19 Luglio 2024
Filosofia Metapolitica

Una nuova Weltanschauung per un Nuovo Ordine – Roberto Siconolfi

Il nuovo paradigma scientifico-metafisico

In diversi ambiti scientifici, storici, di ricerca, politici e finanche popolari, sta nascendo una sorta di bisogno, nel senso proprio maslowiano, riguardo il mondo spirituale. Una serie di convergenze, inoltre, stanno celebrando la fine di un paradigma, e la nascita di un altro. Il razionalismo, il positivismo, il materialismo con tutte le loro armi ideologico-politiche (liberalismo e marxismo), si stanno avviando verso la loro parabola discendente. Di converso si afferma il mondo della fisica quantistica e delle particelle subatomiche, il ritorno a principi “metafisici”, e l’elaborazione di forme politico-comunitarie nuove. Partiamo dal fatto che la scienza accademica e la metafisica “dominante” (la religione) portano avanti un “antagonismo di facciata”. Da una parte la scienza va sempre più verso un fanatismo positivistico e della “ragione onnipotente”. Dall’altra la religione, aggiorna le proprie concezioni di religo (dal latino io lego), seppur alla luce della nuova retorica mondialista, socialisteggiante, e per certi versi New Age (discorsi su accoglienza e amore universale).  Quindi, da un lato abbiamo un atteggiamento di chiusura a prescindere da parte dell’accademismo nei confronti di tutto ciò che non passa il vaglio del metodo galileiano e di tutto ciò che va oltre i canoni della materia, seppur aggiornata ad energia. Dall’altro il dogmatismo “storico” delle gerarchie religiose che vietano, come dice espressamente Papa Francesco, altri cammini spirituali, di accesso diretto e senza mediazione alla fonte divina, e persino semplici percorsi di autocoscienza funzionali ad uno sviluppo personale. Due atteggiamenti, insomma, speculari tra loro, ma che rispettivamente si aggiudicano il dominio delle menti e dei cuori. Tuttavia, è possibile trovare un punto di sintesi tra quelli che non sono affatto sistemi tra loro antitetici, ma come si può vedere compenetrabili.

Le odierne teorie del tutto, ad esempio, integrate al mondo spirituale, vanno proprio nella direzione, che è stata già battuta in altri periodi storici. Come con la “fenomenologia” di Husserl, che, tra l’800 e il ‘900,nasce in opposizione al positivismo e all’irrazionalismo. Questa si presenta come una “eidetica”, ovvero un sapere delle essenze intellettuali. Per intellettuale (intellegibile) non intendiamo ciò che è esclusivamente raziocinante ed astratto, ma quel capire che coincide col vedere, “il vedere il senso delle cose”. Ciò richiama all’antichità dove era presente il concetto di EIDOS (idea platonica). Tornando ad oggi, e consideriamo che la fisica quantistica occidentale con le teorie di Bohm e Pribram su universo e cervello olografico è giunta a conclusioni simili a quelle dei saperi ancestrali e dell’altra parte del globo, l’oriente.  La teoria dell’Universo olografico, frattale e non locale di David Bohm coincide con quelle di Plotino, sul frattale appunto,e del neoplatonismo, o con la teoria sui cicli cosmici di Guénon – parte sui Kalpa. Allo stesso modo la teoria di Karl H. Pribram sul “Cervello olografico” – la natura olografica della realtà – ricalca la visione dell’universo mentale del Kybalion, ad esempio, ed è in linea con le abilità acquisite tramite le antiche pratiche meditative e trascendentali.

 

Il nuovo modello politico-comunitario

Su questa base scientifico-metafisica si può ipotizzare di far fede alla Coscienza (Dio Brahma della Tradizione Indù) come principio di tipo “superiore”, l’”Idea” alla quale conformarsi. Intorno ad essa sarebbe possibile delineare un modello comunitario olistico – riprendendo la definizione di Ferdinand Tönnies di Gemeinschaft (Comunità) differente da Geselleschaft (Società).  Un modello valido proprio per l’Occidente contemporaneo, dove sembra davvero difficile immaginare ordinamenti politici comprendendo anche l’elemento dei “corpi sottili”. E dove proprio questi ultimi, sono i maggiormente sotto assedio da parte della “struttura” di potere. Essi sono di conseguenza il principale raggio d’azione sul quale operare, riformulando il concetto di battaglia interiore evoliana. Un anello debole da rompere e sul quale agire,alla maniera di Lenin. Un territorio da “liberare” e da rendere, quindi, dominante! La “struttura” di potere opera nel senso di un appiattimento e di una colonizzazione proprio delle coscienze, attraverso tutta una serie di meccanismi quali: la manipolazione mediatica; il cosa e come pensare con tanto di gendarme (psicopolizia orwelliana); l’induzione continua all’acquisto di beni e consumi inutili e dannosi; la provocazione di riflessi condizionati più o meno programmati come col terrorismo; la stimolazione continua rancore, invidia, paure e sensi di colpa; la politica dei loghi ad opera delle multinazionali (moderne eggregore), la costrizione più o meno consapevole all’utilizzo della lingua inglese (gergo aziendale-comunicativo); l’uso costante e pervasivo della tecnologia informatica (es. internet e social network); la diffusione dei sistemi di vita delle star di Hollywood, o del jet set in generale, e della pornografia on line; l’abuso di alcolici e sostanze stupefacenti; la produzione di arte e cultura di pessima qualità; la svendita del patrimonio etnico, nazionale, identitario e tradizionale.

Il subordinare la vita terrena a principi “superiori” fa parte dell’organizzazione statale delle grandi civiltà, a partire dall’antica India dove esisteva la “visione” delle diverse ere cosmiche – gli Yuga – con propedeuticità specifiche che determinavano tutto il sistema delle caste. Quest’ultimo era l’essenza della piena realizzazione di una natura differenziata in base alle leggi del dharma. Questa natura, trovava armonia proprio nel fatto che essere un sacerdote – Brahmana –, un guerriero – Kshatrya –, un produttore – Vaishya –, o un lavoratore – Shudra – era in virtù delle più intrinseche predisposizioni personali. Passando per altre grandi civiltà come quella Sumera, quella Egizia o quella Ebraica, anche nell’antica Grecia il principio della trascendenza era fondamentale nell’articolazione dello Stato ma non solo. Per Platone, nella sua opera La Repubblica, «vi è un modello fissato nei cieli per chiunque voglia vederlo e, avendolo visto, conformarvisi in sé stesso. Ma che esso esista in qualche luogo o abbia mai ad esistere, è cosa priva d’importanza: perché questo è il solo Stato nella politica di cui egli possa mai considerarsi parte». Su questa base si può dedurre che esiste una possibilità di collegare gli ordini cosmici a quelli terrestri e che comunque, anche la non ottimalità di un modello statale concreto non ha importanza in fin dei conti se, viceversa, questo modello “armonico” e “celeste” è “costellato” interiormente. E quest’ultima considerazione vale soprattutto nei periodi di decadenza.

Nell’evoluzione stessa delle grandi civiltà, come quella europea, sono venute fuori altre grandi narrazioni, che a varia misura hanno parlato agli uomini basandosi su importanti visioni metafisiche – es.il Cristianesimo. Oppure pensiamo a Giorgio Gemisto Pletone, il quale, come Platone, in base a principi “trascendenti” ha propugnato una Repubblica governata da“re filosofi”, con particolari forme di diritto finalizzate all’educazione, un’economia senza moneta e un esercito nazionale. Dunque un sistema economico e politico, sociale e lavorativo, militare e religioso atto a fare degli elleniun popolo prospero e armonioso.  All’interno di questo discorso, anche se da un diverso punto di vista, esistono ancora esperienze politiche dove si conserva un principio “spirituale” al centro della organizzazione statale. Facendo una panoramica, con occhio analitico e senza giudizio, possiamo menzionare la Russia, dove la carica mitologica di grandi personalità storiche come Pietro il Grande, il recupero stesso della figura di Stalin o la centralità dei principi Cristiani – come guida a tutti i livelli della società – sono correnti nazionali importanti per la presidenza Putin. Questi, tra l’altro, si forgia dei consigli di un grande esperto di Tradizione come Aleksandr Dugin. Ma anche le Repubbliche Bolivariane tengono ancora fede a principi come quelli della lotta di liberazione nazionale di Simon Bolivar e José Marti, oppure la Cuba socialista che addirittura recupera il ruolo del Cristianesimo. E guarda caso, sono proprio questi – per quanto riguarda il mondo a noi più vicino – gli Stati che riescono a suscitare ancora quel consenso popolare che si avverte a tutti i livelli e che si basa sull’egemonia delle menti e dei cuori di gramsciana memoria. Anche stati arabi come l’Iran o la Siria si muovono in questa direzione, conservando il principio religioso musulmano come guida politica. Infine citiamo la Cina che conserva il primato del Partito Comunista alla guida del paese. Insomma il recupero di un principio “superiore” sul quale far vertere un’intera comunità politica, principio che per i motivi elencati sopra è individuabile nella “Coscienza”, sembra essere una chiave di volta per una nuova rivoluzione. E per rivoluzione intendiamo revolvere (dal latino), ovvero tornare al mondo dei principi e dell’ordine naturale. Un altro parametro fondamentale, anch’esso sotto attacco nella società odierna.

Roberto Siconolfi

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