13 Aprile 2024
Attualità Incorvaia

Nel Paese dei pazzi

di Leonardo Incorvaia
Nel Paese dei pazzi torna di moda il feudalesimo: gabellieri occhiuti e rapaci spremono dal popolo tasse che definire esose è un tiepido eufemismo e la miseria cresce.
Nel Paese dei pazzi, inflessibile e patrigno con i propri figli, chi parla  un’altra  lingua  e porta con se solo altra miseria e fame, quando non addirittura la volontà di fare il comodo proprio, viene accolto con ogni riguardo, curato, sfamato, blandito, compatito e spesso ha provvidenze e precedenze negate agli “indigeni”.

Nel Paese dei pazzi chi cerca di creare lavoro e opportunità per se e per gli altri è visto col sospetto riservato ai potenziali eversori, viene scoraggiato e sfiancato dalla mole degli adempimenti fiscali, legali e burocratici a cui deve sottostare, se riesce infine a lavorare e lavora per lo Stato deve aspettare anni per essere pagato ma lo Stato gli chiede enormi quantità di denaro che deve pagare ancor prima di averlo guadagnato.
Nel Paese dei pazzi, di contro, chi delinque, ruba, uccide, stupra non fa che brevissimi soggiorni nelle patrie galere, agevolato da indulti, permessi per buona condotta, scarcerazioni anticipate, mentre fuori altri pazzi manifestano e digiunano per evitar loro  di fare anche quei pochi anni di galera e altri pazzi ancora scuotono gravemente la testa deprecando le terribili condizioni di vita nelle carceri sovraffollate ma non hanno mai un pensiero per le vittime nè pensano che, forse, altre carceri si possono facilmente realizzare recuperando edifici dismessi dallo Stato.
Nel Paese dei pazzi, dopo una vita di lavoro gli anziani vanno a frugare nell’immondizia per potersi sfamare mentre il Governo spende miliardi per l’acquisto di aerei da guerra che farà di tutto per non utilizzare mai.
Nel Paese dei pazzi chi sa benissimo queste cose ma non fa nulla per cambiarle ha raggiunto il vertice della follia e quindi, giustamente, governa tutti gli altri.

Leonardo INCORVAIA, Torino

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