fa che rivivere il sigillo originario impresso durante il battesimo, il quale fa rivivere in voi il dolore dell’essere cristiani e l’appartenenza alla stessa religione. Nel sigillo battesimale stesso non vi è altro che la sottomissione, di cui a lungo ho parlato in questo articolo, alla visione cristiana ed incoscientemente alla Chiesa stessa.

1269 Divenuto membro della Chiesa, il battezzato non appartiene più a se stesso, ma a colui che è morto e risuscitato per noi. Perciò è chiamato a sottomettersi agli altri, a servirli nella comunione della Chiesa, ad essere « obbediente » e « sottomesso » ai capi della Chiesa, e a trattarli « con rispetto e carità ». Come il Battesimo comporta responsabilità e doveri, allo stesso modo il battezzato fruisce anche di diritti in seno alla Chiesa: quello di ricevere i sacramenti, di essere nutrito dalla Parola di Dio e sostenuto dagli altri aiuti spirituali della Chiesa. (15)

Alla luce di queste considerazioni in merito alla ritualistica cristiana, che saranno inaccettabili per un cristiano,  non è assurdo pensare che questa abbia contribuito magicamente a realizzare l’Occidente decadente in cui oggi viviamo. Gli elementi morali del cristianesimo, pertanto, rimangono saldamente nella società atea quotidiana – “La liturgia è inseparabile dall’agire morale ” (16) – cosicché ci ritroviamo a vivere in una società detta cristiana, formalmente atea e sorretta dalla moralità e dai valori della medesima religione. Tali a sua volta affondano nella liturgia battesimale. Rimane, infine, l’indubbia l’impossibilità di critica all’Occidente senza una profonda critica alla religione cristiana ed alla sua iniziazione stessa.

 

Note:

1 – Nicolas Wade, Una scomoda eredità. La storia umana tra razza e genetica. Editore Codice, 2015, Cap 8;

2 – Quinto Aurelio Simmaco, Altare della Vittoria, edizioni Ar, pg. 42;

3 – Libanio, A protezione dei templi, edizioni Ar, pg. 55;

4 – Julius Evola, Rivolta contro il mondo Moderno, edizioni Mediterrane, Roma 1998, p. 324;

5 – Julius Evola, Individuo e il divenire del mondo, cit. p. 46 ;

6 – Angelo Lameri, Segni e simboli riti e misteri, Edizioni Paoline 2012, pag. 65-66;

7 – Mons. Giuseppe Cavallotto, DIVENTARE CRISTIANI: LA PROPOSTA DEL CATECUMENATO, CEI, pag. 5;

8 – CIRILLO DI GERUSALEMME, Catechesi mistagogica II, 4 in Diventare Cristiani, op. Cit;

9 – Tale mia tesi scivola in un paradosso di impossibilità nella sua affermazione, se non soggettivamente solo dopo diretta esperienza. Fino ad allora la mentalità del battezzato non potrà che rimanere scettica;

10 -Catechismo della chiesa Cattolica http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c1a1_it.htm;

11 – Pietro Rentick, Gregorian Biblical BookShop, La cura pastorale in Antiochia nel IV secolo, pg 32;

12 – Sant’Ambrogio, De sacramentis, 2, 2, 6: CSEL 73, 27-28 (PL 16, 425-426);

13 – Paolo di Tarso, Lettera ai Colossesi, 2,12;

14 – Catechismo della chiesa cattolica http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c1a1_it.htm;

15 – Catechismo della chiesa cattolica http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c1a1_it.htm.

16 – Il completamento della morale in Gesù Cristo, LA MORALE CRISTIANA E LE SUE NORME 1974 http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_1974_morale-cristiana_it.html

 

Alberto Catalano

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