11 Dicembre 2024
Convegno Fondazione

L’eredità di Julius Evola

Convegno di studi “L’Eredità di Julius Evola”

 

Nel corso del 2014 si sono svolti diversi Convegni ed eventi per ricordare la figura e l’opera di Julius Evola, a quarant’anni dalla morte. Il più rilevante tra essi si terrà a Roma sabato 29 novembre, dalle ore 9,30 alle 18,30 presso la Sala Alessandrina dell’Accademia dell’Arte Sanitaria, complesso monumentale dell’Ospedale di S. Spirito-Lungotevere in Sassia n. 3. Il Convegno di studi risulta imperdibile per quanti siano interessati al pensiero del tradizionalista romano, in quanto i relatori, noti accademici provenienti dalle Università italiane, sono tra i maggiori esperti dei diversi momenti dell’opera evoliana. L’evento è organizzato dall’Accademia dei Filaleti, sede n. 2 “Città di Roma  Iside Pantea” e dalla Fondazione Julius Evola. Modererà e aprirà l’incontro alle ore 10,00, Giancarlo Seri, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Filaleti. Prenderanno la parola, per spiegare le ragioni del Convegno ed introdurre al personaggio, Gianfranco de Turris, Segretario della Fondazione Evola e Pietro Mander, Presidente dell’Accademia “Città di Roma-Iside Pantea”. Nella prima sessione del Convegno interverranno i seguenti relatori: Massimo Donà (Filosofia), Romano Gasparotti (Filosofia dell’eros), Claudio Bonvecchio (Tradizione italico-mediterranea), Vitaldo Conte (Arte-Poesia). Dopo la pausa pranzo, alle ore 14,45, ci sarà la presentazione delle Tavole pittoriche esposte nella Sala Alessandrina con una esposizione dei significati alchemico-ermetici dell’opera del Maestro Vincenzo Cacace. I lavori riprenderanno alle ore 15,15, con le relazioni di Davide Bigalli (Ermetismo), Giovanni Casadio (Storia delle religioni), Mario Conetti (Storiografia), Giuseppe Parlato (Politica), Marco Fabio Fabbri (Islam). Alla fine della prima e della seconda sessione di lavoro, si aprirà il dibattito.

Saranno, inoltre, messi in vendita i libri di Evola e le pubblicazioni della Fondazione.

 

Per informazioni:

 

Fondazione Evola – Giovanni Sessa: Sessa_Giovanni@libero.it; 333/8289088

Accademia dei Filaleti – Angelo Mancini: ermetememphis@gmail.com; 349/5459660

 

 

Locandina-Fondazione1

 

 

Programma dei lavori

 

Ore 10,00:

Giancarlo Seri, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Filateti e moderatore degli interventi:

“Saluto augurale ai partecipanti del Convegno e presentazione del programma dei lavori”.

-“Il pensiero e le opere di Julius Evola e i percorsi iniziatici dell’Età nuova”.

Ore 10,15:

Gianfranco de Turris, Segretario della Fondazione Julius Evola:

“Perché questo Convegno”.

Ore 10, 30:

Pietro Mander,  Presidente dell’Accademia Città di Roma – “Iside Pantea”:

“La figura di Julius Evola nel contesto culturale iniziatico-spirituale degli anni ‘70”.

Ore 10, 45:

Massimo Donà, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano:

“Evola e la filosofia”.

Ore 11, 15:

Romano Gasparotti, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano:

Evola e la filosofia dell’eros”.

 Ore 11, 45:

Claudio Bonvecchio, Università dell’Insubria:

“Evola e la Tradizione italico-mediterranea”.

Ore 12, 15:

Vitaldo Conte, Accademia di belle Arti di Roma:

“Evola e l’Arte-Poesia”.

Ore 12, 45:

Chiusura prima parte del convegno con eventuali richieste di approfondimenti

Ore 13,15:

Interruzione e Colazione di lavoro

 

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Ore 14,45:

Immagini, segni e colori della Tradizione italico-mediterranea

Intermezzo artistico con la performance:

 

Presentazione delle Tavole pittoriche in esposizione all’interno della “Sala Alessandrina” con una esposizione dei significati alchemicoermetici dell’opera del Maestro Vincenzo Cacace sul tema: “Antiche spiritualità e Geometria Sacra nelle rappresentazioni simboliche pittoriche della Tradizione italico Mediterranea.

 

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Ore 15,30:

Ripresa, seconda  parte del convegno.

Davide Bigalli, Università di Milano:

“Evola e la tradizione ermetica”.

 Ore 16,00:

Giovanni Casadio, Università di Salerno:

“Evola e la storia delle religioni”.

 Ore 16,30

Mario Conetti, Università dell’Insubria:

 “Evola e la storiografia”.

 Ore 17,00:

Giuseppe Parlato, Università degli Studi Internazionali di Roma:

“Evola e la politica”.

Ore 17,30:

Fabio Marco Fabbri, Università “Sapienza” di Roma:

La sociologia islamica e il pensiero evoliano”.

Ore 18,00:

Chiusura e conclusione dei lavori della seconda parte del convegno con eventuali richieste di approfondimenti a cura di Giancarlo Seri, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Filateti.

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Per ulteriori informazioni:

 

Accademia dei Filaleti: Angelo Mancini 349/5459660; ermetememphis@gmail.com

Fondazione Julius Evola: Giovanni Sessa 333/8289088; Sessa_Giovanni@libero.it

www.accademiadeifilaleti.it

www.fondazionejuliusevola.it

2 Comments

  • Joe Fallisi 30 Ottobre 2014

    Due parole sull’argomento, che si aggiungono a quelle già scritte in varie occasioni. Molto sinteticamente: non mi sogno affatto di invalidare il contributo di Evola in quanto studioso (mi riferisco, solo per fare un esempio, a un suo grande libro come Metafisica del sesso, che già da solo basterebbe a far scomparire nel dimenticatoio i suoi cVitici democVatici – alla Eco -, guardoni e impotenti), ma non simpatizzo o, tanto meno, concordo con il suo pensiero di uomo d’azione all’interno della storia del Novecento. Né con la sua adesione a Dada (autentico inizio della miserabile arte contemporanea, a tutti gli effetti degenerata, di cui oggi assistiamo agli ultimi lugubri exploits; né col suo ultrasolipsismo filosofico (nel quale, tra l’altro, il rigonfiamento dell’Ego tiranno e delirante è quanto di più moderno, e in linea con l’arte-antiarte di cui sopra, e meno “tradizionale” possibile); né con la sua concezione dei due movimenti rivoluzionari di massa (fascismo e nazionalsocialismo) coi quali entrò in contatto e in vario modo collaborò. Lui, come il suo Maestro sunnimassone Guénon, avrebbero voluto un ri-avvento delle caste. Ma si sbagliavano e d’epoca e di luoghi e di uomini. Lo stesso vale per il bombarolo kitsch Freda, che disdegna il termine “nazionalsocialista” e si riconosce, viceversa, nel nomignolo dispregiativo (coniato appositamente dai vincitori del secondo megamacello, ma ai suoi occhi molto più gerarchico) “nazista”. I lavoratori avrebbero dovuto (dovrebbero) servir da zerbino agli eletti del fantasinedrio “aristocratico” (gira e rigira siamo sempre alle solite, d’altronde)… IMPOSSIBILE (quanto meno allora) dopo la Rivoluzione Francese. E TOTALMENTE in opposizione col meglio espresso così da Mussolini, come da Hitler. Per i quali l’immensa forza del popolo costituiva l’anima stessa di un moto corale IN ASCESA che avrebbe avuto lo scopo di elevare la società nel suo complesso, affrancandola dal giudeomaterialismo sia degli usurai, sia dei marxisti. Il che nulla avrebbe tolto, tutto al contrario, alla possibilità di esplicarsi dei diversi talenti individuali.

  • Joe Fallisi 30 Ottobre 2014

    Due parole sull’argomento, che si aggiungono a quelle già scritte in varie occasioni. Molto sinteticamente: non mi sogno affatto di invalidare il contributo di Evola in quanto studioso (mi riferisco, solo per fare un esempio, a un suo grande libro come Metafisica del sesso, che già da solo basterebbe a far scomparire nel dimenticatoio i suoi cVitici democVatici – alla Eco -, guardoni e impotenti), ma non simpatizzo o, tanto meno, concordo con il suo pensiero di uomo d’azione all’interno della storia del Novecento. Né con la sua adesione a Dada (autentico inizio della miserabile arte contemporanea, a tutti gli effetti degenerata, di cui oggi assistiamo agli ultimi lugubri exploits; né col suo ultrasolipsismo filosofico (nel quale, tra l’altro, il rigonfiamento dell’Ego tiranno e delirante è quanto di più moderno, e in linea con l’arte-antiarte di cui sopra, e meno “tradizionale” possibile); né con la sua concezione dei due movimenti rivoluzionari di massa (fascismo e nazionalsocialismo) coi quali entrò in contatto e in vario modo collaborò. Lui, come il suo Maestro sunnimassone Guénon, avrebbero voluto un ri-avvento delle caste. Ma si sbagliavano e d’epoca e di luoghi e di uomini. Lo stesso vale per il bombarolo kitsch Freda, che disdegna il termine “nazionalsocialista” e si riconosce, viceversa, nel nomignolo dispregiativo (coniato appositamente dai vincitori del secondo megamacello, ma ai suoi occhi molto più gerarchico) “nazista”. I lavoratori avrebbero dovuto (dovrebbero) servir da zerbino agli eletti del fantasinedrio “aristocratico” (gira e rigira siamo sempre alle solite, d’altronde)… IMPOSSIBILE (quanto meno allora) dopo la Rivoluzione Francese. E TOTALMENTE in opposizione col meglio espresso così da Mussolini, come da Hitler. Per i quali l’immensa forza del popolo costituiva l’anima stessa di un moto corale IN ASCESA che avrebbe avuto lo scopo di elevare la società nel suo complesso, affrancandola dal giudeomaterialismo sia degli usurai, sia dei marxisti. Il che nulla avrebbe tolto, tutto al contrario, alla possibilità di esplicarsi dei diversi talenti individuali.

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