13 Aprile 2024
Attualità

Arte della Guerra

di Gianluca Padovan

L’Arte della Guerra è un simpatico trattatello cinese scritto all’incirca un paio di millenni fa, che qualcheduno attribuisce a Sun Wu, dai più conosciuto come Sun Tzu, vissuto presumibilmente nel VI secolo a.c.

E c’è ancora chi lo usa, nelle molteplici versioni in commercio, e dice che funziona bene anche nella vita quotidiana, nei rapporti interpersonali e alla ricerca del proprio successo.

Mi vien da pensare all’antico adagio: «l’erba del vicino è sempre più verde», accostandolo a taluni slogan da salotto che ai tempi di Mao recitavano così: «la Cina è vicina».

Senza dubbio il trattatello ha risvolti interessanti, ma ora, tanto per andare al sodo, vediamone qualche odierna applicazione cogliendo qui e là alcuni passi di «maestro Sun».

In esordio si afferma che «Gli affari militari sono un’importante questione di stato» e «Le questioni belliche seguono il Dao (il permanere e il perire) dell’inganno. Perciò, se si è capaci bisogna mostrarsi incapaci, e se si è attivi bisogna mostrarsi inattivi».

Il nostro tanto criticato governo italiano è in realtà in linea con i dettami di «maestro Sun». Difatti sta mostrando una splendida incapacità a gestire correttamente la vita sociale, educativa e culturale, nonché, soprattutto, gli interessi economici del Popolo Italiano. Ricordando che tale Popolo Italiano mantiene regalmente a suon di tasse tale governo. L’inattività del governo italiano è, difatti, solo apparente. In questi pochi ultimi anni è riuscito ad affondare economicamente, culturalmente e socialmente un’intera nazione. In pratica sta vincendo la guerra contro il Popolo Italiano.

«Non esiste uno stato che tragga profitto da una lunga guerra».

Difatti noi ce ne stiamo buoni buoni in pace perché la democrazia ci garantisce tale “stato di grazia”, ovvero la pace. Un altro motivo, o per meglio dire il “rovescio della medaglia”, è che si sta aspettando che il disunito Popolo Italiano si arrabbi e protesti apertamente per lo stato di cose in cui versa per poterlo schiacciare tutto in un colpo solo. Così si avrà il grande profitto derivato da “una guerra breve”.

«Se si esauriscono le forze e si dilapidano la finanze, i nuclei familiari delle pianure centrali vengono spogliati, e le spese delle cento famiglie assommano ai sette decimi dei loro beni».

Aprendo il mercato nazionale alla concorrenza indiscriminata (soprattutto alle nazioni che non rispettano i brevetti altrui), non adottando il protezionismo nei confronti della propria produzione nazionale, agevolando e pagando l’insediamento di stranieri e favorendo la loro assunzione a discapito del Popolo che si governa, “si esauriscono le forze e si dilapidano la finanze”, mettendo in ginocchio la grande e la piccola industria, costringendo il Popolo in miseria oppure ad emigrare. Si ottiene così una impeccabile vittoria, serbando intatto il patrimonio immobiliare. A beneficio, chiaramente, dei nuovi venuti che più obbedientemente seguiranno i dettami democratici, in attesa di ottenere la cittadinanza italiana.

«Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento, ma bensì sottomettere il nemico senza combattere». E qui, grazie al governo democratico eletto e retto non dal Popolo Italiano, ma da quei poteri che detengono la gestione del denaro pubblico (vedasi «signoraggio della moneta»), direi che non c’è alcunché da eccepire. Basta solo salvare la “forma” con qualche elezione ogni tanto, ma dopo il “colpo di stato in bianco”, con il “governo Monti”, anche queste stanno divenendo superflue.

Possiamo mettere in campo un altro passo sulla stessa falsa riga: «I cento scarafaggi non possono vincere in campo aperto, ma se occupano pacificamente la casa delle cento famiglie costringeranno queste ad andarsene».

Qualcheduno ha rispolverato le parole di «maestro Sun» e le ha diligentemente applicate. Che altro dire?

Dal punto di vista prettamente militare l’esame, invece, della storia militare dell’impero cinese ci fa rendere immediatamente conto che a somme teorizzazioni e a maniacali cure per l’ottenimento di un grande e perfetto apparato militare si è avuto quello che l’archeologia ha restituito: un esercito di terracotta.

A beneficio di una tradizione prettamente europea si possono ricordare le parole di Erodoto (V sec. a.), a proposito della battaglia delle Termopili, quando Serse, re dei Persiani, lancia le sue sterminate truppe contro poche migliaia di Greci: «Ma quando i Medi, preso lo slancio, piombarono sui Greci, molti di essi cominciarono a cadere; altri, però, subentravano nella lotta e non si ritiravano, benché subissero gravi perdite. Dimostravano così chiaramente a tutti e, meglio che a ogni altro, al re stesso, che molti là erano gli uomini, ma pochi gli uomini di valore». E questo, «gli uomini di valore», riferendosi ai Greci.

A conti fatti dobbiamo continuare a subire l’applicazione dell’Arte della Guerra di «maestro Sun»?

2 Comments

  • Accad 5 Ottobre 2014

    !00 e lode e bacio accademico!
    Perfetto, bravo.

  • Accad 5 Ottobre 2014

    !00 e lode e bacio accademico!
    Perfetto, bravo.

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