12 Aprile 2024
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“Il Sole dell’Impero” – recensione a cura di Stefano Sogari

“Il Sole dell’Impero: un romanzo che unisce Ucronia e Ideale nella Sintesi della Storia “per come sarebbe dovuta andare”.

Descrivere un testo come “Il Sole dell’Impero” non è facile per ragioni non solo dovute alla grande mole dimensionale del testo ma anche per la sua stupefacente complessità unitamente alla trama avventurosa e ricca di spunti storici e romanzeschi. IL lettore non si spaventi in merito alla lunghezza, che c’è ma che risulta ben distribuita in un racconto agevole da leggere, ben scritto e indicativo di una maturità che supera i limiti che tutti si attenderebbero da un esordiente.
Il “Sole dell’Impero” in verità si definisce come un romanzo ucronico nelle stesse parole del suo autore, Carlomanno Adinolfi, ma non possiamo che notare come leggerne le pagine non fa che riportarci alla Storia nella sua profondità ed in scansioni che, quasi mai, vengono esplorate. Ci troviamo personaggi che sicuramente fanno parte della fantasia ma che hanno una loro dignità letteraria come il Cyberfuturista (o Archeofuturista?) professor Amaraco, luminare di Fisica Quantistica, il quale intreccia le sue ricerche e vicende con un altro ricercatore internazionale francese che decide, per motivi da decifrare, di giungere nella Roma degli anni ’30, a bordo del denotativo dirigibile Zeppelin. L’Europa vive una storia dove il mondo non ha conosciuto la serie di rotture e ricomposizioni difficoltose dei secoli passati ma una sorta di compatta unità imperiale che si sviluppa dai tempi del Sacro Romano Impero passando per la saldatura del Ghibellinismo romano-germanico che ebbe in Federico II di Svevia la sua espressione più luminosa: ma i Guelfi sconfitti ai tempi non sono mai morti ed, anzi, riappaiono misteriosamente come parte di una misteriosa ed ineffabile rete di società segrete che decidono di scuotere il moderno Impero con attacchi, sortite, attentati. Non solo l’Europa ne viene sconvolta ma anche i territori al di là del Mediterraneo ad Oriente sono percorsi da sommovimenti di tipo terroristico ed infatti le indagini del curioso e promettente giornalista Andrea Alcis e di Vertrago, un Ufficiale Imperiale tutto di un pezzo ma silente ed ombroso, non promettono nulla di buono. Persino gli Assassini della risorta Alamut, la temutissima setta di Ismaeliti Mediorientali, organizzati in un esercito di combattenti spietati fino alla morte propria o del proprio nemico o obbiettivo, compaiono a turbare i sonni delle autorità imperiali. Esiste un disegno dietro questo proliferare di sette sovversive? Le indagini si attivano subito e sarà compito della coppia Alcis e Vertrago scoprire la verità materiale e metafisica di questo travagliato passaggio storico.

Non mancano colpi di scena e intrecci con terre lontane in un gioco di specchi tra società segrete e gruppi di potere che ricordano una saga tra la fantascienza e le avvincenti storie di Corto Maltese tra misteri e azione a ritmi serrati. Un’Europa ancora legata al filo del passato ma il cui livello tecnico scientifico non ha mai subito battute d’arresto proiettandosi in un futuro che è tra l’oggi ed il domani, ed un Medio Oriente ed Asia che vivono ancora alcune atmosfere da “Il Milione” di Marco Polo essendo, non dimentichiamolo, il Medioevo mai del tutto finito ma omogeneamente disteso fino all’epoca di ambientazione del romanzo, tra gli anni 20 e 30. Non mancano variabili di ambientazione geografica in un Egitto ancora dedito alla riscoperta dei misteri delle Piramidi fino al cuore pulsante dell’Eurasia, alla ricerca di quel Sancta Sanctorum di Antica Sapienza iniziatica che fecondava le vite degli esploratori come le speranze dei ricercatori e forse anche le curiosità dei Magisti. Tra Tucci e Boni, guardando alla Geopolitica di oggi e di ieri, ma con il pensiero che l’Impero mai morrà perché mai si potrà dimenticare, qualsiasi dimensione si abbia in mente e da qualsiasi latitudine si osservi.

Carlomanno Adinolfi, Il Sole dell’Impero, Idrovolante Edizioni (CLICCA QUI PER ORDINARE).

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