12 Aprile 2024
Poesia

Ereticamente intervista Fabio Strinati – a cura di Luca Valentini

1-    Lei si affermato come un valente poeta: come qualificherebbe la sua arte? Una passione o un impegno intellettuale?

Sinceramente faccio molta fatica a vedermi nei panni  di valente poeta perchè tutto  quello che cerco di fare è esprimere le mie emozioni attraverso il linguaggio della poesia, ma il termine poeta è un termine che in qualche modo mi spaventa perchè su di me stride un po’. Mi reputo uno scrittore collinare, molto di campagna. Invece definisco la mia arte come una stagione transitoria, come un temporale improvviso. Tutto si basa sulle energie del momento; pensare troppo è come pensare troppo poco. Si rischia di inquinare l’origine di ciò che si vuol fare e questa la trovo un’operazione molto avventata ed immatura. Sono stato sempre un grande appassionato della letteratura e della musica e a queste due meravigliose arti ho donato tutta la mia vita e continuerò a farlo ancora per molto. Ne sono certo”.

2-    Nell’ambito dell’arte occidentale, si sente più vicino ad una visione moderna o arcaica?

“Io seguo il mio istinto e lo seguo molto bene. Quando sento il brivido, la scossa, il tremore, allora è lì che devo andare a cercare perchè sarà lì che troverò la soluzione e la strada giusta per produrre le mie sensazioni ma non solo, anche riceverle attraverso altre arti o letture di altri autori. Amo l’antico ma butto sempre l’occhio sul moderno. Tengo sempre le orecchie dritte e cammino a passo spedito sempre e comunque, nonostante sia molto lento nella mia quotidianità”.

3-    Ritiene che anche nella poesia sia ravvisabile la decadenza del mondo moderno?

 “Non è il mondo moderno ad essere in decadenza, ma i suoi interpreti. L’uomo tende ad essere sadico e trae da questo sadismo la linfa per scendere negli inferi e risalire poi in Paradiso. L’uomo è un ventaglio di idee, una risma di preoccupazioni ininterrotte; l’artista in tutto questo può nascondersi mentre il poeta no. Il poeta è un essere molto furbo perchè sa di non essere un artista e di conseguenza molto spesso si sottrae alle sue responsabilità. Io lo faccio a volte, ed è meraviglioso”.

4-    Lei concepisce i suoi versi come un’espressione personale o come, similmente ai Vati, un’espressione del Sacro?

“I miei versi sono frutto di una follia del tutto naturale. Ho bisogno di esternare quello che sento, quello che vedo, ma soprattutto quello che non vedo. Tutto ciò che non possiamo toccare è terribilmente concreto ed eccitante dal punto di vista della fantasia. Il Sacro è troppo distante per essere compreso, mentre tutto ciò che si aggira tra il visibile e l’invisibile tende a produrre versi di un certo livello; questo perchè il poeta è sintonizzato più che sul mondo, su se stesso. Il visibile non sempre è a portata di mano, così come l’invisibile non sempre risulta essere sfuggente. Io mi colloco a metà tra queste due componenti”.

5-    Quanto nei suoi componimenti è appunto importante la dimensione spirituale?

Nei miei componimenti tutto è importante quindi anche l’aspetto spirituale lo è sicuramente. Tendo a portare in superficie l’anima senza snaturarla nel momento di contatto. La lascio libera ma so benissimo che è molto vulnerabile, proprio perchè nuda e così cerco di tenerla per mano e condurla verso sentieri dove le luci e le ombre si inseguono a vicenda. La poesia nasce in questi luoghi nebulosi, soffusi, di chiaroscuro”.

6-    Quanto nei suoi componimenti Spirito ed Amore determinano una centralità?

L’amore è un antiossidante naturale quindi, la centralità è un luogo magico che ti permette di esprimerti senza nessuna rigidità perchè certi luoghi si possono visitare solo quando si creano le condizioni giuste per farlo. Tutto nasce dalla consapevolezza. Spirito e Amore sono ingredienti necessari sia per la poesia, sia per la musica. Ma l’amore è amore proprio perchè si nutre anche di sofferenza e di dolore, proprio come la poesia, che vive e si nutre costantemente di amore/odio e di felicità/dolore. Lo Spirito in tutto questo contorcimento tende a fare da paciere”.

7-    Infine, ringraziandola per il tempo concesso alla Redazione di EreticaMente, può parlarci delle sue attuali occupazioni artistiche e delle prospettive per il futuro?

 “Proprio una settimana fa è uscito il mio quinto libro di poesia. Un libro bilingue italiano/rumeno, tradotto da Daniel Dragomirescu con prefazione di Michela Zanarella che s’intitola Periodo di transizione. Poi, sto lavorando  ad un libro di poesia che credo vedrà la luce nel mese di novembre dal titolo L’esigenza del silenzio. Un libro scritto a quattro mani proprio con Michela Zanaralla. Michela è un’anima rara. Preziosa e rara. Grazie a voi di Ereticamente per avermi ospitato in questo meraviglioso luogo”.

Nota biografica:

Fabio Strinati ( poeta, scrittore, compositore  ) nasce a San Severino Marche il 19/01/1983 e vive ad Esanatoglia, un paesino della provincia di Macerata nelle Marche.

Molto importante per la sua formazione, l’incontro con il pianista Fabrizio Ottaviucci. Ottaviucci è conosciuto soprattutto per la sua attività di interprete della musica contemporanea, per le sue prestigiose e durature collaborazioni con maestri del calibro di Markus Stockhausen e Stefano Scodanibbio, per le sue interpretazioni di Scelsi, Stockhausen, Cage, Riley e molti altri ancora. Partecipa a diverse edizioni di  “Itinerari D’Ascolto”,   manifestazione di musica contemporanea organizzata da Fabrizio Ottaviucci, come interprete e compositore, e prende parte a numerosi festival e manifestazioni musicali.

Strinati è presente in diverse riviste ed antologie letterarie. Da ricordare Il Segnale, rivista letteraria fondata a Milano dal poeta Lelio Scanavini. La rivista culturale Odissea, diretta da Angelo Gaccione, Il giornale indipendente della letteratura e della cultura nazionale ed internazionale Contemporary Literary Horizon, la rivista di scrittura d’arte Pioggia Obliqua,  la rivista “La Presenza Di Èrato”, la revista Philos de  Literatura da Unia Latina, L’EstroVerso,  Fucine Letterarie, La Rivista Intelligente, aminAMundi.

Pubblicazioni:

2014  Pensieri nello scrigno. Nelle spighe di grano è il ritmo          Casa editrice Il Foglio Letterario

2015  Un’allodola ai bordi del pozzo                                          Casa editrice Il Foglio Letterario

2016  Dal proprio nido alla vita                                                 Casa editrice Il Foglio Letterario

2017  Al di sopra di un uomo                                                   Casa editrice Il Foglio Letterario

2017  Periodo di transizione                                                     Bibliotheca Universalis

 

 

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