13 Aprile 2024
Reghini

Arturo Reghini: Imperialismo Pagano e Tradizione Italica

1. Il titolo Imperialismo Pagano dato da Reghini all’articolo che apparve per la prima volta nel 1914 sulla rivista Salamandra prospettava l’idea di un movimento politico e spirituale.
Da una felice intuizione come questa che si era affacciata nella mente di R. fin dai primi anni del Novecento (“Basandoci sopra la tradizione e la conoscenza iniziatica italiana, noi volemmo e pronosticammo sin da quindici anni fa l’avvento fatale di un regime e di un indirizzo imperialistico italiano.” Atanòr, Ai lettori, 1924), Reghini passò alla formulazione di un vero e proprio programma politico, che a molti sembrò utopistico e insensato, poiché il regime (come egli lo chiama) che ne doveva risultare poteva essere realizzato solo “dagli eredi legittimi dell’antica sapienza, e non da coloro che vanno sempre più esasperandosi in una civiltà di tipo meccanica industriale”. Nella quale “civiltà di tipo meccanico industriale” da lui deprecata possiamo riconoscere oggi come ieri governi ed uomini politici i quali nel gonfiarsi il doppiopetto di “civiltà occidentale” non fanno altro che parlare a nome di una sottospecie di “civiltà” che non discende certamente dalla sapienza e dalla spiritualità romane. (…)

16. Il volume che presentiamo, oltre ad Imperialismo Pagano che dà il titolo, contempla una serie di scritti di R. che si riferiscono allo stesso argomento, alla Tradizione Occidentale e alla Tradizione Italica.

Si distaccano in particolare in questa miscellanea le notizie sulla Tradizione Italica e il saggio sulla Tradizione Occidentale che unitamente all’Imperialismo Pagano costituiscono la base triangolare sulla quale R. elevò la piramide del suo sapere iniziatico, pitagorico, imperialistico, pagano, romano.
Lo scritto sulla Tradizione Occidentale è particolarmente importante visti gli spropositi uditi al di qua e al di là dell’Atlantico sulla “civiltà occidentale”, frutto di confusione, di ignoranza e di malafede nonché del rovesciamento di valori che si registra da molto tempo in Occidente come conseguenza dello svuotamento e dell’incomprensione di alcune parole.

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