3 Dicembre 2024
Tradizione

Lo sciamanismo come mezzo per la salvezza dell’anima e del corpo – Walter Venchiarutti

 

Il peso del corpo, la leggerezza dello spirito

 La scienza e la fantasia, da buona parte dell’intellighenzia moderna, sono valutate alla stregua di due componenti antitetiche che nulla avrebbero da spartire. Spesso si dimentica che alla base delle più importanti invenzioni scientifiche c’è l’intuizione intellettuale. Tale antica potenzialità offre la capacità all’individuo di saper superare i pregiudizi e le convinzioni del momento per aprirsi alla creatività che, insieme alla memoria, restano le peculiari prerogative dell’homo sapiens.

Sogni, visioni, estasi costituiscono il patrimonio che viaggia di pari passo con la corporeità e quindi complessivamente va considerato, tutelato e studiato. Valutare l’uno e screditare l’altro significa porsi fuori dalla realtà esistenziale e inevitabilmente porta a considerazioni mutili, fuorvianti e utopistiche.

Lo studio di Ioan J.P. Couliano (I viaggi dell’anima, Ed. Mondadori, Milano, 1991) prende in considerazione quanto le percezioni positivistiche presenti nel processo storico, che stanno alla base della percezione di spazio, tempo e materia, possano essere invalidate dalle recenti scoperte matematiche e fisiche.

Le tre dimensioni lunghezza, larghezza, altezza costituiscono il campo percettivo dell’universo fisico a cui si affianca l’infinito spazio mentale della quarta dimensione, composto da esperienze extracorporee: sogni, fantasie, miraggi.

È necessaria una trasmissione cognitiva per portare ad una considerazione attiva della tradizione. Lo spazio esterno varia convenzionalmente in base alla percezione, all’umore, al sesso, alla posizione sociale, alle condizioni psico-fisiche del soggetto mentre i viaggi ultraterreni (onirici, psichedelici, estatici, ipnotici) sono stati riduttivamente dimensionati in modo distorto a semplici suggestioni dell’immaginazione e spesso anche in passato paragonati ad allucinazioni, sintomi di pazzia o peggio associati a possessioni demoniache.

La prima domanda che si impone, a chiunque creda superata l’esperienza religiosa, è fornita dall’odierno inspiegabile interesse suscitato da quegli stati particolari che, sconfessano la logica corrente e tuttavia continuano tutt’oggi a persistere inspiegabilmente immutati. L’analisi obiettiva di tali insolite condizioni porta le consuetudinarie convinzioni quotidiane ad uscire dagli schemi dell’abitudine e a percepire mondi meravigliosi e inesplorati nascosti nel microcosmo dell’infinitamente piccolo, così pure rintracciabili nell’immensità del macrocosmo spaziale. La fisica e la matematica (le cosiddette scienze esatte) per contro hanno focalizzato una rinnovata attenzione al cammino iniziatico della conoscenza.

La pretesa razionalità contemporanea ha inevaso una ben definita serie di situazioni che coinvolgono l’esperienza umana. Si parla quindi di fattore ASC (automatic stability control) intendendo per tale lo stato di alterata coscienza, di OBE (out of body experience) distacco dal proprio corpo fisico e di NDE (near death experience) esperienze maturate ai confini con la morte.

Per alcuni è stata identificata nella quarta dimensione una fonte di spiritualità, tale da saper offrire una convincente spiegazione delle dottrine e delle esperienze mistiche che si sono verificate e verificano (C.H. Hinton- Racconti scientifici, F.M. Ricci 1978) un mondo intermedio del doppio, visitato durante il sonno, anticamera del Locale III, un mondo parallelo al nostro.

 

Introduzione al fenomeno dello sciamanismo

 Mircea Eliade definisce lo sciamanismo non una vera e propria religione ma come tecnica estatica (M. Eliade Lo sciamanismo e le tecniche dell’Estasi, Ed. Mediterranee, Roma 1974) finalizzata a stabilire un rapporto con l’universo parallelo, mediante lo scopo d’ottenere l’appoggio delle entità superiori atto a favorire la prosperità, la salute fisica e spirituale di un gruppo sociale o di un individuo. Tale pratica, dapprima considerata un fenomeno circoscritto ai confini dell’Asia centrale e settentrionale, è stata poi individuata anche presso gli aborigeni australiani e le popolazioni africane.

La vocazione sciamanica può essere assegnata per elezione diretta, ricevuta dall’alto o per trasmissione ereditaria. Il reclutamento comporta una morte rituale e una resurrezione. L’evocazione degli spiriti per ottenere guarigioni, la richiesta di un abbondante raccolto, per fronteggiare le necessità comunitarie prefigura uno stato di trance, procurato dall’autoconcentrazione, facilitato dall’uso di sostanze eccitanti o allucinogene derivanti da piante sacre (Amanita muscaria, Claviceps purpurea, ecc.) che predispongono lo sciamano al trasferimento su un piano più elevato di luce e quindi di comprensione. Questo processo è sovente accompagnato dal ritmo musicale, cadenzato e incalzante di strumenti a percussione (tamburi) o all’ininterrotto tintinnare di sonagli (campanelli), da danze particolari. Le fasi si completano con il completo distacco dalla coscienza corporea, la morte apparente (squartamento, sostituzione degli organi interni) e contemplano la salita alla corda, alla scala, all’albero, il volo, l’ascesa al cielo, la ricerca, il ritrovamento di quanto perso o di ciò che necessita al beneficiato/i. Infine il ritorno nel corpo precedentemente abbandonato in stato di sonno, d’estasi o catalessi. La tendenza a distinguere fra sciamani “bianchi” o “neri” corrisponde alle finalità di volta in volta assunte dal guaritore/benefattore/medicine men e a quelle di stregone che rivolge maledizioni e sortilegi. Tali esercizi a seconda dei casi possono essere esercitati attraverso azioni benefiche o cattive nei confronti di soggetti amici o nemici. Lo stesso individuo può essere terapeuta per il gruppo di appartenenza e fattucchiere nei confronti di altri.

 

Viaggi ultraterreni dagli albori della civiltà

 La cultura mesopotamica sumero-assiro-babilonese offre le prime relazioni intorno a viaggi ultraterreni alla ricerca dell’immortalità. Gilgamesh è il primo eroe-sciamano della storia ad intraprende una impresa che nel corso dei secoli vedrà ininterrotto il seguito degli emulatori. Le numerose e straordinarie prove che gli dei pongono sulla sua strada, l’insuccesso e lo scoramento finale non sembrano aver dissuaso la sete di avventura che ha animato i posteri.

È risaputo che agli Egizi il post mortem importava assai di più della vita terrena, quest’ultima consisteva in una prosecuzione della prima. Occorreva quindi fornire tutti quei mezzi affinché fosse continuata la sopravvivenza fisica che però era riservata solamente ai re. Le magnificenti piramidi rappresentavano una riproduzione dell’universo, il coperchio del sarcofago che racchiudeva la mummia del sovrano era il cielo e il letto la terra. Al fine di continuare nel suo compito l’ascensione al cielo del Monarca era favorita dalla salita ad una scala simbolica di stati dell’essere, predisposta da Ra, dio solare.

L’assenza di peso e la ricerca di immortalità sono peculiarità presenti nel taoismo. I viaggi a dorso del drago volante, erano i migliori mezzi di trasporto aereo utilizzati da importanti personaggi medici, alchimisti e regnanti. Lo Sciamano, l sacerdote taoista, percorreva il mondo dell’aldilà sul dorso delle gru, alla ricerca dell’anima del defunto. Acccompagnato dal rullare dei tamburi intercedeva in suo favore. La pratica d’abbandonare il proprio corpo in stato di catalessi o morte apparente era conosciuta presso i monaci buddisti che esploravano il paradiso prima della morte.

Il Bardo thödöl raccoglie le indicazioni riguardanti la liturgia funebre prescritta dal buddismo lamaista tibetano. Il testo fornisce tutta una serie di consigli riservati alla tutela della salute postuma e riveste l’analoga funzione osservata del manuale sciamanico nei rituali finalizzati all’evocazione in fase di esistenza intermedia. L’insegnamento che ne deriva afferma che il sogno e il mondo sono entrambi creazione della mente cioè illusioni. L’intelletto può però astenersi dal creare illusioni ritirandosi nella luce del Nirvana e ponendo fine alla schiavitù della rinascita.

Pure nell’India vedica è ampiamente documentata la pratica dell’estasi attraverso la concentrazione e l’utilizzo di droghe per il raggiungimento di stati di trance. Nelle Upanishad compaiono numerosi i viaggi ultraterreni. Nei sogni l’anima si libera e acquisisce i poteri (siddhi) che contraddistinguono gli asceti e gli yogin, la levitazione e i viaggi in altri mondi fanno parte di questa consolidata tradizione.

I maggiori studiosi del Mazdeismo, l’antica religione iranica, attestano che l’Avesta trae le sue primitive radici nello sciamanismo. Infatti l’incontro con gli arcangeli zoroastriani (Amesa Spenta) favorito dall’assunzione di droghe, costituiva una visione trascendente psichica e incorporea a cui, pur restando sulla terra, aveva accesso ogni “anima libera”. Nei viaggi ultreaterreni descritti nel libro di Arda Viraz (VI sec. D.C.), vera e propria anticipazione della Dina Commedia, l’iniziato si libera dal corpo e vive in uno stato di morte apparente e compie le esperienze analoghe del viaggio dantesco, che comportano l’incontro con il supremo Ahura Mazda, con Zoroastro, fondatore della religione e con tutti gli dei e i defunti e infine viene descritto il soggiorno nell’inferno di Ahriman, luogo spaventoso e doloroso.

Con Omero (VIII sec. a. C.) prende il via la narrazione di viaggi avventurosi in luoghi straordinari ed extraterreni destinata anche nei secoli successivi ad avere continuo seguito. Intorno al terzo millenio a.C. alla civiltà matriarcale mediterranea subentra quella patriarcale degli invasori indoeuropei, fondata sui valori della guerra e della predazione. A questa cultura appartiene la figura di Ulisse, lui stesso eroe e sciamano ( E. Zolla, Vite segrete esposte in evidenza, Marsilio Ed., Venezia, 1990) in visita durante le sue avventure alle superstiti sfaccettature, rappresentanti del mondo demetrico delle Grande Madre: maghe, sciamane, incantarici (Circe, Calipso, Nausica). Sciamani autoctoni della Grecia erano gli ieromanti (iatros=guaritore, mantis=profeta), categoria di taumaturghi, veggenti dediti al culto di Apollo Iperboreo.  Tra i tanti vengono annoverati Pitagora, Empedocle. Abaride. I loro metodi estatici comportavano la danza e il vino. A costoro venivano attribuite tutta una serie di funzioni, oltre a quelle di guaritori e veggenti, erano purificatori, autori di oracoli, stregoni, viaggiatori dell’aria, autori di miracoli. La stessa filosofia platonica è stata interpretata come una sintesi delle credenze sciamaniche greche, sistematizzate e spiritualizzate.

2 Comments

  • Gaetano Barbella 7 Novembre 2023

    Signor Walter Venchiarutti
    lei propone la via della quarta dimensione con le esperienze extracorporee (sogni, fantasie, miraggi), ma pur restano le tre dimensioni, lunghezza, larghezza e altezza, svincolare e non partecipano al viaggio, che la mente e il cuore beneficiano. Nel passato non c’era altro modo per evolversi, poi è venuto il Gesù a Betlemme e ci ha fatto conoscere il Cristo in lui. Non solo, perché si è sacrificato per dar vita al futuro delle suddette tre dimensioni, il corpo: Egli ha assicurato, con la sua resurrezione, la rinascita del corpo, non prima di discendere nel mondo della quarta dimensione, l’inferno, per strappare dalle mani di Ahrimane la forza della vita che lui possedeva per ascendere al Padre Suo e consegnarla. Le diverse dottrine esoteriche, con l’alchimia in testa, questo si propongono, ma è una via privilegiata di pochi che sono degli iniziati, e per questo scopo essi sperimentano la morte, cosiddetta iniziatica, fino a quando non rinascono rinnovati disposti all’immortalità. In questa fase, interminabile, si è come morti al mondo.
    Come si vede non è una strada adatta se non per pochi.
    Sembrerebbe a questo punto che l’umanità debba attendere il giorno del giudizio universale, di cui ha parlato il Signore, mettendo in pratica i suoi insegnamenti dottrinali, ma intanto il verso della vita non sembra favorevole a questo scopo. Infatti è proprio per soddisfare le necessità e i desideri del corpo, la causa delle guerre che, molto più del passato si stanno scatenando, senza contare che anche la Terra è un corpo che si sta logorando, la vecchiaia vale anche per essa.
    Ma se si legge l’articolo “Salvi per un pesce” di Rita Remagnino, pubblicato insieme al suo su EreticaMente, si viene a sapere che sin dagli albori, l’umanità ha goduto della presenza di un essere speciale, il Sapiens come lo definisce la dott.ssa Remagnino. Tappe di una sua preziosa presenza, un essere eccezionale da far ricordare il mitico Prometeo.
    Ad un certo punto epocale – lei dice – « La ripartenza del Sapiens non sarebbe stata comunque possibile senza l’intervento di un essere superiore dotato del «sangue freddo» richiesto dal momento. La narrazione vedica vide la mano santa nella figura di Vishnu-pesce (Matsya) che annunciò la fine di un’Era e l’inizio di un’altra a Manu, il grande legislatore del Ciclo presente, emblematicamente raffigurato dentro una conchiglia (l’orecchio di mare) nell’atto di ascoltare. » e riprendendo un tratto della narrazione della Remagnino.
    « Rinvigorito e ritemprato il Sapiens riprese invece a viaggiare alla ricerca di nuovi territori, nuove patrie, nuovi orizzonti. […]
    Dotato di un corpo vagamente pisciforme (avvolto in una muta?) costui venne chiamato «Uan» dagli aborigeni che lo accolsero con entusiasmo, un nome che il greco Elladio trasformerà poi in «Oannes». Fa specie che dall’altra parte del pianeta i Maya venerassero un essere anfibio chiamato «Uaana», che significa «colui che risiede nell’acqua». Ed ecco l’ennesima tessera di un mosaico in attesa da troppo tempo di essere completato. […]
    L’Eurasia matriarcale estese i poteri dell’uomo-Pesce alle dee marine; in Giappone il dio Hoori sposò una di queste, ma, poco dopo, la bella moglie si trasformò in un coccodrillo e l’acqua se la portò via (Kojiki, cap. XLII). Al capo opposto del continente il vecchio Väinämöinen incappò in una disavventura analoga, non fece in tempo a vedere la giovane sposa assumere le sembianze di un pesce che già si era dileguata negli abissi (Kalevala, runo V). […]
    Non è comunque intenzione di questo testo – conclude la dott.ssa Remagnino – perdersi nel mare magnum dei ritrovamenti che ormai sono all’ordine del giorno, nonostante la maggioranza ne ignori l’esistenza. Un oblio incoraggiato da autorità mediocri che hanno tutto l’interesse ad impedire all’uomo di scoprire le sue vere origini, ovvero l’esistenza di evolute civiltà precedenti all’attuale. Ma proprio l’aumento della censura sta incuriosendo un numero crescente di persone, le cose proibite sono terribilmente stimolanti e chi cerca tante volte trova. »
    Sembrerebbe insoddisfacente per la sua tesi, signor Walter Venchiarutti, la preziosa dialettica della Remagnino, per porsi come alternativa al suo suggerimento della pratica della via della “quarta dimensione” con le esperienze extracorporee, se non fosse per il fatto che lei sia nato a Soresina.
    Si da il caso che io mi diletti a trarre dalle mappe di città e località in genere disegni che vi corrispondono, seguendo le linee delle vie, dei palazzi, dei fiumi e altro. Un chiaroveggente mi disse che erano immagini del mondo astrale. Non mi è stato tanto difficile di eseguire questo genere di cartografie per Soresina. Non ho modo di mostrarle il disegno che ho fatto, ma se lei fa la ricerca con Misclen della mappa di Soresina, riscontrerà che la mappa Outdoors (si presentano quattro tipi di mappe) mostrerà un volto di uomo che sormonta un piccolo pesce, ed ecco il pesce Sapiens della dott.ssa Rita Remagnino. Da cosa nasce cosa…, ovvero si ha modo di capire che la Terra, con le innumerevoli mappe, è la Terra di Eldorado con le sue possibili cartografie, ed è un certo nuovo Fuoco in relazione a quello che Prometeo diede all’umanità.
    Mi permetterò di inviarle il disegno che ho fatto al suo Periodico INSULA FULCHERIA di Crema di cui è Vicedirettore.
    Cordiali saluti
    Gaetano barbella

  • walter venchiarutti 9 Novembre 2023

    Gentile lettore,
    per prima cosa tengo a precisare che l’indagine biografica riguardante la mia persona non è completamente aggiornata. Come ha diligentemente accertato sono nato a Soresina (senza avere la pretesa di considerarla una seconda Betlemme) e dall’anno scorso, per sopraggiunti limiti d’età, ho dato volontariamente le dimissioni dalla carica che ricoprivo presso la rivista Insula Fulcheria pur mantenendo interessi nel campo dell’ antropologia e della ricerca etnografica.
    Nell’ intervento citato ho limitato l’esposizione e il commento agli studi fatti da antropologi e storici delle religioni come Eliade, Zolla e Culianu.
    Concordo sul fatto che il Cristianesimo abbia aperto “democraticamente” le porte alla salvezza universale. In attesa della resurrezione collettiva, che dovrebbe verificarsi alla fine dei tempi, occorre comunque prendere atto che oggi solo una sparuta minoranza di iniziati è in grado di intessere rapporti con il trascendente e che una delle tecniche operative, sciolte dai vincoli corporali, è ancora rappresentata dal fenomeno sciamanico. Al riguardo non considero ricercatori dello spirito i tanti fattucchieri e i sedicenti ciarlatani che operano la mistificazione nel campo fenomenico più deteriore.
    Il primo Cristianesimo ha utilizzato simboli zoomorfi come il pesce, già precedentemente attestati in documenti provenienti dalla Siria, dalla Mesopotania e Caldea, con significato eucaristico. Il Cristo è diventato l’Ictus, nutrimento eterno di cui si alimentano i commensali alla tavola celeste degli eletti. Gli esempi sono infiniti. Tra i tanti quelli riportati nel Bestiario del Cristo da Louis Charbonneau-Lassay offrono una straordinaria campionatura iconografica.
    Le sarò grato se mi farà avere, tramite Ereticamente, la mappa che ha disegnato.
    A proposito di presagi, in qualità di appassionato etnolinguista, mi permetterò di segnalarle l’etimologia dei nostri comuni cognomi.
    Cordialmente

    Walter Venchiarutti

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