9 Aprile 2024
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Eden in fiamme. Recensione di Franco Brogioli

Eden in fiamme a porta compimento la trilogia iniziata da Gabriele Marconi, (Roma, 12 gennaio 1961) – giornalista professionista, è stato direttore responsabile del mensile «Area – politica, comunità, economia» – attualmente si occupa di comunicazione istituzionale e di editing letterario.

Tra i fondatori della Società Tolkieniana Italiana, ha collaborato al Dizionario dell’universo di J.R.R. Tolkien. È autore del romanzi: L’enigma di Giordano BrunoIo non scordoLe stelle danzanti – Il romanzo dell’impresa fiumanaFino alla tua bellezza e Il regno nascosto.

Ha inciso due album musicali: Noi felici pochi, In viaggio, la compilation Noi – Canzoni D’amore Per La Lotta E Di Lotta Per L’ amore e scritto un monologo teatrale sulla strage di Bologna, dal titolo 2 agosto 1980.

Con Le stelle danzanti, proseguito con Fino alla tua bellezza, ritroviamo alcuni personaggi dei romanzi precedenti come volontari arruolati nella Scuola allievi ufficiali Guardia Nazionale Repubblicana, uno dei reparti armati della Repubblica Sociale Italiana, per poi portarli al Reggimento Folgore, fino all’epilogo sul confine orientale, in Venezia Giulia, dove devono fronteggiare il IX Korpus titino per salvare due ragazze italiane, e concludersi nella Venezia liberata dagli Alleati.

Le motivazioni che hanno spinto Giulio, Alberto e Junio a partire per il Nord è quella che ha accumunato centinaia di migliaia di ragazzi e migliaia di ragazze del Servizio Ausiliario Femminile: mantenere fede alla parola data all’indomani del tradimento con l’armistizio con gli angloamericani dell’8 settembre 1943. Il senso dell’onore, della lealtà e della fedeltà sono alla base di questa scelta che nessuno ha mai rinnegato, perché una guerra poteva anche essere persa, ma con dignità e combattendo fino all’ultimo.

Eden in fiamme è forse uno dei romanzi piu’ belli della narrativa dei “vinti” della guerra civile. Il nemico, per i tre amici romani, protagonisti del libro e per tutti quelli che hanno combattuto nella R.S.I., non sono i partigiani e la guerra fratricida, ma, appunto, gli angloamericani.

I ragazzi che incontriamo sono scanzonati, strafottenti, arditi e audaci; testimoni di un eroismo e un sacrificio che non è mai stato riconosciuto dalle istituzioni repubblicane e sedicenti democratiche sorte dopo la fine della guerra. Non mancano anche momenti di riflessione sul senso della vita e della morte in guerra, del “a cercare la bella morte” di cui parlava Carlo Mazzantini nell’omonimo libro, forse uno dei primi, a parlare dei “ragazzi di Salò”.

Giulio Jentile, ormai ottantenne e incarognito su una sedia a rotelle, narra la sua storia a Giulia la ragazza di suo nipote Giaco, che vive l’impegno politico sull’esempio del nonno. La guerra, la morte e l’amore sono i tre temi trattati in questo splendido libro vivamente consigliato a tutti coloro i quali vogliono comprendere le motivazioni dei fascisti repubblicani forse meglio che un arido saggio storico privo di pathos e vita.

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