21 Luglio 2024
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Usa e getta: anche l’America è vittima della finanza

di Michele Rallo

La spocchia è sempre quella del miserabile divenuto ricco di colpo, convinto che tutto possa essere comprato col denaro sonante. Continua a decretare la vita e la morte di intere nazioni, continua a piazzare ordigni nucleari ed altri marchingegni mortiferi (vedi MUOS) nelle basi disseminate sul territorio degli Stati vassalli, continua ad imporre diktat economici e trattati di libero scambio, continua a spiare finanche i capi dei governi più fedeli e servizievoli. Si atteggia e si crede la padrona del mondo, soprattutto adesso che la Potenza rivale — la Russia — è stata ridimensionata politicamente e militarmente. E per molti versi è vero: l’America o, meglio, gli Stati Uniti d’America sono effettivamente la Superpotenza per antonomasia, straricca e straarmata, protesa alla conquista dell’intero globo terraqueo ed al suo asservimento ai propri interessi.

Ma, c’è un “ma”: grande quanto una casa. Ma gli Stati Uniti non sono i padroni del mondo, sono soltanto il braccio armato dei padroni del mondo. A comandare realmente sono i grandi poteri finanziari che hanno sede negli Stati Uniti, ma che potrebbero benissimo metter su casa in qualsiasi angolo del globo. Sono loro i veri padroni. Lo sono diventati a tutti gli effetti quando il governo statunitense — nel lontano 1913 — si spogliò della potestà di emettere moneta e la cedette ad una banca privata (pudicamente indicata come “banca centrale”) che nella fattispecie si chiama Federal Reserve, ovvero FED. Noi — sia detto per inciso — ci siamo adeguati nel 1998, trasformando la nostra banca nazionale — la Banca d’Italia — in “banca centrale” e candidandola a confluire in quella superbanca privata che è la Banca Centrale Europea.

Ma torniamo agli Stati Uniti. Da quando ebbero raggiunto l’indipendenza (nel 1776) e man mano che andavano diventando più forti e potenti, dovettero difendere la loro sovranità economica e finanziaria dalle insistenti profferte di quegli stessi ambienti che già dominavano la politica della madrepatria inglese.

I grandi Presidenti del passato lo avevano compreso perfettamente, e ci hanno lasciato testimonianze inequivocabili del loro pensiero. «Se il popolo americano — disse Thomas Jefferson, il terzo Presidente degli Stati Uniti — permetterà mai alle banche private di controllare l’emissione del denaro (…) le banche e le compagnie che nasceranno intorno alle banche priveranno il popolo dei suoi beni, finché i loro figli si ritroveranno senza neanche una casa sul continente che i loro padri hanno conquistato.» E Abrhamo Lincoln: «Il privilegio di creare ed emettere moneta non è solamente una prerogativa suprema del Governo, ma rappresenta anche la maggiore opportunità creativa del Governo stesso.» I loro successori, evidentemente, sono stati di parere diverso, e siamo arrivati ad oggi, con gli Stati Uniti sull’orlo del fallimento per la montagna di debiti accumulati e con il Presidente Obama costretto a mendicare un aiutino del partito rivale per salvare il Paese dalla bancarotta.

Ma che cosa — nello specifico — il Presidente degli Stati Uniti ha chiesto al Congresso? Soltanto l’autorizzazione ad innalzare il tetto del debito pubblico; cioè — in parole povere — a domandare ad una banca privata (la succitata FED) di stampare qualche altro miliardo di dollari e di prestarlo al governo. Si è avverata, così, la profezia di Thomas Jefferson: il popolo americano ha consentito alle banche private di controllare l’emissione del denaro, e si è ritrovato sul ciglio dell’abisso. I popoli europei hanno fatto altrettanto, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.


A questo punto, ripeto la domanda che ha dato il titolo ad un mio articolo di qualche mese fa: ma perché il denaro è delle banche e non degli Stati? 


Nota di Ereticamente
Ringraziamo l’Autore per l’invio. L’articolo è stato pubblicato in cartaceo sul periodico Social di Trapani

2 Comments

  • Anonymous 4 Novembre 2013

    Perché altrimenti ti uccidono scatenando la guerra o il terrorismo.

  • Anonymous 4 Novembre 2013

    Perché altrimenti ti uccidono scatenando la guerra o il terrorismo.

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