20 Luglio 2024
Futurismo

Futurismo, avanguardia rivoluzionaria

Come folgore dal cielo. Fu così che irruppe quel manifesto pubblicato su Le Figaro. Irruento e irrefrenabile.  Una nuova visione del mondo aleggiava sull’Europa, bella, sferzante, dinamica, esplosiva. Dopo quel Febbraio 1909 nulla fu più lo stesso. Il movimento Futurista, come turbine, sconvolse il vecchio mondo ottocentesco proiettando l’Italia verso altri lidi. Fondatore del movimento fu Filippo Tommaso Marinetti, inquieto e avanguardista.

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Una vera e propria rivoluzione culturale si stava attuando. L’idea si faceva azione. Tutta l’arte Futurista esprimeva il concetto ideale espresso nel manifesto: rifiuto della staticità, dinamismo, velocità, guerra. Ogni concetto estetico fu rivoluzionato insieme ad ogni percezione sensoriale.

Nella pittura ogni colpo di pennello esprimeva energia, motricità, fughe in avanti. Nulla di fermo. Mobilità assoluta. Linee in evoluzione. Linee che esprimono forza, quasi una volontà di potenza nietzscheana. Contrasti  multipli e pluridirezionali. Come non ricordare il grande Tullio Crali e la sua aeropittura? I suoi quadri  acrobatici e sprezzanti del pericolo. Lo spettatore non può che esserne avvolto in tutta l’esperienza sensoriale possibile, colto dal mito del volo.

 Stesso discorso per quanto riguarda la scultura. Basta prendere una delle opere più importanti di Umberto Boccioni per rendersene conto. In “Forme uniche della continuità nello spazio” il corpo è in continuo divenire spazio /temporale. Divenire che ritroviamo poi anche nell’architettura dell’avanguardia futurista. Una città mai ferma e sempre in costruzione. Mai simmetrica. In cui è centrale per la prima volta il ruolo dei trasporti.

Come ogni movimento di rottura che si rispetti, il futurismo influenzò anche il clima politico dell’epoca con il suo interventismo. Rivoluzionario in ogni suo aspetto, rigettava la monarchia, il papato e il parlamento. Mai conforme. Mai allineato. Una visione nuova di far politica era all’orizzonte. Un vento ribelle soffiava ora più che mai. Una nuova era stava iniziando in Italia. Una nuova, provocante forza motrice della Storia si faceva avanti. Temeraria e pronta a sconvolgere gli equilibri allora in essere. Un inedito grido si levò da parte di una nuova stirpe di guerrieri: “Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!”.

Giorgio Mari

Corridonia (MC)

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