13 Aprile 2024
Del Greco destra Platone

Di monologhi, monocoli e maghi

C’è da ben supporre che non sia cosa

di poco conto l’apposizione del nome (…)
Gli oggetti traggono i nomi dalla natura(…)
 Non tutti sono artefici di nomi,
ma solo chi si attiene a quello (…)
che è in grado di introdurne l’Idea(…)
E ora, mentre conduciamo la ricerca,
appare chiaro  che il nome ha una sua correttezza
e che non è da tutti saperlo assegnare
a un qualsivoglia oggetto
Platone, Cratilo, 390d-391b
di Cassandra Del Greco
Ebbene, aveva l’occasione di riparare il (supposto, almeno fino a nuova dimostrazione) fraintendimento di cui parla, mi chiedo come mai non l’abbia fatto proprio nel Suo recente contributo. Tra l’altro, non ho mai avuta la presunzione di asserire cosa sia di destra e cosa di sinistra, quasi che mi sentissi ispirata da una qualche divinità. Ce lo dica Lei, se lo sa: attendiamo con ansia un seguito, dunque.
Mi può andar a genio la “rivoluzione delle parole” ma il fraintendimento semmai è questo: ‘destra’ (o sinistra…) è (soltanto) una parola? Se sì, la cancelli pure: mi piacciono le parole, specie se usate bene, col loro giusto peso, ma non mi ritengo una feticista del verbum come habitus spogliato del suo corpus – afferro le due cose quasi del tutto inscindibili, tuttavia mi sembra estremamente complicato trovare la ‘combinazione perfetta’. Cosa ancor più rilevante, non mi prendo la responsabilità di essere onomatourgòs, io, né pretendo di essere quell’ ‘artefice di nomi’ o ‘legislatore’, “che tra gli uomini è il più raro dei demiurghi”*.
E ancora: parliamo dello stesso  concetto di destra, quando battibecchiamo? Le è sembrato che io volessi dipingere qualcosa di simile a quella “destra borghese parlamentare esangue e vile” che Lei stesso stigmatizza? Non ci avviciniamo di più, forse, all’altra destra, che lei cita en passant: la “Vera Destra” (o “Destra radicale”, aggiungo io) …?  Con buona probabilità, le nostre rispettive visioni non combaciano: io non ho nessuna voglia, almeno al momento, di prender le distanze dal “Barone, aristocratico dispregiatore d’ogni concessione plebea“; sarà perché a Valle Giulia non c’ero, al tempo non ero neanche nei pensieri dei miei genitori, ma tant’è. Tuttavia, se è una questione di terminologia, se è la parola ‘destra’ che le provoca una  pruriginosa allergia, Le faccio una concessione, sentendomi di poterla sostituire con qualunque altro termine, in fin dei conti forse ugualmente inadeguato, imperfetto: tradizionalismo, aristocratismo, doricismo, post-platonismo, cultura integrale, controdecadenza, eccetera eccetera eccetera…
A scanso di equivoci, lungi dal voler entrare in polemica, non mi sognerei mai di sostenere una conversazione dialettica alla pari con Lei; sono solo molto,  molto sorpresa, soddisfatta – e onorata, scilicet– di aver stimolato un minimo di dibattito.
* cfr. Platone, Cratilo [389a]
N.B. Queste riflessioni -quasi a voler inscenare un dialogo con l’autore- nascono in parte in risposta a quest’articolo: https://www.ereticamente.net/2013/11/destra-nograzie.html#more, in parte come monologhi con me stessa.

2 Comments

  • Filippo Accorsi 25 Novembre 2013

    Sinceramente credo che più d’uno non abbia nessuna voglia di prendere le distanze dal Barone e altrettanto sinceramente io di Valle Giulia e di tutti quegli anni (sono nato nel ’77) me ne frego

  • Filippo Accorsi 25 Novembre 2013

    Sinceramente credo che più d’uno non abbia nessuna voglia di prendere le distanze dal Barone e altrettanto sinceramente io di Valle Giulia e di tutti quegli anni (sono nato nel ’77) me ne frego

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