13 Aprile 2024
Pietas

Ruderi e spazzatura morale

Di pochi giorni fa la notizia che (almeno per ora) Villa Adriana è salva. Salva dall’inettitudine delle amministrazioni italiane, ma ancor più si è salvata da un sistema marcio che ben poco da importanza ai ruderi che qua e là occupano fastidiosamente gli spazi fisici di questo paese.

Addirittura il primo  ministro italiano ha dato piena fiducia al prefetto romano perchè si occupasse di una simile operazione! Fortuna che esistono gli ambientalisti sempre pronti a strumentalizzare certe cose per guadagnare un minimo di consenso elettorale in più, sempre in vista di chissà quale prossima elezione. E poichè la morale italiana oramai è macchiata dalle favolette orientali, il governo, sull’esempio del fantomatico Ponzio Pilato, se ne lava le mani affermando che la scelta spetta esclusivamente al prefetto. Sono lontani quei tempi in cui il capo del governo italiano si occupava persino di rispondere alla questione dei giardini pubblici da destinarsi in un piccolo paese di provincia.


Il ministro Cancellieri si limita a dire che la questione della discarica romana vada approfondita in Consiglio dei Ministri. Ma cosa ce ne facciamo di una simile repubblica se non esiste neanche un individuo super partes che possa mettere il veto a simili scelleratezze? La questione non andrebbe neppure discussa: servirebbe esclusivamente dire che il prefetto può fare la discarica dove vuole, tranne che in prossimità di Villa Adriana.

Questi non è solamente un semplice sito archeologico: il complesso, voluto e progettato dallo stesso imperatore architetto è il primo esempio storico di una serie di innovazioni ingegneristiche uniche al mondo, per tecnica e raffinatezza.

Immaginiamo quanto possa essere piacevole, per un turista straniero od uno studioso nostrano, passeggiare tra le antiche rovine ad osservare le spine delle volte delle terme od i tubuli dell’aria calda che spuntano dalle pareti e godere di una piacevole brezza di percolato!

Rovine, che questo devono restare le antiche tracce della grandiosa civiltà che costruirono i nostri lontani padri, rovine di un passato che non deve tornare, che deve tenersi relegato nei meandri della memoria, o ancor meglio seppellito sotto i rifiuti della nostra società contemporanea: non sia mai che i grandiosi valori etici della romanità tornino alla ribalta, ciò sarebbe un bel problema per i nostri amati politici!

Valore della parola data, impegno, sacralità dell’idea di famiglia e di patria, il culto sapienziale degli dei. Non sia mai che tutto ciò ritorni: un’intera classe politica scomparirebbe ed il nostro paese rischierebbe di assurgere ad un’identità culturale autonoma, tale da poter sfuggire dal consumismo e dal capitalismo americanista che ci propinano nell’acquisto di tanti oggetti il raggiungimento della libertà. Ci fanno credere di poter essere liberi di parlare quando e quanto vogliamo con fantastici telefonini, di poter fare tutto ciò che ci garba navigando su internet con un ipad a buon costo, magari grazie al finanziamento di una buona banca che ci regala quest’opportunità di libertà.

Ci fan credere di essere liberi, ma ci hanno reso schiavi delle banche, a dover pagare mutui infiniti per avere la casetta del mulino bianco con una buona moglie emancipata ed i figli che due volte al mese s’accompagnano dallo psicologo, perchè superino il loro carattere aggressivo; tzè, come se il conflitto generazionale non fosse mai esistito.

Sciocca società che ha perso il faro che ci guida alle spiagge della ragione, quel faro che il grande Macedone eresse ad Alessandria d’Egitto, le cui fondamenta si sono inabissate per sua fortuna nel mare: fosse stato in Italia avrebbe rischiato di far da bordo ad una discarica!

 Giuseppe Barbera

archeologo e presidente ATP

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