“Heartland”, ovvero il Cuore della Terra, è un importantissimo concetto della geopolitica anglo-americana: esso fa riferimento a una inespugnabile fortezza nel cuore della Terra che appunto corrisponde al territorio della Russia. Questa grande potenza terrena è per certi aspetti alternativa alle potenze “di mare”, le talassocrazie commerciali e finanziarie inglese e americana. Gli esperti geopolitici dell’Impero Britannico, all’inizio del secolo scorso, erano ossessionati da un incubo: che si verificasse una saldatura tra l’organizzazione tecno-industriale tedesca e l’immenso territorio russo ricchissimo di risorse nel suo retroterra siberiano e inespugnabile, come ben sanno Napoleone e Hitler.
razione Barbarossa, si disperdono e cadono vittime dell’inesorabile clima nordico-polare che caratterizza la Russia in ampie parti del suo territorio. E’ interessante come in un film fumettistico prodotto da Hollywood nel 2014 l’eroe paladino dei “giusti” Capitan America vada a scontrarsi con un ostico avversario “Il Soldato d’Inverno”. Almeno nel fumettone cinematografico a vincere è Capitan America. Certo è impressionante confrontare le cartine della espansione napoleonica, della espansione della Germania guglielmina, della espansione di Hitler, e della espansione della NATO ad Est: praticamente coincidono, ma pare che all’altezza del Don sia fissato un fatale “non plus ultra” per le forze antagoniste che spingono da Occidente.
Guardi è un ruolo fondamentale. Non lo dico per spirito nazionalistico e neppure voglio citare le tremila ragioni che riguardano la grandezza dell’Italia. Mi limito a segnalarle due dati per suggerirle un mistero. Il dato geografico: l’Italia è al centro del Mediterraneo, che a sua volta è il “lago” sul quale si incontrano i tre continenti dei tre grandi gruppi umani (Africani, Caucasici, Mongolidi). Essa è in posizione “cruciale”: a Nord confina col mondo germanico, a Sud con il ribollente mondo africano, a Ovest si apre alla direzione atlantica (si pensi al genovese Colombo…), a Est si apre all’Eurasia (si pensi al veneziano Marco Polo…). Ora consideriamo un dato storico: dalla caduta dell’Impero Romano la nazione che estendeva la sua influenza sulla penisola italiana era quella che solitamente poteva essere considerata la “superpotenza” del tempo. Da una parte l’Italia post-romana ha una sua intrinseca debolezza, divisione interna; d’altra parte sembra custodire in sé ancora l’Arcanum Imperi. Sia pur debole politicamente essa continua ad essere “ispiratrice”. Per tale motivo ritengo che la “relazione speciale” tra Italia – terra di frontiera tra Oriente e Occidente, terra cruciale – e la Russia sia una delle chiavi per affrontare in maniera risolutiva le crisi geopolitiche del presente.
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