12 Maggio 2024
Filosofia

L’imposizione del “bello” nella società consumistica: per un elogio della bruttezza – Emanuele Franz

Con questo scritto non si vuole fare un trattato sul concetto di bellezza dal punto di vista classico, ma si vuole offrire alcune considerazioni su come il concetto di bellezza è sovente condizionato, nonché vittima, di tutta una serie di imposizioni culturali, che soggiacciono a dei criteri consumistici e produttivi. Soprattutto dagli anni ’50 in poi è andato via via proliferando il concetto che la donna, e recentemente anche l’uomo, per essere considerata attraente e bella, deve avere tutta una serie di requisiti, quali ad esempio l’essere longilineo, senza peli, senza alterità, senza difetti rispetto a un canone proposto e ben stabilito. Non si tratta qui di una serie di proporzioni del corpo, come volevano gli antichi, ma di connotati corporei che vanno a limare, a conformare e modellare uno status che non è soltanto un concetto di bellezza in quanto canonica proporzione degli arti e del corpo, bensì va a coinvolgere aspetti meramente esteriori. Qui noi ci chiediamo in che rapporto questi aspetti esteriori si pongono con gli aspetti interiori, questi ultimi spesso e volentieri eliminati o marginalizzati da una società del consumo come la nostra.

L’ellenismo ha fatto trionfare in concetto di “mens sana in corpore sano”, ovvero che la proporzione doveva essere in primo luogo fra il corpo e l’anima. Concetto sopravvissuto e presente anche in epoca rinascimentale che si può riassumere nel motto: “Così in alto così in basso, così in cielo così in terra”; quindi l’aspetto morale, intimo, psichico dell’uomo doveva andare a pari passo con il corpo. Tuttavia nel frangente storico che stiamo attraversando, si sperimenta una discontinuità, uno scarto, uno scalino fra l’interno e l’esterno. Innanzitutto, come detto, si sta assistendo a una sottile, quanto subdola, dichiarazione di guerra allo stato di natura, perché quando il messaggio che passa è che il pelo e l’odore naturale del corpo sono segni di insalubrità è come dire che una ragazza pelosa e non adusa a creme, profumi e deodoranti è per forza di cose malata. Questo è il bombardamento mediatico e pubblicitario di oggi, che si conforma a un sotteso messaggio consumistico, quello che afferma una bellezza puramente esteriore, usufruibile, consumabile.

Il riverbero, la conseguenza, che un simile messaggio e che una simile cultura dominante hanno nel determinare le relazioni umane è molto profondo. Il nostro partner, la nostra ragazza, la persona che amiamo, deve avere parametri imposti e conformi a un modello, come non essere in sovrappeso, non avere brufoli, peli, odore, in altre parole, essere uno stereotipo da ragazza da copertina, senza una irregolarità. Ci si chiede come possa una relazione umana, una coppia, che si presuppone coltivi un amore profondo, recondito, fondato sulla reciproca fiducia e fedeltà, persistere e durare, se il messaggio consumistico è questo. Non appena una ragazza invecchia, non appena una ragazza non è poi più così bella allora dovrebbe finire l’amore. Ed è proprio questo quello che accade, che le relazioni uomo donna durano qualche mese e il partner viene sostituito come un oggetto di consumo che invecchia e che abbruttisce.

Ci troviamo, evidentemente, di fronte a uno dei temi più critici e ambigui della nostra società. Ambiguo perché di sovente anche chi critica la cultura dominante purtroppo viene per osmosi trascinato dall’ideale che la donna bella ed attirante sia questo. Ma questo tipo di donna è costruito a tavolino dalle aziende del marketing internazionale, è un tipo di donna innaturale, che non esiste. Le persone che vivono attorno a noi sono persone normalissime, che hanno dei difetti, delle alterità, che posseggono, in altre parole, quella infinità di piccole cose che ci rendono ciò che siamo, che ci contraddistinguono e ci rendono persone uniche. Uno ha i capelli più grassi, uno i denti irregolari, uno le rughe, uno una cicatrice, uno claudica da un lato, un altro ha una pancia tipicamente inconfondibile e così via. La cultura dominante imponendo il suo concetto di “bello”, oltre a logorare, scalfire, limare la componente interiore fino a disintegrarla passa anche un messaggio di livellamento, di uniformità che tende a omogeneizzare, se non a uguagliare, il tipo di oggetto del desiderio.

Il Pattern al quale tutte le persone devono tendere nel campo dell’attrazione. Tutto ciò è perfettamente coerente con ciò che avviene in altri campi della società ove si tende a far crollare i Valori della nostra secolare identità. Ci viene fatto credere che i seni pesanti e rotondi, che le gambe dritte e senza peli, che una bocca rifatta e con i denti bianchi, siano ben lungi più desiderabili di qualità morali e nobili. Ci viene fatto credere che occorre amare una bambola costruita a tavolino senza difetto alcuno, invece che amare una donna fedele, leale, dedita a un grande ideale, a un possente sogno. Come accennato, perfino chi resiste a questo totalitarismo culturale, e che su altri campi lo combatte aspramente, su questo tema ne viene fagocitato.  Noi siamo qui invece ad affermare ed encomiare il difetto, l’irregolarità, poiché riconosciamo nell’intimo, nel corpo, un Tempio. E in questa Chiesa, che è la completezza della persona umana, va apprezzato tutto, nella sua totalità, e ogni parte del nostro amato deve essere segno della nostra adorazione e frutto del nostro amore.

Occorre rovesciare questo canone che ci viene imposto e, a partire dalla nota Venere di Willendorf, considerare un ventre largo segno di abbondanza e di fertilità, considerare una donna corrugata e canuta come una donna saggia, una ragazza con dei solchi sul corpo come una donna vissuta, che ha avuto dei doni dalla vita. Oggi una donna che giunge a 40-50 non viene più considerata appetibile, oppure una ragazza in sovrappeso non è considerata attraente mentre invece dovrebbero essere oggetto per questo di maggiore adorazione e sentimento.

Un rivoluzionario, fuori dal coro, non può esimersi dalla trattativa su questo tema perché qui ci troviamo di fronte, ancora una volta, a un attentato alla dignità umana da parte di una cultura fondata sull’apparenza che vuole offrirci il modello del partner ideale, un modello falso, innaturale, perfettamente costruito in laboratorio, che riduce gli uomini a elementi sostituibili, fungibili, a esemplari, prodotti in fabbrica da una equipe di psicologi dell’industria del potere consumistico. Ancora una volta noi qua opponiamo la nostra resistenza ed encomiamo anche il difetto, laddove il difetto si accompagna a una Virtù dell’Anima.

 

Emanuele Franz

 

Nota di Redazione:

Segnaliamo come il filosofo ed amico Emanuele Franz sarà protagonista nel prossimo fine settimana di un incontro incentrato sulla spiritualità europea e sulle origini indoeuropee della nostra civiltà. Di seguito la locandina ufficiale dell’evento.

 

4 Comments

  • Paolo 31 Maggio 2018

    Il fatto di leggere i suoi interessantissimi articoli, caro Emanuele (io poi ho letto anche qualche vostro libro), assieme agli altri su questo sito, mi fa sentire meno solo, circondati come siamo da rovine.

  • Paolo 31 Maggio 2018

    Il fatto di leggere i suoi interessantissimi articoli, caro Emanuele (io poi ho letto anche qualche vostro libro), assieme agli altri su questo sito, mi fa sentire meno solo, circondati come siamo da rovine.

  • Gaetano Barbella 3 Giugno 2018

    Due giorni fa ho rilasciato, qui su EreticaMente net, un commento all’articolo di Manfredi Aureo dal Piombo per il suo articolo “Per questi nostri tempi”. Egli, diversamente dalla preoccupazione dell’eccellente Emanuele Franz di questo articolo che io condivido, sosteneva in fondo qualcosa di simile, e chiaramente impostata sull’esoterismo. E la condensava in questa frase: «l’anticristo con i suoi luogotenenti domina il mondo. Solo isolate, piccole resistenze cercano di arrestarne l’avanzata trionfale». Di qui «la celebrazione di un grande grido di richiamo» con il suo scritto «e da quelli che verranno».
    Tralasciando delle premesse, ho risposto così: «Ma la poverina zoppicante con la coroncina in mano che mi alza la mano, e con un sorriso sul viso stanco, quando io la incontro per strada, interessa tanto questo richiamo, semmai lo udisse? A lei basta una monetina, un certo viatico per l’aldilà cui mira col pensiero, fra un Ave Maria e l’altra.». E poi, concludendo, mentre sembra si avvera la preannunciata catastrofe umana di Manfredi Aureo dal Piombo, ecco ciò che riesce a vedere, un baluardo che la contrasta, la “montagna delle beatitudini” di evangelica memoria. Appare illuminata da quella “poverina zoppicante con la coroncina in mano che mi alza la mano, e con un sorriso sul viso stanco, quando io la incontro per strada”.
    Ecco un meraviglioso esempio di un corpo, un Tempio, della virtù dell’anima esemplare, un antidoto cui non si può resistere all’imposizione del “bello” nella società consumistica: per un elogio della bruttezza.
    Tuttavia la “Storia” è un meraviglioso “organismo vivente”, come sostiene l’ammirevole Emanuele Franz, nel suo libro “La Storia come organismo vivente”. Essa conterrà pure la medicina che ci sveglia da questa “età del sogno”, quella dell’imposizione del “bello” nella società consumistica. A parte quella “poverina che prega sorridendo” che mi ha fatto prendere dalla compassione. Ma l’uomo ha assoluto bisogno che sorga in lui questo sentimento così miracoloso.
    Cordialità,
    Gaetano Barbella

  • Gaetano Barbella 3 Giugno 2018

    Due giorni fa ho rilasciato, qui su EreticaMente net, un commento all’articolo di Manfredi Aureo dal Piombo per il suo articolo “Per questi nostri tempi”. Egli, diversamente dalla preoccupazione dell’eccellente Emanuele Franz di questo articolo che io condivido, sosteneva in fondo qualcosa di simile, e chiaramente impostata sull’esoterismo. E la condensava in questa frase: «l’anticristo con i suoi luogotenenti domina il mondo. Solo isolate, piccole resistenze cercano di arrestarne l’avanzata trionfale». Di qui «la celebrazione di un grande grido di richiamo» con il suo scritto «e da quelli che verranno».
    Tralasciando delle premesse, ho risposto così: «Ma la poverina zoppicante con la coroncina in mano che mi alza la mano, e con un sorriso sul viso stanco, quando io la incontro per strada, interessa tanto questo richiamo, semmai lo udisse? A lei basta una monetina, un certo viatico per l’aldilà cui mira col pensiero, fra un Ave Maria e l’altra.». E poi, concludendo, mentre sembra si avvera la preannunciata catastrofe umana di Manfredi Aureo dal Piombo, ecco ciò che riesce a vedere, un baluardo che la contrasta, la “montagna delle beatitudini” di evangelica memoria. Appare illuminata da quella “poverina zoppicante con la coroncina in mano che mi alza la mano, e con un sorriso sul viso stanco, quando io la incontro per strada”.
    Ecco un meraviglioso esempio di un corpo, un Tempio, della virtù dell’anima esemplare, un antidoto cui non si può resistere all’imposizione del “bello” nella società consumistica: per un elogio della bruttezza.
    Tuttavia la “Storia” è un meraviglioso “organismo vivente”, come sostiene l’ammirevole Emanuele Franz, nel suo libro “La Storia come organismo vivente”. Essa conterrà pure la medicina che ci sveglia da questa “età del sogno”, quella dell’imposizione del “bello” nella società consumistica. A parte quella “poverina che prega sorridendo” che mi ha fatto prendere dalla compassione. Ma l’uomo ha assoluto bisogno che sorga in lui questo sentimento così miracoloso.
    Cordialità,
    Gaetano Barbella

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *