28 Aprile 2024
Etica Società

Il miglior interesse di Charlie? Essere ucciso! – Roberto Pecchioli

Tra alcune generazioni, quando i primi storici della civiltà post europea scriveranno sulle convulsioni finali della civilizzazione a noi contemporanea dedicheranno capitoli importanti alla vicenda del piccolo Charlie. Ormai abbiamo imparato a conoscere Charlie Gard, il bimbo inglese di pochi mesi affetto da una malattia rarissima e finora incurabile, la cui terribile vicenda è diventata

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Società

Vasco Rossi e un marziano a Modena – Roberto Pecchioli

Il concerto di Vasco Rossi a Modena, evento musicale dell’anno, è uno di quegli avvenimenti che non si possono derubricare a cronaca o confinare nella pagina degli spettacoli. Nel bene e nel male, è uno spartiacque, un segnavia, una data che esce dal calendario ed entra – a suo modo- come metafora e simbolo, nella

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Società

L’agnello pasquale e l’inganno animalista. La buga abbocca! – Roberto Pecchioli

Silvio Berlusconi si fa fotografare mentre dà il biberon ad un agnellino, sotto lo sguardo estasiato della signorina Francesca Pascale, la sua convivente-nipotina di mezzo secolo più giovane. A lato, sorride felice Michela Vittoria Brambilla, deputata, ex ministro della Repubblica (o tempora, o mores!), imprenditrice ed animalista. Per non essere da meno dell’odiato Cavaliere, Laura

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Società

Se i giudici decidono i genitori. E tante altre cose – Roberto Pecchioli

Il recente caso della giudice trentina che ha sentenziato sul caso di due gemelline concepite con inseminazione artificiale all’estero per conto di una coppia omosessuale italiana ha suscitato un comprensibile sbigottimento. La giurisdizione ha infatti stabilito che le bambine hanno due padri e nessuna madre e che il fatto di essere genitori non è determinato

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Società

La libertà non è star sopra un albero… – Roberto Pecchioli

“In un tempo senza ideali né utopia, dove l’unica salvezza è un’onorevole follia”. Sono versi di Giorgio Gaber, scritti con Sandro Luporini per i suoi spettacoli che restano tra gli eventi italiani più significativi di fine XX secolo. Un’epoca di rassegnata decadenza, come dice l’incipit di quello stesso brano, “Io persona”. Il tema della libertà

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Politica Società

L’inverno del nostro scontento. Ma la rivolta non c’è – Roberto Pecchioli

 Parte I Alla cassa di un supermercato, tre giovani uomini, due con la cappa aziendale e l’altro con la tuta di una cooperativa che trasporta le merci ai punti vendita, commentano la diminuzione delle ore di lavoro dei dipendenti che svolgono i servizi esterni. Parlano con tono sommesso, sembrano rassegnati, senza la passione, la tensione

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Filosofia Società

Dal post-punk alla post-verità – Giorgio Bulzi

Nell’era degli anni ’80 fummo abituati e indotti a usare la parola ‘post’. Forse fu J.F. Lyotard, già esponente del post-strutturalismo, a introdurla nel ’79 con un suo libro, “La condizione postmoderna”. E poi il romanziere Tondelli con il suo “Un week-end post-moderno”. La parola ‘post’ fu usata anche singolarmente, quasi a significare uno stato

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Società

Europa, il cimitero che ha rimosso la morte – Roberto Pecchioli

Il funerale di Dario Fo ha espresso una volta ancora il peggio dell’Italia contemporanea: l’occupazione “laica” del sagrato del Duomo, la presenza della squallida compagnia di giro degli intelligentoni di sinistra, al comando di Gad Lerner e Roberto Saviano, le bandiere rosse ed i pugni chiusi di un’attempata platea grondante un rancore antico sotto la

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Società

Aeroporto Italia: chi viene, chi va, chi resta – Roberto Pecchioli

Edward Bernays, il nipote di Freud considerato uno dei cento uomini più influenti del secolo scorso, inventore del termine propaganda nell’attuale accezione e primo manipolatore “scientifico”  dell’opinione pubblica, ammise una volta che almeno la metà delle notizie dei giornali sono, appunto, propaganda. In genere, non solo non lo capiamo, ma pochissimi riescono ad intuire i

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Società

“Il razzismo è una brutta storia”. L’odio dei buoni – Roberto Pecchioli

Una qualunque città italiana, esterno giorno. Una signora di mezza età, magra magra e dall’aspetto nervoso aspetta il bus. A tracolla, porta un borsone di tessuto grezzo tipo bottega equo solidale con una scritta cubitale: Il razzismo è una brutta storia. Un uomo la guarda corrucciato, lei storce il viso in un’espressione di disgusto, sibila

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